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mercoledì 20 gennaio 2010

“Come fanno le serpi a primavera” di Patrizia Ricciardi (Lupo editore). Intervento di Angela Leucci

Ognuno di noi è un'isola. Anzi no. Ce lo dimostra Patrizia Ricciardi, con questa sua prima pubblicazione, una raccolta di poesia, che giunge ora, dopo un'intera vita a scrivere. Si intitola “Come fanno le serpi a primavera” la silloge edita da Lupo, che raccoglie le liriche di questa poetessa salentina, di argomento assai vario, anche se sono rintracciabili moltissimi topoi presenti nella poesia locale, dalla più classica di Vittorio Bodini a quella più postmoderna di Salvatore Toma, cui è dedicato un componimento, tra qualche rima e assonanza assolutamente non casuale e versi in vernacolo che fanno entrare nell'atmosfera. Si rintraccia un Salento fatto di colori e odori, case bianche di tufo e lune della notte di san Martino, fiori dai nomi apparentemente esotici, ma che “fanno casa”, tra animali, proprio come accade nella vita reale dell'autrice. Accanto all'intimismo dei sentimenti personali esiste un filone di lotta e di ideali, che esprime dissenso contro la guerra denunciandone gli orrori e si augura fiducioso un futuro migliore per l'intera umanità. Si legge nella prefazione di Donatella Neri: “La poetica di Patrizia Ricciardi è così, di totale adesione al dolore del vivere e alla continua rinascita che il dolore comporta, capace di sdegno e amarezza come accoglienza dolce al nuovo”. L'autrice incontrerà i lettori stasera presso Art Café a Maglie, all'interno della manifestazione “Eva + Eva”, nell'ambito della rassegna letteraria “Non può piovere libri per sempre”. L'altra Eva del titolo è la già citata in questo blog Annamaria Mangia, che presenterà il suo “Tredici di me”. Letture a cura di Giovanni Santese e Fernando Bevilacqua. Accompagnamento musicale con Rocco Giangreco degli Arsura alla chitarra. Appuntamento alle 21,30.

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