
Se l'acqua lava ciò che penso,
forse un iris nasce tra quel fango, dopo.
Chiara la notte senza sangue e corpo, a volte
è la mia mano,
pesante lama che ti (of)fende mio amato Sempre.
Ma non c'è occhio cieco tra le ciglia del grano morto,
l'onda ferrosa della vita attanaglia la lingua
ed io lo so che tutto è.
Da quassù le orme dell'invisibile
sono mie,
stelle laconiche di tempo,
abbottonate tutte sulle maniche.
Spilli che reggono il gioco
della prossima estate.
fonte http://digilander.libero.it/mikima33/assenza.jpg
grazie per avermi linkato... so che è molto difficile ma non mollerò, lascerò perdere solo quando mi renderò che non ci sono speranze per il romanzo, un saluto da angela
RispondiEliminail testo di irene mi sembra davvero buono.
RispondiEliminanon ho capito quel (of)fende, però...
Grazie Rossano :) ...
RispondiEliminaè un doppio senso, come a dire che tutte le verità non hanno mai senso unico...e al chiarore di una coscienza più reale e meno soggettiva si manifestano tra le parentesi :)
un caro saluto a presto
I.
molto bella, non sento di aggiungere niente, provoca immagini particolari..
RispondiElimina"Ma non c'è occhio cieco tra le ciglia del grano morto,
l'onda ferrosa della vita attanaglia la lingua
ed io lo so che tutto è."
soprattutto questo, spettacolare
Grazie Nicole! :)
RispondiEliminaIrene L.