Charles Bukowski
racconta e descrive, nei suoi più sordidi particolari, la povertà,
l'emarginazione, la mancanza di una possibilità di riscatto in un mondo che
conosce benissimo, una periferia popolata da una fauna umana squinternata e
dolente, che si trascina ai margini della vita. Il suo è un abisso fatto di
scrittori falliti, scommettitori irrecuperabili, creditori sempre in cerca di
denaro, donne dalla dubbia provenienza e ancor più dubbia moralità; e di alcol,
panacea di tutti i mali ed eterna dannazione, compagno di innumerevoli incontri
con innumerevoli signore fino all'ultimo fatale appuntamento. Senza retorica né
autocommiserazione, Bukowski ci concede ancora una volta il privilegio di
partecipare alle sue riflessioni, lucide e taglienti come una lama che penetra
nel senso più profondo e autentico delle cose.
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