
Il potere di Noam Chomsky, (Editori Riuniti) rappresenta un tentativo da parte dell’autore di trovare quelle coordinate teoretiche necessarie per effettuare un discorso sulla natura umana e l’ordine sociale nella storia. Interessanti gli studi in apertura del volume, sul linguaggio, passando in rassegna una serie di testimonianza che vanno da Von Humboldt, a Wittgenstein a Quine, sino a studi più contemporanei, con indomabile spirito di ricerca e di esplorazione per la costruzione di nuovi orizzonti che aiutino a comprendere come la facoltà più importante appartenente in maniera complessa e articolata alla razza umana (ma anche gli animali e le specie vegetali hanno un loro modo di comunicare attraverso altre tipologie di “linguaggi”), cioè quella del linguaggio e della nostra capacità di utilizzarlo per comunicare, riveli ancora numerose zone d’ombra sulle sue modalità generative, di applicazione e di finalizzazione che ancora devono essere studiate. Una parte considerevole del volume prosegue l’impegno di Noam Chomsky, a denunciare il potere, quello delle grandi corporation americane dell’ingegneria militare, che cerca di costruire un dis-ordine mondiale dove la dominazione del più forte sul più debole è la prassi da perseguire ad ogni costo. Qualche nome? Oltre gli U.S.A, Gran Bretagna e Australia. Interessante come queste nazioni nascondano sotto il fulgore accecante dei più alti idealismi ( l’intervento in tutto il mondo laddove il Male – il comunismo per intenderci- diffonde la sua influenza e il suo potere) un mero interesse per gli affari, senza alcuno scrupolo né limite. Il Male, per questi paladini della Giustizia, a volte assume connotazioni addirittura più subdole del nemico storico del comunismo … addirittura
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