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lunedì 7 giugno 2010

Sarakostì. La riflessione di Salvatore Tommasi (Davide Zedda editore). Intervento di Donatella Neri
















È una storia salentina, negli anni che precedono la Seconda Guerra Mondiale, in piena campagna d’Africa. La società rurale è divisa tra simpatizzanti e piccoli gerarchi boriosi e la povera gente comune, per lo più indifferente ad una politica che sente lontana. Angelo, quattordicenne calimerese, è uno dei tanti ragazzini emarginati dalla scuola e costretti a contribuire al bilancio familiare. Per saldare un debito del padre, viene affidato al capomacchia Nino per essere avviato al mestiere di carbonaio, e così affronta la prima stagione di quello che diventerà il suo percorso di vita. Introdotto precocemente nel mondo adulto, lontano da casa (la macchia da disboscare è nella zona di Avetrana), impara a “leggere” i suoi compagni di fatica, il loro carattere, la loro forza e le loro debolezze, in una importante esperienza che lo matura e lo apre alla vita e alla natura della propria terra, ma anche alla riflessione sociale e politica. Mentre i carbonai sono impegnati nel loro duro lavoro, ad Angelo è affidato tra l’altro il compito di recarsi al pozzo di una masseria poco lontana; qui il ragazzo avverte una strana presenza e finisce col restare coinvolto in una storia più grande di lui... È questo uno splendido romanzo, nel quale il ritmo della prosa si armonizza con quello della vita d’anteguerra; una grande forza descrittiva rende il “respiro” dei paesaggi, mentre l’asciuttezza dei dialoghi esprime con efficacia la natura chiusa eppure intensa dei vari personaggi. Fedelissima la ricostruzione degli ambienti, delle credenze, della scala di valori che ispirava l’esistenza del popolo in quel periodo; coinvolgente l’esplorazione degli atteggiamenti umani; attenta la ricostruzione di un mestiere perduto. La delicatezza con cui è affrontato il tema sentimentale (sia nella scoperta del sesso, sia nel maturare dei rapporti d’affetto tra Angelo e gli adulti), il richiamo ad usi e tradizioni e l’equilibrato ricorso al griko rendono godibile la lettura mentre la vicenda del protagonista si intreccia a richiami storici e antropologici di tutto spessore.

L’autore: Salvatore Tommasi, calimerese, laureato in Filosofia e in Lingue e Letterature straniere, dopo un’esperienza di ricercatore presso l’Università statale di Mosca si è dedicato all’insegnamento nella Scuola secondaria superiore. Ha pubblicato la raccolta di poesie Le mie bandiere (Firenze Libri, 1988), Katalisti o kosmo (Ghetonia, 1996), raccolta di dialoghi e guida grammaticale al griko, Io’ mia forà (Ghetonia, 1998), fiabe e antichi racconti inediti della Grecìa Salentina, e Alia loja (Ghetonia 2009), antologia di versi in lingua grika.


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