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martedì 10 luglio 2018

ROMPERE IL SILENZIO - Le bugie sui bambini che gli adulti si raccontano di Girolamo Andrea Coffari (Dal 10 luglio 2018 in libreria per Laurana)


«C’è un silenzio buono per dialogare con noi stessi, per trovare energie, per accettare ed affrontare ciò che ci spaventa e c’è un silenzio opprimente che impedisce a chi è debole e a chi soffre di parlare e di chiedere aiuto»
dalla prefazione di CLAUDIO FOTI

Rompere il silenzio sul tabù della violenza ai bambini, alle donne, alle madri. Un libro di denuncia, scomodo, unico nel suo genere. Con uno stile giornalistico, ma con un rigore scientifico, l’autore, dopo una ricostruzione storica di svelamento dei modelli adultocentrici, nella seconda parte dell’opera ricostruisce l’azione sociale e culturale di una nutrita schiera di intellettuali favorevoli alla pedofilia. Infine affronta il tema del “negazionismo” criticando i “cattivi maestri” che hanno contribuito a diffondere una cattiva e falsa “scienza” (la Sindrome di Alienazione Parentale, PAS, la Sindrome del falso ricordo, le false denunce e molto altro) contro i diritti dei bambini e delle donne.

Girolamo Andrea Coffari, sposato con quattro figli, avvocato, presidente del Movimento per l’Infanzia, autore di pubblicazioni sulla tutela dei bambini, tra le quali: Tuo figlio, Andrea (1999, sotto pseudonimo) e I diritti dei bambini: un debito con la storia. Docente di Master e corsi di specializzazione di Psicologia giuridica, relatore in convegni in tutta Italia, da vent’anni dedica la sua vita e la sua professione nel difendere le vittime di abusi e maltrattamenti e denunciare i guasti di una società adultocentrica e maschilista. È anche autore musicale e si occupa di drammaturgia teatrale.

Poesismi Cosmoteandrici di Donato Di Poce, (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, Lecce, 2018) di Nadeia De Gasperis
























Ancora una volta il poeta, l’artista, il mecenate, l’uomo, in un’unica intenzione, in un’unica intuizione, ci restituiscono una realtà senza giunture, totalizzante, una danza armoniosa di parole, pensieri, versi, ora indulgenti ora crudi. Senza la pretesa di insegnare perché solo i poeti conoscono il nulla e vivono con parole fatte di nulla, il poeta travasa la sua esperienza in getti di inchiostro, che si ricompongono nella conoscenza indivisa della realtà.
Per un uomo che soffre, che sia un poeta che tenta di r_esistere come ultimo atto di follia o un povero cristo della diaspora dello “squallore del nostro presente”, le parole si fanno anemocore, si aggrappano al vello dei poeti per essere disseminate, e solo quando “sposano il vento” al poeta non resta che ricamare con punti e virgole e cucire in versi  a filo unico, per tramare la speranza per il futuro, imparando dalle movenze antiche delle donne, che sole, sanno ricucire le ferite del mondo.
Ci racconta, Di Poce, di vedere il futuro con il realismo che solo un poeta distingue, perchè in grado di trasformare la realtà moltiplicando gli orizzonti.
Il silenzio è una parole che ricorre e rincorre il vento, nei versi di Donato di Poce,  ci invita al viaggio, ricordandoci che i veri “falliti, sono coloro che credono di essere arrivati”. Perché viaggiare è un modo per ritrovarsi, anche se al nostro ritorno ci sembra tutto cambiato l’importante non è quello che mettiamo in valigia quando partiamo, ma quello che troviamo quando torniamo.
Il silenzio, come la solitudine, sono sentimenti da coltivare, e mettono radici nell’immateriale. Ed è il valore dell’immateriale che salverà il mondo superando quei paradossi che sono la vita stessa e la scrittura.
Sembra abbia rintracciato la via da uno dei suoi labirinti , in un lampo di luce, in un lampo di verità giocando a nascondino ora con gli dei, ora con i bambini, “tra pieno e vuoto, assenza e presenza” al m’ama o non m’ama con un girasole che si lascia spogliare ma sa sempre dove è la luce, tra zolle di nulla e parole pesanti che chiudono in bozzi di solitudine, Icaro spicca il volo da un nido di leggerezza sprizzando creattività, in quel dedalo che per l’artista era una prigione in cui “si entra con mille perché e si esce con una sola domanda. Perché?” e scoprire di essere altro da sé, rileggere se stessi e riconoscersi, scoprendo quello che non sapevamo di essere . ogni vagheggiamento si fa concretezza se riesci a vedere la follia delle parole  e la loro sostanza, se riesci a pensare con lucida follia, le parole così, in sbuffi di silenzio montano come nuvole e liberano solitudini e dolori  e cambiano la forma e la sostanza delle cose e poi svaniscono lasciandoci il senso più profondo delle cose, non siamo altro da noi  e per continuare la storia, per continuare la creazione,  non siamo niente se non in relazione con gli altri, saremmo altrimenti ghiaccio e gas, comete impazzite.  per aspirare all’armonia dobbiamo essere in consonanza,. Su questa verità cala il silenzio, Il velo della separazione è stato strappato e l’integrazione della realtà comincia con la redenzione dell’uomo”. Le macchie di silenzio che soffocavano impronte di respiro, si nascondevano tra i i solchi della creazione ora si dissolvono in rivoli di inchiostro, che attraversando boschi e foreste, buchi neri ai confini dell’anima, trovano spazi bianchi in cui deflagrare in lampi di verità…  non c’è lana di catrame nero che resiste
Alla purezza del bianco respiro di un sogno. Non resta che scrivere postille di silenzio, in calce a pensieri  Si dice che ogni persona è un'isola, e non è vero, ogni persona è un silenzio, questo sì, un silenzio, ciascuna con il proprio silenzio, ciascuna con il silenzio che è. (José Saramago)  - Sora, Giugno, 2018.

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lunedì 9 luglio 2018

NEBK - NEW EBOOKS KINDLE AUTHORS by Stefano Donno

https://newbookskindlebystefanodonno.blogspot.com/

Guida ai super e real robot. L’animazione robotica giapponese 1980-1999 di Jacopo Mistè. Curatela Jacopo Nacci (Odoya edizioni, dal 26 luglio 2018)


Questo lavoro inedito di Jacopo Mistè e curato da Jacopo Nacci si propone come libro di riferimento sugli anime robotici giapponesi. I due Jacopo, infatti sono i maggiori esperti italiani di robot giapponesi e, grazie all’aiuto di Cristian Giorgi (che conosce il giapponese) hanno anche saputo sciogliere tutti i termini che ancora non avevano una traduzione precisa. Questa guida approfondisce il periodo d’oro dell’animazione robotica del Sol Levante che va dalla metà degli anni Settanta al 2000. Quindi non vi troverete solo le vicende legate alla  produzione, la poetica, i personaggi e i grandi registi di super robot (che già avevamo trattato in una precedente guida) , ma anche quelli di real robot, come per esempio per le opere di Hideaki Anno, Ryōsuke Takahashi e Yoshiyuki Tomino. Lo sviluppo passa attraverso la saga di Gundam (Il fante mobile), primo robot che inserisce degli elementi realistici. I real robot sono dedicati a un pubblico adulto, spesso distribuiti tramite il mercato degli OVA (original video animation) e mandati in Tv negli slot notturni. Le serie di mecha, soprattutto dagli anni Ottanta,  attraggono un pubblico di massa e hanno dirette ricadute sull’immaginario e sulla società giapponesi innescando fenomeni come il cosplaying,  gli otaku e le idol. Esempio di opera con un successo di massa, quasi ai livelli di una religione anche a causa dei temi millenaristici trattati nella serie   è Evangelion della nuova era (Neon Genesis Evangelion), scritta da Hideaki Anno, che ha spopolato per anni in Giappone, ma che è diventata famosissima anche in Europa e negli USA. Anno è il tipico esempio di hikikomori, i ragazzi che si isolano dalla società per godere nella propria cameretta dei prodotti dell’immaginario che possono essere fruiti tramite DVD o computer, Evangelion è il suo tentativo di uscire da questa situazione. Un consiglio a questi ragazzi scritto nel loro linguaggio… L’opera è dunque dedicata a tutti coloro che vogliono saperne di più su Mazinga Z, Raideen, Zambot3, Ideon, Daitarn 3, Transformer, Voltron, Yamato, Macross, Gundam, Le truppe corazzate VOTOMS, Neon Genesis Evangelion, Patlabor, Punta al top! e tanti, tanti altri. Il volume, come sempre illustrato, è completo di schede tecniche dedicate ai più esperti.
Jacopo Mistè nasce nel 1987 e vive a Pove del Grappa. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali, gestisce il blog Anime Asteroid specializzato in recensioni di titoli di animazione giapponese, in particolare quelli del mondo della fantascienza e della robotica. I suoi scritti appaiono anche nella rivista Terre di Confine Magazine.

Il Tempo di un Caffè – on the road Book Tour Sesta Tappa con Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano di Annibale Gagliani (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
























Prossimo appuntamento per Il Tempo di un Caffè – on the road Book Tour Sesta Tappa, de Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano di Annibale Gagliani (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) il 10 luglio, ore 19:30, Porta d'Oriente, Castello Spinola-Caracciolo, Andrano (LE). Accompagneranno magistralmente l’autore e gli ospiti nel vortice di poesia e musica disincantata, l'editore Stefano Donno, il giornalista Rai Raffaele Gorgoni e la docente di lettere Valeria Bisanti.
Il progetto verso l'UMANESIMO NUOVO DI IMPEGNO E DISINCANTO
 IMPEGNO E DISINCANTO IN PASOLINI, DE ANDRÉ, GABER E R. GAETANO DI ANNIBALE GAGLIANI (I QUADERNI DEL BARDO EDIZIONI DI STEFANO DONNO)
CON LA PREFAZIONE DI MARCELLO APRILE, PROFESSORE ORDINARIO DI LINGUISTICA ITALIANA DELL’UNIVERSITÀ DEL SALENTO E RESPONSABILE DELLA LETTERA “D” DEL DIZIONARIO ETIMOLOGICO “LEI”
 Ha inaugurato il suo cammino in questi giorni il libro di Annibale Gagliani, «Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano», i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno. Quattro fuoriclasse del nostro Novecento: un professore, un filosofo e due poeti. In un frangente storico di profonda povertà valoriale e artistica, essi ci indicano la strada verso l’Umanesimo Nuovo, analizzando emozionalmente e asetticamente gli ultimi centosessant’anni d’Italia e del mondo Occidentale (bilaterale). I Quattro emanano una luce invincibile, in grado di penetrare nelle tenebre contemporanee che svuotano progressivamente l’individuo. La loro arte è disincanto allo stato puro: poesia, prosa, cinema, teatro e musica: le armi più potenti per sfuggire all’omologazione socioculturale del Duemila. Il 68 è un grosso inganno, le mode del mercato sono letali, la mancanza di sensibilità civile sempre più evidente. In questo viaggio disincantato, eseguito attraverso i testi, le fonti e le testimonianze più vicine agli artisti, si può rivoluzionare se stessi, abbracciando umanamente le incommensurabili profezie.
Per Gagliani la scelta di affidarsi a questi Quattro a-topos della parola, del silenzio e del suono non è casuale: «Essi sono i più attuali che la nostra cultura contemporanea abbia sfornato e lo saranno per sempre, come accade ai più grandi. Sono visionari, sensibili ed estremamente innovativi. Tutto l’opposto del 99% degli pseudo-artisti che navigano in mainstream oggi. Quest’ultimi narrano il falso: i tatuaggi, il look alla moda e l’aria dannata li fa sembrare all’avanguardia, invece sono obsoleti dentro. I veri narratori della nostra epoca e del prossimo trentennio sono PPP, FDA, GG e RG». Come afferma Paolo Dal Bon – presidente della Fondazione Giorgio Gaber – all’interno del saggio, «Essi hanno “un’intatta percezione del dolore”. Sono tutti e quattro intellettuali degli ultimi, narratori delle ingiustizie terrene verso i più deboli e osservatori delle grandi contraddizioni dell’uomo contemporaneo».
 I Quattro Profeti hanno in comune la letteratura di formazione e le battaglie combattute, contaminandosi a vicenda indirettamente. Pasolini ha profondamente ispirato, soprattutto con i suoi Scritti Corsari, Faber, Gaber e Rino Gaetano. De André e Gaber sono gli artisti di punta del Sessantotto e si sono ritrovati ad avere una determinante amicizia in comune: Luigi Tenco, che ha collaborato con tutti e due e dopo la sua morte ha cambiato la vita a entrambi. Riguardo Rino Gaetano, è cresciuto leggendo Pasolini, ascoltando De André e guardando Gaber a teatro.
In estrema sintesi, un professore delle arti, PPP, un poeta tradizionale aperto al futuro, FDA, un vero filosofo, GG, un poeta fantascientifico che stazionava già nel futuro, RG, hanno scelto la strada più ardua, non violentando loro stessi ed esprimendo un’arte di fortissimo impegno e disincanto sociale. Venivano criticati dagli “intellettuali” del potere, dalla gente frivola che ghettizzava i loro testi per evidenti deficit di sensibilità. Uniti, tutti e quattro, sono invincibili. Diventano un’arma dolcissima in grado di colpire e migliorare una generazione, quella dell’autore. Gagliani spiega le intenzioni del suo lavoro: «Se il saggio verrà letto da tanti giovani, magari si accenderà la curiosità di ascoltare con spirito nuovo i cantautori che cito, omaggiando di conseguenza l’opera totale di Pasolini. Allora sì, questo viaggio avrà un senso. Allora sì, ne sarà valsa la pena»

«Il primo libro di Annibale Gagliani è lo sviluppo di un traguardo personale importante, lungamente pensato, sviluppato, limato, articolato negli anni precedenti, in cui l’autore ha esercitato una pazienza non comune ed è andato alla ricerca di fonti e interpretazioni che spesso sono testimoniali e di prima mano […]. Quando si ha a che fare con quattro icone riconosciute della cultura alta e popolare dell’Italia contemporanea non è facile dire qualcosa di nuovo, o anche semplicemente non è scontato evitare di scrivere quattro profili staccati e avulsi, estranei tra loro, tanti quanti sono gli artisti (tutti Maestri della parola, tre su quattro anche del suono) che l’autore ha illustrato in questo libro. Ne è venuto fuori un percorso duro, compatto, radicale; un insieme in cui appare chiaro, nelle persino ovvie diversità di espressioni, temi, percorsi (anche politici), epoche, che cosa unisce Pier Paolo Pasolini, Fabrizio De André, Giorgio Gaber e Rino Gaetano. Com’è giusto, Annibale Gagliani salta sulle differenze e nota affinità mai venute fuori prima, che però sono lì, pronte per essere scoperte». (Dalla prefazione di «Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano», curata dal Prof. Marcello Aprile)

Annibale Gagliani nasce a Mesagne (BR) il 4 ottobre del 1992. Si laurea con lode in Lettere Moderne all’Università del Salento, dopo aver discusso una tesi sul linguaggio disincantato. È tra i vincitori della seconda edizione del Master in Giornalismo 3.0 di Nuovevoci Network, a Napoli. Comincia il suo sentiero narrativo ricevendo il premio della critica alla terza edizione del concorso letterario nazionale “Fuori dal cassetto”, per un racconto dedicato ai lavoratori dell’ILVA, “La vita è un viaggio favoloso”. Nel 2013 instaura una collaborazione con l’amministrazione del comune di San Donaci (BR) e diviene responsabile del laboratorio urbano “Officine Creative”, promotore della cultura di strada. Nel 2014 costruisce e organizza, assieme al Professore Marcello Aprile, la rassegna universitaria di seminari rivoluzionari, “Cafè Barocco Revolution”, che registra cinque edizioni. Nel 2015 lavora come reporter per la web tv d’Ateneo dell’Università del Salento, The Box Tv. Alla fine dello stesso anno si distingue come narratore al Workshop giornalistico di Sportitalia, a Milano. Nel 2016 diventa responsabile della sezione culturale di «Leccecronaca.it», dove racconta vizi e virtù del Tacco d’Italia. Alla fine del 2016 avvia una collaborazione con «Rompipallone.it», curando una rubrica video che fonde l’arte al calcio: “L’arte del gusto calcistico”. Nello stesso periodo è corrispondente di Radio Dimensione Italia per il calcio internazionale, editorialista di punta per «Sport in Condotta» e ospite della trasmissione leccese Piazza Giallorossa. Dal 2017 collabora con il «Nuovo Quotidiano di Puglia», raccontando l’ardente cronaca della provincia di Brindisi. Da gennaio 2018 narra di letteratura e politica per la rivista romana «L’Intellettuale Dissidente», e di musica e sport per il periodico «Contrasti». È conosciuto negli ambienti culturali salentini per le sue poesie anarchiche, che profumano di simbolismo e lasciano un sapore romantico sulle labbra. Tra i suoi modelli intellettuali, oltre ai Quattro Profeti del saggio «Impegno e disincanto», ritroviamo Albert Camus, Roland Barthes, Leonardo Sciascia, Eugenio Montale, Beppe Viola e Gianni Brera.   

iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)

link del video trailer

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Il meglio di Lino Banfi - www.glianni80.it

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