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mercoledì 19 ottobre 2011

Tre volte all'inferno di Cristian Borghetti (Perdisa Pop). Intervento di Nunzio Festa

















Quando abbiamo scelto di leggere “Tre volte all'inferno”, ovviamente, già avevamo, tranquillamente superato il pregiudizio del genere; nel senso che, precisiamo, i romanzi dichiarati e dichiaratamente presentati e/o proposti come gialli noir ecc. è difficile prenderli sul serio: specie se a firmarli sono autrici e autori d'Italia. Specialmente se, poi, dello scrittore, permetteteci persino questo, nulla sappiamo. Ma Tre volte all'inferno del quasi esordiente Cristian Borghetti c'ha sconvolti. Dunque il libro, che contiene non racconti, ma addirittura tre (brevi) romanzi – del gotico più gotico – ha rotto argini per prendersi attenzioni alla grande. Per esempio il primo racconto fa vedere questa terra amena e praticamente lucubre di Bosco Oscuro, terra del dominatore Asmodeo Colonna, verso l'ultimo pezzettino d'Ottocento che si possa immaginare, che viene visitata accanitamente da una furia omicida non umana. E che il colonnello Flauros Ferramano, valoroso soldato e nemico giurato del nobile, è chiamato a rintracciare coi suoi uomini più duri. La lunga serie di colpi di scena è sempre detta da una voce narrante, apparentemente esterna alle scene e persino in grado di dare più di qualche giudizio sulle questioni, si paleserà solamente alla fine del filare della trama. La lingua di Borghetti, autore che Alan D. Altieri raccomanda con devozione paterna, costruisce uno stile che è la cifra in più dei fatti, comunque pure loro molto ben calibrati e soprattutto devastanti in quanto a originalità, materia della quale questi fatti sono pieni – e non era semplice. Quindi, nuovamente, Perdisa pesca molto bene. Senza remore possiamo inoltre aggiungere che uno scrittore, tra l'altro giovane, come Cristian Borghetti è destinato a passare a una delle major dell'editoria. Noi, molto più umilmente, dopo aver letto questa interessante opera, che per dirne un'altra riesce a re-inventare la figura di Medusa, attendiamo la prossima prova di Borghetti. Che c'auguriamo sia persino più soddisfacente. Cristina Borghetti, con questi suoi giri all'inferno, con questi viaggi diretti alle fiamme dell'Inferno, lascia un biglietto da visita che conserviamo.



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