“Tra l'Appennino e l'Adriatico c'è una terra da scoprire. Facile da
raggiungere da buona parte d'Italia, l'Abruzzo è rimasto a lungo discosto,
appartato, ma ha finalmente iniziato ad essere riscoperto come merita. Le
spiagge e le scogliere si susseguono sui centotrenta chilometri del litorale
adriatico, e sono la più nota attrattiva dell'Abruzzo. Tradizionalmente
frequentate in prevalenza da famiglie, hanno iniziato ad attirare – grazie a
porti turistici, infrastrutture sportive, spettacoli – anche un pubblico
giovane e internazionale. Dalle spiagge, al tempo stesso, migliaia di
visitatori provenienti dall'Italia e dall'Europa hanno iniziato a spostarsi
verso lo splendido entroterra, verso le città d'arte e i centri storici, verso
i castelli, le chiese e le abbazie dell'interno. E a spingersi sui sentieri dei
tre Parchi Nazionali, del Parco Regionale, delle decine di Riserve Naturali e
di oasi che garantiscono la sopravvivenza di un gran numero di specie animali e
vegetali, e che fanno dell'Abruzzo la "regione più verde d'Europa".
"Forte e gentile". Così, per secoli, hanno definito l'Abruzzo gli
scrittori e le guide di viaggio. Se pur molto riduttiva, l'estrema sintesi del
motto sottende sostanziali verità. È un dato, innanzitutto, che il paesaggio
abruzzese sia molto forte: essenziale, incisivo, memorabile. Non c'è alcun
dubbio che siano forti, fortissime immagini dell'Abruzzo quelle offerte dai
borghi medievali arroccati sui rilievi, dalle apparizioni improvvise del
camoscio, dell'aquila e del lupo negli angoli più solitari dei monti, dai
castelli che controllano, oggi come in un lontano passato, le vie di
comunicazione attraverso l'Appennino. Ancora più forti, in ogni momento
dell'anno, sono le emozioni offerte da quelle magnifiche montagne – la Majella e il Gran Sasso,
il Sirente e la Laga,
le vette della Marsica e il Velino – che un abruzzese illustre come Ignazio
Silone, introducendo l'edizione 1948 del volume Abruzzo e Molise del Touring
Club Italiano, definiva "i personaggi più prepotenti della vita
abruzzese". Le rocce e le nevi dei giganti dell'Appennino si affacciano
sui colli, sulle città, perfino sulle spiagge dell'Abruzzo. Chi cerca il volto
sportivo della regione può trovare forti emozioni negli itinerari di trekking,
nei canaloni innevati della Majella e del Sirente, sui morbidi pendii erbosi che
consentono decolli e atterraggi con il parapendio e il deltaplano. Oppure sulle
pareti rocciose e verticali del Gran Sasso dove Francesco de Marchi, nell'ormai
lontano 1573, scrisse una delle prime pagine della storia dell'alpinismo
europeo. E dove, dalla fine dell'Ottocento ai nostri giorni, generazioni di
alpinisti hanno sperimentato il fascino delle "Dolomiti d'Abruzzo".
Chi preferisce la cultura e la storia troverà altrettanta forza nei centri
abitati e nelle necropoli disseminati nel paesaggio abruzzese dai Marsi, dai
Sanniti e dai Piceni, e che hanno finalmente iniziato a essere scavati e
valorizzati come meritano. Nei musei compaiono vasi, sculture, eleganti letti
decorati in osso. Ma è la forza delle spade, dei dischi-corazza, degli scudi, a
dare l'immagine più vera delle bellicose genti che abitavano l'Abruzzo antico.
Sono forti i profili turriti dei castelli – Santo Stefano di Sessanio,
Roccascalegna, Rocca Calascio, Pacentro, Celano – che i secoli bui del Medioevo
hanno lasciato in Abruzzo, a guardia dei confini o delle antichissime strade
della transumanza e della lana. Certamente "gentili", al confronto,
sono i dolci profili dei colli, gli affreschi delle chiese medievali, le mille
tentazioni offerte dalla gastronomia e dall'enologia regionale, gli effetti
benefici delle sorgenti termali, il lungo nastro dorato della spiaggia che
segna, per oltre centotrenta chilometri, il confine dell'Abruzzo dalla parte
del mare. Sono altrettanto "gentili" i monumenti lasciati sul
territorio dell'Abruzzo dalle due sole epoche in cui la regione ha conosciuto
la pace. Ai tempi di Roma antica, accanto a opere gigantesche come i tunnel per
lo svuotamento del Fucino, sono state realizzate opere d'arte come i magnifici
mosaici di Vasto o di Teramo. Nel Sei e nel Settecento, quando il Regno di
Napoli portò nuovamente la pace, nobili e vescovi hanno eretto monumenti
"gentili" come i palazzi e le chiese di Teramo, di Penne, di
Pescocostanzo, di Lanciano, di Scanno. Notoriamente gentile, da secoli, è
l'accoglienza che gli abruzzesi riservano a chi arriva da lontano. Accanto alla
essenziale cordialità della gente, fanno parte di questo benvenuto festoso i
colori delle feste e delle sagre popolari, il cartellone sempre più nutrito
degli spettacoli, la proliferazione di mostre e musei. Sorprendenti e gentili,
tra aprile e maggio, sono i profili dei monti ancora ricoperti di neve che
fanno da sfondo alle vigne, agli uliveti, ai frutteti e alle coloratissime
fioriture delle colline. Da qualche anno, finalmente, un'editoria sempre più
attenta consente a chi vuole scoprire o riscoprire l'Abruzzo di accostarsi con
tutte le informazioni necessarie alle opere d'arte, alla storia, alla natura,
alla gastronomia o ai sentieri. Accanto ai parchi e alle spiagge, ai monumenti
medievali e alla neve, che spingono oggi verso l'Abruzzo la maggioranza dei
suoi visitatori, svolgono un ruolo sempre più attivo anche le attrattive della
gastronomia, dell'artigianato e delle stazioni termali, dei luoghi di
pellegrinaggio e delle mete per il turismo giovanile e sportivo. A tutti, che
siano neofiti o vecchi amici e conoscitori dell'Abruzzo, va l'invito di
continuare a esplorare le mille attrattive di questa terra insieme antica e
moderna, silenziosa e allegra, che le strade, le ferrovie e gli aerei rendono a
portata di mano da ogni parte d'Italia. (Tratto da abruzzoturismo.it)”
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