lunedì 1 marzo 2010

Un uomo, una donna. 1915-1918. Un epistolario di guerra della Val di Posina di Giorgio Havis Marchetto (Meridiano Zero). Intervento di Nunzio Festa














Il libro “Un uomo, una donna” che principalmente è l’epistolario fra Pietro ed Elisa è documento unico e insostituibile, opera davvero unica nel suo genere. Il libro di Havis Marchetto si serve delle fotografie conservate dal Museo Civico del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza, alcune decine d’illustrazioni che presentano scenari utilissimi alla storia narrata dalla scambio di missive. Una storia di corrispondenza, e corrispondenze, che conduce direttamente nel mondo della Storia. Per farci osservare il dramma e i drammi, i dolori, e i patimenti, i desideri dei soldati che sui fronti della Prima guerra mondiale dovettero mettere le loro anime. A servire il pugnale del destino. Come per non sottrarsi alla canna della pistola del potere. Dell’imposizione che li spediva a difendersi e ad aggredire. In mezzo a tormenti. Nel cuore delle malattie. E fatti di malattie al cuore; l’abbandono: della casa, delle parentele, delle amicizie. Sono le sembianze umane e disumanizzate che spingono alla diserzione. Al pacifismo. La tensione affettiva riprodotta, anzi custodita, dalle centinaia di lettere della moglie di Pietro, uno dei tanti che fecero il ‘15/’18, s’allaccia alla scia delle frasi destinate a chi sta lontano per esigenza d’altri. L’unicità del volume è nella certezza che l’archivio di scritti di chi sta a casa ad aspettare difficilmente è stato portato avanti dal tempo. Perché per esempio finiva troppe volte, la maggior parte delle vote capiamo che è successo, con la fine del soldato. Con la morte fisica dell’uomo. Il volume di Giorgio Havis Marchetto è valido strumento da conficcare nelle mani degli irriducibili ancora disposti a perorare la causa persa della guerra giusta. Havis Marchetto, con la sua documentata è attenta ricerca, scova nei cassetti dei decenni decomposti il fiato ancora intatto d’anime pronte a testimoniare cosa fu davvero la Prima guerra mondiale. Con il tatto necessario a far entrare lettrice e lettore nella questioni famigliari e più intimistiche di Elisa e Pietro, ma per rendere conto d’una certezza incontrovertibile. Che, questione mai del tutto per tanti scontata, il risultato delle guerre non è la riproduzione di numeri sul correre dei giorni nostri, non sono le politiche dei vincitori a discapito magari e le decisioni prese in faccia ai tanti vinti. Le guerre sono gli stessi uomini che hanno dovuto combatterle. Non le strategie degli stati. Degli interessi. Non i comandi dei generali che da lontano hanno guardato o guidato le battaglie assassine. Le guerre sono questi uomini, come Pietro, che potevano perdere per sempre la loro esistenza oppure tranciare da essa buona parte della loro felicità. Questa nuova pubblicazione della Meridiano zero prende di petto un vuoto al fine di riempirlo. Pensando alle esigenze di noi che se pur non possediamo fucili nelle automobili moderne siamo pieni della retorica bellica d’una pseudo-modernità mai postbellica.


Un uomo, una donna. 1915/1918. Un epistolario di guerra della Val Posina, di Giorgio Havis Marchetto, presentazione di Mauro Passarin, Meridiano Zero (Padova, 2009), pag. 168, euro 25.00


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