Deepak Chopra, autore di numerosi bestseller, ti sta
invitando a divenire il leader di oggi: una figura che ha una visione e sa come
trasformarla in realtà. Deepak Chopra ha una notevole esperienza, avendo
insegnato leadership a personaggi della finanza e dell'economia per tanti anni.
I consigli di questo libro possono essere applicati a qualsiasi realtà
aziendale ma non solo in azienda: sono consigli validi anche in famiglia, nella
scuola, in politica, nella riunione di condominio. Chopra propone lo sviluppo
di 7 qualità del leader, indicate nell'acronimo: L-E-A-D-E-R-S. Dopo aver
identificato il tuo personale profilo dell'anima e i valori essenziali che vuoi
sviluppare, puoi usare queste sette abilità per permettere alla tua potenziale
grandezza di emergere. Soltanto dal livello dell'anima, sostiene Chopra,
vengono a crearsi i grandi leader. Una volta che la connessione è stabilita,
avrai accesso illimitato alle qualità più vitali che una guida possa possedere:
creatività, intelligenza, potere organizzativo e amore. Come ama affermare
Chopra, il leader è il simbolo dell'anima del gruppo.
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giovedì 2 agosto 2012
mercoledì 1 agosto 2012
TARANTAPATIA DI PIERFRANCESCO PACODA. DA OGGI IN LIBRERIA
Clip promo del volume Tarantapatia, le lunghe notti della
taranta di Pierfrancesco Pacoda
(Kurumuny/Affari Italiani editore 2012).
ARMANDO AL PANTHEON
“Nel lontano 1961 Armando Gargioli, approda, grazie al
consiglio di alcuni suoi amici commercianti, dalle parti del Pantheon e
precisamente nella Salita de’ Crescenzi. Al n° 31, rileva un vecchio
ristorante, un po’ demodè ed in crisi d’identità. Lo trasforma in una,
“Bottiglieria con cucina” a cui da il nome di “Armando al Pantheon”. Armando è
un cuoco eccezionale e ben presto, il piccolo locale, acquista una certa
notorietà. Le specialità della cucina romana eseguite nella loro pura ed
essenziale forma e supportate da materie di prima qualità, diventano un punto
di riferimento per gli amanti della tipicità romana. Negli anni settanta, ad
Armando, si affiancano i figli: il primogenito Claudio, studente universitario
e poi, l’ancora quattordicenne Fabrizio.
Sono tempi difficili, di crescita, ma ricchi di
soddisfazioni. Il locale è frequentato da personaggi della cultura e dello
spettacolo, ne citiamo alcuni come: il filosofo Jean Paul Sartre , i pittori:
Antoci, e Cascella , gli attori: Merli, e Grazioli, i registi: Citto Maselli e
Nanni Loy, grandi musicisti come: Nino Rota ed Astor Piazzolla ed ancora tanta,
tanta, gente, romani e no. Nella prima metà degli anni ottanta, i due fratelli
diversificano i loro ruoli e mentre Fabrizio si specializza nel servizio di
sala e nella conoscenza dei vini, Claudio si affianca al padre in cucina ed
apprende da lui tutti i segreti di quel mestiere. Con passione si dedica ad un
lavoro di ricerca culinaria che lo porterà alla rivisitazione di ricette
“Apiciane” (grandissimo cuoco vissuto alla corte dell’imperatore Tiberio circa
duemila anni fa) e a far nascere alcune specialità personali, sempre improntate
alla tradizione e alla tipicità romana. Passano gli anni, la società cambia, la
storia cambia ed anche per “Armando al Pantheon” sono tempi di lente ma
inevitabili trasformazioni; da semplice osteria con cucina, si migliora e
diventa un qualcosa di unico nel suo genere, un posto di ritrovo simpatico ed
accogliente dove chi lo frequenta, più che sentirsi un anonimo avventore, si
sente un amico. Armando si ritira dall’attività, per ragioni di salute,
all’inizio degli anni novanta, ma i due fratelli Gargioli continuano la
tradizione di famiglia. A settembre del 2003 entra a far parte dello staff, una
delle figlie di Claudio, Fabiana che, affianca lo zio Fabrizio nel servizio di
sala.
Sono cambiati i nomi, ma il tipo di persone che attualmente
frequentano il locale sono sempre le stesse: clienti per una volta, amici per
sempre. Noi di “Armando al Pantheon” ringraziamo tutta la nostra clientela,
quella passata e quella presente che, in tutti questi anni, grazie alla sua
presenza ed al suo incoraggiamento ci ha trasmesso la voglia, la gioia e la
volontà di fare sempre e meglio il nostro lavoro.”
Enoteca dell’Orologio
“L’Enoteca dell’Orologio nasce nel 1983, coronamento della
grande passione per i vini di alta qualità del Patron Graziano Bernini ed è
riconosciuto dalle guide gastronomiche più autorevoli.
Il locale Ristorante è disposto su due livelli con ampio
giardino e affaccia nella piazza principale della città di Latina ed ospita
frequentemente mostre ed eventi di carattere culturale. Ambiente di grande
impatto, moderno, professionale ed allo stesso tempo elegante, si presenta
ampio e spazioso su due piani e diviso in più sale. Arredato con cura, ben
illuminato e raffinat,o offre riservatezza e una soave armonia. Il menu dei
vini, ben curato, offre le principali selezioni delle etichette, realmente
disponibili in cantina, che rappresentano le principali aree enologiche
nazionali ed internazionali. La città di Latina è nata dove, fino a qualche
decennio fa, regnava la palude e la malaria. Ogni famiglia ha portato con sè la
propria tradizione culinaria: non è raro trovare case dove si cucina con la
stessa disinvoltura il couscous, il caciucco
o i cappelletti in brodo. L’Enoteca dell’Orologio è quindi libera di
proporre una carta non strettamente legata al “territorio”, pur usandone i
prodotti migliori, ispirata alla classica cucina italiana e a quella di tutti
gli altri paesi del Mediterraneo e non, nel rispetto dell’olio d’oliva.”
When the Press Fails by W. Lance Bennett, Regina G. Lawrence, Steve Livings (Chicago)
A sobering
look at the intimate relationship between political power and the news media,
When the Press Fails argues the dependence of reporters on official sources
disastrously thwarts coverage of dissenting voices from outside the Beltway. The
result is both an indictment of official spin and an urgent call to action that
questions why the mainstream press failed to challenge the Bush
administration's arguments for an invasion of Iraq or to illuminate
administration policies underlying the Abu Ghraib controversy. Drawing on
revealing interviews with Washington
insiders and analysis of content from major news outlets, the authors
illustrate the media's unilateral surrender to White House spin whenever
oppositional voices elsewhere in government fall silent.
Contrasting
these grave failures with the refreshingly critical reporting on Hurricane
Katrina a rare event that caught officials off guard, enabling journalists to
enter a no-spin zone When the Press Fails concludes by proposing new practices
to reduce reporters' dependence on power.
"The
hand-in-glove relationship of the U.S. media with the White House is
mercilessly exposed in this determined and disheartening study that repeatedly
reveals how the press has toed the official line at those moments when its
independence was most needed."
martedì 31 luglio 2012
Acqua e sale di Barbara Hendel e Peter Ferreira (Macro Edizioni)
|
Acqua e sale sono molto più che semplici elementi della natura o mere formule chimiche. Dopo anni di studi e analisi, sono raccolte in questo volume le conclusioni di una coppia di ricercatori sugli effetti terapeutici di questi due costituenti primigeni dell'universo.
In un linguaggio divulgativo comprensibile a tutti, si trovano qui illustrate le ultime conoscenze scientifiche in ambito di energia vitale, una delle quali afferma che «Ogni espressione della materia, ogni pietra, ogni pianta, ogni animale e ogni persona, è pura energia oscillatoria».
E se alla luce delle attuali conoscenze di biofisica interpretiamo la malattia come un deficit energetico, capiamo immediatamente cosa significhi nutrirsi con alimenti vivi e di buona qualità e come sia pure importante condurre una vita semplice e gioiosa; possiamo del resto anche intuire subito quali benefici effetti possiamo trarre da quegli accumulatori naturali di energia che sono l'acqua e il sale.
Un panorama completo di suggerimenti e consigli terapeutici a base di acqua e sale per numerose malattie come bronchite, asma allergica, influenza, otite, eczemi e problemi dermatologici, osteoporosi, artriti, disfunzioni del metabolismo, disturbi femminili, malattie dell'apparto genito-urinario ecc.
Una spiegazione accurata delle geometrie recondite della natura e dei processi bioenergetici che si dispiegano invisibili nella materia.
Milena Magnani con il suo Delle volte il vento a Sentieri a Sud 2012
Anche per questo 2012 si rinnova
l’appuntamento con la rassegna “SENTIERI A SUD”, dedicata alle produzioni e
agli attraversamenti culturali, tra musica e poesia, tra documentario e
racconto, tra cultura antica ed evoluzioni moderne: uno spazio di confronto su
vari temi in un luogo ricco di storia e di storie. “SENTIERI A SUD” nasce con
l’idea di condividere in uno spazio fisico e mentale, un luogo dell’anima che è
stato fulcro della vita di una comunità, impressioni utili a favorire una
maggiore conoscenza della cultura orale salentina e di coloro che sono oggi le
nuove voci narranti in questa “isola sonante”. Il terzo sentiero è per mercoledì 1 agosto 2012 alle ore 21,00 nelle
campagne di Kurumuny a Martano con "Delle volte il vento” di Milena
Magnani (Kurumuny Edizioni). Incontro e reading con l’autrice a cura di Anna
Chiriatti, Mauro Marino e Vincenzo Santoro accompagnati alla chitarra da
Armando Guit Serafinie e intervento musicale de ‘Upapadia “La Peronospora” live folk
rock originale salentino. Presenta
l’autrice Fulvio Colucci
DELLE VOLTE IL VENTO di Milena Magnani (Kurumuny). Illustrazioni Lucio
Montinaro. Dall'autrice del romanzo Il circo capovolto (Feltrinelli 2008)
Delle volte il vento fa uno
strano giro e genera destini nuovi, in rapido divenire. Un viaggio verso una
terra promessa che non c’è. L’approdo su una spiaggia di fuoco che è avamposto
di un altro domani e gabbia dorata di un’idealità perduta. La nostalgia del
ritorno compressa in mille ricordi sedimentati senza valigia e un Salento
sempre sospeso tra un passato e un futuro troppo lenti. In mezzo due donne
scandalosamente forti e radicate nel loro vissuto ma esposte a un’incertezza
nucleare. Un continuo misurarsi con l’orizzonte di un mare che unisce e divide,
esaspera la percezione, adultera i colori. Delle volte il vento. Lume è una
fervente comunista e seguace di Hoxha, incarcerata per dieci anni dal suo
stesso padre padrone per aver inteso il comunismo come punto di vista critico e
mai ortodosso. Questa donna senza più mondo arriva nel Salento, nel vuoto di
storia e di prospettive esistenziali e culturali dell'altra protagonista,
Carmelina. Arriva con altri albanesi in cerca di povere ricchezze, a caccia di
delusioni. Ma lei non è come gli altri: non è più in Albania ma non vuole
essere nemmeno in Italia. Non è più all'Est ma neppure all'Ovest, forse solo
nel mare, perché nel mare delle volte ci si può illudere di essere da qualche
parte senza essere veramente in nessun luogo. Lume rifiuta quell'Occidente che
è la negazione di tutta la sua vita e si accampa chiusa, difesa, recintata, in
faccia al mare. Senza parlare con nessuno, in una specie di autismo
politico-culturale. L'anomalia di questo comportamento così ostinato e diverso
da quello degli altri profughi affascina Carmelina, che intuisce una richiesta
profonda in quella radicalità. Una radicalità che è anche la sua, la radicalità
di chi non rinuncia a cercare qualcosa tra l'orizzonte e il nostro essere qua.
La tenerezza di un’amicizia fatta di molti ostinati silenzi, quelli di Lume,
arroccata in riva al mare, e di altrettanto ostinate parole, quelle di
Carmelina, per convincere, per smuovere, per salvare.
Info:
0832 - 801528
Alibi di Elsa Morante (Einaudi)
Tutte le poesie di Alibi sono poesie d'amore. Non importa
che l'amore sia immaginario o reale, è l'amore ad essere raccontato. Un amore
trattato e vissuto come un male, e insieme come la sola liberazione dal male.
Era il 1958 quando Alibi uscì per la prima volta. Fu accolto con curiosità,
Caproni e altri poeti lo recensirono, poi fu dimenticato per trent'anni.
Nell'edizione del 1988 si faceva già cenno a un prezioso incunabolo a cui
risalivano molte delle poesie di Alibi e in particolare a un testo inedito che
ne era «la cellula generativa». In questa nuova edizione curata da Cesare
Garboli, quel testo, dal titolo Narciso, viene per la prima volta pubblicato
così da offrire ai lettori e agli studiosi di Elsa Morante la possibilità di
penetrare nello sconosciuto laboratorio di una delle più singolari personalità
letterarie italiane Le poesie di Alibi sono poesie da album, ma un album
visitato da una tristezza veggente di chiromante pazza e disperata che
interroga, cieca, le linee confuse e arruffate del suo destino ma non sa
afferrarlo, perché quello che la tradisce e le manca è proprio il cinismo,
l'astuzia, il terra-terra del mestiere. Diversamente da ogni altro album di
poesie femminili, l'argomento di Alibi non è la memoria o il diario dei fatti del
cuore; protagonista è sempre il futuro, la conoscenza, la divinazione, la
spiegazione data a se stessa di un destino sempre più simile a una condanna e a
un inferno - e se c'è qualcosa che non finisce di sorprendere, in questo album
capovolto e mostruoso, è che la pitonessa che si arrovella sulle fatture e i
filtri, e fa versi simili alle cantilene e ai sortilegi che accompagnano la
magia, non smette per questo di essere una ragazza sognatrice che vuole l'amore
e aspetta la felicità.
Ristorante Vecchia Aosta
“Il Ristorante è inserito nel
centro storico pedonale di Aosta, all'interno della Porta Pretoriana, antico
accesso alla città romana "Augusta Praetoria" fondata nel 25 a.C. dall'Imperatore
Augusto a difesa della strada di comunicazione con la Gallia e con i popoli del
Nord. Era anche una avamposto per controllare gli abitanti del luogo, gli
antichi Salassi, che vedevano di mal occhio la dominazione Romana. La Porta è uno dei reperti
storici meglio conservati dell'Impero Romano, che racchiude 2000 anni di
storia, e pertanto viene spontaneo domandarsi come sia possibile che vi sia
inserito un esercizio pubblico. La storia ci tramanda che già nel Medio Evo
questo accesso era presidiato da un nobile del luogo, il Signore di Quart, che
esigeva un dazio sul passaggio delle merci in transito, e che aveva fatto
erigere sul lato Nord una Torre a sua dimora, usufruendo dello spazio interno
alle due Porte. Pertanto era anche un punto di sosta per i viandanti che
percorrevano le strade impervie della Valle. Esistono documentazioni che
comprovano l'esistenza di una taverna, ed infine all'inizio del 1900 si
installò un posto di ristoro denominato "Trattoria Aurora" di cui
esistono ancora alcune lastre fotografiche dell'epoca. L'ultima
ristrutturazione risale al 1999, con l'apertura di una sala al secondo piano
avente una capienza di circa 40 coperti, che uniti a quelli del primo piano
disposti in tre piccole sale, e a quelli della Brasserie, si raggiungono circa
i 120 coperti. Inoltre nel periodo estivo conta di un grazioso dehors situato
nella piazzetta delle Porte con circa 30 posti a disposizione. La proprietà è
del Demanio e la cura è della Sovraintendenza dei Beni Culturali per conto
dell'Amministrazione Regionale, che disponendo dell'immobile pensò bene di dare
seguito alla tradizione affidandolo a privati per il proseguimento della
ristorazione, con la clausola di mantenerne alto il decoro. Per questo motivo e
per l'ambizione che ci spinge a dare il meglio di noi, si cerca di proporre una
cucina che segua il criterio di scelte regionali e stagionali, cambiando
periodicamente il nostro menu, non tralasciando le proposte tradizionali con
una tendenza alla cucina d'oltralpe dei nostri vicini Francesi.”
Cave du Vin Blanc
“In passato il Blanc de Morgex et de La Salle era commercializzato dai singoli vignerons, con produzioni peraltro modeste che non garantivano una presenza costante sul mercato né una corretta divulgazione della complessiva immagine vitivinicola. Alcuni stimoli interni, quali il giusto senso di orgoglio per le proprie tradizioni e la secolare abitudine al lavoro in gruppo nei villaggi alpini, ed esterni, quale la lungimirante azione di Don Bougeat, Parroco di Morgex fino al 1971, hanno dato spunto per la creazione della “Association des Viticulteurs”.
Nel 1983, a distanza di un decennio e sulle ceneri di questa, quale primo risultato della politica di sostegno e sviluppo della viticoltura valdostana attuata dalla Amministrazione Regionale, è stata fondata la Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle, che ha successivamente preso possesso dei locali della nuova sede di Morgex, tecnologicamente all'avanguardia. Nel primo decennio di attività di vinificazione la Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle ha raggiunto pressoché il raddoppio del numero dei soci, attualmente un centinaio, ed incrementato del 100% la propria produzione, ora quantificabile in 150.000 bottiglie annue: una ulteriore conferma del successo di un cammino intrapreso ridando vita a vitigni ormai abbandonati sulle pendici del Monte Bianco, nel desiderio di non lasciar morire una secolare tradizione dei luoghi. Certo, il dato produttivo può sembrare ridotto rispetto ad altre realtà vitivinicole, ma occorre ricordare che questo rappresenta oltre il 90% delle uve raccolte nei comuni di Morgex e La Salle, per un totale di 20 ettari di superficie, e, soprattutto, che le caratteristiche geomorfologiche del terreno presentano scarsa possibilità di espansione.”
Qui
lunedì 30 luglio 2012
ADOLF HITLER: ANALISI DI UNA MENTE CRIMINALE DI RICCARDO DALLE LUCHE E LUCA PETRINI (HOBBY and WORK)
Con questa monografia Riccardo Dalle Luche e Luca Petrini si
sono posti un obiettivo da far tremare i polsi: riassumere, approfondire e giudicare
tutte le teorie psicologiche e psicopatologiche che hanno tentato di
"spiegare" la mente di Adolf Hitler. Questi studi, frutto delle
ricerche di psichiatri statunitensi ed europei, si accompagnano inevitabilmente
alla storiografia sul Führer e il nazismo, in quanto le vicende del Terzo Reich
rinviano ad un "nocciolo" irrazionale che pervade sia la figura del
dittatore tedesco, sia l'entourage di cui si circondò, sia l'intero apparato
del nazionalsocialismo. La vita privata di Hitler è segnata da episodi di
indubbia rilevanza psichiatrica e si intreccia con quella, altrettanto
tumultuosa, della leadership del suo movimento: un connubio micidiale che non
solo ha prodotto un regime "delirante" (a dispetto del vasto consenso
popolare che l'ha sorretto per dodici anni), ma che ancora oggi si segnala come
caso estremo di follia al potere. Muovendosi agilmente tra biografia, affresco
storico, rievocazione aneddotica e interpretazione scientifica, il saggio di
Dalle Luche e Petrini compie un piccolo grande miracolo: esporre in modo nitido
l'interiorità misteriosa di un uomo e di un movimento che hanno tragicamente
segnato la storia del Ventesimo secolo.
Krishnamurti. Sintesi dell'insegnamento a cura di B. Ortolani (Edizioni l’Età dell’Acquario)
Il messaggio di Krishnamurti è rivolto alla liberazione
interiore dell’uomo, come premessa per apprendere l’arte di vivere. La nostra
esistenza quotidiana è come prigioniera di paure, ansie, problemi ma anche di
schemi mentali che in qualche modo ci mantengono in una condizione di stallo.
Tuttavia da sempre qualcuno si eleva al di sopra degli altri e si domanda se
esiste un modo per acquisire una consapevolezza superiore di spirito e
sentimento. Krishnamurti in queste lezioni, che tenne in parte negli anni ’30 e
in parte negli anni ’70, libera in tutta la sua forza di suggestione quel senso
di autonomia e sacralità dell’uomo che costituisce la cifra più alta e
peculiare del suo insegnamento, che ancora oggi fa adepti in tutto il mondo.
Krishnamurti nacque in India nel 1895 in una famiglia di
bramini, i sacerdoti della religione indù. In giovane età venne indicato dalla
Società Teosofica, che aveva la sua sede a Madras, come incarnazione del
ritorno della divinità sulla Terra. Krishnamurti però si allontanò da queste
posizioni, a cui rimproverava di rinfocolare la supestizione popolare, e
cominciò a diffondere il suo insegnamento attraverso innumerevoli discorsi
pubblici, che spesso avevano il sapore di happening, e fondando scuole di
formazione spirituale per i giovani. Krishnamurti morì nel 1986.
FLASHBOOK. LETTURE A CIEL SERENO
Chi l'ha detto che ai bambini si può leggere solo la sera,
prima di andare a dormire? Si può leggere sempre, in qualsiasi momento e in
qualsiasi luogo! Molto meglio se su una bella Piazza che s’affaccia sul mare al
tramonto. FLASHBOOK. LETTURE A CIEL SERENO – iniziativa ideata
dall’associazione MaMi (Mamme a Milano), insieme ai gruppi Facebook "Libri
e Marmellata" e "Letteratura per l'infanzia" – sbarca a Torre
Suda, nel cuore del Salento, grazie all’idea di Walter Spennato che, insieme a
Lupo Editore, e con la collaborazione dell’assessore alle Pari Opportunità
Maria Rita Vergari e la consigliera Annamaria Errico, con il patrocinio del
Comune di Racale, daranno vita a LUPI DI MARE RACCONTANO – quattro Flashbook
pensati per i bambini del luogo ma anche per i turisti che soggiornano nella
splendida marina ionica. I Flashbook sono degli incontri di lettura "dal
basso", un modo nuovo ed originale di avvicinare bambini e genitori al
mondo dei libri, attraverso la letture di favole e racconti. L’idea originale
del Flashbook LUPI D MARE RACCONTANO sta però nel fatto che le autrici si fanno
esse stesse lettrici per i bambini delle proprie favole, dei racconti che esse
hanno immaginato e scritto: un modo ancora più “intimo” per far entrare i
bambini all’interno della storia letta, ma anche l’opportunità per i genitori
di confrontarsi con le autrici dei libri.
Il primo flashbook si terrà martedì 31 luglio dalla
scrittrice-poestessa CARLA SARACINO che leggerà ai bambini il suo ultimo libro
Gli orologi del paese di Zaulù (Lupo).
Martedì 7 agosto saranno la scrittrice CHIARA LORENZONI e
l’illustratrice CHIARA CRINITI ad animare il secondo flashbook, dove la prima
leggerà alcuni brani tratti dal suo ultimo libro Attila e Adalberta (Lupo);
mentre la Criniti
entrerà con i bambini nel mondo dei disegni e delle illustrazioni.
Il terzo appuntamento è per venerdì 17 agosto, dove lettrici
locali leggeranno alcune delle favole e delle filastrocche pubblicate nei
meravigliosi albi giganti illustratissimi Un, due, tre Stella editi da Lupo.
Chiuderà la flash-rassegna la celebre scrittrice ELISABETTA
LIGUORI. L’appuntamento è per venerdì 24 agosto, con la lettura di alcuni brani
del suo attesissimo libro per bambini che in autunno sarà pubblicato da Lupo,
dal titolo Kora. Una storia a colori: una favola che è anche un po’ una storia
vera sul mondo delle adozioni, rivolta ai bambini ma anche agli adulti.
Tutti gli incontri di lettura si svolgeranno a Torre Suda
nell’Area Eventi alle ore 19.00.
Info
0832949510
USA TODAY CHARITABLE FOUNDATION. Intervento di Graziella Gardini (Direzione Sea Marconi Technologies)
Da un grande network televisivo statunitense come USA TODAY,
capace di generare enormi utili e di esercitare notevole influenza, non ci si
aspetterebbe interesse e cura per il prossimo. Ciò perché finanza e beneficenza
sembrano termini antitetici. Eppure proprio a questo giornale si deve una
splendida iniziativa che prende il nome di USA TODAY CHARITABLE FOUNDATION, il
cui obiettivo principale è quello di impegnare numerose energie provenienti da
diversi settori della società civile e dal governo americano per coinvolgere,
illuminare e ispirare gli studenti di oggi (sia a livello nazionale, sia a
quello internazionale, inclusi i paesi in via di sviluppo), formando inoltre
gli educatori del domani. La struttura è
attualmente alla costante ricerca di partner, come aziende private e
organizzazioni, che possano supportare la realizzazione di progetti educativi e
ad alto contenuto pedagogico, scientifico e culturale, per le scuole
elementari, per quelle secondarie, per
le università, cercando di mantenere costantemente alti coefficienti di
efficienza, sia attraverso l’utilizzo di adeguate infrastrutture, sia
attraverso programmi di formazione in grado di fornire informazioni tempestive
concernenti l'integrazione tra le diverse classi sociali di oggi.
Le risorse didattiche per questi programmi sono progettate
al fine di raggiungere i giovani e collegarli al mondo della vita reale, accrescendo la loro consapevolezza
all’interno delle comunità in cui vivono. Queste attività sono elaborate e
poste in essere a cura della fondazione, soprattutto perché esse possano
contribuire sempre di più a promuovere e sviluppare un pensiero critico e a
strutturare adeguate capacità analitiche nelle nuove generazioni. Gli studenti
imparano così a prendere decisioni condivise e sono incoraggiati ad applicare e
integrare ciò che viene loro insegnato. Gli obiettivi principali della
fondazione consistono nel motivare gli studenti a sviluppare la pratica
quotidiana dell’analisi delle informazioni, attraverso la lettura dei giornali,
in modo di tenersi al passo con il mutevole mondo che li circonda, fornire un
clima intellettuale per lo scambio di idee e ideali attraverso l'esplorazione di
informazioni pertinenti e tempestive, arricchire l'esperienza accademica degli
studenti mettendo a disposizione risorse adeguate per lo studio
interdisciplinare, incoraggiare il pensiero critico ed il “problem solving”,
offrire opportunità di sviluppo professionale. Questo è lo splendido lato
solidale dell’informazione!
Il sito è a questo indirizzo
domenica 29 luglio 2012
Come l'aria di Melinda Nadj Abonji (Voland) - traduzione di Roberta Gado
La famiglia Kocsis – padre, madre e due figlie, Nomi e
Ildikó – torna dopo anni in Voivodina, nel nord della Serbia, regione dove vive
la minoranza ungherese a cui appartiene. Questo è solo uno dei tanti viaggi di
ritorno alla propria terra che i Kocsis compieranno. Emigrati tempo prima in
Svizzera, dopo vari lavori precari, i Kocsis riescono a farsi una posizione
prendendo in gestione un’elegante caffetteria sul lago di Zurigo. Ma quello che
sembra il risultato finale di un lungo processo di integrazione si rivela solo
un’illusione. Con lo scoppio della guerra in Jugoslavia e il successivo arrivo
di profughi in Svizzera, riemergono tutti i problemi di identità che parevano
superati. Un romanzo sulla difficile ricerca di una nuova patria e nello stesso
tempo sul legame indissolubile con le proprie radici. E la voce è quella della
giovane Ildikó, che osserva con occhio ironico la storia della sua famiglia
mentre conduce una vita in bilico tra due realtà: quella svizzera a cui non è
mai davvero appartenuta, e quella della minoranza ungherese in Serbia a cui già
non appartiene più.
CONSORZIO DELLA DENOMINAZIONE DI SAN GIMIGNANO
“Il Consorzio della Denominazione di San Gimignano nasce con
il nome di Consorzio della Vernaccia di San Gimignano nel 1972 per volontà di
un piccolo gruppo produttori di Vernaccia, consapevoli dell’utilità e della
necessità dell’ aggregazione per una corretta gestione della denominazione.
Un’avventura a carattere privato, ma i cui effetti positivi si riversarono poi
a più livelli su tutto il territorio del Comune di San Gimignano. Erano in
nove: il principe Girolamo Strozzi Majorca Guicciardini, Ernesto Lorini,
Libanio Lucii, Jaures Baroncini, Concino Concini, Luigi Vagnoni, Giorgio
Marolli Furga Gornini, Alfredo Salini e con la presenza testimoniale dei
signori Franco Bagnai, Teresio Gassino, Pietro Lorini, Ascanio Biagini, Angelo
Cecchini, Ferriero Cecconi, Carlo Pertici, Franco Razzi, Luciano Bartolini e
Romano Borselli. Fin dalla nascita il Consorzio aveva ben chiari gli scopi per
cui veniva fondato e tali scopi ha perseguito con tenacia nel corso degli anni:
Valorizzazione dei vini e difesa della loro immagine.
Promozione del marchio.
Ricerca e sviluppo della qualità dei prodotti.
Proprio il lavoro attento e mirato del Consorzio che ha
operato, negli anni, in sinergia e simbiosi con vignaioli e mastri cantinieri
per far crescere la qualità delle produzioni, ha permesso di ottenere nel 1966 la Denominazione di
Origine Controllata: la
Vernaccia di San Gimignano è stato il primo vino in Italia a
potersi fregiare della denominazione, che nel 1993 è diventata una DOCG. Ancora
oggi l’impegno principale del Consorzio è volto alla valorizzazione
dell’immagine e dell’identità dei vini di San Gimignano, alla realizzazione di
iniziative commerciali e di marketing a sostegno della diffusione in Italia e
all’estero della Vernaccia di San Gimignano e del San Gimignano Rosso Doc, al
controllo, al monitoraggio ed al miglioramento qualitativo della produzione sia
delle uve che del vino. Su questo ultimo punto l’attività del Consorzio si è
maggiormente concentrata negli ultimi anni: l’obiettivo primario è la Crescita, intesa nel
senso più generale del termine e che coinvolge tutti i settori, dalla qualità
dei vini prodotti alla capacità professionale dei produttori, in vigna come in
cantina, ma anche nella vendita e promozione dei loro prodotti sui mercati
nazionali ed esteri. In questa ottica vanno lette le sperimentazioni condotte
in collaborazione con l’Università degli studi di Firenze e i cicli di incontri
organizzati con i soci, veri e propri seminari tenuti da figure competenti
nelle più svariate attività che con la produzione del vino hanno a che fare,
quindi agronomi ed enologi, ma anche esperti di informatica, di marketing, di
ricerche di mercato.
Fanno parte del Consorzio della Denominazione San Gimignano
77 aziende produttrici e/o imbottigliatrici di Vernaccia (tra cui due cantine
sociali che raggruppano altre 47 aziende produttrici di sola uva). La
produzione nella vendemmia 2009 delle aziende associate al Consorzio è stata di
3,1 milioni di litri (pari al 82,5 % del totale).”
BIRRA DEL BORGO
“1999 -2004: Comincio a far la
birra in casa come gioco, ma con il passar del tempo per me brassare diventa
sempre più un lavoro e sempre meno un hobby. Nasce così l'idea di produrre
"in grande". Abbandono il mondo della ricerca accademica e decido di
dedicarmi alla mia passione. Mi metto in viaggio per l'Europa alla riscoperta
degli antichi stili birrari: conoscere i vecchi mastri birrai tedeschi o gli
estrosi belgi è stato fondamentale per la mia formazione. In Inghilterra
assaggio le birre più interessanti, rappresentative di una cultura
completamente diversa dalla nostra comune idea di birra: le "real
ale", poco carbonate, molto corpose e tutte con sentori fruttati
avvincenti. Poi inizio ad avere esperienze su produzioni più ampie dei miei 30 litri casalinghi. Da lì
prendo il coraggio di lanciarmi nell'avventura di Birra del Borgo.
2005: Nasce ufficialmente Birra
del Borgo a Borgorose, un piccolo paese in provincia di Rieti, al confine tra
Lazio ed Abruzzo nella riserva naturale dei Monti della Duchessa. Nel Vecchio
Birrificio di Colle Rosso vedono la luce le prime birre che avranno un grande
successo e faranno conoscere Birra del Borgo in tutto il mondo: la ReAle, la DucAle, la Duchessa.
2007: BdB cresce. A maggio
festeggiamo per la prima volta ufficialmente il nostro "compleanno"
con il BdB Day. Il 2007 è anche l'anno di nascita del Bir e Fud di Trastevere,
il primo locale che ha portato a Roma un'idea diversa su come e perché bere
birra insieme al cibo. Insieme a Manuele Colonna e altri amici abbiamo voluto
dimostrare che il classico binomio "pizza e birra" poteva trovare un
nuovo significato accostando birre artigianali a ottime pizze fatte a regola
d'arte e ad altri piatti realizzati in modo semplice ma attento.
2009: Inauguriamo il Nuovo
Birrificio di Spedino, poco distante da quello già esistente, che resta il
nostro laboratorio per le sperimentazioni e i progetti più folli. Nello stesso
anno, in collaborazione con l'amico Teo Musso di Baladin e altri soci, apre
l'Open Baladin a Roma, a due passi da Campo de' Fiori: non un semplice pub, ma
una vera e propria "casa della birra" dove fare cultura birraia
proponendo le migliori birre artigianali italiane e straniere insieme ai piatti
– hamburger, carni, patate e panini, tutto fatto a regola d'arte e con le
migliori materie prime – curati da Gabriele Bonci. Qui trovate tutte le nostre
birre, compressa qualche chicca prodotta in edizione limitata.
2011: BdB vola Oltreoceano:
sempre insieme a Teo Musso e stavolta anche con lo zampino di Sam Calagione,
birraio dello statunitense Dogfish Head, inauguriamo la Birreria, il brewpub
all'ultimo piano di Eataly NY, in piena Manatthan. I newyorkesi impazziscono
per le birre artigianali made in Italy e per quelle realizzate all'interno del
locale, e scoppia ufficialmente la bdbmania anche negli States! Intanto, in
Italia non restiamo con le mani in mano: il Nuovo Birrificio si amplia con
nuovi tini di fermentazione e una nuova linea di imbottigliamento up to date!
Nel Nuovo Birrificio trova spazio
anche il Laboratorio di Controllo Qualità, il cui scopo è monitorare l'intera
produzione Birra del Borgo analizzando ogni lotto durante e dopo la fermentazione
per assicurarsi che il risultato finale sia quello desiderato. Tutte le birre
prodotte vengono sottoposte anche ad analisi sensoriale da parte di membri
dello staff e assaggiatori esterni nei panel taste settimanali. Altro obiettivo
fondamentale del laboratorio è lo studio dei diversi step del processo di
fermentazione e l'individuazione di ceppi autoctoni di lieviti per rendere le
nostre birre ancora più uniche.” (Leonardo Di Vincenzo)
sabato 28 luglio 2012
Il giardino dei Finzi Contini di Giorgio Bassani (Feltrinelli)
A Ferrara, la comunita israelitica e sempre piu minacciata
dalle leggi razziali. La famiglia dei Finzi-Contini reagisce conducendo una
vita appartata, in una grande e lussuosa villa. La loro proprieta e circondata
da un maestoso giardino, ammantato da un'aura di mistero. Albert e Micol, i
ragazzi della famiglia, decidono di invitare a giocare a tennis, a casa loro,
alcuni amici, per lo piu ebrei, estromessi dal circolo di tennis cittadino. Il
protagonista della storia, che narra in prima persona, entra cosi in questa
piccola comunita a cui appartiene anche il milanese Malnate. Nei lunghi
colloqui tra il narratore, Micol e gli amici, si intrecciano temi politici e
privati e affiora anche un sentimento d'amore tra la giovane ebrea e il
protagonista. Questi si vedra invitato a diradare le sue visite alla villa
quando Micol decidera di chiudere ogni via ai possibili sviluppi di
quell'affetto. Il rifiuto prelude alla tragica fine della famiglia: Alberto
muore di una grave malattia; Micol e tutti i suoi vengono deportati in Germania
e uccisi. Malnate cade in Russia. Per il narratore rimangono i ricordi brucianti
di una stagione irripetibile.
La Contessa di Lecce di Liliana D’Arpe (Lupo editore)
Liliana D’Arpe, leccese, compie gli studi presso l’Istituto
margherita di Savoia, conseguendo il diploma di Maturità Magistrale. Fin dalle
scuole medie le Suore scoprono e incoraggiano le sue predisposizioni artistiche
e letterarie. A dieci anni, iscritta dal padre ad un concorso canoro, inizia
una strada che la porterà negli anni ‘80 e ‘90 a affermarsi come una delle
cantanti più conosciute e apprezzate nel Salento. Dal 2000, sentendosi matura
per evolversi in un altro ruolo, si dedica alla stesura di sceneggiature e
commedie musicali che metterà in scena al Politeama di Lecce, con successo di
pubblico e critica. Presidente dell’Associazione culturale “Il Saraceno” dal
2006, cura la regia dei suoi spettacoli, dipingendone le scenografie teatrali.
Da ogni suo elaborato traspare una profonda conoscenza e un’ardente passione.
Ci sono storie che ci aiutano a trascorrere un po’ di tempo
della vita, spesso così complicata, ambigua, poco chiara. Ci sono storie che ci
fanno conoscere dei personaggi che ad un certo punto vorresti fossero tuoi
amici, per passare del tempo insieme a loro, al di fuori delle pagine. È il
caso della famiglia Darini, di Caterina e Dalila, della loro bontà e pulizia
nel cercare di lottare contro gli attacchi e gli agguati di familiari privi di
scrupoli e troppo infelici per lasciarle in pace. In situazioni del genere solo
l’intervento di uno spirito buono potrebbe… In una Lecce solare, in balia di profumi
e colori, del suo passato e del suo avvenire, tra l’Università e il Centro
Storico, in palazzi pieni di storia e di fascino si dipana un’avventura in cui
fantasmi, risate, innamoramenti, gioie e dolori si intrecciano a comporre una
storia leggera d’emozioni. Con, come sfondo, l’incanto e la magia di una città
calda e mediterranea. Un mondo di buoni sentimenti e delicatezze dovrà
difendersi dall’attacco di insospettabili (e non) pronti ad
approfittare di ogni minima debolezza e piccola titubanza. La lotta tra il bene
e il male si svolgerà fino alla fine, non lasciando indifferenti in cielo ed in terra. Una lettura che ci farà
dimenticare i mondi di carta densi di buio e pesantezza e ci consolerà con la
leggerezza e le dolci linee degli attori di quest’avventura. Il fantastico, il
romantico, i buoni sentimenti ed un inarrestabile senso di giustizia ci
riscalderanno come una delicata primavera.
Storia segreta del capitalismo italiano. Cinquant'anni di economia finanza e politica raccontati da un grande protagonista, di Cesare Romiti, con Paolo Madron, prefazione di Ferruccio de Bortoli (Longanesi). Intervento di Nunzio Festa.
Poche settimane fa abbiamo parlato del romanzo di Angelo
Petrella, "Le api randage" (Garzanti, 2012), che tra le pagine
racconta una fantasiosa storia degli anni Novanta, la quale parla delle lotte
per la presa del Mattino di Napoli dalla politica-gestione con il tramite del
Banco di Napoli. E casualmente adesso scopriamo, giochetti appunto del caso,
tra le tante risposte affidate al giornalista amico Paolo Madron dal manager
Cesare Romiti in "Storia segreta del capitalismo italiano" che Il
Mattino é stato uno di quei giornali dove davvero il potere s'é scontrato per
designarne la direzione. Questo dunque valga da esempio per farci capire di che
libro stiamo parlando. Perché innanzitutto il termine del titolo
"segreta" non può che aver piacere solamente di marketing; in quanto
spesso le delucidazioni dateci da Romiti sono retroscena della finanza e
dell'economia italiota che tante e tanti già avevano potuto imparare in letture
offerte dai medium indipendenti. Ma premesso che Romiti ha realmente fatto la
storia dei soldi italici per oltre cinquant'anni, é senza dubbio interessante
comprendere che maniera di raccontarsi e guardare alle proprie zone d'influenza
e condizionamenti può usare un anziano dirigente delle istituzioni finziarie
che hanno caratterizzato i contorni dell'Italia. Siamo nel capitalismo
nostrano, proprio. Allora Cesare Romiti non può che ripartire, anche per dovere
di mitologie, da Cuccia e Agnelli nel riprendere in mano le fila d'un discorso
che recentemente le televisioni hanno voluto interrogare. Dall'avvocato Agnelli
e famili a Berlusconi. Per il tramite di Craxi/Ligresti. Ché Romiti parla senza
vergogne di sorta. Romiti fu l'uomo della restaurazione Fiat appellata col
significativo e palesemente eccessivo "marcia dei Quarantamila", e
con questo sfogo racconta oltre duecento amici e avversari tra imprenditori,
banchieri, giornalisti. Un libro-intervista che s'aggiunge al "Questi anni
alla Fiat" scritto con Pansa più di vent'anni or sono. Pensato anche per
sconvolgere dicendo tipo del rifiuto al Silvio Berlusconi che gli chiese di
dirigere il suo gruppo mentre era nella vasta famiglia Agnelli. Uno spaccato
del capitalismo nostrano che uno dei suoi protagonisti riferisce abolendo
pudori di sorta. E se sapevamo, ancora, che solitamente i direttori dei
giornali sono scelti dagli azionisti più forti dei gruppi che li mandano in
tipografia, non sapevamo alcuni altri dettagli pratici che hanno formato una
catena lunga e solida tra finanza-imprenditoria-politica e indietro così.
venerdì 27 luglio 2012
L FOR LAZARUS
“Formed in
early 2011, Amsterdam
based L for LAZARUS creates unique, stylish yet practical fashion accessories,
based on founder and designer Nicolette Lazarus’ passion for personal style and
wearable innovation. L for LAZARUS is a brand for women who love to follow
fashion but, more importantly, have developed an inner confidence and their own
personal style. It’s a brand for women who are comfortable with who they are,
and know what they want from fashion accessories: style, quality, versatility,
and the ability to transform their look on a daily basis. L for LAZARUS
successfully launched its first fashion innovation, the Échapeau, in October
2011. Derived from the French for hat and scarf (écharpe and chapeau), the
Échapeau is an elegant combination of both that can be worn as one unique
piece, as a classic hat & scarf set or as individual items. Rather than
follow fashion industry ‘rules’ by sticking to one fashion category, L for
LAZARUS focuses on individual pieces that represent wearable innovation. And by
answering women’s requirements for timeless, beautifully-made items that:
enhance their personal style; work with their current wardrobe for multiple
seasons; and are as versatile as they are, L for LAZARUS pieces also represent
good value for money. In addition to the Échapeau, the collection for
Fall/Winter 2012 includes a versatile wool wrap and a capsule leather bag
collection and will include clothing items for future seasons. L for LAZARUS
pieces are designed to be part of, and enhance, a woman’s wardrobe from one
year to the next. Founder and Creative Director, L for LAZARUS After completing
a degree and MBA, founder Nicolette spent over 20 years in the advertising and
communications world. She worked for well-known agencies, including a
seven-year stint at Saatchi & Saatchi in London, running international campaigns for
household name brands. Nicolette moved to Amsterdam,
The Netherlands in 2007 to continue her career, and in 2010 set herself a new
challenge to create unique pieces and L for LAZARUS, a business based on her passion
for personal style and wearable innovation.”
Romanzi vol. 2 di Emile Zola (Mondadori)
L'opera di Zola è sterminata; la nuova edizione dei
Meridiani - diretta e curata da Pierluigi Pellini, comparatista e francesista
dell'università di Siena - ne propone i romanzi più significativi in traduzioni
quasi tutte nuove o comunque rivedute per questo progetto dai loro autori e
condotte - con criteri condivisi - da traduttori di prestigio. Altro elemento
importante di novità è l'utilizzo, negli apparati, dei materiali manoscritti da
poco integralmente disponibili in francese. In questo secondo volume, tre
grandi romanzi non tra i più noti ai lettori italiani: "La solita
minestra" (1982), il "ferocemente allegro" romanzo di un
palazzo, che attacca il cinismo, l'ipocrisia e la corruzione della classe
borghese; "Au Bonheur des Dames" (1883), dove la nascita trionfale
dei grandi magazzini con la conseguente rovina delle botteghe e dei piccoli
commercianti, il mutamento urbanistico della Parigi haussmanniana fanno da
sfondo a una storia d'amore insolitamente a lieto fine; "La gioia di
vivere" (1884), romanzo sul dolore e sulla bontà umana incarnati in personaggi
indimenticabili, dove trova spazio ed espressione anche l'amore di Zola per gli
animali.
Fattoria di Magliano
“La
Fattoria di Magliano, sorge nel centro di una vasta tenuta
agricola, in Toscana, nel cuore di un territorio famoso - la Maremma. Anima e
baricentro del luogo sono il vigneto e la cantina, intorno a cui è nato
l’intero progetto. Quasi per naturale evoluzione, è nata e cresciuta l’idea di
aprire agli ospiti le porte delle case che fanno parte della proprietà.
Oggi, la
Fattoria di Magliano offre un soggiorno ideale a chi desideri
quiete e raccoglimento, e sia in cerca di fonti di benessere e di svago
autentiche e poco convenzionali.
Per vocazione, gusto, atmosfera, la fattoria è una struttura
di accoglienza diversa, perché nuova nei servizi e particolare nello stile,
informale, ma raffinato, in linea con la tendenza la più attuale. La gestione
sposa efficienza, discrezione, sollecitudine, in accordo con il carattere
dell’ambiente, disteso e piacevole.”
EUGENIO COLLAVINI
“La storia dei Collavini inizia a Rivignano nel 1896.
Eugenio, il fondatore, forniva vini alle famiglie nobili di Udine ed alle
botteghe. La guida poi passa a Giovanni, che attraversò ben due guerre alla
fine delle quali i commerci ebbero, come sappiamo, una veloce accelerazione,
mentre si affermava l’enologia, dando ai vini una qualità fino ad allora sconosciuta. Sarebbe stato Manlio, figlio di
Giovanni, a cogliere quei primi segnali di forte cambiamento, quasi
anticipandoli. Fu tra i primissimi a portare i vini friulani nel mondo. Nel
1966, trasferisce le cantine a Corno di Rosazzo, dove acquista il castello
Zucco-Cuccanea (1560). Fu un antesignano nel credere al Pinot grigio vinificato
in bianco (era il 1969) e nel 1971 crea Il Grigio, spumante che fece tendenza,
al quale poi si aggiunse la
Ribolla Gialla brut. Oggi la Collavini è una Srl
“familiare” che vede, accanto a Manlio, i figli Giovanni, Luigi ed Eugenio.”
giovedì 26 luglio 2012
CASINO ROYALE DI IAN FLEMING (ADELPHI)
Il 15 gennaio del 1952, quando si siede alla scrivania di
Goldeneye, la sua villa in Giamaica, Ian Fleming non ha idea di cosa scriverà.
Parte dal nome del suo personaggio, rubato a un allora celebre ornitologo, e
dal ricordo di una partita a carte al Casino di Lisbona, nel 1941. Il primo
James Bond nasce così, ed è un romanzo molto diverso da come forse lo stesso
Fleming amava raccontarlo. Le scene sono poche, non più di quattro, i veri
personaggi anche meno. James Bond impareremo a conoscerlo meglio, perché qui è
ancora nei panni – eleganti, spiritosi, crudeli – di Ian Fleming. Ma
l'abominevole Le Chiffre, e il suo occhio quasi bianco, non li dimenticheremo,
come difficile sarà scordare la
Bond Girl forse più letale, la sublime Vesper Lynd. Tutto
dunque comincia da qui, dall'odore nauseante di un casinò alle tre del
mattino. E la speranza è che duri il più a lungo possibile.
Le botteghe di Leonardo
“Andrea e Lorenzo non cercano semplicemente un progetto
imprenditoriale, ma un sogno da realizzare. Nel 2008 Lorenzo Marconi e Andrea
Portolani studiano il settore e il mercato dal punto di vista finanziario per
conto di un cliente investitore. La comune passione per il gelato e per il
cioccolato, in qualità di golosi, si unisce naturalmente e rapidamente alla
visione positiva del business economico. Prima di intraprendere l’attività
imprenditoriale e fondare la società Andrea e Lorenzo studiano il ciclo
produttivo del gelato partecipando a numerosi corsi sulla realizzazione del
gelato artigianale, sull’utilizzo delle migliori materie prime, maturando
un’esperienza intensa e coinvolgente anche con responsabili di produzione di
ingredienti delle maggiori società del settore. Alla Carpigiani University,
durante un corso avanzato di perfezionamento conoscono il professor Gianpaolo
Valli, che forte di un’esperienza ultraventennale diventa l’anello che chiude
la catena del valore. Nell’ottobre del 2010 iniziano al loro attività.”
MIMI’ ALLA FERROVIA
“L’ antico ristorante “Mimì alla ferrovia” nasce nel
settembre del 1944 nel cuore della Napoli storica. gestita da Emilio Giugliano,
il cosiddetto Mimì, e dalla moglie Ida. Mimì era un abile commerciante del
settore con l’hobby dei cavalli, una passione della quale ancora si trova
traccia in quel cavallo al trotto, sormontato dall’immancabile ferro di
cavallo, che costituisce lo stemma del ristorante. In origine semplice
trattoria frequentata dalla media borghesia napoletana e dai più celebri
personaggi napoletani, quali TOTO’, i De Filippo, il maestro Fellini, è
divenuto nel corso degli anni un ristorante dall’atmosfera calda e accogliente,
punto di riferimento per tutti i napoletani e non. La vicinanza ai mezzi di
trasporto, aeroporto, ferrovia, porto, autostrade, e al centro delle principali
vie del commercio, lo rende una meta “obbligatoria”. Da qui nasce la famosa
frase “l’Italia passa per Mimì”, pronunciata da Michele Giugliano,
soprannominato “Don Mimì”, che assieme al cugino Michele e alla nuova
generazione, gestisce questo rinomato locale, ora ampliato e rinnovato in
un’atmosfera di eleganza formale, capace di non perdere quell’impronta classica
di genuinità dei sapori e rispetto della tradizione. Accanto a nuove e
ricercate ricette primeggiano piatti semplici e intramontabili per una cucina
che resta immutata nella bontà rispetto a quella di tanti anni fa. Le numerose
personalità della politica, dello spettacolo o della cultura che, nel corso
degli anni, hanno scelto di fermarsi da Mimì sono stati accolti da
quest’atmosfera d’amore per la cucina di qualità, per l’ospitalità ed il
servizio, ma soprattutto sono stati
contagiati dalla stessa passione che da circa 70 anni accompagna i titolari di
questo ristorante. Come afferma la giornalista Daniela Vergara nella prefazione
del libro “Napoli è servita. Mimì alla ferrovia racconta la città dal
dopoguerra a oggi”: “… tutta l’esperienza, la saggezza, l’attenzione, l’amore
che Michele senior e Michele junior usano per i loro piatti … quel pezzo di
storia di una città che è passata per i locali di via Alfonso D’Aragona…sono
ingredienti che non si scrivono su un pezzo di carta. Fanno parte di Mimì”. La
storia di questa tradizione non si ferma alla ferrovia, nella Napoli antica, ma
raggiunge la collina vomerese, in uno dei luoghi più suggestivi di tutta Napoli
cha avvolge con lo sguardo l’intero Golfo di Napoli: “Villa D’angelo”, una Villa
armoniosamente inserita nel verde, location Location ideata e sognata per
eventi esclusivi, per matrimoni, cerimonie, meeting e catering. Protagonista
indiscussa non potrebbe che essere la buona cucina, attraverso la selezione
accurata delle materie prime e la creazione di continue nuove portate che
esplorano ogni aspetto della ricca tradizione culinaria mediterranea,
rielaborate con gusto e un tocco di fantasia.”
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