Perfettamente inserito nella migliore tradizione dei grandi thriller
storici, I sonnambuli ritrae, con impressionante vividezza, una Berlino alle
soglie della catastrofe: una civiltà assediata da una profonda crisi sociale e
morale, che si sta aprendo all’avvento del nazismo e di quel mostruoso sonno della
ragione che tale avvento porterà con sé.
Berlino, 1932. Durante i mesi durante i quali si consuma l’agonia della
Repubblica di Weimar, il corpo di una giovane donna affiora dalle acque del
fiume Havel, nei pressi di Spandau.
Ritrovare un cadavere nel caos di una Germania postbellica che la
sconfitta e la
Grande Depressione hanno messo in ginocchio non è certo una
novità: ma qui c’è qualcosa di diverso, d’inspiegabile. I capelli della ragazza
sono tagliati troppo corti; le gambe, percorse da un intrico di cicatrici,
hanno assunto una postura bizzarra, come se qualcuno avesse cambiato verso ai
peroni. Gli agenti di polizia hanno scelto per lei un nomignolo agghiacciante:
‘la Sirena’.
Sarà solo la prima di una lunga serie di vittime, tutte donne, giovani, straniere,
menomate da atroci interventi chirurgici. Ma chi ha fatto una cosa del genere?
E perché? Starà all’ebreo Willi Kraus, il più celebre detective di una Kriminal
Polizei, risolvere il mistero, inoltrandosi in un mondo di orrori che prefigura
il consumarsi, di lì a poco, di ben altri orrori: il Terzo Reich.
Paul Grossman collabora come giornalista freelance con Vanity Fair e Details
ed è l’autore del dramma The Pariah, un’opera teatrale su Hannah Arendt e il
processo Eichmann, rappresentato presso il Center for Jewish History di
Manhattan. Alla sua opera d’esordio I sonnambuli hanno fatto seguito altri due
thriller che hanno come protagonista l’ispettore della Kripo Willi Kraus,
Children of wrath e Finger of guilt, entrambi di prossima pubblicazione presso
TimeCrime. Paul Grossman insegna storia della letteratura e scrittura creativa
presso la City
University di New York.
«Anche se lo sterminio ebraico da parte dei nazisti è un evento che potrebbe
riempire sei milioni di romanzi, desideravo toccare l’argomento partendo da un
diverso punto di vista. Ho deciso quindi di concentrarmi sulle origini della
persecuzione – in particolar modo, i mesi immediatamente precedenti l’inizio
del cancellierato di Hitler –, facendo sì che diventasse lo sfondo della storia.
D’altro canto, visto che la
Shoah è indubbiamente il peggior crimine del ventesimo
secolo, mi pareva interessante raccontarne alcuni aspetti sotto forma di crime
story.» Paul Grossman
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