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sabato 6 luglio 2013
venerdì 5 luglio 2013
giovedì 4 luglio 2013
Jack Vance , IL CICLO DELLA TERRA MORENTE ovvero La terra morente, Le avventure di Cugel l'Astuto, La saga di Cugel , Rhialto il meraviglioso (Fanucci)
Lo scrittore statunitense Jack Vance, è
considerato uno dei re del fantastico. Autore pluripremiato, con traduzioni in
ventisette lingue, ha scritto oltre sessanta libri, la maggior parte dei quali
inseriti in saghe fantasy e fantascientifiche: i più famosi sono i quattro
volumi del ''Ciclo della Terra morente'' che tornano finalmente in libreria. Il
ciclo, ispirato ai lavori di C.A. Smith, comprende due collezioni di racconti e
due romanzi. L’ambiente narrativo è sempre lo stesso, un’era futura lontana in
cui il sole è ormai una debole fiaccola e la Terra gli rotola attorno, stanca e
popolata da un’umanità cialtrona e violenta che si trascina sullo sfondo di
città decadenti visitate di tanto in tanto da stregoni, demoni, avventurieri e
altre figure fantastiche abilmente create dal genio dell’autore.
La terra morente (pp. 176 - € 9.90 -
Traduzione di Maria Teresa Aquilano e Roberta Rambelli)
Il primo capitolo del ciclo La Terra morente è ambientato
in un futuro remoto in cui il crepuscolo della Terra ormai giunta alla sua fine
pervade ogni cosa, anche la mente degli uomini, condizionandone emozioni e
sentimenti. In una realtà cupa e corrosa dal tempo, la popolazione umana si
riduce ogni giorno sempre di più, sopravvivendo in strutture un tempo lussuose
e ora decadenti. Strane figure ormai indistinguibili si muovono come zombie:
avventurieri e stregoni, esseri umani e non umani, mostri grotteschi terreni e
soprannaturali. La scienza è stata sostituita da un miscuglio di magia e
tecnologia, con regole, formule e leggi tutte nuove. Il passato è un ricordo
tenebroso che pochi cercano di riscoprire, occupati a vivere un tempo che
scorre lento ma inesorabile.
Le avventure di Cugel l'Astuto (pp. 224 - € 9.90 - Traduzione di Maria
Teresa Aquilano e Roberta Rambelli)
La fine della Terra è vicina e gli abitanti ne sono
perfettamente consapevoli: alcuni sono ormai rassegnati, altri, come Cugel
l’Astuto, cercano un riscatto, intraprendendo avventure
pericolose spinti dal desiderio sfrenato di tentare il tutto per tutto per
sfidare il tempo e la realtà, in vista di una fine imminente. Costretto dal
Mago Beffardo Iucounu ad affrontare l’audace missione di appropriarsi di una
lente magica che permette di vedere il Sopramondo, Cugel parte per il primo di
una lunga serie di viaggi lontano da casa, durante il quale sfiderà il Mago
Beffardo e gli strani e squallidi abitanti di un villaggio in cui ogni cosa
sembra irreale... ma il ritorno alla Terra appare quasi impossibile e il tempo
che resta è ormai agli sgoccioli.
La saga di Cugel (pp. 352 - € 9.90 -
Traduzione di Maria Agnese Grimaldi)
Cugel l’Astuto, personaggio ambiguo e nello stesso tempo
attraente, siede sconsolato su una spiaggia lontanissima da casa, dall’altra
parte del pianeta sulla costa di Shanglestone. Il suo unico obiettivo, anche
questa volta, è tornare e vendicarsi del Mago Beffardo, unico responsabile del
suo secondo esilio. Per farlo, però, sarà costretto ad affrontare ostacoli
d’ogni genere e una serie straordinaria di avventure a bordo di una nave
mercantile, come responsabile della manutenzione dei vermi marini giganti. Solo
il ritorno nella terra di Almery potrà permettere a Cugel di mettere in atto la
sua vendetta, ma la strada è lunga e la vita sulla nave riserva difficoltà e
innumerevoli pericoli.
Rhialto il
meraviglioso (pp. 256 - € 9.90 – Traduzione di Gianluigi Zuddas)
Il gruppo di maghi di cui fa
parte Rhialto vive nel Ventunesimo Eone, nella Terra del lontanissimo futuro,
quando il Sole è ormai alla fine del suo ciclo vitale. Dotati di enormi poteri,
i maghi hanno fondato un’associazione per proteggere i loro interessi dagli
attacchi esterni, in una realtà sempre più precaria e decadente. Il vanitoso e
altezzoso Rhialto è vittima delle macchinazioni del collega Hache-Moncour, e
deve darsi da fare per salvaguardare i rapporti con gli altri maghi ed evitare
di perdere per sempre le pietre magiche fonti di molti dei suoi poteri. Per far
ciò, intraprenderà un viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca dei Principi
originari che in passato hanno fondato il codice di condotta dei maghi, in una
dimensione al limite tra sogno e incubo.
Jack Vance nasce in California nel 1916. Dopo aver svolto i lavori
più disparati, si iscrive all’università di Berkeley, ma non termina gli studi.
Si arruola nella marina mercantile all’inizio della Seconda guerra mondiale e
in questo periodo inizia a scrivere i primi racconti che hanno poi composto il
ciclo La Terra morente. Ha vinto numerosi premi, tra i quali: il Premio Hugo,
per tre volte, il World Fantasy Award, per due volte, e il Premio Nebula.
Nota per il lettore - "Rhialto il meraviglioso" è
un'opera indipendente da "La Terra morente" e può essere letta
separatamente. "La saga di Cugel" è il seguito di "Cugel
l'astuto" (la seconda parte di "La Terra morente") ed inizia nel
punto preciso in cui quella terminava. Tuttavia anch'essa può essere letta
autonomamente.
Traduzioni di Maria
Teresa Aquilano e Roberta Rambelli e Gianluigi Zuddas € 9.90 ciascuno
In libreria – 11
luglio
mercoledì 3 luglio 2013
RUTULI’ DI DARIO MUCI (LUPO EDITORE) LIVE IN CONTRADA ARAGONA (TUGLIE) DOMENICA 7 LUGLIO 2013
L’Arci Tuglie, in occasione della
ricorrenza di Santa Maria Goretti, anticipa una delle tappe del Festival “Chè
ca canta storie”, ospitando Dario Muci e l’anteprima del suo nuovo lavoro
discografico “Rutulì – Barberìa e canti del Salento” edito da Lupo Editore.
L’evento si svolgerà in contrada Aragona (all’ingresso di Tuglie venendo da San
Simone) con la cornice di uno dei luoghi più antichi e suggestivi della città, la masseria Aragona e la chiesetta di San
Girolamo, eretta nel 1696 e ormai in uno stato di totale abbandono. Prima
del concerto di Dario Muci, alle ore 21:00, ci sarà un omaggio a Don Dante
Garzia che, con una petizione pubblica, bloccò la lottizzazione dell’area che
ne avrebbe cancellato per sempre il sito storico. Un’analisi storica e più
approfondita verrà esposta da Raimondo Rodia e la serata sarà presentata dalla
giornalista Federica Sabato. Alle domenica 7 luglio 2013 ore 22:00 si apriranno
“le danze” con il concerto di Dario Muci
che presenterà il suo ultimo progetto discografico. RUTULI’ Barberìa e canti
del Salento, è un omaggio agli Ucci (cantori di Cutrofiano) e al repertorio
suonato nelle sale da barba del Salento.
Rutulì - Barberìa e canti del
Salento (Lupo editore). Rutulì rappresenta solo una piccolissima
parte del complesso e variegato patrimonio popolare e contadino. Una forma di
riproposta in cui gli arrangiamenti originali e i testi tradizionali convivono
perfettamente e rendono lo spettacolo dal vivo un’esperienza nuova e
coinvolgente lontana dallo stereotipo musicale estivo e spettacolarizzato. I
canti riproposti fanno parte di quel repertorio della tradizione orale che
attraversa l’Italia, arriva nel Salento, punta a sud, e che raccoglie
soprattutto un cospicuo repertorio di canti narrativi che proviene
prevalentemente dal nord Italia, tipico delle zone alpine. Oltre ai canti hanno
una loro forte presenza gli strumenti a corda, come un fado portoghese o un
classico napoletano. Così come fondamentali nel contesto di questo nuovo
progetto musicale la chitarra e il mandolino, che sono strumenti principi della
barberìa, ovvero la musica delle sale da barba, saloni. Dei veri e propri
salotti dove si potevano anche ascoltare le novità della musica colta, oltre al
repertorio classico di ballabili e serenate.
Hanno suonato alcuni dei
musicisti più raffinati del Salento che hanno accompagnato le voci maschili che
più rappresentano l’identità canora di questa terra: Antonio Calsolaro (arrangiamenti
chitarra e mandolino), Massimiliano de Marco (chitarra, voce), Vito de Lorenzi
(tamburi del Salento), Roberta Mazzotta (violino), Marco Bardoscia
(contrabbasso), Rocco Nigro (fisarmonica), Andrea Doremi (tuba), Antonio
Castrignanò (voce), Giancarlo Paglialunga (voce), Claudio “Cavallo” Giagnotti
(voce), Cosimo Giagnotti (voce). Il disco è interamente dedicato a Uccio
Aloisi, Uccio Bandello e Leonardo Vergaro
Dario Muci - Musicista di musica popolare e ricercatore di
tradizioni orali, Dario Muci, ripropone la cultura musicale Salentina dal 1997,
collaborando con i gruppi più rappresentativi della sua terra (Officina Zoè,
Uccio Aloisi, Salentorkestra, ecc.). Discepolo del maestro Luigi Stifani di
Nardò (barbiere violinista e massimo informatore sul “Tarantismo” in Puglia)
continua a riproporre gli antichi canti acquisiti direttamente dagli anziani,
dai testi etnomusicologici e dalla continua ricerca sul campo. Considerato una
tra le voci giovani più interessanti del panorama tradizionale salentino, ha collaborato
anche in progetti jazz, world ed elettronica cantando con: Paolo Fresu, Ernst
Reijseger, Paolo Vinaccia, Raffaele Casarano, Tenores de Orosei, Marco
Bardoscia, Giorgio Distante, Valerio Daniele, Justin Adams, Julde Camara, Paolo
Rocca, Fiore Benigni, Andrea Stocchetti, Mirko Signorile. Parallelamente alla riproposta è impegnato
alla realizzazione di un secondo volume di materiale etnomusicologico, frutto
di una lunga ricerca sul campo.
Info
martedì 2 luglio 2013
Zoo a due di Marino Magliani e Giacomi Sartori con prefazione di Beppe Sebaste (Perdisa Pop). Intervento Nunzio Festa
Andiamoci piano. Perché il
pregiato libro che abbiamo sotto le mani va ‘descritto’ con meticolosità;
almeno nella dose usata da chi l’ha fatto: dagli autori dei racconti che lo
compongono, all’autore della prefazione ai professionisti tutti dell’editrice che
l’ha portato in stampa. Intanto – appunto - la copertina, di “Zoo a due”,
firmato da Marino Magliani e Giacomo Sartori. Perché è sviluppata su un disegno
d’Andrea Pazienza. Dove due volatili in bianco e nero si coccolano appoggiati a
un ramo. Evidentemente a simboleggiare l’amore. Ma potremmo (pure) allargarci
indicando, quale emozione e sentimento, insomma un (po’) valore, persino
l’amicizia. Mentre la prefazione dello scrittore Beppe Sebaste, competente e
impeccabile come un riuscito saggio breve – a presentare la voglia di vivere
del volume. E Sebaste, sia chiaro, indugia soprattutto su un elemento. Insomma
ci tiene a spiegarci, precisare che il motivo del libro appartiene al catalogo
delle forze storiche della letteratura. L’animale non è che uomo in sedicesimi.
Oppure il contrario. O, detto in maniera più rozza, ogni vicissitudine che gli
animali dimostrano di sopportare e portare a noi la conosciam bene in quanto fa
parte delle nostre stesse vite. Non per niente, lo scrittore Beppe Sebaste
parte citando scrittori che non sono “classici” per vezzo delle critica, ma
sono considerati tali da chiunque apra un loro romanzo. Da Tolstoj a Kafka.
L’antologia è formata da sedici racconti; quattordici brevi di Sartori e due
più lunghi di Marino Magliani. Il libro è aperto da “Pipì”, di Giacomo Sartori,
storia d’un cane che racconta il suo legame col padrone, un barbone che gli
vuole tanto bene. Ma sono le due novelle di Magliani a fare da controcanto a
tutti i personaggi, sempre del mondo animale, che passano nello scorrere della
raccolta di voci. Dopo aver lasciato il canarino nella sua sicurissima gabbia,
incontriamo, per fare solamente qualche esempio delle micro-storie di G.
Sartori, una formica che un giorno esula dal compito di seguire tutte le
indicazioni del collettivismo formichista. Per una volta si sposta dalla massa
che esegue militarmente. Raccontandoci in prima persona che si prova
nell’impresa. “Se fosse durata sarebbe stata la quinta estate sotto le palme.
Ma il padrone teneva le bestie solo per un periodo e poi le abbandonava. E un
giorno toccò anche a Cobre”, è l’incipit del primo dei racconti di Magliani.
Quello del cane che tenta di tornare dal suo padrone, lungo la costa ligure
madre dell’autore. Che troverà quello dell’altro cane, il figlio, in cammino
nella risalita contraria. La penna è quella del Magliani in stato di grazia,
che con “Quella notte a Dolcedo” aveva incantato. La scrittura di Giacomo
Sartori deve invece fare i conti, giustamente, con la difficoltà di non cedere
alla barzelletta: traguardo raggiunto grazie all’invenzione d’un orso polare
freddoloso della stessa squadra dell’unicorno abitante d’un libro eccetera. Un
libro, insomma, su paure, desideri e ambizioni tutte umane. Nel manifestarsi di
sentimenti certamente animali.
Muddhriche di Mino De Santis (Ululati, Lupo editore) visto da Vittoria Coppola
Salento, voce e canto. Non solo
parole, quelle di Mino De Santis. In lui sono racchiusi pezzi di cuore legato
ad una terra rossa e carnosa. Il cantautore salentino è appena tornato con
“Muddhriche”, album prodotto dalla giovane etichetta musicale Ululati, dopo
Caminante (2012). Mino De Santis si fa ascoltare, con voce piena e puntuale
quanto le sue idee, che si traducono in testi ricchi di significato, storia e
senso di vita. In lui e grazie a lui, vive il Salento. Non quello che balla
quando suona un tamburello, ma quello che danza al ritmo naturale della vita,
che scorre attraverso gli anni, incontra preti, “pizzoche” e “sbergugnate”. Ed
ha sempre tempo per l'amore, il cuore. Il corteggiamento. E c'è l'incanto della
natura, degli ulivi pieni di nodi, dalle bellissime fronde. Ci sono i fichi e
le mandorle. E nella bocca arriva il sapore della semplicità, quella sublime. Tanto
di più viene nella mente, se si lascia aperta la porta del cuore e ci si lascia
andare al canto. È un grande ritorno, quello di Mino De Santis. Il tempo
danzerà assieme a lui e ci coinvolgerà uno per uno. Mino De Santis lo sa: siamo
tutti - ma proprio tutti - sullo stesso palco. E briciola dopo briciola si
assapora il pane, simbolo unico di dignità.
lunedì 1 luglio 2013
domenica 30 giugno 2013
sabato 29 giugno 2013
“Vota Socrate” … per smascherare l'ignoranza e diffondere l'amore per la ricerca e il vero sapere. Il libro ethos/compatibile di Ada Fiore edito da Lupo
Nell’atrio
del Castello di Corigliano d’Otranto il 30 giugno 2013 sarà presentato ore
20,30 il libro di Ada Fiore (Sindaco del Comune di Corigliano ) edito da Lupo
editore dal titolo “Vota Socrate”. Interverranno insieme all’autrice il
filosofo Mario Carparelli, il magistrato Roberto Tanisi, l’Avv. Gianluigi
Pellegrino, l’assessore alla cultura Dott.ssa Dina Manti. Modera l’incontro il
Dott. Rosario Tornesello (caposervizio cronaca del Nuovo Quotidiano di Puglia)
"Corigliano d’Otranto pensa di essere
il paese più filosofico d’Italia. Ergo, lo è."
John Hooper, The Guardian
"Scommettere sul pensiero
per superare la crisi"
Repubblica
Ecco
quali sono i punti del programma al quale i lettori sono invitati ad aderire,
liberamente, in occasione della prima nazionale di “Vota Socrate” di Ada Fiore,
che si terrà il 30 giugno prossimo a Corigliano d'Otranto.
“Vota
Socrate” nasce mettendo a frutto un'esperienza unica nel suo genere, su un
territorio ad alta vocazione filosofica, “Vota Socrate” cerca di realizzare il
sogno di costruire una nuova umanità, un'umanità che “Smaschera l'ignoranza e
promuove l'amore per la ricerca e il sapere, si prende cura dei giovani,
rispetta le leggi e onora la giustizia, ricava ricchezza dalle virtù,
ricostruisce un mondo di veri valori”.
Tutto questo è “Vota Socrate”, un libro che
propone un pensiero innovativo, con radici salde che affondano nel pensiero
antico, per aiutare nel popolo dei lettori la maturazione di una svolta
'ethos'-compatibile.
VOTA
SOCRATE, Ada Fiore
E se un
giorno Socrate si fermasse davanti ai cancelli del Paradiso per discorrere di
vizi privati e pubbliche virtù con San Pietro? Ada Fiore, filosofa dell'era
2.0, immagina questo curioso e particolare siparietto, alle soglie del terzo
millennio, che vede coinvolti due dei massimi protagonisti, involontari, della
controversa querelle tra fede e ragione che anima il dibattito culturale e
filosofico da millenni. Socrate, dopo la morte, ottiene il premio della vita
eterna tra i meritevoli, ma un disguido gli impedisce di varcare la soglia
dell'Empireo e deve attendere più di 2400 anni perché qualcuno si accorga di
lui. E quel qualcuno, naturalmente, è proprio il custode delle chiavi, il santo
a cui il Cristo ha affidato la custodia del Regno dei Cieli. Da quell'incontro
casuale scaturisce un intenso e fitto dialogo sulla società dei nostri giorni,
sui mali di cui essa si alimenta quotidianamente e sull'incapacità del genere
umano di sfuggire al lento declino a cui sembra destinato. Con un'agile e
fruibile prosa l'autrice prende per mano il lettore e lo avvicina
all'affascinante mondo dell'arte del pensiero. La filosofia diventa così
scienza alla portata di tutti, che si apre alla verifica della quotidianità e
diventa strumento per la sua comprensione. Alternando alla narrazione estratti
dei testi originali, Ada Fiore ci introduce nel mondo e nel pensiero di
Socrate, filosofo tra i più significativi dell'Occidente e figura attualissima
che si distingue per l'integrità morale della sua vita.
Il
pensatore ateniese, più vivo che mai, sembra avere una risposta a ogni
preoccupazione di San Pietro, comprese quelle inerenti le pericolose derive
della politica nostrana. E se in mezzo a proclami elettorali e promesse di ogni
sorta, i politici contemporanei appaiono privi di proposte convincenti, il
"manifesto" di Socrate si caratterizza per la riscoperta di ideali a
lungo sopiti, che mettono in comunione, per una volta, i credi più disparati.
Arriverà,
forse, dalla filosofia il germoglio di speranza per un futuro roseo?
Ai
posteri, anzi agli avi, l'ardua sentenza.
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