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lunedì 20 gennaio 2014

Immaginare altre vite. Realtà, progetti, desideri di Remo Bodei, Feltrinelli 2013. Intervento di Alessandra Peluso



Immaginare altre vite, desiderare di identificarsi in miti e avere la presunzione di conoscere la direzione degli eventi è oggi una realtà oltre che un'esigenza di ogni essere umano per sfuggire ad una sorta di  confinata esistenza.
Remo Bodei in “Immaginare altre vite. Realtà, progetti, desideri” compie un'analisi dettagliata di come dal passato sino ad un presente attuale esista l'impellenza di avere dei modelli ai quali ispirarsi, sovrani, santi, poeti, filosofi fino alle celebrità che durano un periodo, come meteore passano, per ritrovarsi poi in un'identità che non è la propria ma risulta un ammasso, un “ibrido” di più soggetti che si imitano o si inventano.
È una datità che rende ancora più incerto e provvisorio il presente.
«Nella modernità vi è un'inflazione di eroi, ma essa è dovuta anche al fatto che il grande bisogno di eroi, di simboli viene soddisfatto da esibizionisti egocentrici e da perfetti sconosciuti che non hanno fatto nulla per il bene degli altri e che non hanno nulla da dare o da insegnare, ma che dominano ogni canale di informazione accessibile». (p. 125). Oggi le icone - ribadisce Bodei - non sono quasi mai eroi di libertà, ma icone di bellezza, di forza, di esposizione del corpo, di potere, perciò immagini effimere. Ecco che l'io rischia di perdersi e di non conoscere la propria identità, si attua così l'uno, nessuno, centomila, la molteplicità di identità descritte da Pirandello e pertanto la conseguente caduta di certezze che conducono alla crisi stessa dell'identità  e alla spersonalizzazione dell'io. 
L'autore espone in modo chiaro ed esaustivo la questione delle vite immaginate dal primo capitolo, alla genealogia della gloria, a celebrità, alla necessità di contare, affermarsi, farsi vedere sino all'ultimo capitolo nel quale presenta le esistenze provvisorie.
Occorre comprendere che “abbiamo un tempo sincopato” tagliato in due da una cesura che separa la fase della prima crescita immemore e irriflessa da quella della presa di coscienza e del dispiegarsi della memoria”. (p. 10).
Immaginare altre vite. Realtà, progetti, desideri” di Remo Bodei apre uno scenario vasto e trattato con consueta puntualità da ogni aspetto sociale, politico, filosofico, economico, culturale che induce alla riflessione attenta di un'identità - la nostra - che rischia di frantumarsi,  perdersi se non costruita su basi solide. È necessario prendere consapevolezza di sé, essere sicuri delle proprie possibilità e guardare ad orizzonti più vasti assumendo punti d riferimento di valore, altrimenti si rischia di capitare come l'uomo dissoluto che possiede vasi bucati.
Geniale metafora che l'autore prende in prestito da Platone: «La vita di un uomo temperante e quella di un uomo dissoluto possono essere paragonate alle situazioni di due uomini che possiedono molti vasi pieni di latte, miele … entrambi possiedono liquidi preziosi reperibili solo a grandissima fatica, solo che il secondo ha vasi guasti e pieni di buchi, ed è costretto a rabboccarli continuamente … In queste condizioni - chiede Socrate nel Gorgia - ti pare che la vita dell'uomo dissoluto sia più felice di quella dell'uomo temperante?». (p. 87).
Bodei pone interrogativi indispensabili nella natura del filosofo  e dell'uomo in quanto tale perché si possa essere in grado di comprendere che non esistono condizioni di certezza, la vita è provvisoria così la storia, non si può prevederla né tentare di lasciarsi andare a inutili profezie.
“L'inevitabile non accade mai, l'inatteso sempre” (Keynes) ed è per questo che ogni individuo deve impegnarsi a vivere la propria vita cercando non miti precari ma punti di riferimento sicuri che esprimono valori di libertà, di difesa della patria, di rispetto della vita, dignità, forse spesso declassati a valori minori. L'imperativo sembra essere di prender consapevolezza di sé, evitando di conformarsi a culture narcisistiche ed egoiche.
Ora più che mai si ha bisogno di filosofia e Remo Bodei ne è consapevole, insistendo sul compito attuale del filosofo che deve chiarire, portare chiarezza, luce nell'oscurità come la lanterna di Diogene, o la metafora della caverna di Platone o ancora lo Zarathustra di Nietzsche.
Questa la principale responsabilità del filosofo: anziché immaginare altre vite, si deve cercare di vivere la propria - unica e sola - con forsennata autenticità.           

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