Mai avrei immaginato che un
romanzo storico potesse piacermi in questa maniera. Mai avrei potuto immaginare
che si sarebbero state altre eccezioni, oltre "Q" e, ancora, "Il
nome della rosa". Il punto è, intanto, la firma di "Pompei":
Angelo Petrella; quindi, sapendo della bravura e del talento, della scrittura
di Petrella, ho accolto questo romanzo sottotitolato "L'incubo e il risveglio".
Però l'autore, visto il genere, è subito scomparso. Ché nell'epica di Pompei,
Petrella mette solamente la solita dedizione conducente alla pulizia assoluta,
alla perfezione dello scrivere. Che si fa gioia di leggere. Specie dove è
necessario, appunto come in quest'occasione, seguire in maniera precisa e
accanita la trama. Se si vuole, insomma, prendere tutte le storie che
alimentano la Storia. Il 70 d.C. di Pompei, più che esser utilizzato quale
spunto narrativo dal lato dell'eruzione del Vesuvio, nell'opera d'Angelo
Petrella (avevo apprezzato, di suo, già da "Naziparadise" a "La
città perfetta" ecc.), è vissuto e fatto rivire attraverso congiure romane
e personaggi: Tito-Domiziano, Quinto Terenzio Massimo, Plinio e Marziale. E nel
fuoco la fiamma più ardente si chiama Camma, ordovica sottomessa dai romani e
con la famiglia devastata prima, schiava nei bordelli dell'epoca
successivamente, infine dedita all'arte dei veleni nel Tempio di Cibele. Con
l'attesa della vendetta. Pompei e Roma non bastano, al racconto. S'ascoltano le
grotte e i boschi ai piedi del vulcano in tensione. Si devono comprendere i
rumori dei soldati e dei briganti. Gli scontri nelle arene e i combattimenti
nel cerchio delle tribù. Nel leggere le vicende di Pompei mi sono sentito
immerso completamente nel frangente più buio della leggendaria epopea romana.
Epperò attento ai lati disumani della guerra e del carattere stesso dei
centurioni e similari; mentre registro i cambi di strategia che la volontà di
potenza e i giochi di potere disegnano nelle vite umane e per le vite umane. A
cominciare dal Massimo prefetto di Pompei... In giri di corruzione e
concussione. Fra congiura e tradimenti, l'eccitazione è sempre alta. Petrella,
adesso, ha riletto Roma e riproposto i romani. Ridandoci magnificamente
l'immagine di quel che è stato, verso quel che siamo ovviamente.
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