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venerdì 23 settembre 2016

Alieni in safari, di Caterina Davinio, prefazione di Fancesco Muzzioli, nota di David W. Seaman, con testo inglese a fronte e fotografie (Robin Edizioni). Intervento di Nunzio Festa



"(...) Nell'attimo / sgomento / la fine ovunque, / paziente / e attesa, / spaurì // la ragione / alle prime armi / rotolò via / come una biglia di vetro / sul sentiero di terra battuta / di un bimbo, / nel pomeriggio festoso / di un giorno d'estate, / come le barchette di carta / di Rimbaud. // Allora / decisi di partire." Già da questi versi, che fanno parte del componimento d'apertura di "Alieni in safari", capiamo allo stesso tempo l'intento dell'autrice e il suo linguaggio quindi il suo retroterra; oltre, ovviamente, a percepire come sarà la sua lingua. Seppur sappiam bene del timbro di Caterina Davinio: dal "Libro dell'oppio" (2012), per dire, al più recente "Fatti deprecapibili", del 2015, ma senza scordare, ancora, "Il sofà sui binari". Per Muzzioli, insomma, Davinio in questa nuova opera - che raccoglie liriche del 2010 -: pone con forza il problema del rapporto con l'altro. Perché nonostante l'avanzamento tecnolocigo, "la nostra capacità di rapporto con l'altro non è affatto migliorata, il turista cerca sola la conferma di un'immagine già ricevuta, preconfezionata". E come dargli torto. Oppure in che maniera riuscire a contraddire la stessa poetessa quando prima di farci leggere i suoi versi ci ricorda che gli alieni siamo noi. "Che ci guardiamo intorno e il nostro mondo non lo riconosciamo". Africa, India, Nepal, Sud America. Sono in questo "diario di viaggio". Testimoniato, inoltre, da foto giustamente prive di colori stordenti. Pioniera della poesia digitale, la scrittrice foggiana Caterina Davinio dall'inizio degli anni Novanta ha creato opere di sperimentazione buone a sposare arti visive con video, internet e anche fotografia digitale. Diverse volte, tra le altre cose, è stata ospite della Biennale di Venezia. Vedi quando nel 2009 al Padiglione ha realizzato un'istallazzione virtuale su Second Life. La poesia civile, per Davinio, è fatta di contenuti omaggiati da una forma viva nella nostra modernità.

Monsignor Giovanni Della Casa

Monsignor Giovanni Della Casa

PIETRO POMPONAZZI

PIETRO POMPONAZZI

Pensiero e Filosofia: L’Aristotelismo del rinascimento e Pietro Pomponazzi

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RANIERO MONACO DI LAPIO - intervista sul set di "AMORE 14" - WWW.RBCASTI...

mercoledì 21 settembre 2016

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

ARCADIA

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Italiano - La Storia d'Italia di Francesco Guicciardini

Italiano - La vita di Francesco Guicciardini

Il cuoco dell'Inferno di Andrea Biscaro. In libreria per Meridiano Zero dal 30 settembre



A cavallo tra Quattro e Cinquecento Ferrara era una città straordinaria, paragonabile alla New York di oggi per importanza politica, artistica e architettonica. Ludovico Ariosto era poeta di corte (il suo capolavoro quest’anno festeggia i cinquecento anni), la bella Lucrezia Borgia nel 1502 sposò in terze nozze Alfonso I D’Este e l’Addizione Erculea aveva trasformato Ferrara nella città ideale, perfezionando l’urbanistica con maestria e razionalità. Ne fu responsabile l’allievo di Brasavola Biagio Rossetti che tra l’altro concepì e fece costruire Palazzo Diamanti. La più importante corte d’Europa non poteva che richiedere l’eccellenza in cucina. Se ne occupava lo Scalco di corte: Cristoforo da Messisbugo, ovvero uno dei protagonisti di questo romanzo e “master chef” realmente esistito, autore del “cook book” Banchetti, composizioni di vivande et apparecchio generale costantemente ristampato fino alla fine del Seicento. Altro punto di forza della città Medievale era l’astrologia, "scienza" che si teneva in gran conto e a cui si attribuivano capacità propiziatorie e di preveggenza. Quali personaggi e ambientazione più accattivanti per un thriller “esoterico” che tiene incollati fino all’ultima pagina? Così, Andrea Biscaro immagina che all’interno delle note bugne di Palazzo Diamanti sia stato inserito un grosso diamante, al fine di catalizzare forze benigne sulla città. Mani malvagie hanno tuttavia spostato la pietra preziosa, aprendo un varco per…l’Inferno stesso! L’artefice della scoperta di questo spostamento è un ambiguo frate, fratello dello Scalco e potente sensitivo. La corte del Duca d’Este (Ercole), che non teme pericoli ben più concreti, sottovaluta gli avvertimenti e espone la città alla strana apocalissi. Lo schiudersi delle porte dell’Inferno è un vero capolavoro di immaginazione: c’è chi, come Ludovico Ariosto, si ritrova in un remoto passato, in cui la regione era tutta acquitrini e invece che camminare verso Palazzo Diamanti si perde in una nebbiosa palude insieme a un demoniaco traghettatore, parente di quello cantato dal suo noto“collega” di Fiesole. Lucrezia Borgia, invece, si ritrova nel peggiore dei futuri: nella Ferrara in mano ai nazisti, di fronte ai quali conserva la dignità nobiliare, anche se scossa da profondissimo terrore. All’architetto Rossetti tocca invece una trappola da contrappasso: girare in tondo in un labirinto senza uscita, un labirinto architettonicamente perfetto. E cosa dire dell’aiuto di Messisbugo, il cuoco Mastro Zafferano, divorato “per colpa del karma” da un cinghiale antropomorfo… La storia è perfettamente bilanciata tra ricostruzione storica impeccabile ed esigenze di una trama scattante. Le ricette riportate non solo descrivono bene l’inventiva culinaria dell’epoca, ma sono anche facilmente riproducibili. A meno che non si tema, con queste preparazioni, il rischio dello scatenarsi dell’Inferno…

Andrea Biscaro è scrittore, cantautore e ghostwriter. Nato a Ferrara, vive all’Isola del Giglio. I suoi libri hanno avuto prefazioni autorevoli: Alda Merini, Erri De Luca, Eraldo Baldini, Roberto Piumini, e hanno parlato di lui personalità quali Gianni Mura, Marinella Venegoni, Sergio Zavoli e Franco Carratori. Ha lavorato per Castelvecchi, Fabbri, Stampa Alternativa, Coccole&Caccole, Squilibri, Safarà, Passepartout, Progedit, MilanoNera, LietoColle, Effigi e Neos. Tra le uscite degli ultimi anni ricordiamo: Illune con prefazione di Eraldo Baldini (Effigi 2011), Nerone. Il fuoco di Roma (Castelvecchi 2011, tascabile Lit 2012, Fabbri 2015), Ballate della notte scura con Tiziano Sclavi (Squilibri 2013).

30 MINUTA 2015 - Sloboda Mićalović (on DejanArt)

Balkanskom ulicom - Sloboda Mićalović

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