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mercoledì 5 dicembre 2012

Esercizi sulla madre, di Luigi Romolo Carrino (Perdisa Pop). Intervento di Nunzio Festa



Vi potrebbe costringer a farvi male, l'ultimo romanzo di L. R. Carrino, "Esercizi sulla madre". E' un romanzo che fa veramente male, l'ultima opera di Carrino. E per volerci un po' bene cominciamo con tatto; parliamo infatti della scrittura, della lingua del nostro Carrino: ché Carrino è 'nostro'. Autore, poeta di talento tra l'altro, che ha imparato la segreta legge della letteratura: devi avere uno "stile": esser riconoscibile. O la giustizia delle lettere alla lunga ti toglie dall'archivio delle pagine da difendere (lo facciamo con le nostre misere librerie - in fondo). Rompe i tempi verbali, l'autore. Ché Carrino deve correre, lentamente, avanti e indietro nel tempo-storia. Ragionare con periodi che san d'acqua limpida ma poggiata nelle bruciature d'un rogo di numeri di scrittura. Una certa disaffezione alla lingua perfetta, si potrebbe facilmente sintetizzare. Che però si trova nella lana d'un torrido inverno di spazientita e, a spicchi lamentevole, voglia di parola. Due voci, anzi una e mezza usa oggi lo scrittore. Ché la protagonista femminile della presenza/assenza deve aver tutto il campo e insieme tutte le colpe. Quindi gli sfoghi della voce femminile son prudenti, forse. Sicuramente meno tormentati, se possibile, degli editti affermati dalla maschile. Il tono di Carrino è perentorio. Seppur siamo infine in un romanzo. A mosaico, certo. Eppero senza dubbio in un testo pieno di se stesso. La narrazione, è quella degli Impazziti. Seguiamo quest'autore napoletano, classe '68, da "Acqua Storta" (Meridiano Zero). Da allora, lo apprezziamo. Autore anche di versi e testi teatrali, Carrino ha esordito nel 2006 con due racconti in "Men on Men 5" (antologia mondadoriana del 2006). Poi son arrivati, tra le altre cose, il libro di poesie "Certi ragazzi" (Liberodiscrivere) e "Pozzoromolo". "Sei dietro le mie spalle, nel vialetto, con le buste della spesa, stai andando nella direzione sbagliata. Non vedi che la casa è qui? Madre, sono qui". Questo liquido infetto di Esercizi sulla madre, c'infetta. Il quarantaduenne Giuseppe, adesso internato in un ospedale psichiatrico giudiziario, ripercorre la sera interminabile di decenni prima, la sera del 23 febbraio 1976 quando suo madre l'abbandonerà con la scusa di normali compere. Mentre il figlio attendeva, invano, il ritorno. Carrino ci fa male costringendoci a ricordare intanto insieme a Giuseppe la ragione del suo internamento - ha commesso un crimine che neppure ricorda -. Dieci ore d'attesa del figlio diventano dieci esercizi di scrittura e memoria del Pazzo. Il lettore più forse più attento e acuto di L. R. Carrino, Francesco Durante, ha detto che questo romanzo è matrice di Pozzoromolo. L'esperimento di psichiatria al quale è sottoposto il 'maturo' Giuseppe, inventa nel Giuseppe "ragazzino" dieci diverse figure di Madre riprese dall'uomo. (Con l'innesto d'una sorpresa: un racconto d'un'altra figura - tra l'altro importantissima, seppur estemporanea in forma d'apparizione - per la storia). Dalle Macchie rinasce l'innocente crimine.

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