Questo romanzo è l'esame attento dei feticci
tecno-culturali del ventunesimo secolo. William Gibson, padrino del cyberpunk,
racconta della paranoia e del fantastico potere di twitter e traccia un quadro
provocatorio del futuro, dai segreti di cool-hunting dell'industria della
difesa a prova di recessione, ai marchi indirizzati ai fanatici della
tecnologia, alle darknet virali per iPhone e twitter. Un esame che segue una
linea apparentemente semplice: il futuro è adesso. Zero history è il primo
titolo della nuova collana CHRONO una collana di narrativa dedicata alla
fantascienza e al fantastico in una tradizione che va da La svastica sul sole
di Philip K. Dick a Il complotto contro l'America di Philip Roth.
Hollis Henry è una ex musicista rock, ora
giornalista, con molta riluttanza accetta di lavorare per Hubertus Bigend,
fondatore di una società che si occupa di prevedere i trend del mercato, per
scoprire l’identità del progettista di un marchio segreto di abbigliamento
chiamato Hounds Gabriel, che Bigend spera di arruolare per la fabbricazione dei
capi di abbigliamento dell’esercito statunitense. Ad assisterla c’è il
traduttore ed esperto di crittologia Milgrim, ma ciò che inizia come un
progetto innocuo, assume toni ben più sinistri quando i due iniziano a essere
seguiti da un concorrente con loschi affari nel commercio degli armamenti.
William Gibson, americano di nascita, vive a
Vancouver. Ha debuttato assai presto nel mondo della fantascienza con La notte
che bruciammo Chrome. Il suo romanzo Neuromante è considerato il manifesto del
movimento cyberpunk. A lui si deve la coniazione del termine
"cyberspazio" e il grande merito di aver saputo immaginare Internet e
la realtà virtuale prima che esistessero. Zero History è il primo titolo
di Gibson pubblicato dalla Fanucci.
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