Cerca nel blog

domenica 24 gennaio 2010

Sl: Second life ovvero finalmente si può vivere due volte. Intervento di Maria Beatrice Protino



















China Tracy è il nome dietro cui si nasconde la cinese Cao Fei (www.caofei.com): China è il suo Avatar, la sua rappresentazione digitale in ambiente tridimensionale o virtuale. Cao Fei vive a Pechino, è ai vertici dell’arte cinese contemporanea, addirittura tra i candidati al prossimo Hugo Boss prize, il premio per l’arte contemporanea che si svolge ogni due anni, coordinato Guggenheim Museum di New York e che annovera tra i vincitori artisti del calibro di Matthew Barney e Tacita Dean. Nei primi mesi del 2009 inaugura la sua città virtuale Sl, Rmb city (www.rmbcity.com) e ad Art Basel Miami la sua galleria Lombard-Fried Project si trasforma in una sorta di agenzia immobiliare che con video e brochure vende spazi virtuali a prezzi molto reali, dagli 80mila ai 200mila dollari. Basta connettersi a www.secondlife.com per ritrovarsi in una comunità virtuale tridimensionale creata nel 2003 dalla società americana Linden lab.
Gli utenti iscritti e partecipanti sono quasi 10 milioni, i frequentatori attivi 1 milione e mezzo, ognuno dei quali ha un personaggio che lo rappresenta in un vero e proprio gioco di ruoli. Per entrare in Sl occorre essere maggiorenni, crearsi un account, scegliere un nome e costruirsi l’avatar, tutto gratuitamente. In un’intervista rilasciata da Cao Fei alla giornalista Cristiana Campanini per Arte, l’artista dichiara che, anche se non ha mai cercato di fuggire dalla sua realtà, «l’attenzione è sempre stata alta verso qualsiasi stato d’animo che permettesse un’evasione», come avesse una nostalgia del fantastico. «C’è un punto d’incontro tra la vita reale e quella virtuale ed è dura, a volte, separare i sentimenti. Sl è un luogo in cui riflettere sulla nostra vita e le nostre aspirazioni». Così, dice l’artista, quando China Tracy ha una storia d’amore in i.Mirror -il celebre documentario su Second Life da lei proposto alla Biennale di Venezia nel 2007 e in cui l’artista affronta il tema dello spazio virtuale come inquietante specchio della realtà - la storia d’amore che vivrà China probabilmente apparterrà anche a Cao, perché «è un sentimento indefinibile, che unisce reale e virtuale, distanza e immaginazione, perfezione astratta digitale e spazio-tempo del nostro quotidiano». È un progetto di cultura contemporanea a cui lavorano una decina di persone. La città creata è utopica e l’ispirazione si rifà alle metropoli cinesi contemporanee. «Si vendono edifici virtuali a musei e collezioni private. Poi lavoriamo insieme agli acquirenti per sviluppare idee per quegli edifici. Dopo due anni, le collezioni ricevono un lavoro tangibile da China». Il progetto appare molto originale, perché non risponde a esigenze d’intrattenimento tipiche della società virtuale: la città è aperta, sfuggente e tende a tenere profondamente separate le due realtà, reale e virtuale. Provare per credere.

powered www.ripensandoci.com

Nessun commento:

Posta un commento

I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà

Cerca nel blog

Galvatron - il tiranno folle

 PUBBLICITA' / ADVERTISING Galvatron è una figura complessa e affascinante all'interno del franchise Transformers. La sua esistenza ...