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sabato 12 dicembre 2009

“Orlando In Viaggio tra i Luoghi e i Cieli del Meridione” (Consorzio Autori del Mediterraneo) Intervento di Vito Antonio Conte














È fresco di stampa l'ultimo lavoro letterario di Agostino Casciaro, “Orlando In Viaggio tra i Luoghi e i Cieli del Meridione”, pubblicato per i tipi del Consorzio Autori del Mediterraneo nel novembre scorso. Si tratta di un'opera teatrale che, intanto, ho avuto la fortuna di leggere oltre un anno addietro in bozza per curarne una delle due prefazioni (l'altra, ottima, è di Tiziana Boccadamo) e, poi, l'avventura di partecipare (nella veste della seconda coscienza di Orlando) alla prima rappresentazione (tenutasi il 28.11.2009 in quel di Vignacastrisi). Un'esperienza coinvolgente, emozionante e, senza ulteriore spreco di parole, bella davvero per autenticità e atmosfera. Quel che penso dell'opera e del suo Autore l'ho detto ripetutamente e qualcosa ho scritto nella citata prefazione che, qui di seguito, riporto.
Non finirà mai di stupirmi Agostino Casciaro. Non finirà mai di darmi luce la sua aurea: quella che credo di aver intuito la prima volta che l'ho incontrato... Non finirà mai di darmi serenità la sua scrittura. Adesso avrei bisogno di forza... Non è facile vedere l'aurea, m'è capitato un paio di volte, a parte un sogno che mi è sembrato di toccare... e chissà!?! Quella di Agostino Casciaro, ora lo so compiutamente, è una luminescenza di colori forti e pastello insieme, in cui prevale l'indaco, come quello di certi meriggi estivi appena prima che vadano a morire nella notte, facendola vivere sino all'albata. Quando alcuni moti si sono assopiti, quando altri iniziano a destarsi. E, poi, un'esplosiva silente serenità, ch'è il risultato d'un'indefinibile inconcepibile commistione tra rabbia e armonia.
Rabbia e armonia.
Armonia e rabbia.
Rabbia: per tutti quelli che non sanno vedere né sentire e abbrutiscono questa Terra.
Armonia: di chi trattiene dentro di sé la meraviglia e l'incanto quotidiano del perdersi nella contemplazione della vita e della morte delle creature che quantunque inanimate custodiscono un loro respiro. Non finirà mai di sorprendermi Agostino Casciaro, uomo ch'è per quel che fa, che trae forza dalle sue stesse creazioni, siccome ogni sua opera vive di lui. Non è nuovo alla scrittura per il teatro Agostino Casciaro, ma la bellezza di questa piéce drammaturgica in atto unico è pari soltanto alla bellezza di un uomo, Orlando, che non ho conosciuto, ma la cui forza e fragilità interiori emergono vividamente dalle parole che leggerete. Da quelle che sentirete quando (spero presto) sarà (ri)rappresentata. La forza di un uomo libero. La fragilità di un uomo libero. Ché, se cerchi AMORE, l'una è anche l'altra. Il titolo e il sottotitolo già dicono molto sul contenuto di questa scrittura. Come il maiuscolo di VIAGGIO, di LUOGHI, di CIELI e di MERIDIONE... Questa scrittura è dono. È riconoscere l'altro, è farlo vivere oltre il tempo, è tramandare un sogno vissuto ogni giorno, è compimento del mai smettere di modellare un'idea, è smuovere realtà assopite, è carezzare le sensibilità dei giorni che restano...
Non smetterà mai di sorprendermi Agostino Casciaro.

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in foto Agostino Casciaro nella sua bottega

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