I protagonisti di
questi racconti cercano un riscatto che non riescono mai a trovare
completamente. Se abitano in città sono provinciali, se vengono dalla provincia
è una provincia che non ha nome né luogo, e quando ne ha sono irrilevanti. Sono
bambini, ragazzi, anziani, uomini e donne di mezza età, che appartengono tutti
alla stessa famiglia, pur non essendo parenti. Sarte, giovani impiegati,
prostitute, studenti, autisti di scuolabus, giocatori d'azzardo, madri e padri.
Avrebbero coraggio da vendere, se solo sapessero a quanto. Una cosa è certa:
non hanno paura di raccontarsi, perché non hanno niente da perdere.
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giovedì 28 dicembre 2017
mercoledì 27 dicembre 2017
L' amicizia e la Shoah. Corrispondenza con Leni Yahil di Hannah Arendt. Traduttore: F. Iodice (EDB)
Nella primavera del
1961 Hannah Arendt viene inviata dal settimanale «New Yorker» a seguire il
processo ad Adolf Eichmann, il gerarca nazista rifugiato nel 1945 in Argentina,
rapito dal Mossad nel 1960, processato per genocidio l'anno successivo e
condannato a morte per impiccagione nel 1962. In quella circostanza Arendt
diviene amica di Leni Yahil, storica di origine tedesca e studiosa della Shoah.
Inizia così una corrispondenza che alterna questioni personali, filosofiche e
politiche. Nel 1963, dopo la pubblicazione degli articoli sul processo
Eichmann, riuniti poi nel volume «La banalità del male», il rapporto tra le due
donne si interrompe bruscamente. Nella più controversa delle sue opere, Arendt
sostiene che il male perpetrato da Eichmann sia da attribuire a una completa
inconsapevolezza sul significato delle proprie azioni e solleva il tema della
responsabilità dei capi delle comunità ebraiche nell'aver agevolato la politica
di sterminio nazista. Il tentativo di Yahil di far rivivere la corrispondenza
con Hannah Arendt otto anni più tardi è destinato a fallire. L'amicizia tra le
due donne non riesce a reggere la polemica suscitata dal processo e dal libro.
venerdì 22 dicembre 2017
Lenticchie alla julienne. Vita, ricette e show cooking dello chef Alain Tonné - forse il più grande di Antonio Albanese (Feltrinelli)
Sono le vere star dei
giorni nostri. Dettano le mode del cibo ma anche degli stili di vita. Scrivono
libri, ci parlano dalla tv. La risposta (esilarante) di Antonio Albanese allo
strapotere mediatico e sociale degli chef stellati.
In un'epoca che ha
fatto di molti chef delle vere e proprie star, protagonisti di trasmissioni
televisive e autori di bestseller in libreria, sembrava impossibile che Alain
Tonné non avesse ancora raccontato la sua storia. Da dove viene l'ispirazione
per la sua cucina, così contemporanea e allo stesso tempo così tradizionale?
Come sono stati i suoi primi passi nella cucina di un ristorante? Come si è
guadagnato in così poco tempo le tanto agognate tre stelle Michelin? E cosa
cerca, desidera, sogna l'uomo, al di là del suo essere chef? Il nuovo personaggio di Antonio Albanese.
giovedì 21 dicembre 2017
Il mistero dell'angelo perduto di Rossella Vodret e Paolo Jorio (Skira)
Un Caravaggio
scomparso, misteri, passioni e destini si intrecciano ai drammi del Novecento. Berlino,
Olimpiadi del 1936: Olia, Vika e Helmut, due donne e un uomo con storie e
destini differenti, si incontrano sullo sfondo della drammatica ascesa del
nazismo. Studiosi e amanti dell’arte, verranno coinvolti dalla loro
straordinaria passione per il Caravaggio e per il suo capolavoro San Matteo e l’angelo
in un intrigo che si dipana tra Italia, Francia, Germania e Urss incrociandosi
con la politica, la cultura e l’arte del tempo. In questo intreccio avvincente
di un passato e di un presente denso di avvenimenti reali, a emergere sono le
umane scelte che fanno la storia. Il quadro risulta distrutto nell’incendio
berlinese del 1945: sarà proprio vero?
IL MAGINFICO GIGANTE DELL’ADE AL FONDO VERRI DI LECCE
Dopo gli appuntamenti
presso il Museo di Calimera (il più recente) e presso Finale Ligure in
occasione della riunione Nazionale di Speleologia (nel mese di ottobre) Il
magnifico gigante dell’Ade giunge pure a Lecce e verrà presentato dall’ editore
Stefano Donno, in presenza degli autori, venerdì 22 dicembre alle ore 19,30
presso il Fondo Verri, in via Santa Maria del Paradiso 8A.
Nel 1993 spettò ad
alcuni speleologi il ritrovamento dello scheletro fossile del cosiddetto “Uomo
di Altamura”, entro il sistema carsico della Grotta di Lamalunga, nell’Alta
Murgia della Puglia. Successivamente, intorno al 2009, in seguito agli studi
condotti sul Dna, fu possibile collocare cronologicamente i reperti. All’Uomo
di Altamura venne restituita finalmente un’età, individuata nell’intervallo
finale del pleistocene medio, tra le forme di Homo Erectus (400 mila anni) e le
forme di Homo di Neanderthal (85 mila anni). La grotta di Lamalunga, cui si
accede attraverso un inghiottitoio profondo circa dieci metri, è una delle
poche grotte d’Europa ad avere avuto un lungo periodo di isolamento, che ne ha
determinato, al contempo, la preziosa biodiversità troglobia. Il lavoro di
riscoperta della Grotta prosegue ad oggi grazie alla competenza degli
speleologi Salvatore Inguscio e Emanuela Rossi de il Laboratorio Ipogeo
Salentino di Biospeleologia “Sandro Ruffo” (LISaBios) e Giovanni Ragone del il
Centro Altamurano Ricerche Speleologiche (CARS), con il loro “Il magnifico
gigante dell’Ade –Biospeleologia, storia e descrizione della Grotta di
Lamalunga. Come affermato dagli autori «La scoperta di una nuova specie di
animale ipogeo ha dato risalto alle osservazioni compiute nella Grotta di
Lamalunga e tali osservazioni hanno consentito l’inserimento di questa grotta
tra le più ricche di fauna terrestre della regione pugliese oltre che tra
quelle con un alto indice di specializzazione. Il testo riporta anche un capitolo
sulla scoperta della grotta e importanti ipotesi sulle vicende che hanno
portato l’Uomo di Altamura nella cavità: il più antico incidente speleologico
che si conosca»
Per info: gnosis.ass@gmail.com
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