L’esordio è sempre difficile e rischioso per chi lo fa e strano da valutare per chi lo legge. Mi sono accostato con molta curiosità a Ho sognato che qualcuno mi amava (il cui titolo richiama una canzone degli Smiths), opera prima del tarantino Maurizio Cotrona, recentemente eletto all’unanimità “Libro del mese” dalla libreria L’albero delle lettere di Genova, e sono rimasto un po’ deluso. La nota introduttiva di Christian Raimo (“il libro riesce, nella dissolvenza di questo tempo di transizione e smarrimento, a illuminare la complessità della vita umana attraverso storie semplici di amore e abbandono, solitudine e tenerezza, che descrivono l’apparente deserto affettivo contemporaneo come l’anticamera di piccoli incendi dell’anima”) lascia presagire qualcosa che non c’è o comunque non ho notato. L’intreccio delle storie e dei personaggi (che vengono raccontanti e analizzati uno alla volta nei vari capitoli) mi sembra un po’ debole e anche la scrittura semplice e lineare (questo va riconosciuto in tempi di abbondanza, ridondanza ed eccessiva e gratuita sperimentazione) rischia in alcuni frangenti di essere “banale” (inteso nell’accezione meno offensiva). Il romanzo può piacere o meno ma va dato atto alla Palomar del tentativo di promuovere giovani scrittori pugliesi nella sua collana cromosoma y.
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