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venerdì 21 ottobre 2016

Marciapiede con vista di Filippo Strumia (Einaudi)



La prima poesia della nuova raccolta di Strumia è una precisa dichiarazione d'intenti: "Flesso appena in un inchino / si congeda dai lampioni / anche l'ultimo passante. / E là dove non siamo / la parola cede al sasso, / il luogo torna ciò che è". L'intento di Strumia è proprio quello di raccontare quel sasso quando l'uomo non lo guarda più, quando le categorie umane per percepirlo si sono dissolte. È un paradosso, perché ovviamente - Kant insegna - la realtà che possiamo descrivere è conformata alle nostre categorie di pensiero, ma alla poesia si chiede proprio, attraverso paradossi e metafore, di operare qualche miracolo, se no a che cosa serve? E dunque i versi di Strumia si aggirano nelle varie sezioni come in uno scenario homeless (Cartacce, Gatti, Panchine...). Una vista rasoterra, più bassa di una testa umana, per immaginare una realtà diversa, forse più vera. Strettamente intrecciato a questo percorso e incredibilmente non in contraddizione con esso, il libro è anche un resoconto esistenziale e si conclude con la sezione Tombini (che evoca tombe) in un dialogo con i propri morti e in diverse immagini di fine corsa. Il tutto versificato in un ritmo incalzante, prevalentemente ottonario, spezzato ogni tanto da un improvviso cambio di metro, da una dissonanza, da un'aritmia, forse da una sincope, un'assenza temporanea, ed è spesso li, proprio in questa pausa di coscienza, che si concentra lo scavo di Strumia, il suo sguardo alternativo sul mondo.

È arrivato l'arrotino di Anna Marchesini (Rizzoli)



“La vita non si lascia mettere sotto spirito.”. «E Solenghi conclude: «Negli ultimi tempi mi raccontò che stava scrivendo un libro. Le chiesi qual era il titolo è lei rispose: “È arrivato l’arrotino”. Che razza di titolo è, le chiesi di nuovo io. E lei mi spiegò: “Perché mentre scrivo, apro la finestra di casa che dà sulla strada e, al di là dei rumori di auto, la voce ricorrente che mi arriva è quella dell’arrotino. E per me inizia bene la giornata”» - (Emilia Costantini, Corriere della Sera)
“Fu allora che udii la voce di un uomo gagliarda e invitante, fulminea e tagliente come l’affondo di una spada. Urlava con un’esuberanza che squarciò la sfera di silenzio e mosche in cui eravamo sospesi: ‘Donne! È arrivato l’arrotino!’. Qualcosa accadde certo dentro di me, era solo l’inizio, forse.”
«Nella mia vita avrei costruito cattedrali di grazia e bellezza.» Certi incontri hanno una forza quasi magica, perché dilatano lo sguardo lasciando affiorare le nostre paure più profonde. A volte sono persone, altre idee, altre ancora solo voci. Ma tanto basta. Non saremo più gli stessi. È quello che ci racconta Anna Marchesini in questo suo ultimo romanzo. Due vite, due donne, due storie vicine e lontane: una creatura che sta per venire al mondo e un’orfana che del mondo conosce solo l’indifferenza. Un prima e un poi legati a doppio filo dalla stessa presenza: il passaggio dell’arrotino che deposita le sue orme sulla polvere, lo specchio di tutto quello che nella vita temiamo e amiamo. In bilico tra il sorriso e la lacrima, queste pagine sono un inno alla gioia e alla libertà, il dono più bello di una delle più grandi artiste italiane degli ultimi anni. Con una lettera di Virginia Marchesini alla madre e una selezione di poesie inedite.

giovedì 20 ottobre 2016

iQdB Edizioni di Stefano Donno

iQdB Edizioni di Stefano Donno

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

ARCADIA

ARCADIA

In guerra per amore: intervista esclusiva di Coming Soon a Pif e Miriam ...

Chiara Ferragni a Milano si racconta: i "numeri" di The Blonde Salad

La Poesia di Giorgio Manacorda (Castelvecchi)



Che cos’è la poesia? Se nessuno è mai riuscito a dare una risposta, forse bisogna cambiare la domanda: la poesia è necessaria? È un fatto che pochi leggono poesia benché tutti la scrivano. Allora la poesia è un bisogno? Questo libro sostiene che la poesia è l’essenza dell’essere. È la caratteristica fondamentale e fondante del nostro stare al mondo. Senza la poesia non ci sarebbe il pensiero, addirittura non ci sarebbe la mente. La poesia è una necessità antropologica. È discriminante dal punto di vista evolutivo, darwiniano. Noi stessi siamo costituiti di poesia. La poesia ha a che fare con la biologia e con la fisica. Come le correnti oceaniche, la poesia ha in sé la propria energia. La poesia è la forma della materia che rappresenta se stessa. Questo è il fare del fare, ovvero il poiein.
Giorgio Manacorda - Nato a Roma nel 1941, ha insegnato Letteratura tedesca in varie università, ha scritto su «La Stampa» e su «la Repubblica», ha collaborato ai programmi di Radio Rai, ha pubblicato poesie (Viaggio al centro della terra, Elliot 2014), romanzi (Terrarium, Voland 2015), e saggi sulla letteratura tedesca e sulla poesia italiana. Dal 1994 al2012 ha curato con Paolo Febbraro un annuario dedicato alla poesia.

Che cosa è il buddhismo. Un maestro e molte tradizioni di Tenzin Gyatso (Dalai Lama) e Thubten Chodron (Mondadori)



Il buddhismo è praticato da centinaia di milioni di persone in ogni angolo della terra, dalle grotte del Tibet ai templi di Tokyo fino ai ritiri nei boschi di sequoie degli Stati Uniti. Tutte le sue diverse tradizioni (quella meridionale Theravada, basata sul canone pali, e quelle settentrionali del Tibet e dell'Asia orientale, che fanno riferimento a testi originariamente scritti in sanscrito) affondano le radici negli insegnamenti di un uomo vissuto in India 2500 anni fa, che, tradotti in numerose lingue, hanno conosciuto una diffusione globale e reso il buddhismo una delle religioni più influenti del mondo contemporaneo. In queste pagine Sua Santità il Dalai Lama e la monaca buddhista americana Thubten Chodron esplorano, con un'analisi mai condotta finora in questi termini, gli elementi comuni, le sinergie e le divergenze fra le principali correnti del buddhismo rispetto ad alcune pratiche e dottrine essenziali: le "quattro nobili verità" sull'origine del dolore e sulla via per la sua cessazione; l'"originazione dipendente", ossia il ciclo che dall'ignoranza porta all'attaccamento, al karma e a perpetuare rinascita, invecchiamento e morte; la pratica della meditazione, nella sua progressione a vari livelli e i relativi ostacoli e antidoti; la cura della condotta morale da parte di laici, monaci e negli stadi di realizzazione più avanzati; la coltivazione delle virtù (fra le quali l'amore, la compassione, la gioia e l'equanimità). Premessa di Bhante Henepola Gunaratana.

Pastorale Americana di Philip Roth (Emons:audiolibri)
























"Chi è pronto ad affrontare la tragedia e l'incomprensibilità del dolore? Nessuno. La tragedia dell'uomo impreparato alla tragedia: cioè la tragedia di tutti."
“Questo è un libro sulla memoria. Contro tutte le certezze che puoi avere su questa memoria”. Massimo Popolizio legge con coraggio Pastorale americana espandendo nella sua interpretazione, se possibile, l’epica del Romanzo di Philip Roth Premio Pulitzer nel ’97. Parola per parola, riga per riga, pagina per pagina, la prosa magistrale di Roth da un lato – ora narrazione pura, ora flusso di coscienza, ora incredibile parodia - e la voce sempre flessibile, sempre giusta di Popolizio dall’altro, danzano in equilibrio perfetto. Un’analisi dell’America attualissima, sociologica ma anche emotiva, un flusso potente che Massimo Popolizio “tenta di governare” – come dice – e che tra gli anfratti, le case borghesi, certe ritualità sociali che perpetriamo per pura noia, ci mostra il lato oscuro. Del singolo, della società, della vita.  E ci dimostra  in modo inequivocabile, ancora una volta, come si possano dipingere formidabili affreschi di un paese e di un’epoca secondo la migliore tradizione del romanzo moderno. Lo chiamavano “lo Svedese”, nel liceo di Newark, New Jersey. All’anagrafe era Seymour Levov, il ragazzo che tutti avrebbero voluto essere. Alto, biondo, atletico, ebreo, Levov eccelle nel baseball e – nell’ America degli anni ’50 – è destinato ad eccellere nella vita: il successo professionale, quello famigliare, la villetta borghese. Ma la lunga ed estenuante guerra del Vietnam squasserà l’America e coinvolgerà personalmente Seymour, nel modo più tremendo: l’amata figlia Merry, diventata una violenta radicale, sparirà con l’accusa di terrorismo. È il rovesciamento, la caduta, la fine senza appello dell’American dream che lo scrittore Nathan Zuckerman, abbagliato fin da ragazzo dalla solarità senza ombre dello Svedese, sente la necessità di narrare. Philip Roth ci mostra il lato oscuro in quello che è un grande romanzo politico ma anche emotivo. L’ affresco epico di un paese e di un’epoca in un libro sulla memoria. Lo chiamavano “lo Svedese”, nel liceo di Newark, New Jersey. All’anagrafe era Seymour Levov, il ragazzo che tutti avrebbero voluto essere. Alto, biondo, atletico, ebreo, Levov eccelle nel baseball e – nell’ America degli anni ’50 – è destinato ad eccellere nella vita: il successo professionale, quello famigliare, la villetta borghese. Ma la lunga ed estenuante guerra del Vietnam squasserà l’America e coinvolgerà personalmente Seymour, nel modo più tremendo: l’amata figlia Merry, diventata una violenta radicale, sparirà con l’accusa di terrorismo.
È il rovesciamento, la caduta, la fine senza appello dell’American dream che lo scrittore Nathan Zuckerman, abbagliato fin da ragazzo dalla solarità senza ombre dello Svedese, sente la necessità di narrare. L’affresco epico di un paese e di un’epoca in un libro sulla memoria.
Massimo Popolizio è attore teatrale e cinematografico. La lunga collaborazione con Luca Ronconi lo ha visto interprete di oltre trenta spettacoli del grande regista: dal Re Lear al Peer Gynt, fino alla recente Lehman Trilogy. Vincitore del Nastro d’Argento per il doppiaggio maschile in Hamlet nel 1996, tra le sue innumerevoli interpretazioni cinematografiche ricordiamo Romanzo criminale (2005), Mio fratello è figlio unico (2007), Il Divo (2008)  e Il giovane favoloso (2014). Per Emons ha già letto La morte a Venezia di Thomas Mann (2015).

DAL 27 OTTOBRE IN LIBRERIA IN CONTEMPORANEA CON L'USCITA DEL FILM PASTORALE AMERICANA letto da MASSIMO POPOLIZIO

mercoledì 19 ottobre 2016

iQdB Edizioni di Stefano Donno

iQdB Edizioni di Stefano Donno

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

ARCADIA

ARCADIA

Giorgio Marchesi incontra gli allievi di Accademia Artisti

L' allieva segreta del pittore di Charlotte Betts (Newton Compton)



Una storia magica ed emozionante ambientata nella Londra del XVII secolo. Londra, 1688. Beth Ambrose ha sempre condotto una vita tranquilla e protetta a Merryfields, la casa di famiglia alla periferia della capitale inglese. Un luogo dove i suoi genitori offrono rifugio alle anime malinconiche. È qui che Beth, artista appassionata e brillante, si lega all'inquieto pittore Johannes, che nutre il suo talento e la prende come apprendista. Quando in città le tensioni politiche iniziano a farsi sentire, nel cuore della notte bussa alla loro porta Noah Leyton, con una proposta che sconvolgerà l'intero mondo di Beth. Nel frattempo a Merryfields trova rifugio un nuovo ospite misterioso, che dà a Beth l'opportunità di realizzare le proprie ambizioni artistiche. Ma ben presto lei si renderà conto che c'è un prezzo molto alto da pagare... Mentre la Gloriosa Rivoluzione getta il Paese nel caos, riuscirà Beth a trovare il coraggio di seguire il proprio cuore e difendere tutto quello che ha di più caro?

Poesia d'oggi. Un'antologia italiana di Paolo Febbraro (Elliot)



Fra il 2013 e il 2014, Paolo Febbraro ha curato una rubrica di poesia sulle pagine culturali del "Sole 24 Ore". Ogni settimana appariva una poesia allora inedita di un autore italiano vivente, accompagnata da una sua breve biografia e da una nota di commento ai versi. "Poesia d'oggi" ha proposto via via un'originale scelta d'autore che ora viene raccolta in volume, volendo fornire al pubblico un avviamento alla lettura e alla scoperta della migliore poesia contemporanea. Disposti in ordine cronologico, dai maestri come Pier Luigi Bacchini e Franco Loi fino ai giovani Matteo Marchesini e Mariagiorgia Ulbar, questi poeti disegnano un panorama della nostra letteratura in versi, svelandone la forza e la varietà. Le singole poesie, poi, chiamano a ulteriori approfondimenti, e anche per questo vengono accompagnate da un'introduzione generale e dall'interpretazione di uno dei protagonisti della scena poetica odierna. Premessa di Armando Massarenti.

Il farmacista di Ilhéus di Vincenzo Celano (Giovane Holden edizioni)





















Questa consacrazione, è firmata Vincenzo Pardini. Fra i massimi scrittori e critici italiani, Pardini - sarà per l'amore grande condiviso per gli animali e/o esclusivamente per le sue doti eccelse nella scrittura - a nostro avviso, consacra Vincenzo Celano (Castelluccio Inferiore - Potenza, classe 1935); ma, andiamo poi a capire, è la lettura del romanzo breve "Il Farmacista di Ilhéus" a fortificare la convinzione di Pardini che di certo sottoscriviamo. Urge, però, un passetto indietro. Fondatore dal '75 di Club per la Beccaccia e del Primo Gruppo Cinofilo della Basilicata, perfino con pure più noti amici di avventura, agitatore culturale da decenni, Celano da tempo può o poteva contare sull'amicizia "colta" di persone come: Giorgio Barberi Squarotti, Maria Luisa Spaziani, Piero Chiara, Mario Rigoni Stern, Cesare Marchi, Enrico Vallecchi, Raffaele Nigro etc. Due anni or sono, fra le altre cose, Vincenzo Celano con "L'animale a sei zampe" (EdiGrafema, Policoro), ha vinto la selezione "narrativa regionale" del Premio Letterario Nazionale "Carlo Levi". "Il Farmacista" è la storia tormentata di un uomo che giovane lascia il paese natìo, dove la sua anomalia sessuale è stta accidentalmente scoperta nel corso della gara degli "sticchiaruli" (corsa di ragazzi nudi) e dove la sua natura di diverso gli impedisce di vivere una vita normale. Imbarcatosi clandestino su un piroscafo diretto in Brasile, approda quindi alla Ilhéus del titolo dove diventa prima tagliatore di canna da zucchero, poi, ragazzo di bottega nella farmacia all'aperto del dottor Ruggero Pace, don Rogerio per i clienti che la frequentano. Ma alla morte del farmacista, l'ex tagliatore e la reincarnazione perfetta del titolare e per i clienti continuerà ad essere solo e semplicemente don Rogerio. Tuttavia, a causa della sua diversità, anche là venuta alla luce, improvvisamente conosce un amaro degradante destino, che trascina la sua vita ai margini di una discarica nello stato di Bahia, dove per caso lo incontra Campoleone, un pittore che è approdato oltreoceano spinto da un'ossessione giovanile, a partire dall'Italia meridionale, per studiare e ritrarre i policromi uccelli degli ambienti umidi del Pantanal e con l'ambizione di emulare i pittori fiamminghi approdati in Brasile, nel periodo coloniale, al seguito delle spedizioni olandesi. La Curiosità di Campoleone, fa venire a galla il passato rimosso del protagonista. Ed ecco, allora, l'accento, tolta l'apertura a effetto sulla discarica, il parallelo ancora con la forte carica erotica di molti passaggi, che fanno del senso del sesso i sensi della vita.

Giornalista e scrittore, Vincenzo Celano (classe 1935) risiede in Lucania, a Castelluccio Inferiore, dove è nato e si occupa di problemi socio-culturali, di regia teatrale dialettale e del recupero e valorizzazione delle tradizioni popolari. Naturalista, che ama dichiararsi semplicemente “navigatore di boschi”, vive con il cruccio di non sapere quante migliaia di chilometri ha percorso a piedi da quando ha cominciato a camminare. Nel 1981, con l’inedito Non alghe d’oro ma frutti di vivissimo fuoco ha vinto il premio di poesia Città di Legnano-Giuseppe Tirinnanzi e, nel 1989, ha pubblicato presso l’editore Manni la raccolta di racconti I pesci non hanno oroscopo per la sera. Nel 2006, il Museo Civico di Storia Naturale della Città di Jesolo gli ha conferito la medaglia d’oro con diploma di merito alla carriera letteraria. Per i tipi di Edigrafema, nel 2013 è uscito il suo romanzo L’animale a sei zampe, che ha ricevuto il premio letterario nazionale Carlo Levi.

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