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lunedì 9 luglio 2018
venerdì 6 luglio 2018
Euforia ed Estasi del Guerriero . le opere d’arte di Paride Pino alla Fondazione Palmieri di Lecce
L’urlo di euforia, per
me questo rappresenta l’unica cosa vera in grado di ridonare unità al corpo e
all’anima di un guerriero e non solo; con il suo “Serie 1- Euforia ed Estasi del
Guerriero”, l’artista Paride Pino inaugura la sua prima esposizione personale
dall’8 al 15 luglio presso la Fondazione Palmieri di Lecce. L’urlo primordiale
delle opere a carboncino su carta sembra sostare poco nella definizione di
un’espressività conclusa, quasi a voler cercare -subitaneamente e altrove- un
senso abbandonato a terra da un dio sconosciuto e silenzioso, interpretato
nella pura metamorfosi di un’anima che si fa carne, e mai viceversa. Il gesto è
istintivo ed elimina l’equivoco di rievocare ogni formalismo: il neonato scopre
la luce, urla e continuerà a farlo ogni qualvolta sentirà l’esigenza di
comunicare un bisogno, un’emozione, un puro atto del suo esistere al mondo.
Paride Pino afferma: cosa urliamo? Credo, la nostra volontà di lottare per
vivere. L’urlo è di colui che non ha ancora paura di nulla.
“Quando
il bambino viene alla vita, la prima azione che compie è urlare. Certo un urlo indotto da uno
schiaffetto sul sederino, per liberare i polmoni, ma dopo quando urla lo fa per
motivi precisi, il primo, essere nutrito, allattato. Questo urlo è il primo
atto di volontà dell’uomo, il bambino con quel gesto mostra e dimostra la sua
volontà di vivere, di esserci. Quello stesso urlo appartiene al guerriero;
questo non è rivolto contro i suoi avversari, siano essi rappresentati da un
uomo, un animale o una cosa, ma contro un dio, l’unico dio a cui il guerriero
crede. Mi spiego. Il pantheon nordico, come molti altri, è variegato, ovvero diviso
in Asi e Vani. Ora, come nasce la figura del dio? L’ uomo osserva, come ha
sempre fatto, il mondo intorno a sé. Faccio
un esempio: Thor, il primitivo fissa e sente
il fulmine, il rumore del tuono, a cui in seguito attribuisce una
potenza, a questa potenza da un nome, Thor, in questo modo umanizza e dona una
personalità alla potenza, creando la figura del mito. Ecco come Thor con il suo
martello riesce a scagliare il tuono, per puro atto di volontà e di
rappresentazione del mondo fenomenico. Il mitema genera in tal modo la lettura
della mitologia propriamente detta, dunque, ecco ancora una volta come nel
racconto Thor, figlio di Odino, con il suo martello scaglia i tuoni contro i
suoi avversari, i giganti, e abita ad
Asgardh.” (Testo critico di Eliana Masulli). Il vernissage è previsto l’8
luglio (start h 21,00) alla Fondazione
Palmieri, Lecce. Presentano: Stefano Donno, scrittore ed editore Ed. IQdB;
Carlo Alberto Augieri, docente Unisalento; Marco Giannotta, Consigliere
comunale
Contatti Artista Paride
Pino - paridep.pino@gmail.com
Info link - http://www.fondazionepalmieri.it/
LA STREGA BAMBINA di Maurizio Lanteri e Lilli Luini (Laurana Editore in libreria dal 5 luglio 2018)
Nel Ponente Ligure c’è
una collina che domina la città di Albenga e degrada a terrazze verso il mare.
Qui nel II secolo d.C. ha trovato la morte un martire cristiano, San Calocero. Vicino
alla basilica del Santo, recenti scavi archeologici hanno riportato alla luce
una tomba, contente il corpo, a testa in giù, di una ragazzina di tredici anni.
Gli studiosi l’hanno chiamata Martina. Ed è di un’altra Martina, studentessa
liceale, il cadavere che Jacopo Bignone e Consuelo Salini – giunti lì per un
servizio giornalistico – trovano in fondo a quella tomba, nella stessa
posizione dell’originale. Chi ha ucciso la ragazza sapeva dell’anomalia. Ma per
scoprire la sua identità occorre svelare i segreti del presente. Quelli che gli
adolescenti celano dietro una maschera di spensieratezza e quelli che gli
adulti coltivano oltre la facciata liberty di una villa sul mare. Quando
un’altra ragazza scompare, Jacopo farà di tutto per riportarla a casa. Fino a
mettere in gioco la sua vita e quella di Consuelo.
Maurizio Lanteri,
medico pediatra, vive a Garlenda, in Liguria. Lilli Luini lavora in campo
finanziario e vive a Taino, sul Lago Maggiore. Si sono conosciuti sul web e scrivono
in coppia dal 2003. Insieme hanno pubblicato: il mistery La Casa del Priore
(TracceDiverse 2006), due romanzi noir con Fratelli Frilli: Non tornare a
Mameson (2007) e La forgia del diavolo (2009), cui sono seguiti Bruja (Todaro,
finalista NebbiaGialla 2011), La cappella dei Penitenti Grigi (Nord 2013) e
Iguana Club (vincitore Premio NebbiaGialla, Novecento Editore, 2017).
giovedì 5 luglio 2018
mercoledì 4 luglio 2018
Il tempo di un Caffè - On the road Book Tour (Quinta tappa) con Il Cancello di Francesco Pasca
Il lavoro di Francesco Pasca, “Il
cancello” sarà protagonista della quinta tappa del progetto Il Tempo di un
Caffè (on the road book tour)al Caffè del Duomo a Lecce, in via Vittorio
Emanuele II, n.8. Si comincia alle 18,30.
Il libro, edito da I Quaderni del
Bardo di Stefano Donno, è ambientato nel Salento. Tra enigmi e domande
esistenziali, Pasca affresca un Sud ancora contraddittorio. Un viaggio
simbolico ed esistenziale che caratterizzerà la vita dei due protagonisti, Alma
e Alvise. “Alma e Alvise si amano. Il loro è un amore che appare come
un’eterna rincorsa verso qualcosa di indefinito. Dalla piazza di Barbarano,
piccola frazione di Morciano di Leuca, ha inizio una storia densa di enigmi che
affascinano il lettore. Il topos letterario che emerge nel nuovo lavoro di
Francesco Pasca si riconosce nell’abilità propria dell’autore nel plasmare la
parola e darle una forma nuova. Stile, sintassi, retorica hanno un sapore
diverso nei suoi romanzi dove prosa e poesia si sposano in un sortilegio che
incanta. Tra le pagine de “Il cancello”, libro appassionante perché mantiene
vive le domande esistenziali, il Sud è solo un pretesto per raccontare uno
stato d’animo convulso, complesso, astruso e straordinario come quello dei
protagonisti. Torino invece e il richiamo della Sacra Sindone qui esposta è per
Alma un’opportunità per conoscere meglio se stessa e comprendere quale forza
generatrice la induce ad amare Alvise. Il suo avventurarsi nasce da una
visione, per convinzione e necessità. Il Salento quindi inteso come punto di
partenza per un viaggio esistenziale acquisisce un tratto identitario per i
personaggi del testo che nella luce della propria terra cercano le risposte
alle loro domande. Così Finibusterrae diviene l’inizio e al tempo stesso la
fine di un percorso verso un altrove. È nella piazza dove regnano calma e
quiete, sotto i sette archi di un portale seicentesco che Alma e Alvise
avvertono “un brulicare nell’immaginare” notando due incisioni su pietra
leccese. Si tratta di dieci “p” da decifrare ed è lì che l’I(dea) s’affaccia e
in essa i due innamorati scivolano lentamente. Come circondati da un’aurea
luminosa, Alma e Alvise entrano nella storia percorrendo sentieri indefiniti,
lasciandosi cogliere da innumerevoli suggestioni attraversando la scrittura stessa,
il tempo e la relazione intima di un amore che si dipana tra passione e
peccato, passato e presente in un probabile divenire. È un libro questo che si
pregia di avere degli elementi che ruotano intorno a un istante, a un gioco
d’ombre generate dai gesti d’amore della coppia. “Sul filo d’inchiostro lì
sosto” scrive Francesco Pasca e propone una pubblicazione editoriale che
risulta essere curata nella ricerca storica e religiosa dove si ribalta tutto
ciò che è definito sovvertendo certezze e convinzioni ma anche appartenente a
un genere universale in grado di provocare il lettore suscitando in lui
domande, quesiti, interrogativi. Con una scrittura colta, un periodare ricco,
un linguaggio ricercato e un lessico raro l’autore che sa padroneggiare i tesori
linguistici con destrezza crea una sintesi di stili richiamando a un’idea
ancestrale di letteratura dove a predominare è la ricerca di nuovi significati.
Nulla è predefinito e già composto
perché in queste pagine che catapultano in una realtà parallela dove tutto
esplode in un magma di parole, Pasca sa offrire uno sguardo insolito, una
visione innovativa su quella che è la nostra esistenza nella quale siamo tutti
chiamati a varcare un cancello immaginario e a compiere un viaggio verso
l’altrove… verso l’altro noi”. (sinossi di Paola Bisconti)
iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo
Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107
Sannicola (LE)
Info Link - http://www.iquadernidelbardoedizioni.it/
martedì 3 luglio 2018
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