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domenica 8 maggio 2016

STRANALANDIA di Stefano Benni (Feltrinelli). Intervento di Chiara Evangelista


Ognuno combatte la routine come può. C'è chi spezza le catene della monotonia ritagliandosi uno spazio per sé, chi interrompe la ciclicità temporale salendo su un aereo che attraversa oceani di pensieri e chi utilizza la fantasia per raggiungere il tanto agognato Eden... Stefano Benni ci propone un "laboratorio della fantasia della natura dove tutto è così strano che nulla più sembra strano". Sfogliando le pagine, il lettore avrà incontri ravvicinati con il Gattacielo, il Cubolo, il Frotz e altre creature fantastiche ma rese realistiche dalle illustrazioni di Pirro Cuniberti. Un libro per "bambini" che ogni adulto dovrebbe leggere. L' autore cela dietro ogni animale i pregi e i difetti di un' umanità che potrebbe essere definita con un solo aggettivo: strana. Sognare è l'unico mezzo di difesa contro una normalità che è sempre più anormale.  Quindi perché non provarci? Tanto è gratis!
"Ditegli di continuare a sognare, ditegli di resistere..." (Cit. Stefano Benni)

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

Francesca Neri si racconta a Effetto Notte

PUGLIA | "La vita in comune", il nuovo film di Edoardo Winspeare

AMORE E SALENTO PROTAGONISTI DEL NUOVO LIBRO DI CATENA FIORELLO

giovedì 5 maggio 2016

Beyoncé - Love On Top

Beyoncé - Halo

LE AMICHE CHE NON HO PIÙ Lucia, Federica, Roberta di Francesca Carollo. Postfazione di Luciano Garofano



In appendice un vademecum di buoni comportamenti, “Linee guida in caso di persone scomparse”, a firma del generale Luciano Garofano, ex comandante del RIS di Parma, esperto di investigazioni scientifiche.

«Secondo l’ultima relazione semestrale del Commissario Straordinario per le Persone Scomparse, ammontano a 31.372 le persone ancora da rintracciare, dileguatesi tra il 1974 e il giugno del 2015. La tendenza, purtroppo, registra un costante e preoccupante aumento: nei primi sei mesi del 2015, infatti, sono state presentate quasi ottomila nuove denunce e solo nel 2014 sono scomparse 5.364 donne, di cui 1.028 non sono state ancora ritrovate. Inoltre, secondo gli stessi dati, sono circa 200 le possibili vittime di reato […]». (dalla Postfazione di Luciano Garofano)

«Ho scritto questo libro non per accusare qualcuno, ma per tentare di proteggere qualcuno. L’ho scritto perché le donne si ricordino sempre di tenere gli occhi ben aperti, quando qualcosa non va con i loro mariti, con i loro compagni o, più semplicemente, perché sappiano sempre essere vigili. La mia esperienza nella cronaca – e queste tre inchieste ne sono testimonianza – mi porta ogni giorno a osservare con attenzione quanto succede attorno a me, alle mie amiche, alle donne delle storie che seguo, e a riflettere su quanto siamo esposte, spesso senza rendercene conto, a pericoli. Non è un monito, il mio libro, ma lo specchio di un pezzo del nostro Paese, in cui non siamo abbastanza tutelate. C’è del giallo, c’è inchiesta, c’è racconto di verità a cui ho assistito, ma soprattutto c’è cuore».
«Lucia era un’impiegata di banca, Federica era una pornodiva, Roberta una mamma e una moglie. Di Roberta non si può dire che “fosse” o che “fosse stata”, perché di Roberta non si sa più nulla. Potrebbe anche essere ancora viva, ma per ora Roberta non “era” e non “è” più nulla. […] Di due di loro, appunto, si conosce la fine. Il corpo di Lucia è stato ritrovato e la sentenza per omicidio e soppressione di cadavere è stata emessa. Il corpo di Federica è riemerso da un lago e si attende il giudizio definitivo a carico di uno psicopatico pluriassassino. Invece Roberta è scomparsa, lasciando tracce praticamente nulle che a fatica possono indurre a pensare a una fuga volontaria. La sua presenza si è estinta all’improvviso, senza alcun preavviso drammatico particolare… Anzi, la donna, prima di scomparire, ha lasciato segni del tutto banali, resti di vita quotidiana ordinaria: una lista della spesa incompleta sul tavolo della cucina, un pigiama rosa indossato come ultimo indumento. […] Ci sono affinità profonde, talvolta inquietanti, tra le storie di Lucia, di Federica e di Roberta. Storie di vita comune che diventano celebri per la cronaca, ma restano comuni per chi continua a frequentarle, anche se non ci sono più…». Francesca Carollo prova a raccontarcele, prendendoci per mano e conducendoci attraverso un campo minato, interrogandosi – e interrogandoci – sui mille significati della parola “femminicidio”; perché: «Anche se queste tre donne non le conoscevo, e non si conoscevano tra loro, io sto dalla loro parte. E non sto dalla parte dei loro aguzzini… Perciò le chiamo amiche. E poiché sono amiche che non ho più, poiché continuo a occuparmi di loro testimoniando il seguito dei processi che riguardano le loro scomparse, come portando ogni giorno un fiore alla loro memoria, qui le voglio ricordare riproducendo fedelmente la cronaca, ma uscendone anche, e aggiungendo, dove mi sarà concesso, le verità del cuore che la televisione non può raccontare per ragioni di tempo».

Francesca Carollo è inviata e volto storico di «Quarto Grado», programma televisivo in onda in prima serata ogni venerdì su Rete 4. È nata a Thiene, in provincia di Vicenza. Dopo la laurea in Giurisprudenza, nel 2002 si trasferisce a Bruxelles, dove lavora per un anno al Parlamento Europeo.
Giornalista professionista dal 2008, ha lavorato come autrice e caporedattrice a «TVModa», passando quindi alla redazione di «Studio Aperto».  Tra il 2012 e il 2015 è stata inviata per «Mattino Cinque», «Pomeriggio Cinque», «Domenica Live», «Segreti e Delitti». Collabora inoltre continuativamente con il programma «Quinta Colonna». Ha un blog nel portale «Tgcom24» di Mediaset: www.diariodiunagiornalista.com

lunedì 2 maggio 2016

Azealia Banks - The Big Big Beat

LA LUNA E I FALÒ di Cesare Pavese (Einaudi). Intervento di Chiara Evangelista



Non importa da dove si viene ma dove si vuole arrivare. Eppure chi siamo è il frutto di ciò che siamo stati e per fare un passo avanti bisogna necessariamente farne due indietro. Perciò Anguilla, il protagonista del romanzo, ritorna nel suo paese natio per comprendere se il tempo, in quel luogo abbandonato da Dio, sia stato clemente ma ogni cosa cambia cambiandoci. Ciò che c'era prima, ora non c'è più. Il romanzo è montato come un continuo andirivieni tra il piano della contemporaneità e il piano del passato creando un senso di nostalgia e malinconia nel lettore. Il protagonista ha cercato altro altrove, ha lasciato il suo paese per il Paese (l' America) ma dopo numerosi viaggi comprende che "tutto il mondo è paese". Si va per andare o si va per ritornare?  La luna e i falò è l' ultimo romanzo dell' autore.  "Non conviene tentare troppo gli dei..."(C. Pavese)

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Next Questions — Pyper America

sabato 30 aprile 2016

THE BOOKMAKERS

Marco D'Amore e Salvatore Esposito: "Gomorra è un luogo della coscienza"

Prince. Schiavo del ritmo di Liz Jones con un’introduzione di Eddy Cilìa e la postfazione e cura di Davide Sechi (Odoya)



Nel 1977 un timido adolescente con una voluminosa pettinatura e un sacco di grinta e determinazione firmò un contratto con una casa discografica. Nel corso dei vent’anni successivi sarebbe diventato uno degli artisti più significativi della musica di fine millennio, un artista che avrebbe cambiato il volto stesso della cultura popolare. Molti anni dopo, l’uomo che un tempo si faceva chiamare Prince sta ancora facendo musica, e fa ancora notizia. Ha attraversato le barriere che separano le razze e i sessi, scrivendo più di mille canzoni sull’argomento. Ha creato un sound tutto nuovo, basato su un originalissimo crossover di stili, guadagnandosi la reputazione di live performer da leggenda. Ha sposato una giovane ballerina ed è diventato padre... La biografia più venduta al mondo del Principe di Minneapolis. Liz Jones entra nelle segrete stanze di Paisley Park per un’intervista esclusiva nella quale Prince parla con franchezza della propria personale battaglia contro l’industria discografica, delle amanti, degli affetti e del modo in cui realizza musica. Numerose interviste a membri della sua famiglia, amici, colleghi musicisti, produttori, ballerini e manager gettano nuova luce su quella che è l’icona forse maggiormente fraintesa e per certo più sfuggente dei nostri tempi.

Liz Jones, scrittrice e giornalista inglese, vive a Brushford (UK). Senior editor dell’edizione inglese di Marie Claire, del Sunday Times e del Sunday Evening, cura alcune rubriche di successo sul Daily Mail e sul Mail on Sunday. Il suo diario-cronaca Il matrimonio di Liz Jones (Tea 2008), tradotto in molte lingue, ha ottenuto un enorme successo di pubblico.
Eddy Cilìa, scrive di musica dal 1983. Autore di numerosi volumi fra i quali Post rock e oltre (Giunti 1999; con Stefano Bianchi), Rock - I 500 dischi fondamentali (Giunti 2002; con Federico Guglielmi) e Scritti nell’anima (Tuttle 2007), è redattore de Il Mucchio e collabora a Blow Up e Audio Review.
Davide Sechi, è un giornalista professionista che si occupa di comunicazione pubblicitaria e media. Collaboratore di riviste musicali quali Rockstar e Beat, redattore della webzine www.ondarock.it

giovedì 28 aprile 2016

CONVOCAZIONE CONFERENZA STAMPA DOMANI A ROMA 29 APRILE 2016
























DOMANI 29 aprile 2016 ore 11,30 a Roma presso la Sala Meeting Ivory dell'All Time Relais e Sport Hotel di via Don Pasquino Borghi 100 (l'ingresso con parking zona Mostacciano Eur in via Domenico Jachino 181) è convocata la conferenza stampa di presentazione della prima in Italia LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI ACHILLE D’ANGELO - GIACOMO CATINELLA “ – FACOLTÀ DI SCIENZE TRADIZIONALI ED ESOTERICHE, DIPARTIMENTO UNIMOSCOW.
Interverranno accanto al Preside Dr. Valentino Zanzarella, il Vice Preside Dott. Stefano Donno, e il Senato Accademico Dott.ssa Eleonora Sorrento, e Dr. Daniela Pispico  i docenti il Prof. Dott. Roberto Pinotti, il Prof. Dott. Luigi Pruneti, il Prof. Dott. Daniele Piccirillo, il Prof. Dott Adolfo Panfili, il Prof. Dott. Maurizio Armanetti, la Dr. Prof.ssa Grazia Piscopo

Professione professore, Cordialmente 1983 con Enza Sampò e Gianclaudio L...

Immaginario Festival 2010 Enza Sampò.mp4

'Lo strano viaggio di un oggetto smarrito' di Salvatore Basile

mercoledì 27 aprile 2016

Musical Beers with Ryan Reynolds and Katie Holmes

Katie Holmes Shows Off Her Beyoncé Super Bowl Halftime Show Moves

Manuale pratico di giornalismo disinformato, di Paolo Nori (Marcos y Marcos). Intervento di Nunzio Festa



'Nnaltro' libro pazzesco. A 30 secondi di lettura al massimo, trovi un brivido di stupore. Nori usa la lingua come una fisarmonica, no... no... no...: trasforma la lingua italiana in questo strumento. Il solito Ermanno Baistrocchi ci racconta delle sue brave lezioni di "Giornalismo disinformato", una specie di scuola di scrittura creativa e ricreativa. Ma mentre deve raccontarlo, per obbligo forse di legge s'intuisce da subito, a qualcuno in particolare. Perché qualcosa di strano davvero è accaduto. Un avvenimento che, ma molto vagamente, sa di giallo. Come si capisce all'inizio ma - ovvio - meglio alla fine del romanzo: ché nelle cucina d'Ermanno Baistrocchi era steso un morto! Mentre l'assillo lavorativo era di scrivere il nuovo romanzo commissionato dal suo editore. Operazione di mestiere, però, che questa volta Baistrocchi non riusciva proprio a farsi scendere in gola. E rimandava la stesura del libro, rinviava il tempo della scrittura. Davvero? Quando, dopo la prima esperienza con il giornale di sinistra "La canaglia" aveva anche accettato una proposta di collaborazione giornalistica al destro "La marmaglia". (Allora i redattori del primo, certo, l'avevano debellato dall'elenco dei sostenitori attivi del loro giornale militante). Facendo, però, il giornalismo disinformato che poi spiegava al suo gruppo di partecipanti alla scuola, di giornalismo disinformato. Per intenderci meglio, fra le caratteristiche del giornalismo disinformato ci sono pure le interviste alla gente 'normale' e dire sempre le cose che non si possono dire. Ecco, nuovamente, l'epos del quotidiano. Parmigiano (con due 'p'), il nostro autore, fine traduttore di classici e meno classici russi, inventore di collane editoriali "atipiche", capace d'inventarsi per esempio un romanzo come "La banda del formaggio" - Marcos y Marcos, Milano, 2013 - qualcosa sul suo spazio telematico l'aveva anticipato. Ma quando prendiamo tutto assieme, vediamo trasformarsi in opera letteraria una dichiarazione del Nori: "Quando ho cominciato a scrivere avevo il computer su un tavolo che era contro un muro, e scrivevo guardando questo muro e la mia attenzione era tutta verso l’alto, il triangolo che percorrevo per ore, nella mia testa, era tra me, il computer e il cielo della letteratura dal quale cercavo di attingere quelle parole, quelle espressioni, quella sintassi che avrebbero fatto di me un maestro di stile, e scrivevo in una lingua dalla quale non si capiva, non si doveva capire, che io ero di Parma, nel cielo della letteratura non c’era Parma, non c’eran confini comunali, provinciali, regionali, c’eran delle altre cose, c’era il premio Nobel, c’eran dei busti un po’ impolverati, c’era la legge Bacchelli e dietro, là in fondo, c’era la crusca, e i cruscanti, che si intravedevano appena ma restava il dubbio sulla loro natura a metà tra l’umano e il divino. Dopo sei mesi circa che scrivevo tutti i giorni con questa aspirazione al cielo della letteratura, mi hanno invitato a una rivista (si chiamava Il semplice) dove, per capire se i racconti erano belli o no, li leggevano ad alta voce, e io, quando son tornato a casa ho provato anch’io a leggere le mie cose ad alta voce e pian piano le cose che scrivevo si sono macchiate della lingua del posto dove le scrivevo (Parma), e le cose da scrivere non mi venivan più dall’alto, mi venivan su da tutte le parti e quel triangolo lì, io – computer – cielo della letteratura, è diventato un triangolo con un vertice infinito, è diventato io – computer – mondo, credo che grossomodo sia successo così". Come non leggere questo minutarista?

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