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venerdì 5 agosto 2011

Privati abissi, di Gianfranco Calligarich (Fazi). Intervento di Nunzio Festa












Come testimone un giocatore di frodo. Un osservatore d'azzardo, a raccontare “Privati abissi”. Il giornalista, romanziere, sceneggiatore per la televisione e drammaturgo Gianfranco Calligarich, idolo della critica letteraria non solamente militante ma persino anzi soprattutto d'élite, di nicchia ovvero, mette un malato di cuore e giocatore di carte a narrare le avventure sessantesche di protagonisti che contano e di personaggi che spariscono nelle giornate di dentro e di fuori piazza Navona; oltre che, di certo, nei limiti e oltre i confini del luogo per eccellenza: il locale Tempo Ritrovato. Il testimone sentimentale e glaciale, in pratica, rivive giorni lunghi e vissuti d'una quarantina d'anni prima. Nella rievocazione, in sostanza, di luoghi temporali, in questo caso, raccolti di sfuggita e di sfioro alle contestazioni. A cominciare, va detto, da un'ereditiera apparentemente e lungamente fuggente e dal più famoso, per la trama, Sprangato Partner (ovvero figlio di papà uscito dalla Liguria per entrare nella Capitale dei passatempi senza l'azienda di famiglia. A qualche millimetro ideale, pare, dal Tevere. A qualche centimetro, più esattamente dalle apparizioni della di lei porsche. E non sarebbe potuto mancare, certamente, lo scrittore maudit. In mezzo. Che quest'altro personaggio-soggetto si fa una storiella nella storiella, perché nasce e cresce quale vita quasi allo sbando che decide d'andare a passeggio tra donne e scrittura; in una sosta dell'età, la quale d'altronde si cala in settimane molto intense in quanto a colori ma persino in quanto a sfumature di nero di certi abissi privati e individuali oltre che qualche volta essenzialmente e anche figuratamente collettivi. La ricchissima nel locale aggancia l'uomo. E il risultato della situazione segnerà il resto delle vicende. Però le tracce del percorso raccontato sono una parte. Il prodigio, invece, è nella lingua inaugurata – non per l'occasione – da Gianfranco Calligarich. E Calligarich con la lingua che si supera per frammentazioni e fluidità, spiazza lettrici e lettori con una ricerca di significanti che mai stanca. La scrittura accanitamente elaborata dello scrittore nato ad Asmara, dalla vita più larga finanche dei suoi romanzi incantati e spaziosi, è fatta crescere nell'acqua bollente di designazioni metonimiche, per esempio, che sono i calori fondamentali della preparazione alla vita. Se non avessimo, per dire, lo Sprangato Partner, più volte riferito come “il mio Sprangato Partner” in che maniera andremmo avanti nella lettura? Le grosse cadute, poi, che si pigliano i personaggi del romanzo non sono che metafora unica d'una specie di dannazione. Calligarich ha pubblicato poche opere, fino a questo momento. E questo libro è il frutto di decennali rivisitazioni e aggiornamenti. Un capolavoro assoluto. In Italia gli scrittori indimenticabili esistono. I modi di raccontare dello scrittore Gianfranco Calligarich lungamente sono destinati a sobbalzarci in testa. Quasi a ricordare che la Letteratura e la Scrittura ancora sono vissute radicalmente da certe autrici e, vedi il caso di specie, alcuni autori.

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