Cerca nel blog

Please ... S'il vous plaît ... Por favor ... Bitte ... Por favor ... 请 ... お願いします ... Пожалуйста

Click on the images of the posts published on this site // Cliquez sur les images des publications publiées sur ce site // Klicken Sie auf die Bilder der Beiträge, die auf dieser Seite veröffentlicht wurden // Hagan clic en las imágenes de las publicaciones publicadas en este sitio // Clique nas imagens das postagens publicadas neste site // 点击本网站上发布的帖子图片。// このサイトに掲載されている投稿の画像をクリックしてください。// Нажмите на изображения постов, опубликованных на этом сайте

giovedì 17 dicembre 2009

Gargoyle presenta L'ospite maligno / La stanza al Dragon Volant di Joseph Sheridan Le Fanu. Traduzione e introduzione di Sandro Melani

Tracce - L'ospite maligno: alla fine Settecento, il nobile Richard Marston, dopo aver sperperato gran parte del suo patrimonio per estinguere i debiti di gioco, ormai decaduto, si ritira a vivere, con la moglie e i due figli, nel Cheshire, presso la tenuta di Gray Forest, un'imponente magione di campagna circondata da un bosco vasto e selvaggio. Divenuto cupo e diffidente a causa del suo declassamento, l'uomo sembra trovare sollievo unicamente nell'isolamento: evita i signorotti del luogo ben più fortunati di lui ed è estremamente parco di affetto anche verso i familiari. Tollera a malapena la presenza estranea di Eugénie de Barras, l'ambigua istitutrice francese di sua figlia, mostrandosi refrattario a qualunque novità. È dunque con enorme contrarietà che Marston accoglie la notizia dell'arrivo di Sir Wynston Berkley, suo lontano e odioso parente. Una visita che si annuncia carica di cattivi presagi. La stanza al Dragon Volant: 1815, poco dopo la disfatta di Napoleone a Waterloo, in piena restaurazione della monarchia borbonica, giunge a Parigi il giovane e facoltoso Richard Beckett, persuaso che la capitale francese possa portargli fortuna sia ai tavoli da gioco che in amore. In una sosta del viaggio, il gentiluomo inglese s'imbatte nei conti di St. Alyre, restando fulminato dalla bellezza della contessa. Determinato a rivedere la donna, Richard si affida al marchese d'Harmonville, ben inserito nella mondanità parigina, che gli consiglia di alloggiare a Versailles nella locanda del "Dragone volante", confinante proprio con la residenza dei conti. L'unica stanza dell'albergo rimasta, però, è rinomata per essere stata sfondo delle inquietanti sparizioni di chiunque vi abbia soggiornato. Il giovane sembra infischiarsene, ma sarà costretto a ricredersi, quando capirà di essere la vittima designata di un'ingegnosa quanto diabolica macchinazione.

Il libro - Rielaborazione di "Some Account of the Latter Days of the Hon. Richard Marston of Dunoran", storia d'ambientazione irlandese pubblicata a puntate sulla «Dublin University Magazine», tra l'aprile e il giugno del 1848, L'ospite maligno (The Evil Guest) uscì nel 1851 nella raccolta Ghost Stories and Tales of Mystery. Gargoyle lo propone per la prima volta ai lettori italiani nella traduzione di Sandro Melani, poiché il racconto è rimasto finora inspiegabilmente inedito in Italia. La stanza al Dragon Volant (The Room in the Dragon Volant) fu pubblicato nel 1872, dapprima a puntate sulla rivista «London Society» e poi all'interno di quella che è probabilmente la più importante antologia di Le Fanu, ossia In a Glass Darkly, che comprende anche i racconti Green Tea, The Familiar, Mr Justice Harbottle e il celebre Carmilla. Se ne L'ospite maligno il terrifico si fonde al mystery, conferendo alla narrazione le tonalità fosche della ghost story e richiamando tutti gli elementi del gotico dell'epoca, La stanza al Dragon Volant può leggersi anche come un breviario di "ars furfantesca" all'insegna di un esilarante humor nero, dove al giovane protagonista rubano la scena navigati professionisti del camuffamento e della doppiezza, che hanno fatto dell'impostura la propria raison d'être. In questo secondo racconto sono addirittura riscontrabili echi del teatro elisabettiano, rendendo possibile un accostamento con il Volpone di Ben Johnson. Sia ne L'ospite maligno che ne La stanza al Dragon Volant, continue sono le allusioni al soprannaturale, sebbene in essi non ci sia nulla di veramente tale e gli intrecci che legano i vari personaggi affondino, anzi, nella più bieca terrenità. Risiedono proprio in questa raffinata distonia tra cifra stilistica e contenuto il tratto distintivo di Le Fanu e la sua grandezza. La cornice gotica viene, dunque, aggiornata a favore di un dinamico rimescolio delle carte in tavola, dai risvolti imprevedibili: se non mancano sovvertimenti della realtà, torture psicologiche, misteri da svelare, famiglie di antica discendenza in balìa del disfacimento, manieri in rovina pieni di antri segreti, tutto però viene mosso da avidità, lotta per il denaro, arrivismo sociale e subdoli raggiri a scopo di lucro. Le Fanu risente a pieno, dunque, dello spirito del tempo, rivelando una poetica di profonda modernità. Esponente di quell'alta borghesia delle professioni, dell'economia e dell'amministrazione, in un contesto di rigida stratificazione sociale non priva di slanci paternalistici verso i ceti meno abbienti, Le Fanu è autore fortemente ancorato agli imperativi della sua epoca - grande dirittura morale, spirito di rinuncia e autocontrollo, esaltazione del lavoro e del sacrificio, stigmatizzazione del fallimento economico -, che diventano un corpus valoriale rintracciabile in filigrana in molte delle sue opere.

L'autore - Giornalista e scrittore irlandese, Joseph Sheridan Le Fanu è unanimemente riconosciuto tra i maestri della letteratura gotica. Snobbato dalla critica in vita, è stato riscoperto, agli inizi del Novecento, grazie soprattutto al lavoro critico di Montague-Rhodes James. Nato a Dublino nel 1814, Le Fanu trascorre l'infanzia tra i villaggi di Chapelizod e Abington, nella contea di Limerick. Qui, vive a stretto contatto con una società rurale orgogliosa e imbevuta di superstizioni. La componente favolistica e fantastica, propria della cultura contadina irlandese, l'interesse per la demonologia e l'occultismo, nonché la fascinazione per l'opera del filosofo e mistico Emmanuel Swedenborg influenzeranno profondamente la sua poetica. Nel 1832, Le Fanu intraprende gli studi in Legge presso il Trinity College di Dublino; tra il 1835 e il 1839, vengono pubblicati alcuni suoi racconti (The Ghost and the Bone-setter, The Furtunes of Sir Robert Ardagh e Schalken the Painter) sulla rivista «Dublin University Magazine», con cui Le Fanu continuerà a collaborare per tutta la vita, diventandone anche editore e proprietario. Dopo una breve esperienza nell'avvocatura e un matrimonio che lo lascia inconsolabile vedovo, nel 1858, Le Fanu si allontana dalla vita sociale per dedicarsi esclusivamente alla scrittura fino al 1873, anno della sua morte. È autore di diverse antologie di racconti e di alcuni romanzi, tra cui i più importanti sono Lo zio Silas (1864, pubblicato per la prima volta in Italia da Gargoyle nel 2008) e Carmilla (1872), che narra di una vampira sensuale e affascinante, in odore di lesbismo, da cui sembra che lo stesso Stoker abbia tratto ispirazione per il suo Dracula.

Dall'introduzione: Quello del sensation novel è un mondo che ha ormai perso ogni innocenza e cristallinità, un mondo costellato adesso di matrimoni infelici, spesso frutto di tiranniche imposizioni, relazioni adulterine, convivenze more uxorio che confinano con la bigamia, figli e parenti segreti, divorzi, vizi innominabili, instabilità psichiche che affondano le radici nel lontano passato familiare, disastri e rovesci economici, frodi e ricatti, manipolazioni testamentarie, cruenti omicidi e, a sovrastare tutto questo torbido magma, schiaccianti sensi di colpa che il più delle volte si cerca invano di tacitare con una tracotante e spavalda crudeltà.

1 commento:

  1. The Eternal Allure of the Vampire: From Dracula to Nosferatu and Beyond


    In the vast tapestry of horror, no figure is as captivating or as enduring as the vampire. This enigmatic creature, with its dark allure and timeless appeal, has transcended centuries, cultures, and media, continuously evolving yet remaining ever present. From the legendary Count Dracula to the shadowy Nosferatu, and their countless modern adaptations in movies and comics, vampires have etched an indelible mark on our collective consciousness. But what is it about these nocturnal beings that has ensured their place in the annals of horror and popular culture?

    The Origin of the Vampire Myth:
    The vampire mythos is ancient, with roots that stretch back to folklore in Europe, particularly in the Balkans and Eastern Europe. Early vampire legends often depicted them as grotesque and malevolent spirits, creatures that fed on the blood of the living to sustain their own wretched existence. These early tales were more about fear of the unknown and the afterlife than the romanticized versions we know today.

    Bram Stoker’s ‘Dracula’: The Birth of a Modern Icon
    The vampire myth took a definitive form in 1897 with the publication of Bram Stoker's Dracula. This novel introduced the world to Count Dracula, a sophisticated yet terrifying figure who embodied both the fear and fascination associated with the undead. Stoker’s Dracula was not just a monster; he was a being of complex desires, capable of seduction, and driven by an insatiable thirst for power and blood.

    Dracula’s legacy in literature is profound. He is the archetype of the vampire, the standard against which all other vampires are measured. His character has inspired countless adaptations, making him a central figure in the horror genre and a symbol of the dangers lurking in the dark.

    Nosferatu: The Shadow of the Night
    In 1922, Nosferatu, an unauthorized adaptation of Stoker’s Dracula, introduced audiences to a new vision of the vampire. Directed by F.W. Murnau, Nosferatu remains one of the most iconic silent films in history, largely due to Max Schreck’s haunting portrayal of Count Orlok. Unlike the suave and sophisticated Dracula, Orlok is a grotesque, rat-like figure, embodying a more primal and disturbing vision of the vampire.

    Nosferatu was a landmark in cinematic history, pioneering techniques in horror that would influence generations of filmmakers. The film’s use of shadow, light, and the unsettling physicality of its vampire set a new standard for the genre, and its influence can still be seen in modern horror cinema.

    Vampires in Modern Cinema: Evolution and Reinvention
    As cinema evolved, so too did the vampire. From the Gothic elegance of Universal Studios' Dracula (1931) starring Bela Lugosi, to the Hammer Horror films of the 1950s and 60s with Christopher Lee’s menacing portrayal of the Count, vampires became a staple of horror, each era offering its own interpretation.

    In the late 20th and early 21st centuries, vampires experienced a significant transformation. Films like The Lost Boys (1987), Interview with the Vampire (1994), and Blade (1998) began to portray vampires as antiheroes, complex beings with their own moral codes. This shift was further popularized by television series like Buffy the Vampire Slayer and True Blood, where vampires were depicted as integrated (though often marginalized) members of society, grappling with human emotions and desires.

    The Twilight saga, while controversial among purists, brought vampires to a new generation, emphasizing romance and the supernatural in a way that resonated with millions of fans worldwide. Meanwhile, films like Let the Right One In (2008) and Only Lovers Left Alive (2013) explored the loneliness and existential dread of eternal life, adding new dimensions to the vampire mythos.

    RispondiElimina

ITALIA (ITALY)

I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà

Cerca nel blog