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mercoledì 19 maggio 2010

Tutte le donne di Manara. Intervento di Angela Leucci


















In mostra ancora per poco le tavole originali del maestro Milo Manara, a Maglie presso il secondo piano di Candido fino al 21 maggio. Da “Viaggio a Tulum” a “Tutto ricominciò con un’estate indiana”, si tratta di un evento eccezionale, anche se magari, per passione, abbiamo seguito con meticolosità tutte le fasi e i cambiamenti di un’artista che si è rivelato senza svelare. Come in alcuni episodi de “Il gioco”, i cui capitoli finali celebrano un’evidente disillusione nella giustizia, una cupezza nel osservare la morbosità che è nell’essere umano. Una caratteristica non riscontrata nell’opera “canonica” di Manara, dove esiste un senso spiccato del ludico, in particolare in quelle storie che traggono ispirazione dai classici della letteratura, come “I viaggi di Gulliver”, divenuto dalla sua matita “Gulliveriana”, e “L’asino d’oro” di Apuleio, tradotto in immagini per certi versi di gusto felliniano, con una fedeltà quasi devota al mondo che la latinità di matrice fescemnina tramanda. Al vernissage, che si è tenuto lo scorso 25 aprile, Manara ha raccontato della sua vita e soprattutto della sua opera. “Sono tante le collaborazioni che ricordo con affetto – ha raccontato – ma in cima c’è sicuramente quella con Hugo Pratt. Mentre quella che ricordo con più gratitudine è quella con Fellini, che per me è stata un’ottima scuola. Ma se si parla di affetto, io e Pratt eravamo un po’ come due fratellastri”. L’arte di Manara presenta dei modelli femminili dalla grande personalità, molto indipendenti ed emancipati, ma senza essere seriali, se escludiamo l’esperienza con il personaggio maggiormente caratterizzato, quello di Miele. “Non ho personaggi seriali – ha commentato - perché la serialità non mi attrae, ma il personaggio fisso diviene una gabbia da cui l’autore non riesce ad uscire. Ciò che mi affascina maggiormente del mio lavoro è la possibilità di viaggiare nel tempo e nello spazio, una delle libertà più grandi che ci siano. In certi casi, il personaggio fisso può aiutare la figura del suo creatore, ma non sempre, è accaduto, com’è naturale ad esempio a Corto Maltese, Valentina o Zanardi”.


foto di Andrea Colella (Bel Paese)

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