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mercoledì 20 marzo 2013

SETTE ANNI SENZA DI TE di Guillaume Musso (Sperling&Kupfer). Intervento di Vittoria Coppola



Incisiva e raffinata è la capacità dello scrittore francese, Giullaume Musso, di parlare di sentimenti e legami, in una fitta rete di intrighi e delitti. C'è del sangue, nel suo nuovo romanzo. Ma nessuno può negare che ci siano, soprattutto: patos, sentimento, sapore di famiglia. Di una famiglia divisa, certamente. Ma che resta tale a dispetto degli egoismi. È proprio in nome della sua famiglia, che un figlio agisce (e dire come, toglierebbe il gusto alla lettura). È  per amore di una moglie (sia essa “ex”, poco importa) che si perdona e si rischia. È per devozione ai propri figli, che il liutaio e la modella fanno salti nel buio alla ricerca di una luce che li conduca a casa: tutti e quattro insieme, per una seconda possibilità che solo la vita può dare.   Sette anni senza di te – ancora una volta – si rivela un thriller romantico. Rispetto a quanto avviene nei precedenti (Il richiamo dell'angelo e, ancor prima, La ragazza di carta) sono più marcate le descrizioni dei luoghi.  Quelle di Musso sono pagine piene zeppe di dettagli. Strade e indirizzi abbondano, tra metropolitane e crocere romantiche. Tuttavia - ammesso che il lettore possa dosorientarsi - la straordinaria ricerca di un'unione che vada a colmare una distanza, durata anche troppo, è – per chi legge - la bussola a cui fare sempre riferimento.  Perché sette anni sono lunghi, ma possono servire a capire. A capirsi.

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