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lunedì 20 giugno 2011

Il libro del giorno: Land grabbing Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo di Stefano Liberti (Minimum Fax)













Stefano Liberti, giornalista vincitore nel 2010 del prestigioso premio Indro Montanelli torna in libreria dopo A sud di Lampedusa con il primo reportage al mondo sull’allarmante e dilagante fenomeno del land grabbing.
A partire dalla crisi alimentare e finanziaria del 2007, paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, la Libia, la Corea del Sud, che dispongono di grandi risorse economiche ma non di spazi sufficienti per garantire la sicurezza alimentare ai propri abitanti, hanno cominciato a negoziare l’acquisto e l’affitto di enormi quantità di terra nelle nazioni africane o sudamericane; lo stesso stanno facendo le grandi multinazionali dell’agrobusiness - interessate a creare sterminate piantagioni per la produzione di biocarburanti - nonché una serie di società finanziarie, che hanno compreso che l’investimento in terra può garantire ricavi sempre più alti e sicuri.
Questa corsa all’accaparramento delle terre, detta land grabbing, nasconde però una forma insidiosa di sfruttamento e rischia di instaurare un nuovo colonialismo.
Viaggiando fra le valli dell’Etiopia, le foreste dell’Amazzonia, la borsa di Chicago, le convention finanziarie a Ginevra, gli uffici della FAO, Liberti porta per la prima volta alla luce in ogni sua componente questo fenomeno complesso, e ci spiega come i legami fra politica internazionale e mercato globalizzato stiano cambiando il volto del mondo in cui viviamo.
“La prima cosa che colpisce è la vastità. Terre rigogliose che si estendono a perdita d’occhio. Colline verdeggianti che scivolano sulle rive di un lago dalle acque cristalline. Poco sotto l’altopiano, le asperità su cui sorge Addis Abeba si addolciscono in una campagna che somiglia all’Eden perduto. Il sole splende. L’aria è limpida. Nulla a che vedere con l’atmosfera rarefatta della capitale, dove i gas di scarico si impastano con il poco ossigeno disponibile a 2300 metri d’altitudine. Siamo ad Awassa, nel cuore della Rift Valley etiopica, trecento chilometri a sud di Addis Abeba. Il paesaggio circostante è di una bellezza da togliere il fiato. Sulla via che porta verso l’ingresso di questa cittadina, si susseguono cartelli di aziende agricole. C’è un simbolo, un nome, qualche volta un numero di telefono di un ufficio lontano. Al di là dei cancelli non si vede nulla. Solo una distesa senza fine di terre apparentemente incolte.”

Messaggi dall’universo di Stan Romanek (con J. Allan Danelek) edito da Armenia












La domanda a cui tutti indistintamente cerchiamo di rispondere è sempre la stessa: siamo soli nell’universo? Un interrogativo che affascina e seduce, e soprattutto permette di sperare in una co/abitazione cosmica che sia di reciproco potenziale sostegno ad un possibile scambio di saperi tra diverse ed ipotetiche civiltà per il progresso del genere umano. Ed è incredibile, nel senso reale del termine, una delle ultime uscite della sempre più brava Armenia. Parlo di “Messaggi dall’universo” di Stan Romanek (con J. Allan Danelek) dove sono presenti una carrellata nutrita e sconvolgente di testimonianze filmate e fotografie che arricchiscono un lavoro veramente esaustivo sulla contattistica ufologia. Dunque Romanek, e suppongo quanto sia costato in termini di emotività, ha riversato le sue esperienze personali che vanno dal suo primo avvistamento UFO alla “devastante” esperienza di abduction. Spettacolare l’immagine dell’ormai celeberrimo «alieno alla finestra». “Messaggi dall’Universo” dispone inoltre di un campione documentativi notevole dalle testimonianze oculari, a materiale di laboratorio ai misteriosi messaggi di creature dell’infinito, dove si parla di come siano possibili i viaggi spazio/temporali e che cosa sia realmente per la civiltà umana il 2012. Posso con certezza sostenere che dopo la lettura di questo libro, una piccola crepa nello scetticismo dilagante su argomenti quali UFO e affini, comincerà a sorgere, perché quest’opera dimostra che all’interrogativo posto all’inizio di questo intervento una risposta è possibile darla: ovvero sì e le prove si trovano tra queste pagine.

domenica 19 giugno 2011

Iron Maiden - Can I Play With Madness



fonte Youtube/Emimusic

Music video by Iron Maiden performing Can I Play With Madness.

Il libro del giorno: Moderno dizionario massonico di Riccardo Chissotti (Bastogi)











2350 voci, tutte ampiamente trattate e sistemate in ordine alfabetico: dall'esoterismo al simbolismo, dagli ordini massonici ai riti, alle religioni, al laicismo.Un'opera (che si avvale inoltre della "consulenza" di Andrea Aromatico) veramente monumentale quella di Riccardo Chissotti per i tipi di Bastogi. L'autore che non ha mai nascosto di essere un "militante" all'interno del Rito di York, scandaglia tutta quella fenomenologia riguardante aspetti essoterici ed esoterici della Massoneria, e aspetto ancora più sorprendente non trascura argomenti di carattere ufologico, e per l'appunto si possono leggere argomenti come Ufo, Adamski, Palenque (astronauta di).Chissotti ha una scrittura che coinvolge, e cerca di fornire al lettore una visione quanto più dettagliata, bibliograficamente completa, e imparziale possibile dei temi che vengono via via sviluppati. Libro che troviamo da cosnigliare insieme al DVD "Italia e Massoneria" (Mediaframe) realizzato con la collaborazione di Luigi Pruneti Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia, e la presenza di Roberto Pinotti in qualità di sociologo che si è occupato di Ufo e delle tante dichiarazioni di astronauti massoni.

RICCARDO CHISSOTTI è nato il 1° Luglio 1934 a Torino,dove ha conseguito il diploma di Perito Industriale elettrotecnico. Ufficiale di Complemento dell’Esercito, al congedo riprendeva la propria attività nel laboratorio elettronico del settore aeronautico della grande azienda torinese della quale era dipendente da un mese circa quando era stato chiamato alle armi. Nel 1970 veniva assegnato alla Panavia Aircraft GmbH, un’azienda manageriale creata a Monaco di Baviera da Germania, Gran Bretagna ed Italia, allo scopo di progettare e realizzare un "sistema d’arma" futuristico, denominato MRCA-75 e poi Tornado. Responsabile dell’allestimento dell’Avionica, con un team di colleghi inglesi e tedeschi preparava le gare d’appalto internazionali e stipulava i contratti di sviluppo e di produzione dei sistemi avionici di bordo e di supporto a terra. Nel 1972 veniva iniziato alla Massoneria presso la Johannis Loge In Treue fest (Saldi nella Fede) N° 508 all’Or. di München. Verso la fine del 1977 la Panavia lo assegnava al settore Marketing, allestito per tentare la vendita del Tornado ad altre nazioni. Nel frattempo acquisiva, gradualmente ed inconsapevolmente, capacità peculiari in vari campi di sfruttamento della quasi misteriosa "energia mentale", tra cui la chiaroveggenza, la pranoterapia e la bioplasmologia. Approfondiva pure le conoscenze in campo fitoterapeutico e nella cromoterapia. Nel corso della sua permanenza in Germania ha raggiunto (1976) il grado di Knight Templar del Rito di York, mentre (1977) a Green Bay (U.S.A.), ha ricevuto il 32° grado del R.S.A.& A. Nel Rito di York ha fatto parte del Capitolo Isar N° 21 (München), e nel periodo 1977-79 ha ricoperto la carica di Illustrious Master nel Council Monachia N° 12 . Ha fatto parte dello Shrine presso la Commandery Bavaria N° 3, e nel Tempio di Moslah è stato Ambassador at Large fino al 1984, mentre detiene la membership vitalizia presso lo European Shrine Club. Rimpatriato nel 1980, è subito entrato a far parte della R\ L\ Pentalpha N° 935 all’Or\ di Ciriè, divenendone in seguito Maestro Venerabile (1993). Nel Rito di York ha fatto parte del Capitolo Montebianco N° 28 ed è stato Illustr\ Master nel Council Compostela N° 10. È stato Ispettore di Loggia dal 1994 al 1997. Nel 1982 ha aderito all’ A\ e P\ Rito di Memphis e Misraim, dove ha raggiunto il 33° grado. Oltre a numerosi libretti redatti su varie tematiche oggetto di Tavole e poi sviluppate per l’approfondimento, ha scritto un’autobiografia, un volume sull’Ordine del Tempio, nonché un compendio di tutte le Tavole prodotte negli ormai trent’anni di militanza massonica.

Il significato è per lo spirito quello che il cibo è per il corpo - Arnold Mindell (AnimaMundi edizioni)





















Marx e Lenin non potevano prevedere la depressione derivante dalle loro dottrine non psicologiche e anti-religiose. Misero l’accento sulla comunità, ma negarono il ‘campo del sogno’ in cui viviamo. Auspicavano una grande famiglia senza classi, ma proibirono la comunità di esseri umani e di spiriti in cui tutti siamo nati. Certo, avevano ragione: quando le persone sono deprivate, povere e abusate, il bisogno di denaro può renderle confuse e vendicative. Maggiore la distanza tra ricchezza e povertà nella società, maggiore è la rabbia e più profonda la disperazione dei poveri. Ma Marx e Lenin avevano anche torto: un rapporto con gli dèi è un potere che consente di trascendere la disperazione. I governi che cercano di proibire questo collegamento finiscono per reprimere il senso del significato, che è indipendente dall’epoca storica: il significato è importante e necessario quanto il cibo. Il comunismo è simile al capitalismo: entrambi sono occidentali, europei e materialisti, nel senso che promuovo la proprietà, di pochi o delle masse. Entrambi svalutano le esperienze estetiche e intellettuali che non sono legate all’economia. Entrambi negano l’ambiente. Entrambi ignorano le tradizioni spirituali e mistiche dei popoli nativi, la cui spiritualità è fondata sull’interconnessione con tutte le cose. L’attivista per i diritti dei Lakota Oglala, Russel Means, oppone al marxismo le credenze e le tradizioni spirituali dei nativi americani: Un’insistenza squilibrata degli uomini sugli uomini, l’arroganza europea di comportarsi come se fossero al di là della natura dell’interconnessione di tutte le cose, può produrre soltanto una totale disarmonia e un riassetto che riporta all’umiltà gli esseri umani arroganti, dando loro un assaggio di quella realtà che è oltre la loro portata e il loro controllo. Non occorre una teoria rivoluzionaria perché accada. È al di là del controllo degli uomini.

Il paradosso del processo di gruppo è questo: per essere utile, deve riguardare i problemi sociali e di rango di tutti. Deve affrontare il problema di chi detiene il denaro. Nello stesso tempo, una comunità muore se si focalizza soltanto su ciò che è giusto o sbagliato per entrambe le parti. Come dice Russell Means, la comunità è condannata se si concentra solo sugli esseri umani. La cosa definitiva è lo spirito della natura, il misterioso e infuocato processo che ci spinge dentro e al di là di tutti i molteplici aspetti di noi stessi e dei ruoli nella nostra comunità.

(tratto dal paragrafo "Chi detiene il denaro?" del libro Essere nel fuoco. Conflitto e diversità come strumenti di trasformazione sociale di Arnold Mindell, AnimaMundi edizioni, Otranto, 2010)

La pagina web del libro:

http://www.suonidalmondo.com/edizioni/143.html

sabato 18 giugno 2011

Ligabue - "Un colpo all'anima"



"UN COLPO ALL'ANIMA"! Si può scaricare da iTunes! http://i.digita.li/arrivederci_yt
Questo è il singolo del nuovo album di Luciano Ligabue, intitolato "ARRIVEDERCI, MOSTRO"; il disco, uscito l'11 maggio 2010 ad esattamente 20 anni dal primo, dalle prime indiscrezioni trapelate dallo studio di registrazione è ricco di sonorità molto rock e con un Luciano in grande forma compositiva.

Il video, per la regia di Marco Salom, è stato girato nel parco archeologico di Nora, in Sardegna; insieme a Luciano i musicisti della band: Federico Poggipollini, Niccolò Bossini, Kaveh Rastegar, Michael Urbano, José Fiorilli. Tra le comparse alcuni fortunati iscritti al fanclub ufficiale, http://barmario.ligabue.com


Ligabue - Un colpo all'anima
Casa discografica: Warner Music
Management: Claudio Maioli, assistente Alberto Cusella
Casa di produzione: Angelfilm
Executive producer: Marco Salom
Regia: Marco Salom
Fotografia: Marco Bassano
Producer: Luca Legnani
Production manager: Daniele Gentili
Styling: Cristiana Santella
Make up: Silvia Persica
Editor: Claudio Bonafede
Location: Scavi archeologici di Nora/Faro di Capo spartivento/Chia

Il libro del giorno: Ritorno al paese delle Aquile di Aldo Renato Terrusi (Besa editrice)





















Un percorso alla ricerca delle proprie origini e della propria storia. Ritorno al Paese delle Aquile racconta il viaggio di Aldo e dello zio Giacomo, che tornano in Albania dopo quarantaquattro anni.
Aldo era ancora un bambino quando il regime di Enver Hoxha rinchiuse il padre nel terribile carcere di Burrel, dove morì senza poter dare l’ultimo saluto al figlio e alla moglie. Il desiderio di Aldo di riportare in Italia i resti del padre si scontra con il passato doloroso della famiglia Terrusi e di una nazione che ancora oggi porta impressi i segni laceranti della dittatura. Attraverso i ricordi di una famiglia, si ripercorrono le drammatiche vicende della pagina di storia più cupa del Paese delle Aquile.

ALDO RENATO TERRUSI è nato a Valona, in Albania, nel 1945, da genitori italiani. Dopo gli studi tecnico-scientifici, ha lavorato in enti di ricerca, collabora in qualità di consulente con alcune società e scrive su riviste specializzate. Ha la passione per l’archeologia, l’astronomia e la fotografia. Si diletta inoltre con la pittura e pratica il tiro con l’arco a livello agonistico.

Il libro segreto di Dante di Francesco Fioretti (Newton Compton)











A lungo in questi ultimi mesi si è discusso di un libro che non solo ha suscitato interesse, ma addirittura in più di qualche occasione è stato paragonato al “mitologico” Codice Da Vinci di Dan Brown. Faccio riferimento al libro di Francesco Fioretti dal titolo “Il libro segreto di Dante” edito dalla Newton Compton. Ora, devo confessare di essere tendenzialmente attratto da pubblicazioni la cui area interesse sfiora l’esoterico, e ammetto di essere piuttosto ferrato su questi argomenti. Ciò che tengo sotto osservazione in questa tipologia di lavori è fondamentalmente la plausibilità (anche se si tratta di opere di pura finzione) delle ipotesi sviluppate dall’autore. Ricordiamo che gran parte delle “ipotesi” lanciate da un grande maestro della fantascienza come Isaac Asimov si sono e si stanno lentamente traducendo in realtà. Il cocktail di Francesco Fioretti è veramente splendido, perché non solo non ci si trova dinanzi ad un rompicapo letterario soporifero, ma riesce a mettere in campo tutta una serie di indicazioni, che sinceramente non mi sento di definire né casuali, né arbitrarie, né puramente inventate. Il libro parla di segreti terribili, fa vivere entusiasmanti colpi di scena, tutti legati in maniera indissolubile al poema che ha dato origine alla storia della nostra letteratura e alla nostra lingua. Questo libro inoltre ci aiuta a capire un aspetto sul Sommo Poeta, che sfugge a molti noiosissimi manuali di storia della letteratura italiana nelle nostre scuole e presso alcune cattedre di Letteratura Italiana dei nostri atenei (forse perché appartenenti a certo “folklore storico”: il nostro Dante Alighieri, non solo non era lontano da certi studi “liberali”, ma addirittura la sua vicinanza all’ordine templare potrebbe far sorgere l’idea che si trattasse di un graduato all’interno di questo ordine, con cariche di responsabilità e a conoscenza dunque di grandi segreti, anche di natura economica. Le vicende narrate dall’immenso Francesco Fioretti, vedono protagonisti la figlia del poeta, suor Beatrice, che indaga sulla morte misteriosa di suo padre, un messaggio in codice lasciato da Dante su nove fogli di pergamena, e il mistero sul fatto che Dante volesse nascondere gli ultimi tredici canti del Paradiso.

venerdì 17 giugno 2011

6 giorni sulla Terra

E’ il film di "realscienza" diretto da Varo Venturi con Massimo Poggio, Laura Glavan, Ludovico Fremont e Marina Kazankova basato sulle testimonianze emerse dalle ricerche condotte dal Prof. Corrado Malanga dell'Universita' di Pisa sul fenomeno dei rapimenti alieni - Abductions, da lui ridefiniti Interferenze Aliene.

Il libro del giorno: Twilight Manager di Matthew Stewart (Fazi editore)












«I Romani colonizzarono tutto il loro vastissimo impero occupando i territori con l’esercito e, subito dopo, costruendo terme e teatri, diffondendo il latino e con esso la loro letteratura e il loro stile di vita. Gli americani hanno colonizzato il pianeta disseminandolo di soldati e di basi militari, diffondendo la loro lingua, le loro piattaforme informatiche, i loro film, la loro Coca Cola, la loro way of life. I Romani aggiunsero alle loro falangi l’arma penetrante del diritto; gli americani hanno aggiunto ai loro bombardieri l’arma micidiale del management. Mentre nella mecca di Harvard si elaborano paradigmi teorici, schiere di profeti e di apostoli si incaricano di diffonderli in tutto il mondo officiando seminari nelle business school costruite e gestite a immagine e somiglianza della casa madre bostoniana […] Matthew Stewart, filosofo di formazione e ormai ex consulente di grandi aziende e banche, fulminato dal licenziamento sulla via di Damasco, fa causa, vince e intasca i soldi che gli consentono di ritirarsi a riflettere. Twilight Manager è l’utile frutto, vendicativo e illuminante, di questa riflessione, innescata da una duplice valutazione: la prima è che “i clienti delle società di consulenza sono, per un processo di autoselezione, più disorganizzati della media”; la seconda è che “la profusione ripetuta di sforzi inutili fa crescere nei consulenti un cinismo spietato sulla condizione umana”».

Dalla prefazione di Domenico De Masi

Matthew Stewart - Laureatosi in filosofia politica a Oxford, ha lavorato per diversi anni come consulente manageriale di successo presso grandi aziende e banche. Oggi vive a Santa Barbara, California, « “Strappa, straccia, fai a pezzi, mutila, distruggi la gerarchia”, scrive Peters in Liberation Management, acquistato e metabolizzato in tutto il mondo da milioni di dirigenti. Strappa, straccia, fai a pezzi, mutila, distruggi i guru, le società di consulenza e il pensiero manageriale, incalza Matthew Stewart in Twilight Manager, cui auguro un successo almeno pari a quello di Peters perché fornisce una miracolosa cura omeopatica contro i santuari e i santoni del management»

“MATERA VITE SCAVATE NELLA ROCCIA” DI NUNZIO FESTA (Historica Edizioni)












L'autore ed editore materano Nunzio Festa scrive della sua città e lo fa con un agile ma completo tascabile uscito per la collana internazionale “Cahier di viaggio” diretta da Francesca Mazzucato per Historica edizioni. Sette piccoli passi, sette passeggiate per descrivere una Matera inedita con le sue viuzze, le sue antiche chiese, con i sassi, ma anche con i palazzi: “Matera, che è composta, Sassi a parte, da palazzi e palazzoni, esempi di nuovi quartieri sposati e votati con e alla logica del mercato di calce e mattone”. Quella che emerge dal libro di Nunzio Festa è una Matera viva, reale, una città che andrebbe o dovrebbe essere più visitata e conosciuta. Una città magica, ricca di atmosfere che richiamano tempi passati, unica nel suo genere in Italia. L'autore è bravo nel tratteggiare i luoghi della città e a incuriosire il visitatore ma anche ad avvicinare i materani a scorci della città che spesso passano inosservati. Quella di Nunzio Festa è la Matera che si muove in direzione di una possibile candidatura a Capitale Europea della Cultura per l’anno 2019, e questa è una Matera, vista in un piccolo viaggio che porta agli occhi dei luoghi e agli spazi degli uomini. Un racconto che Nunzio Festa destina alla “memoria” dei materani, ma anche al turista occasionale e quello più colto, che voglia ascoltare un pezzettino fascinoso dell'ex Belpaese. “Un lungo filo mette in accordo le due sfere del catino. Salvando con gli occhi una parte e l'altra dei Sassi, non si può che testimoniare la traiettoria d'aria e di spessa strada spesso rovente che allaccia il Caveoso con il Barisano”.

L'AUTORE - Nunzio Festa è nato a Matera, nell’81. Poeta, narratore, critico; lavora nel campo dell’editoria, prevalentemente come editor per la materana Altrimedia Edizioni – della quale è anche direttore editoriale, e come consulente editoriale. Collaboratore con Il Quotidiano della Basilicata . Nel 2004 ha pubblicato la sua prima silloge poetica E una e una (Montedit), mentre nel 2005 la sua prima raccolta di racconti Sempre dipingo e mi dipingo. Storie di vita ballate e condite con musica (Edizioni Il Foglio letterario). Nel 2007, la silloge poetica Deboli bellezze è entrata a far parte della collana curata da Silvia Denti, ‘I quaderni Divini’. Dieci brevissime apparizioni è il titolo delle prose poetiche pubblicate da LietoColle nel 2009. Il suo primo romanzo è stato pubblicato presso Arduino Sacco Editore, sempre nel 2009, ed è titolato L’amore ai tempi dell’alta velocità. Nel 2011 è uscito presso sempre Arduino Sacco Editore, il ’saggio’ “Birra di paese. Piccolo viaggio nei luoghi che perdono popolazione e prendono birra”.

Il sito ufficiale di Historica Edizioni: www.historicaweb.com

Contatti: info@historicaedizioni.com

Distribuzione: www.discepolidistribuzione.com

giovedì 16 giugno 2011

Raffaella Carrà con Alberto Sordi – Tuca Tuca

Fonte Youtube/Rai

Una celebre e storica clip in versione completa

http://raffaellacarraforum.forumup.it/

Il libro del giorno: DISCORSO SULLA SERVITÙ VOLONTARIA di Étienne de La Boétie (Chiarelettere). Prefazione di Paolo Flores d’Arcais












“Vedendo questa gente che striscia ai piedi del tiranno talvolta ho pietà della loro stupidità. Non basta che obbediscano, devono compiacerlo, devono ammazzarsi per i suoi affari. […]. Com’è possibile che tanti uomini sopportino un tiranno che non ha forza se non quella che essi gli danno. Da dove prenderebbe i tanti occhi con cui vi spia se voi non glieli forniste? Siate risoluti a non servire più, ed eccovi liberi.”
Étienne de La Boétie (1530-1563) -. Scrittore e uomo politico francese, si avvicina agli studi umanistici leggendo e traducendo opere di Senofonte e Plutarco. Segue i corsi di Diritto all’Università di Orléans e negli stessi anni scrive il Discorso sulla servitù volontaria. Nel 1553, a soli ventitré anni, è ammesso al Parlamento di Bordeaux e impronta la sua attività politica alla difesa della tolleranza religiosa e alla salvaguardia della libertà di coscienza individuale. Nel 1559 incontra Michel de Montaigne, con il quale stringe un’intensa amicizia che quest’ultimo celebrerà nei suoi Saggi. La lettura del Discorso sulla servitù volontaria colpì e appassionò tanto l’amico filosofo da indurlo a presentare proprio i suoi Saggi come commento «a un quadro ricco, rifinito e composto, un discorso chiamato La servitù volontaria». Nel 1563 La Boétie contrae una grave malattia, con molta probabilità la peste, che lo porterà alla morte dopo dieci giorni di agonia.

Lettera d'amore a Bertrand Cantant, di Francesca Mazzucato (Giraldi). Intervento di Nunzio Festa












Amore totale. E' quello che la scrittura di Francesca Mazzucato, della quale sappiamo molti libri, tanti dei quali, tra l'altro, lungamente amati - dall'”Anarchiste” all'ancora più datato “Web cam” passando per il più recente “Romanza di Zurigo” - , consegna all'anima e cantante dei Noir Désir: Bertrand Lucien Bruno Cantat. Cantante e cantautore, questa penna e uomo che Francesca Mazzucato legge e ascolta, quale “poeta” che segna nell'intimo più intimo, ha avuto e ha una vita, d'altronde che ispira. Oltre essere ispirata. Scorrevole come un romanzo, la “Lettera d'amore” dell'autrice bolognese (per origini, s'intende, visto che i giorni della scrittrice sono fra Bologna Liguria Francia...) è un vero e proprio parallelo: tra le parole di Cantat, e il suo corpo, ovviamente, e le parole di Francesca, e il suo corpo, è ovvio. Questo libro pulsante non poteva che essere scritto da questa autrice. Romanziera, traduttrice dal francese e curatrice di opere – vedi la riedizione del saggio di Serra su de Sade, l'impegno di Mazzucato è quello d'indagare le mutazioni del tempo, che passano per le carni, ma seguendo le indicazioni del passato che sono il classico allungato nell'imperidibile foga della Letteratura. I tanti rimandi contenuti in “Lettera d'amore a Bertrand Cantand”, infatti, conducono nei versi di Carifi e nel lirismo di Apollinaire. Perché, però, Francesca Mazzucato sceglie di fare questo romanzo interamente a fiore per Cantat? I testi di Cantat, non si può che rispondere, sono dolore e passione, ovvero il pegno che le anime viaggiatrici dei margini pagano a un'intonazione con il reale. Certamente, le cronache ricorderanno di quando il cantante dei Noir Désir fu imprigionato per aver ucciso sua moglie Marie Trintignant e quanto la sua ex moglie morì in casa dello stesso Cantat, più che certe volte la melodia di Le vents nuos portera, ma Francesca Mazzucato guarda oltre la cronaca del giornale che finisce nel cestino. Le note scritte di Francesca Mazzucato spiegano il mondo di Bertrand Cantat e la sua dedizione per gli emarginati, le sue irregolarità che sono il sapore del genio e l'amore totale, stragrande, che il cantante e autore aveva per Trintignant. Naturalmente, l'autrice ha composto quest'opera corale e non corale, corale perché piovuta ingenuamente e genuinamente dal cuore e non corale in quanto ragionata al di là delle competenze degli altri sguardi pur poggiati nella narrazione, iniettandole nel suo sangue tutte le posizioni di testo che potessero dare altro calore alle 'ambientazioni' sensoriali. Allora, infine, chiediamoci: è davvero una dichiarazione d'amore? All'interrogativo, evidentemente, diciamo di contro che siamo esattamente dove san Francesco portò il Cantico alle “creazioni”. Dall'Hotel Coma, Francesca Mazzucato ode le urla di piacere e i patimenti che poi scaraventa, modellandoli attraverso la sua solita lingua gemmata e più che barocca. Si fa, di nuovo, di centri commerciali desolanti e strade lucide, angoli sempre puzzolenti, coca che rinnova l'etere. Una terra, sappiamo, che pullula, è proprio il caso di dire, di “pugili, puttane, rockers, efebici ragazzi in vendita, casuali, passanti curiosi di corteggiare l'abisso, diseredati, donne che si sono vendute il cuore scisso senza anestesia per amore”. Luoghi nei quali, per dire, Bertrand Lucien Bruno Cantat s'è piantato. Che non basta il successo. Oppure manco quando il successo non c'è è tutto perfetto. E la missiva che abbiamo letto, condizionante all'impossibile, corteggia tanto altro ancora.

mercoledì 15 giugno 2011

I segreti dei Santi – Platea Sancti Petri” di William Larson (Cerebro Edizioni) al Macbeth Revolution di Pagani












“I segreti dei Santi – Platea Sancti Petri” di William Larson (Cerebro Edizioni) sarà presentato venerdì 17 giugno alle ore 19,30 presso il Macbeth Revolution a Pagani (Sa) con Luana Ferraioli (giornalista de "Il quotidiano"). Dott.ssa Colomba Pappalardo, Vice Dirigente del I° circolo didattico di Pagani (Sa), esperta di Storia e Metastoria

Un piccolo centro della Provenza diventa il teatro di un orribile delitto. Un uomo porta via qualcosa di prezioso da Villa de Lacan e si lascia alle spalle due corpi senza vita. L’unico sopravvissuto è un bambino, il figlio della coppia, che crescerà con una domanda angosciante: Cosa conteneva quell’oggetto per scatenare un gesto così disumano? Quali sono i significati esoterici custoditi dalle mura della Sagrada Familia il monumento catalano più famoso al mondo? E cosa unisce Antoni Gaudì a Berengère Sauniere, il parroco “dei miracoli” di Rennes-le-Château? Tutto ha inizio con l’omicidio di François de Villaret e Jasmine de Chateauneuf , massacrati brutalmente nella loro villa a Saint Paul de Vence (in Provenza a ridosso della Costa Azzurra). La loro unica colpa quella di custodire un segreto che avrebbe posto in discussione le stesse fondamenta della cristianità. Il figlio, Pierre de Villaret, l’unico testimone dell’omicidio, sarà la chiave di volta per districare la fitta matassa di silenzi, menzogne, e misteri che alimentano un gigantesco complotto all’umanità ad opera di organizzazioni operanti ai limiti della fede e della legge. Quello dei "Pauperes commilitones Christi templique Salomonis" (Poveri compagni di Cristo e del Tempio di Salomone), meglio conosciuti come Cavalieri templari o semplicemente Templari, fu uno dei primi e più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani, il più misterioso e il più discusso di tutta la storia. L’Opus Dei, fondato in Spagna nel 1928 da Josemaría Escrivá, canonizzato da Papa Giovanni Paolo II, è un’associazione cattolica di prelati e laici, diffusa in oltre ottanta paesi. Tra i suoi membri si contano professionisti, uomini di Stato e personalità di spicco della politica internazionale, e il suo potere sembra immenso. La famiglia Sinclair è custode di una grande verità, legata con un filo rosso all’Ordine Templare, al di là del tempo e dello spazio. L’ISME è un singolare istituto che si occupa di storia medievale e dotato di grande influenza. Una corsa contro il tempo tra Spagna, Francia e Italia, tra inseguimenti mozzafiato, documenti “fantasma”, e un grimorio proibito forse scritto dal noto mago e profeta Nostradamus: “Vaticinia Michaelis Nostradami De Futuris Cristi”. Tutto questo e molto di più nelle pagine di William Larson che scrive “I segreti dei Santi – Platea Sancti Petri” un romanzo che lascia col fiato sospeso e che tra le righe custodisce uno scrigno di informazioni, che fanno pensare ad una conoscenza esoterica che ha dell’incredibile.

William Larson nasce a Foggia nel 1976, si trasferisce con la famiglia in un piccolo centro dei castelli romani, nei pressi della capitale, dove, terminati gli studi, si dedica all’informatica. Ha sempre nutrito interesse per l’enologia e la letteratura, alternandoli al costante impegno nel suo lavoro primario, fino alla scrittura di questo romanzo.

Info:

http://www.macbethrevolution.it

“I segreti dei Santi”, William Larson, Cerebro Editore, p. 380, 2011, 9788896782255

http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/segreti-santi-larson-cerebro.html

Depeche Mode - Wrong

Music video by Depeche Mode performing Wrong. Fonte Youtube/Emi Music

“Dalla Montagna Nera, scrittori e poeti montenegrini contemporanei” (Besa editrice) alla Feltrinelli di Bari












“Dalla Montagna Nera, scrittori e poeti montenegrini contemporanei” è l’antologia pubblicata dalla Besa Editrice che per la prima volta presenta al pubblico italiano uno spaccato dell’esperienza letteraria contemporanea del Montenegro. “Dalla Montagna Nera, scrittori e poeti montenegrini contemporanei” è il primo testo organico, di questo spessore, a essere pubblicato in Italia, esso ha l’obiettivo di illustrare la particolarità dell’esperienza letteraria montenegrina, presentando i momenti di spicco della sua produzione letteraria; davanti al lettore si trovano testi finora non tradotti scritti da eremiti letterari sia balcanici che mediterranei. L'antologia rende nel migliore dei modi l'attuale mappa letteraria montenegrina, alquanto frastagliata, senza caratteri costanti, rappresentata dai trentacinque autori selezionati da Pavle Goranović. Le opere di questa raccolta contribuiscono a plasmare un nuovo rapporto nei confronti dell’eredità universale, rapporto che diventerà il motore di nuove energie creative.

Il volume verrà presentato Giovedì 16 Giugno alle ore 11,15 presso la Libreria Feltrinelli di Bari dall’Assessore al Mediterraneo della Regione Puglia Silvia Godelli e dal Vice Ministro della Cultura del Montenegro Dragica Milica. Alla presentazione, promossa unitamente al “CESFORIA Centro studi e formazione in relazioni interadriatiche” della Università di Bari, alla Fondazione Gramsci di Puglia, all’Assessorato al Mediterraneo, alla Regione Puglia e all’editore Besa interverranno Franco Botta, Giovanna Scianatico e Nicolò Carmineo, docenti della Università di Bari, l’Editore, il curatore della antologia Pavle Goranović, il capo di gabinetto del Ministero della cultura del Montenegro Danica Bogojevic, il Console del Montenegro a Bari Luigi Morfini.

La Puglia e il Montenegro sono legati da antichi e profondi vincoli di amicizia e cooperazione, la pubblicazione di una antologia della letteratura montenegrina è una occasione per promuovere una maggiore conoscenza della realtà culturale di questo paese favorendo ulteriormente il dialogo e la comprensione reciproca.

La Besa editrice è partner integrante dunque di questo progetto editoriale con l’Assessorato al Mediterraneo, la Fondazione Gramsci di Puglia, con Cesforia e con la Regione Puglia al fine di permettere la conoscenza delle nuove esperienze letterarie dei paesi dei Balcani sud occidentali in Italia e di autori pugliesi nei paesi oltre Adriatico.

In occasione della presentazione sarà inoltre illustrato il progetto del Consolato del Montenegro a Bari di realizzazione di un fondo alimentato da contributi di imprenditori privati per incentivare la iscrizione nelle Università pugliesi di studenti montenegrini che potranno usufruire di borse di studio in particolare per la partecipazione a master e a corsi di specializzazione.

“I guardiani del destino e altri racconti" di Philip K. Dick (Fanucci)












Fra qualche giorno in libreria si potrà leggere in occasione dell’uscita al cinema de “I guardiani del destino”, con Matt Damon e Emily Blunt, l’omonimo racconto di Philip K. Dick pubblicato da Fanucci. Infatti la casa editrice romana propone una nuova antologia di racconti, intitolata per l’appunto “I guardiani del destino e altri racconti”, che raccoglie i migliori racconti brevi che hanno ispirato il mondo del cinema. I guardiani del destino (Adjustment Team) è stato scritto da Philip K. Dick nel 1954. Pubblicato per la prima volta sulla rivista Orbit Science Fiction, successivamente è stato ristampato in diverse raccolte. I guardiani del destino narra la vicenda surreale di Ed Fletcher, venditore immobiliare che scopre che il mondo, la realtà che quotidianamente viviamo, viene continuamente cambiata e riplasmata da alcuni ‘guardiani’, potenti e misteriosi, che vivono al di fuori del pianeta. Il racconto è interamente incentrato su uno dei temi più cari a Dick, quello del rapporto tra realtà oggettiva e realtà soggettiva, e quindi ben rappresentativo della visione dell’autore. Una storia che pone domande sul destino e sulla sua forza misteriosa, e lascia, come solo Dick sa fare, aperti numerosi quesiti che riguardano il nostro modo di leggere la realtà e stare al mondo.

Philip K. Dick nasce a Chicago il 16 dicembre 1928. Nel 1955 esce il suo primo romanzo, Lotteria dello spazio. Durante un’esistenza segnata dalle difficoltà economiche, scrive capolavori come La svastica sul sole, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, da cui è tratto Blade Runner di Ridley Scott, e Ubik. La Trilogia di Valis è la sua ultima opera, pubblicata negli anni Settanta. Muore il 2 marzo 1982, stroncato da un ictus. La notorietà di Philip K. Dick deve molto agli adattamenti cinematografici, tra cui Atto di forza (1990), Screamers – Urla dallo spazio (1995), Impostor (2002), Minority Report (2002), Paycheck (2003) e Un oscuro scrutare (2006). Nel 2008 è uscito il film Next, con Nicholas Cage, tratto dal racconto The Golden Man.

martedì 14 giugno 2011

I guardiani del destino

http://www.film.it/i-guardiani-del-destino

Il trailer italiano del film "I Guardiani del Destino (The Adjustment Bureau)" di George Nolfi, con Emily Blunt, Matt Damon, Anthony Mackie, Daniel Dae Kim, Terence Stamp e John Slattery.

Il libro del giorno: Dovevamo saperlo che l’amore di Nelson Martinico (Lupo editore)












Nelson Martinico, di origini siciliane, è nato a Roma. Dopo una folgorante quanto effimera carriera da giovane promessa del pallone – interrotta a un passo dal professionismo in seguito a uno sfortunato incidente – ha fatto di tutto: camionista, barman, imbianchino, stuntman in una dozzina di spaghetti-western del periodo declinante, fatto parte di un quintetto folk sardo-siculo (alla fisarmonica). Infine ha insegnato Latino e Greco. Ha pubblicato cinque volumi di poesia. L’ultimo, un poema in terza rima dantesca, è stato adottato nelle scuole. Conduce laboratori itineranti di tecnica della poesia nei mercati rionali. Odia l’automobile. Chi volesse comunicare con lui può scrivere al suo migliore amico: pinoligotti@yahoo.it

Salvare una biografia per i posteri: questo garantisce la Polizza “Genial Biography” proposta da Nelson e sottoscritta da Pino con l’impegno di raccontare almeno quarant’anni della sua vita familiare. E si va per libera associazione di idee… dai nonni emigrati dalla Sicilia a Roma negli anni Trenta, ai traumi della guerra e alle incertezze della difficile ricostruzione, alle svolte epocali degli anni Sessanta e all’atmosfera di piombo di quelli successivi. La scrittura – unica terapia – ricostruisce esistenze, ripercorre infanzia e adolescenza nel chiassoso e a volte goliardico clima di una grande famiglia sicula di cuore generoso, nei quartieri romani della formazione; rivive i passaggi di una giovinezza tanto avida di sperimentare quanto bisognosa di nutrirsi di scoperte (la poesia, il cinema, la politica) per individuare la propria vocazione. Mentre la famiglia si allarga e la narrazione vive tra le estati siciliane, la Capitale e il Veneto, che si fa quasi patria d’adozione del protagonista, egli attinge alle donne che hanno provveduto alla sua educazione sentimentale, agli indimenticabili personaggi che con la loro stravaganza o semplicità gli hanno aperto la mente, alle proprie non sempre lineari tappe esistenziali, ai cult che hanno fatto da riferimento alla sua crescita. E la storia (le storie) si fa registro dell’evoluzione della società italiana di quegli anni: un vasto affresco di intense passioni collettive alternate ai momenti bui delle stragi e dei terremoti. Ogni evento esterno si traduce in “segnale” di vissuto, trova eco nel percorso privato incalzandolo, determina orientamenti e disorientamenti, suscita buona e cattiva coscienza nel contratto di sincerità stipulato dal narratore col suo puntiglioso alter-ego. Tra sorriso e “incazzatura” (alla De Andrè), col pudore delle pulsioni poetiche ma con il coraggio delle fragilità, l’autore intreccia il filo della propria storia nel tessuto collettivo e in anni che hanno visto la fondazione di un’Italia alla quale un’intera generazione guarda forse con nostalgia.

“STAMMI A SENTIRE, NELSON. Da qualche tempo mi perseguita un sogno. Sempre lo stesso, come nei peggiori romanzi, o come in certi film dell’orrore, sì, insomma quelle vaccate che ti fanno scendere un brivido lungo la schiena. E non so, credimi, se è un incubo, o un desiderio represso, o forse forse una censura. Sì, deve essere una censura, quella che poi scatena i conflitti, perché, vedi Nelson, certi bisogni affettivi lì stanno e lì restano, anche se li scacci. La vuoi sapere tutta? Insomma, nel sogno io mi sposo. Io, misogino conclamato, finisco con l’accettare l’idea del matrimonio, cioè dell’ordine innaturale delle cose. Perché così ho sempre ragionato, così ho sempre visto le cose, e credo nella giusta luce… Il matrimonio? una scommessa isterica, un negozio troppo virgolettato, una serenità in armi: e la colpa è di nessuno. La colpa, ho sempre pensato, è nel patto, nell’istituzione. E che mi succede in sogno? Porca troia, mi sposo. Io. E il sogno lo apri tu, Nelson, tu, da dietro questo diavolo di computer, con questo tuo ghigno da vecchio registratore, tu a preannunciarmi il disastro: «E bravo il mio scapolone! avevi voglia a dire io non mi sposo, non mi sposerò mai… Ti sposi ti sposi…». E io, il pentito, il dissociato, l’uomo dell’abiura, io a giustificarmi: «Che vuoi? la zavorra degli anni… le rughe stanno avanzando… e poi penso a lui, a mio padre, a mia madre, ai nonni, l’idea della trasmissione…» e qui si scatena la spirale, il vortice. Il sogno prende sostanza”.

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Originariamente il web è stato concepito come modo per visualizzare documenti ipertestuali statici, ma col passare del tempo esso si è evoluto in qualcosa di mostruosamente grande ed interattivo. Oggi con i blog chiunque è in grado di pubblicare i propri contenuti, dotandoli anche di veste grafica accattivante, senza possedere alcuna particolare preparazione. Se prima le comunità web erano in stragrande maggioranza costituite da esperti informatici, oggi la situazione è completamente ribaltata. I principali produttori di blog sono scrittori, giornalisti, artisti le cui attività non presuppongono una conoscenza informatica approfondita. Il continuo crescere di questa enorme mole di informazioni e contenuti, ha fatto nascere negli internauti il bisogno e l'esigenza di costruire virtualmente una propria rete, più o meno estesa, fatta di contatti e siti web con cui scambiare informazioni... Zazoom punta esclusivamente a questo, Diffondere Informazione!

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Scarnificazioni nutrienti di Massimiliano Manieri









Lo avete trovato, finalmente…

Sul ciglio della noia impolverato e lindo…

Disseminato calmo aveva già in veranda…

Tutti i vostri discutibili mangimi scaduti…

Nel nome dei vostri suggestivi dik-tat al neon

ha ucciso ogni colpevole animaletto domestico

Perché dietro rappresaglie bibliche pompose

Nascondevate i pacifici legionari del pensiero

Perché dietro i vostri ossessivi moijto ghiacciati

dormivano le tiepide facce da buco nell’orzoro…

mi avete trovato, finalmente…

che già ero pronto alla nuova prostituzione

rintanato nel bisogno di giacchette rassicuranti

avrei osato colori intonanti le vostre facce ingiallite

avrei osato tutto ciò che è degno di un uomo

ma poi l’uomo mi avrebbe raggiunto sin qui…

sotto un’opaca lampada aragosta scassata

dove fingo di leggere l’ultima rivista superflua

dove tu mi chiedesti della mia incredulità

ed io blaterai sul mio inutile bisogno d’America

mi avete trovato, finalmente…

e vi siete riuniti nei salottini in finta pelle

dove avete annotato del nuovo nemico ricomposto;

dove ciarlate dell’odierna tendenza culturogena

immaginando sia alla terza pagina dell’ultimo Ikea,

ma non trascurate di portare nelle tavernette chic

il plotoncino di giacobini entusiasti ed applaudenti

che vi tiene lontani dal minimo reale accenno d’io

e dal prossimo lettino da specialista rionale

che v’aggiusterà come i sudoku che abbandonate

mi avete trovato, finalmente…

nei confessionali intinti da metallurgiche liturgie

dove amate alternare l’ultimo trendy-finto sushi

al vostro irrefrenabile bisogno dichiarante pudicizia

ed in confidenza nell’orecchio del vicino liberate…

quella precisa, malinconica voglia di nomination

ed a me, che in trincea friggo omelettes d’ordinanza

dal fermo biologico conclamato d’ogni guerra santa

cosa ne è ora che la catena è adornata dalla pace clonata

e delle rabbie che al risveglio avevano il mio puzzo originale

mi avete trovato, finalmente…

e mi scansate provando un senso di rassicurante schifo,

scostate il tristo opaco residuato e bandieraccia lisa

e vi chiedete dietro occhialucci lucidi freschi di outlet

chi mi ha dimenticato, o lasciato fuori dopo l’ora d’aria

ora che la ricreazione global infine regna incontrastata

e vi raccomandano che è fashion parlare anglofono

mangiar cinese, l’agghindarsi da basso mediterraneo

e continuare a voltare il viso sullo scomodo negretto di turno

che affronta tutti i possibili mestieri che conviene scansare

mi avete trovato, finalmente…

spossato dall’anno lavorativo a meditar di spiagge e musei

ed optare viaggi culturali in una Thailandia libidinosa qualunque

dove il nodo della cravatta regimental sfida la caluria

ma le bambine hanno imparato a sfilarla senza stropiccio alcuno

le stesse che vi adagiano sulle lenzuola finalmente lontane

dalle grigie mogli che scegliete perché vengono bene in foto

che vi tengono abbastanza lontani da voi, ma non dalla mia vista

così che nella dogana dove aprite il documento che vi rispecchia

io aprirei piuttosto la valigia carica della merda che vi racconta

mi avete trovato, finalmente…

e cadete sul fianco, non trovando straccetto alcuno di Versace

strabuzzate increduli sull’io non toccato da scontatezza tatuata

nello stesso posto dove tu mi raccontasti dell’ultima caduta

ed io seppi riportarti intatto il ricordo di cosa tu eri per me,

e ti raccontai di quando a pallone non mi passavano la palla

perché l’assenza del coraggio mi si vedeva dritta in faccia

e forse l’imparai molto più tardi delle regole del fuorigioco

ma non dimenticai più la differenza tra un dribblarti pallido

e l’arrivare sotto porta intanto che gli avversari se la ridevano

mi avete trovato, finalmente…

sulla soglia di un ipermercato scavalcare transenne leggero

per il fantastico cellulare ultrasottile con l’offerta del mese

presentarmi alla cassa sanguinante chiedendo se l’incarta

che strapparlo a pugni a chi precedeva in fila lo fa sentire dono.

dovreste vedermi, mentre con orgoglio lo mostro ai bambini

con la faccia da ebete sicuro di sapere che non capiranno mai

quanto tutti insieme scivoliamo da scalinate senza gradini

che dopo l’invenzione dei pulsanti per ciechi negli ascensori

soffiammo alla luna che la cecità non ci avrebbe più sorpreso.

lo avete trovato, finalmente…

e l’ultimo lembo di innocenza gli si staccò senza rumore…

Come un qualunque gioco riposto, smise instupidito di brillare…

Nella bocca di Peter croccava l’ultimo cracker masticato…

Il ragazzino lasciato solo senza alcuna ragione apparente…

I pantaloncini corti ora piegati e dismessi da tempo…

pareti da bunker intirizzivano paure che sarebbero sopravvenute…

Cosa avrebbe trattenuto per sé, cosa abbandonava ai nuovi nemici…

Si guardava intorno senza sapere da dove sarebbero arrivate…

Le tanto gentili, attese, scarnificazioni dell’adulta età…

I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno

I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà

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