«È che lo sfigato è sfigato per natura. Magari perché è grasso, timido, balbuziente. Io ero sfigato per convinzione. Era accaduto per eccesso di sensibilità, avrebbe detto mia mamma. Ero stato fregato, avrei detto io» Dopo Mario Desiati con il suo “Vita precaria e amore eterno” edito da Mondadori o antologie precarie come “Tu, quando scadi?” edita da Manni dove a più voci si racconta di un futuro incerto a rischio di povertà ed esclusione sociale, il medesimo orizzonte precario di una generazione, fatto di ricattabilità e sottomissione, ecco che Einaudi pubblica l’esordio di Rohan Johnson dal titolo “Prove di felicità a Roma Est”.
Si racconta la vita e gli amori del giovane Lorenzo Baldacci di anni 21, che da un piccolo paese di provincia si trasferisce con la sua vespa a Roma, per tentare di prendere in una scuola privata il desiderato diploma. Per tirare a campare fa il pony pizza boy ( ogni giorno per le consegne rischia di spaccarsi la schiena a causa del terribile dissesto stradale in cui vive l’eterna capitale d’Italia) , e vive con un professore in pensione, in attesa di trapianto, in attesa della morte nella sua sepolcrale solitudine.
A Lorenzo piace osservare, fotografare, memorizzare sfumature degli altrui tracciati biografici, per deglutire stili di vita, tic metropolitani, esistenze quasi in preda ad una compulsione voyeuristica.
Roan Johnson, è italiano al 100%. Nato da madre materana e padre londinese, è cresciuto a Pisa. Ha 35 anni e da 10 vive a Roma. Prove di felicità a Roma Est (Stile libero, 2010) è il suo primo romanzo.
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