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domenica 15 maggio 2011

La passione del calcio” di Franz Krauspenhaar: storia dell'Italia vista da un campo di calcio. Intervento di Roberto Martalò












Poeta, romanziere e blogger, Franz Krauspenhaar si dimostra scrittore prolifico e talentuoso con il suo ultimo libro dal titolo “La passione del calcio”. “Ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”, come lo definiva Pasolini, o sport che “ha le sue ragioni misteriose che la ragione non conosce”, come scrisse il grande Osvaldo Soriano, il calcio, nel nostro paese, è lo specchio della nazione e coinvolge gran parte della popolazione. Krauspenhaar subisce il fascino di questo sport fin da bambino, da quando cresceva nella periferia di Milano e, influenzato dal compagno di banco e dallo zio, cominciava ad appassionarsi e a sentirsi parte di qualcosa di grande. Non si tratta semplicemente di uno scritto sul calcio, anzi è più un libro sulla passione, su quel fervore che, a un certo punto della vita, ti prende, anche forse irrazionalmente, e ti segue, accompagnandoti per anni finché, man mano, si affievolisce. Il calcio è una delle passioni più forti per diversi motivi: la calendarizzazione, ossia l'appuntamento fisso domenicale (anche se oramai si gioca quasi tutti i giorni) e quindi la ritualizzazione, l'aggregazione e la condivisione (in particolare in occasione di eventi come Mondiali o Europei che riguardano una nazione). Un romanzo autobiografico che non coincide con lo scorrere del film della vita dell'autore: il calcio è lo strumento che lo scrittore utilizza per far riemergere il ricordo e per raccontare lo sviluppo dell'Italia dalla fine degli anni '60 a oggi. Con precisione e nostalgia, l'autore, ad esempio, collega la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 al fantastico calcio totale degli olandesi; ancora, rammenta l'entrata di Berlusconi sulla scena sportiva italiana e la sensazione che tutto sarebbe cambiato, e tanto altro ancora. Un libro piacevolissimo, attraverso flash-back improvvisi che non seguono un ordine cronologico. Piuttosto, si tratta di un flusso di ricordi ed emozioni che l'autore riesce a raccontare con grandi capacità e un registro linguistico che sa essere alto o basso, secondo le specifiche esigenze letterarie. Così, Krauspenhaar crea un'atmosfera familiare e “calda”, dove il lettore si ritrova perché la passione del calcio, pur nella sua individualità, è universale e trasversale. “Che cosa è il calcio, al centro di se stesso? Un dribbling...Nel dribbling il calcio si liofilizza, si incentra. È un simbolo, un riassunto, una sinossi del calcio... È una sintesi della vita, per certi versi. Perché è un'azione individuale che si crea all'interno di gruppi contrapposti”. Un unico dubbio: siamo sicuri che la passione dell'autore sia venuta meno? A leggere cosa scrive dei Mondiali 2010 non sembrerebbe. Infine, un piccolo rimprovero: la squadra del cuore non si cambia..

La passione del calcio di Franz Krauspenhaar (Perdisa Editore)

sabato 14 maggio 2011

RED - Il trailer



Come agente della C.I.A., il talento innato per l'assassinio di Paul Moses l'ha portato in giro per il mondo, da un punto caldo all'altro, portando a termine gli ordini dei suoi superiori. Quando si è ritirato ha voluto mettere il suo sanguinoso passato alle spalle. Ma quando una nuova amministrazione si insidia alla Casa Bianca, i potenti decidono che Moses sa troppo, e lo costringono a ritornare nel gioco contro l'agenzia che l'ha addestrato. Con Bruce Willis, Mary-Louise Parker, Morgan Freeman, John Malkovich.

fonte Youtube/

Per gli anni a venire di Sebastiano Adernò (LietoColle)










Sebastiano Adornò ha la stoffa del lottatore, che per un poeta oggi deve essere la costante auto/formativa se vuole sopravvivere nell’odierno mercato dei libri. Questo poeta ha trovato la sua strada, il suo cammino per riportare il mondo delle Muse coi piedi per terra. Versi di una forza adrenalinica, che mi fanno definire quest’autore un “poeta da combattimento”.

Sebastiano Adernò è nato nel 1978. Laureato in Lettere Moderne a Milano, con un iter formativo in Storia e Critica delle Arti, e una tesi in Storia e Critica del Cinema, il suo percorso si snoda tra poesie, vi­deo, concorsi letterari, reading e pubblicazioni. Sue poesie sono apparse in antologie. I suoi interessi spaziano nel mondo dell’arte. Negli ulti­mi anni è stato impegnato nella diffusione del documentario U stissu Sangu che è stato proiettato a Bruxelles, New York e in un tour per il Messico. Nel 2010 ha vinto il “Premio Ossi di Seppia” e si è classifica­to terzo al Premio di poesia “Antonio Fogazzaro”. Nel 2011 è arrivato secondo all’International Poetry Slam di Trieste. Ha un canale su you­tube dove poter vedere ed ascoltare le sue poesie.

In copertina: Bolle Blu di Rosa Cerruto

IL CAMMINO DI ERACLITO - voglio essere il discepolo// aprirmi// ad un viaggio d’avambraccio// estensione dell’utensile// come avamposto della forgia//di martellare// e urgente rimuovere le spore// e per iniziazione, porgere le tempie// ferite// di eterna rimarginazione// dove crosta – sepolta viva// alienazione// clausura della vita madre// e sesso delle caverne// sono segni// di un sole spento dall’intestino// passi// verso la mortificazione del polline

Il libro del giorno: Blade Runner di Philip Dick (Fanucci)













Nel 1992 la Guerra Mondiale ha ucciso milioni di persone, e condannato all'estinzione intere specie, costringendo l'umanità ad andare nello spazio. Chi è rimasto sogna di possedere un animale vivente, e le compagnie producono copie incredibilmente realistiche: gatti, cavalli, pecore. Anche l'uomo è stato duplicato. I replicanti sono simulacri perfetti e indistinguibili, e per questo motivo sono stati banditi dalla Terra. Ma a volte decidono di confondersi tra i loro simili biologici. A San Francisco vive un uomo che ha l'incarico di "ritirare" gli androidi che violano la legge, ma i dubbi intralciano a volte il suo crudele mestiere, spingendolo a chiedersi cosa sia davvero un essere umano.

Blade Runner diretto da Ridley Scott



fonte Youtube/illidesh

In una Los Angeles piovosa e sovrappopolata, il poliziotto Deckard (Harrison Ford), dell'unità Blade Runner, viene richiamato in servizio. La sua specialità è l'eliminazione di esemplari insubordinati di "replicanti", androidi destinati al lavoro nelle colonie spaziali. Quattro di loro, Roy Batty, Leon, Zora e Pris, hanno raggiunto la Terra per tentare di infiltrarsi nelle industrie che li fabbricano. I replicanti sono identici agli esseri umani, tranne che per la durata limitata della loro esistenza e per l'apparente incapacità di provare sentimenti. Proprio sulla registrazione delle reazioni emotive si basa il test Voigt - Kampff, con cui Deckard indentifica in Rachel (Sean Young), collaboratrice dell'industriale, una replicante sperimentale, inconsapevole della propria vera natura. Deckard si pone sulle tracce di replicanti da "ritirare", eliminando per prima la spogliarellista Zora (Joanna Cassidy). È però Rachel a salvarlo da Leon, mentre Pres (Daryl Hannah) si installa a casa di un ricercatore per convincerlo a portare lei e Batty (Rutger Hauer) dall'industriale. L'incontro non ha esito felice: i due replicanti apprendono che non c'è modo di prolungare la loro esistenza. Gli effetti speciali sono di Douglas Trumbull e la colonna sonora di Vangelis. (fonte Mymovies – dall’intervento di Andrea Carlo Cappi)

Cronache binarie di Maria Caterina Prezioso (Enzo Delfino editore)












"Io ho il cuore nero, me ne frego e sputo in faccia al mondo intero”. "Il tram si muove sulle rotaie. A Milano, di sicuro, corre sulle rotaie ma qua da noi, a Roma, non corre nulla, tanto meno un tram che nel migliore dei casi si muove sulle rotaie, stride e rallenta. Rimango incollato al finestrino, è una mattina piovosa di un settembre impazzito in un autunno anticipato, la fermata di via dei Reti è vicina, poi il tram imboccherà la curva che porta dritti dritti al Verano, il camposanto della città, il primo, il vero camposanto, gli altri sono venuti dopo e sono periferie aggiuntive di un tempo che ha diminuito le nascite ma centuplicato i morti. Noi siamo morti, voi siete morti, diceva Carmelo Bene, sbarrava gli occhi senza alcuna pietà per noi che stavamo ad ascoltarlo, perché vi parlo si domandava, parlo a gente che è morta, voi siete tutti morti e non lo sapete. Il tram percorre viale Regina Margherita, all’incrocio con via Nomentana scendo e prendo un altro mezzo che mi porta in centro, a ridosso delle mura vaticane. Potrei fare anche un altro tragitto, più veloce mi hanno garantito, ma ho una perniciosa attitudine alla ripetizione, tra le tante ripetizioni giornaliere non può mancare il caffè al bar, la sigaretta accesa d’inverno con il bavero alzato, il cenno al giornalaio e prendere il tram, il mio arrugginito, anchilosato tram delle ore 7.30, superaffollato, superlento, super, semplicemente super. Io ho il cuore nero, me ne frego e sputo in faccia al mondo intero. I manifesti in fila indiana, uno dietro l’altro, sono ancora là, come muti annunci mortuari, quelli che si vedono ancora nei paesi, nel giorno di santa Rosalia, è venuta a mancare ai propri cari la zia Carmela vedova del fu zio Domenico. I manifesti affissi sono neri con la scritta bianca e dicono tutti la stessa cosa: io ho il cuore nero e me ne frego e sputo in faccia al mondo intero. C’è qualcosa di posticcio e inquietante, quel qualcosa che emana non è un odore ma un segnale lacerante che perfora i timpani, come quegli ultrasuoni che riescono a sentire solo i cani. I cani possono impazzire se quel sibilo viene usato costantemente e ripetutamente come una silenziosa sirena. È una croce, una croce capovolta, immagino celtica, non di certo la croce di un Cristo misericordioso che invece è sita in alto al centro dei manifesti funebri che ricordano quanto zia Carmela nel giorno di santa Rosalia manca tanto all’affetto dei suoi cari e dei suoi congiunti. Un mondo di prelati e faccendieri dell’anima mi accolgono, oltrepassate le mura vaticane. Un collega ha consigliato al figlio dell’altro collega di fare una bella visita oculistica, il figlio adolescente guarda interdetto, non capisce bene cosa si sta dicendo, ha capito che si sta parlando dei suoi occhi ma quello è un fattore solo marginale, in realtà della sua visita oculistica non frega molto a nessuno. Intanto il collega dice all’altro collega che è sempre meglio scegliere occhiali di una gradazione inferiore rispetto a quella prescritta. Questo perché a lungo andare l’occhio malandrino si abitua e s’impigrisce, in altre parole non fatica, non si sforza, ma in fondo poi è meglio non vederci perfettamente bene anche con le lenti, così se ti chiedono se hai visto qualcosa tu, chiunque tu sia, potrai sempre rispondere: «Cosa? Cosa c’è da vedere?». Sfumare i contorni e non mettere a fuoco l’immagine è una forma di salvezza. Mi trovo costretto a lavorare in questo luogo e devo ringraziare il cielo perché di questi tempi non ci sono tante occasioni per conservarti il posto di lavoro, come una conserva di pomodoro inacidita, e curarti l’anima con l’uso di occhiali male graduati, lenirti l’anima con la miopia corretta da lenti imperfette. Non sono più tanto giovane, ma nemmeno così anziano da non crederci più e lasciare andare quelle corde tese che mi hanno tenuto ancorato a invenzioni fasulle, a dettami più o meno sicuri entro i quali ho regolato l’orologio del mio tempo. Eppure c’è qualcosa che non torna, i conti non sempre tornano e anche quando fai la prova del nove può rimanerti un resto, un difetto, così alzi il tappeto e con la velocità di un goleador ce lo butti sotto, lo sotterri affinché nessuno lo veda."

Tre storie ambientate a Roma che si intrecciano e svelano nella trama delle generazioni. Successi e frustrazioni personali legati alle vicende politiche dell’Italia degli ultimi sessant'anni, affidati allo sguardo di tre generazioni diverse, dal Sessantotto ultrapolitico al miracolo degli anni Ottanta, per approdare alla confusione del Duemila. Sullo sfondo disastri e misteri irrisolti di un paese dolente, riflesso sui muri della città eterna che invoca, soffocante e magica, il passato ingombrante, l'esperienza, il presente., Ogni racconto è un urlo che ne aggancia un altro, fino all’azzardo ultimo del protagonista ventenne, perchè l'Italia non è, ormai, un paese per giovani.

venerdì 13 maggio 2011

Accogliere lo straniero e amare senza parole: “La cura” di Andrés Beltrami, una riflessione sulla solidarietà umana. Intervento di Roberto Martalò










Nel panorama delle novità letterarie italiane, Fandango propone il primo romanzo del giovane Andrés Beltrami dal titolo “La cura”. Una storia d'amore difficile tra due persone differenti per provenienza, storia e lingua, un amore fatto di gesti, comprensione e pochissime parole. La protagonista trascorre la vita a curare sia il padre, personaggio quasi ombra del romanzo, figura spettrale eppure imponente nella vita della figlia, sia i fiori della sua serra che le danno un lavoro ma non sono una sua passione. Intanto, passa le sue giornate in una casa isolata dal paese, con un cane e il mare a farle compagnia e una nave fantasma a regalarle il sogno di evadere lontano insieme al suo immaginario capitano. Il suo unico contatto con il resto del mondo è il dottore che periodicamente passa a controllare le condizioni del padre. Una notte dall'oscurità spunta uno straniero misteriosamente ferito che cerca aiuto. Lei si prenderà cura anche di lui e i due inizieranno a conoscersi, trovando un linguaggio comune. Piano piano, lui si aprirà e lei scoprirà la sua storia: l'emigrazione da un paese povero, l'esclusione, la violenza ma soprattutto il segreto che l'uomo porta con sé. Beltrami sceglie di non dare nomi a personaggi e luoghi per astrarre una situazione che potrebbe essere concreta ma singola e renderla universale, evitando di soffermarsi sulle differenze tangibili di due personaggi caratterizzati da un'identità. Il tema della solidarietà umana è centrale nel romanzo e si lega anche al tema della fuga che contrappone le due figure: lei con la voglia di fuggire via ma ostinata e rassegnata a restare; lui costretto a scappare via dal suo Paese ma con tanta nostalgia di casa. Beltrami riesce a costruire un'atmosfera capace di accogliere il lettore e sospenderlo in un contesto senza luogo e tempo precisi, anche se certi passaggi sembrano essere un po' deboli o eccessivi nell'oscillazione tra lirica e essenzialità. Lo scrittore ci offre dunque un interessante spunto di riflessione sul rapporto con l'altro, sulla cura come accoglienza, sull'amore e sulla fuga come ribellione al proprio destino.

La cura di Andrés Beltrami Fandango Editore, 198 pag, 16 €

La bella e la bestia di Ludovica Lumer e Semir Zeki (Laterza)





















"Il processo di studio della relazione tra l'individuo e quello che vede e più ancora tra il sé e lo spazio circostante, le relazioni sociali e le situazioni non usuali è proprio quello che l'arte contemporanea enfatizza come mai precedentemente nella storia. Ed è sorprendente come le questioni approcciate dall'arte di oggi siano esattamente le stesse che sfidano le neuroscienze." Le neuroscienze mettono oggi a disposizione un'enorme quantità di dati sul funzionamento di varie parti del sistema nervoso, dati che raccontano storie, più o meno esaustive, su come gli esseri umani vivono, interagiscono e si muovono nel mondo. Allo stesso modo l'arte, una delle più elevate modalità di rappresentare sensazioni ed emozioni, ci fornisce preziosi documenti sul funzionamento del cervello e in ultima istanza dell'uomo. In particolare l'arte contemporanea, nel suo essere in bilico tra progettualità e azione, tra idea e gesto creativo, esplora e rivela le capacità percettive del sistema nervoso. L'opera d'arte e il processo creativo diventano quindi per lo scienziato il racconto esplicito e diretto delle esperienze percettive, emotive e comportamentali.

Beastly - il trailer



Per saperne di più sul film visitate: http://www.film.it/beastly
Il trailer italiano del film "Beastly" di Daniel Barnz.

Con Vanessa Hudgens, Alex Pettyfer, Mary-Kate Olsen, Neil Patrick Harris, Kenan Thompson, Peter Krause, Erik Knudsen, Dakota Johnson. Tratto da un romanzo ispirato direttamente dalla favola della Bella e la Bestia, il film vede come protagonista Kyle, un giovane di New York spavaldo e molto sicuro di se. A causa del suo comportamento da superbo subisce un incantesimo che lo deturpa e lo trasforma in una creatura immonda. Se entro due anni non troverà una donna che si innamorerà del suo cuore e non del suo corpo rimarrà in quello stato per tutta la vita.

Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen (Dalai)




















"L'immaginazione di una donna è molto rapida, salta dall'ammirazione all'amore e dall'amore al matrimonio in un istante". Dei sei romanzi di Jane Austen, questo è il primo in ordine di tempo e insieme il suo capolavoro. Quando lo scrisse la Austen aveva ventun anni e un'amica di famiglia l'eveva definita "la più graziosa, sciocca, leziosa farfalla in cerca di marito che sia dato incontrare". Frivola e ironica, non si distingueva dal mondo campagnolo e borghese cui apparteneva, fatto di tè, ballli, flirt della buona società, minuti e ridicoli incidenti della vita quotidiana. Ma su questi motivi sapeva giocare con una grazia e una profondità uniche. Ed è così che, narrando in Orgoglio e pregiudizio la storia delle cinque sorelle Bennet e dei loro conteggiatori, riesce a evocare, con tocchi sobri e precisi, l'intero, incantevole, penetrante quadro della provincia inglese alla fine del Settecento.

Becoming jane



Film di Julian Jarrold. Con James Cromwell, Julie Walters, Maggie Smith, James McAvoy, Anne Hathaway, Joe Anderson. Inghilterra, fine 1700. Jane, la più giovane delle figlie del reverendo Austen, è in età da marito e la sua famiglia vorrebbe darla in sposa al facoltoso signor Wisley, nipote della ricca Lady Gresham, ma la ragazza, dotata di uno spirito libero e indipendente, non accetta l'imposizione di un matrimonio di convenienza perché attende il vero amore. In occasione della visita di suo fratello Henry, Jane fa la conoscenza di Tom Lefroy, un giovane avvocato irlandese, e tra i due nasce un forte sentimento. Fonte Film.it

Il libro del giorno: Attentato al Papa di Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato (Chiarelettere)












Che storia! Vale la pena provare a ricostruirla, tutta. Vi sono coinvolti ben sei paesi (Francia, Bulgaria, Russia, Germania,Turchia, Polonia), un killer, Ali Agca, l'attentatore del papa (altri suoi obiettivi Bourguiba, Walesa, Dom Mintoff, Khomeini) che dice di essere Gesù Cristo. Un bel gruppo di spie (monsignori, cardinali e persino guardie svizzere) che s'infiltrano nelle stanze del papa, due giudici bulgari che giudici non sono e anzi sono ritenuti i due organizzatori del sequestro nel 1983 di Emanuela Orlandi, strumento inconsapevole del terrorismo internazionale. E non è finita: un morto che in realtà non è morto (il presunto organizzatore dell'attentato al papa), due italiani trattati come spie dal governo bulgaro per ritorsione nei confronti del nostro ma che spie non sono, un sindacalista incarcerato e poi scagionato vent'anni dopo, senza nemmeno ricevere le scuse. Omicidi, sequestri, furti, ricatti, minacce (anche ai giudici); spie, terroristi, servizi segreti al gran completo, criminalità organizzata: come in una vera spy story entrano ed escono personaggi di ogni tipo (anche un monaco benedettino con Maserati Biturbo color giallo oro, spia della Stasi), e non mancano le sorprese. I due autori, un noto giornalista e un noto magistrato che ha seguito un filone dell'inchiesta sull'attentato ed è avvocato della famiglia Orlandi, hanno lavorato su documenti e testimonianze, contro silenzi e omertà. Il loro libro entra nel cuore del Novecento, tra equilibri politici mondiali e storie personali. A distanza di trent'anni da quel giorno (13 maggio 1981), la verità deve ancora essere chiarita del tutto, anche perché il giallo non finisce mai: ancora nel 1998 l'omicidio del comandante delle guardie svizzere (con sua moglie e il vicecaporale) e il furto dei documenti che aveva con sé mandano un messaggio molto chiaro: guai a chi vuole parlare, alle spie non si fanno sconti. Mai. E questo è un monito che vale per tutti, anche per il papa.

Ferdinando Imposimato è uno dei magistrati che hanno lavorato di più sul caso Moro. Si è occupato anche della lotta ai sequestri di persona e di terrorismo, di mafia e di camorra, oltre che dell'attentato al papa. Ha lavorato per conto dell'Unione europea e dell'Onu. Parlamentare della sinistra indipendente per tre legislature, docente universitario, ha scritto per diversi quotidiani e settimanali. Attualmente è avvocato penalista.

Sandro Provvisionato, giornalista professionista, già direttore di Radio Città Futura, ha lavorato per dodici anni all'Ansa (da praticante a capo della redazione politica), per poi passare come inviato speciale al settimanale «L'Europeo» e diventare in seguito capo della cronaca del Tg5. Per questa testata ha lavorato anche nella redazione inchieste, è stato conduttore del tg della notte e inviato di guerra (in Kosovo e in Iraq). Dal 2000 è curatore del settimanale TERRA! di cui è anche conduttore. Dirige il sito www.misteriditalia.it.

Imposimato e Provvisionato hanno pubblicato per Chiarelettere DOVEVA MORIRE (2008), inchiesta sul caso Moro

10 grandi donne dietro 10 grandi uomini, di Isabella Marchiolo, prefazione di Alessandra Casella (Laurana). Anteprima di Nunzio Festa











Mancano pochissimi giorni all'arrivo in libreria il nuovo, fresco, a tratti scoppiettante libro della giornalista e scrittrice calabrese Isabella Marchiolo “10 grandi donne dietro 10 grandi uomini”; questo nuovo libro di Isabella Marchiolo, che ben conosciamo e non da oggi, e che dimostra giorno dopo giorno una maturazione di scrittura e una consapevolezza letteraria sempre crescente, autrice che alterna appunto prosa a giornalismo, entra a far parte d'una nuova linea di libri che la Laurana dell'antico Mozzi e del nuovissimo Vaccari, passando per l'oramai famosa Tomassini, fa per dare un poco d'ossigeno vero e pulito al presente. In vista d'un futuro possibile. Perché, appunto, questo volume è il primo della neo-nata collana “Dieci!”: voluta dall'editore Garlisi e dall'editor Gabriele Dadati e, immaginiamo, consigliata dal Giulio Mozzi che sappiamo. Con tanto di illustrazione di copertina, per giunta, che è opera a sé, 'stavolta di Silvia Rastelli. Se nel comunicato di lancio sentiamo che “la nuova collana si poene come obiettivo quello di scavare dentro il detto 'Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna', quasi a volerlo ribaltare”, in realtà questo ultimo libro di Marchiolo, che ricordiamo recentemente in veste d'autrice d'un'interessantissima intervista inopportunamente titolata “LadyMen” e prefata da Cecchi Paone, è un modo di guardare con rispetto ma anche giusta distanza a dieci grandi figure, donne, che per diverse ragioni hanno raggiunto fama e celebrità. Ed è vero, sempre o quasi sempre, che le donne stanno un passo in avanti e assolutamente non uno indietro dei mariti ecc., perché devono pensare molte volte a fratelli, sorelle, figlio e/o genitori. D'esempi, insomma, ne potremmo fare davvero tanti. A partire da ogni privato. La scelta d'Isabella mette nel testo Michelle Obama a braccetto con Rita Borsellino e Yoko Ono. E non solo. Eppure questa volta dovremmo ripensare, molto probabilmente, nel tempo che strapazza l'etica e i sentimenti puri, a Mina Welby che veramente “mette al centro del suo amore il desiderio di morire del marito”. Marchiolo riesce ancora una volta a commuovere. Che con pezzi di vita di queste donne rappresenta simbolicamente il mondo intero. “E non è per una sorellanza di genere – dice direttamente l'autrice, quasi ad accennare in un pezzo del libro alla tanto discussa 'solidarietà femminileì - , perché anch'io sono una donna. No, questa sarebbe semplicemente un'associazione logica: le donne generano vita, e senza di loro a un certo punto dell'umanità non rimarrebbe comunque nient'altro da salvare. Insomma, questo significa che non potete estinguerci o decidere di cancellarci da un elenco ideale delle cose importanti”. Per aggiungere: “Inoltre credo poco alle possibilità della scienza di procreare al di fuori di un grembo femminile. Dunque, almeno nel futuro che fino ad adesso riusciamo a immaginare, siamo ancora indispensabili”.

mercoledì 11 maggio 2011

Fast & Furious 5 - Il trailer




Vin Diesel e Paul Walker guidano il ritorno di tutti i protagonisti dei precedenti episodi dell'esplosiva saga a tutta velocità in Fast Five. In questo nuovo episodio, l'ex-poliziotto Brian O'Conner (Paul Walker) passa dall'altro lato della legge e si associa all'ex-truffatore Dom Toretto (Vin Diesel). Dwayne Johnson si unisce a Jordana Brewster, Chris "Ludacris" Bridges, Tyrese Gibson, Sung Kang, Gal Gadot, Matt Schulze, Tego Calderon e Don Omar per una corsa estrema con un'altissima posta in gioco. Da quando Brian e Mia Toretto (Brewster) hanno aiutato Dom ad evadere, si sono trovati ad affrontare numerosi ostacoli per sfuggire alle autorità. Adesso sono intrappolati a Rio de Janeiro e devono completare un ultimo lavoro per riavere la loro libertà. Mentre assemblano la loro squadra di piloti migliori, gli improbabili alleati sanno che la loro unica chance di uscire dal gioco una volta per tutte vuol dire affrontare il corrotto uomo d'affari che li vuole morti. Ma non è l'unico ad inseguirli. L'agente federale Luke Hobbs (Johnson) è molto determinato e non manca mai il suo bersaglio. Quando gli viene assegnato di trovare Dom e Brian, elabora un piano d'attacco per catturarli con la sua squadra d'assalto. Ma mentre i suoi uomini iniziano la ricerca in Brasile, Hobbs scopre di non riuscire più a riconoscere i buoni dai cattivi. Adesso deve fidarsi del suo istinto per catturare la sua preda... prima che lo faccia qualcun'altro.

Il trailer italiano di Fast & Furious 5, con il saluto di Vin Diesel e Paul Walker.
Sito ufficiale: www.fastandfurious5.it
Pagina Facebook: http://www.facebook.com/fastfiveitalia
Twitter: http://twitter.com/#!/FastFuriousIT

Margherita Hack, Il mio infinito Dio, la vita e l'universo nelle riflessioni di una scienziata atea (Dalai editore)











Fin dagli esordi dell'umanità la volta stellata è sempre stata la culla di dèi e cosmogonie, racconti per esorcizzare il mistero della vita e della morte. Nel contempo, in ogni civiltà, alla visione religiosa del mondo si sono contrapposte menti curiose che hanno cercato spiegazioni razionali dei fenomeni naturali e celesti. Questo libro racconta come si è evoluta la nostra capacità di leggere il cielo e con essa la visione scientifica del mondo, dagli astronomi della Grecia classica alla nascita della scienza moderna con Galileo e Keplero alle scoperte di Newton,- per arrivare all'astronomia e alla fisica quantistica dopo le rivoluzioni del Novecento. Ci pone di fronte ai problemi cui ancora la scienza non sa rispondere: l'origine dell'universo e della vita. Ci interroga sulla natura del nostro universo: è tutto ciò che esiste? E finito o infinito nel tempo e nello spazio? E uno fra tanti? Com'è possibile che da una caotica zuppa di particelle elementari si sia originato il Cosmo gerarchicamente ordinato, le stelle e galassie, dai cui elementi è nata la vita biologica evolutasi fino ad arrivare a quello straordinario strumento di conoscenza che è il cervello umano? A tanta meraviglia si può rispondere invocando un Creatore, oppure accettando la bellezza di un mondo governato dalle leggi della materia senza altri fini.

Ensemble pisco/cosmico con Margherita Hack e Dario Vergassola

http://www.youblob.org - Margherita Hack ospite di Serena Dandini e Dario Vergassola a "Parla con Me" su Raitre. Fonte Youtube

Il libro del giorno: Le relazioni pericolose di Pierre Choderlos de Laclos (Newton Compton)












"Le relazioni pericolose" rimane per la critica e per i lettori una pietra miliare di qualsiasi narrativa e un capolavoro indiscutibile del romanzo epistolare. Considerata la molteplicità dei temi, degli intrecci e dei riferimenti letterari, può essere soggetto a varie interpretazioni: c'è chi ne esalta l'ironia sostanziale e chi vi intravede invece un sentore di morte e di autodistruzione, chi arriva a vederci un'anticipazione dello Sturm und Drang e chi individua parentele con i fratelli minori di Sade. Resta comunque il fascino che continua, con il passare del tempo, a esercitare. Dal libro è stato tratto un film di grande successo, diretto da Stephen Frears e interpretato da Glenn Close, John Malkovich e Michelle Pfeiffer.

Le relazioni pericolose - Il film

Le relazioni pericolose è un film del 1988, diretto da Stephen Frears, tratto dal romanzo Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos, con un buon livello di fedeltà alla storia originale, seppure anche con alcune differenze nei personaggi e nel finale. Dangerous Liaisons (USA, Gran Bretagna – 1988). Sceneggiatura: Christopher Hampton. Fotografia: Philippe Rousselot.. Montaggio: Mick Audsley. Musiche: Johann Sebastian Bach, George Fenton, Christoph Willibald Gluck, Georg Friedrich Händel, Antonio Vivaldi.

* John Malkovich: Visconte Sébastien di Valmont

* Glenn Close: Marchesa Isabelle de Merteuil

* Michelle Pfeiffer: Madame Marie de Tourvel

* Uma Thurman: Cécile de Volanges

* Keanu Reeves: Raphael Danceny

* Swoosie Kurtz: Madame de Volanges

* Mildred Natwick: Madame de Rosemonde

Il linguaggio segreto dei fiori di Vanessa Diffenbaugh (Garzanti)












Chissà perché ma ho sempre associato ai fiori delle doti, delle qualità particolari semi/oniriche quasi, che puntualmente facevano riaffiorare tra le maglie dei miei ricordi sinuosità, delicatezze, e sorrisi di tante donne che ho conosciuto. Misteri dell'immaginifico! Indistintamente tutti i fiori hanno su di me il potere di catapultarmi in atmosfere surreali, dove tutto si sfiora con estremo pudore, dove la storia, le storie non sono condizionate né da ferite profonde, né da ritorni mancati. Poi mi capita (in maniera rocambolesca) tra le mani questo splendido lavoro di Vanessa Diffenbaugh dal titolo “Il linguaggio segreto dei fiori” edito da Garzanti. Splendido perché è riuscito a incuriosirmi, a commuovermi, a farmi sorprendere, tutte cose che di rado un lettore (border/line) come me riesce a trovare in un libro. Non è questione di intraprendere una lotta feroce contro il “postmodernismo” (in fondo senza il mercato - anche quello editoriale - non potremmo nulla, non saremmo nulla, e forse vivremmo ancora in un mondo dominato da barbarie ben più sanguinarie delle logiche del profitto), ma è tentare di scovare con la lente dell’indagine e della critica letteraria, quell’identità che è l’Autore autentico, come nel caso di questa meravigliosa penna. Narrazione di confine, dove la protagonista Victoria, è una ragazza vissuta in "infeni" fatti di violenza e “anestetizzazioni” intimistiche, tanto da farle odiare il contatto fisico, o il semplice lasciarsi andare, o fidarsi. Poi l’incontro con una donna, Elizabeth, che le insegnerà il linguaggio dei fiori. E Victoria che ha il suo bel hortus conclusus, dove tutto è pace e silenzio, nel parco pubblico di Portero Hill, proprio lì pianterà e accudirà i suoi fiori imparandone fragilità e durezza, scoprendo la bellezza, la durezza e lo splendore della vita con tutte le sue ascese e le sue cadute. E i fiori, nel romanzo della Diffenbaugh, curano prima di tutto le cicatrici ancora aperte dell’anima e lasciano delle dolci caramelle di felicità. In fondo meno male che ci sono i fiori. Meno male che ce n’è uno per ogni male dell’anima.

martedì 10 maggio 2011

Ciao che fate? La Pina e Diego con La Vale (Mondadori)












"Abbiamo scritto questo libro per tutte le persone molto speciali che in questi anni sono cresciute con noi e ci hanno divertito, entusiasmato, commosso, e che ci hanno tanto amato, come noi ogni giorno amiamo loro." Un gruppo di amici, una vera e propria community che da una decina d'anni segue Pinocchio su Radio Deejay, e parla di tutto con La Pina e Diego. Dal primo bacio a quello che sta facendo in quel momento, al contenuto della propria borsa. Valanghe di sms: "Io e la mia fidanzata ci siamo baciati a pesce per un anno", "Non dire a una sposa: 'Sei bellissima, non sembri tu'", "L'angolo del cuscino funziona come campo pratica del bacio... unico neo: ti felpa la lingua", "Mia mamma una volta mi ha rifatto il letto mentre ancora dormivo!", "Io e il mio geniale fratello maggiore bucavamo le bombolette spray! Ho ancora l'ombretto argentato sull'occhio destro!". Telefonate, ragazze qualunque che diventano ospiti fisse: la Lalla (la bugiarda torinese), la Giada (la quattordicenne che pensa solo a limonare), l'Afona (che tutto quello che indossa "fa moda"), la Katia (la sua vita è una soap opera). E poi classifiche, tormentoni, sigle dei cartoni animati, gente che telefona col cuore spezzato, perché, alla fine, l'importante è stare insieme. "Ciao che fate?" raccoglie il meglio di tutti quei pomeriggi di divertimento. "Assomiglia un po' a una puntata di Pinocchio: c'è un tema, anzi un tema-capitolo e in ogni tema c'è un po' di noi e molto di voi. Con i vostri messaggi e la vostra ironia...".

Anna Tatangelo, La Pina e Diego per Pinocchio su Radio Deejay



A Pinocchio i provini con Anna Tatangelo: La Pina, Diego ed un'"interessante" giudice negli studi di Radio Deejay. Fonte Youtube

Il libro del giorno: Misteri per caso. Un viaggio intorno al mondo che non racconta la solita Storia. Di Syusy Blady e Patrizio Roversi (Rizzoli)












L’Italia dei luoghi nascosti, il domandare “investigativo e inquisitorio” di Syusy e lo scetticismo cosmico di Patrizio conducono per mano il lettore sulle tracce di “misteri misteriosi” di caratura planetaria. Tipo: la Lupa del Campidoglio è stata copiata da una più antica simbologia della Mongolia; Syusy c'è stata e ne ha le prove! Da una Mappa conservata all'Università di Bologna si scopre che è esistita una Google Earth antidiluviana: Syusy a Istanbul ha avuto in mano la famosa Mappa di Piri Reis. Dal Santuario di San Luca si arriva a Malta, l'isola della Dea Madre, e dei leggendari cavalieri, dove i due “indagatori” hanno scoperto che Dio è nato donna. Studiando i menir della Puglia si può scovare l'antico computo elaborato dal calendario Maya che prevede l'apocalisse del 2012. Syusy non trascura nulla di nulla, non lascia al caso nessuna ipotesi, nemmeno la pista extraterrestre. Con la splendida ironia che li contraddistingue, gli autori ci conducono in un seducente viaggio lungo i percorsi meno noti del mondo.

«Ogni viaggiatore, al ritorno dai suoi viaggi, ha sentito il bisogno di riordinare le idee, Marco Polo per primo. Syusy è una viaggiatrice non per caso con un sacco di informazioni e verità che potrebbero cambiare la storia come la conosciamo. Patrizio un cinico ascoltatore che prova a seguirla nel suo viaggio mentale oltre che fisico. Alla fine lei si sarà liberata da un fardello fatto di luoghi, ragionamenti e scoperte sconvolgenti, mentre lui sarà pieno di sani dubbi e avrà perso definitivamente la sua innocenza.». Il libro è uno splendido momento dove chiunque può volgere lo sguardo al mistero, attraverso gli occhi di due personaggi noti della scena televisiva italiana, la stessa con cui hanno intrattenuto e divertito per anni i telespettatori.

Turisti per caso - sulle orme di Darwin. Condotto da Syusy Blady e Patrizio Roversi



Turisti per caso condotto da Syusy Blady e Patrizio Roversi
fonte Youtube/Rai.tv

Augusto, braccio violento della storia di Luca Canali (Bompiani)












Il primo imperatore romano, forse il più grande: Ottaviano Augusto. La difficile ma inarrestabile scalata al potere, gli intrighi, i retroscena psicologici, i personaggi: Agrippa, l’amico fidato, uomo forte e imperturbabile, votato al servizio gregario e all’ordine senza forse e senza ma. E poi Livia Drusilla, di cui Ottaviano si innamora, e ne fa la sua sposa e ispiratrice. E ancora, le trame segrete dei conservatori capeggiati da Cicerone, Catone, e Bruto, la guerra sanguinosa contro gli uccisori di Cesare, da cui emergerà la figura dell’uomo di potere unico, il princeps per antonomasia. Uomo malaticcio ma sospinto da irrefrenabili pulsioni, adottato da Cesare che lo vedeva come il solo condottiero in grado di risolvere il dissidio che opponeva il Senato al princeps. Repressione di congiure, diplomazia con il ceto nobiliare, stretto legame quasi affettivo con le legioni, un saldo secolo di pace, detta appunto pax augusta, che ha quasi per fondamento ideologico la cultura e la poesia, di cui Mecenate è ispiratore, sono i fondamenti del nuovo impero. Molti tormenti anche nella sua vita: più grave di tutti il comportamento libertino di sua figlia Giulia e sua nipote Giulia Minore. Luca Canali ricostruisce col sicuro e avvincente passo del romanziere e con il rigore dello storico un capitolo epico della storia romana, fra tolleranza e dispotismo, poesia e sangue, amore e morte. La vicenda di un uomo il cui braccio violento, anche attraverso la crudeltà delle proscrizioni, ha impugnato ogni arma disponibile per saldare per sempre il destino di Roma a quello dell’Occidente.

LUCA CANALI, scrittore e latinista, ha insegnato Letteratura latina nelle Università di Roma e Pisa. Dal 1981 si è dedicato esclusivamente all’attività critica e letteraria. Tra le opere di saggistica: Personalità e stile di Cesare, I volti di Eros, Lucrezio, poeta della ragione, Amore e sessualità negli autori latini, Il sangue dei Gracchi, I cavalieri latini dell’Apocalisse, Fermare Attila; di versi: Toccata e fuga, La deriva, Il naufragio, Zapping, Borderline, Fasi, Lampi; di narrativa: La resistenza impura, Autobiografia di un baro, Il sorriso di Giulia, Spezzare l’assedio, Nei pleniluni sereni, Reds. Racconti comunisti, La sporca guerra, Fuori dalla grazia. Tra le sue traduzioni, tutta l’opera di Virgilio, Lucrezio, Petronio, Orazio, Tibullo, Properzio, Persio, Stazio, Prudenzio e altri.

Un estratto - “Ehi Agrippa, dormi? È quasi l’alba, fra poco sbarchiamo”. Seduto su un cerchio di corde, la testa fra i pugni, i gomiti puntati sulle ginocchia, e gli occhi semichiusi, Agrippa non dormiva. Anzi, a quel richiamo di Ottaviano, suo compagno di studi e di vita, sorrise scoprendo, fra labbra bruciate dal vento e dal sole di chi ha vissuto a lungo all’aria aperta, denti corti e saldi che cercavano invano di risplendere al chiaro di luna di quella notte del 15 aprile 44 a.C. Un mese esatto dall’assassinio di Cesare all’ingresso della Curia di Pompeo. Senza attendere risposta, né volgersi verso l’amico, Ottaviano iniziò a percorrere il perimetro della bireme che dalla città di Apollonia li stava trasportando in Italia. Camminava lentamente, sembrava interessarsi alla battagliola, sopraelevazione dei parapetti formata da gomene intrecciate a paletti biforcuti, dai quali pendevano gli scudi che i legionari di scorta avevano lasciati lì ritirandosi la sera prima a dormire sottocoperta, a pochi passi dalla ciurma dei rematori. La frequenza delle vogate doveva essere lenta e regolare, ma i remi oggi pesavano di più, fasciati da stracci di lana affinché la snella imbarcazione procedesse nel più assoluto silenzio: portava infatti il figlio adottivo di Cesare verso la vendetta contro gli autori di uno dei delitti politici più efferati dell’intera storia di Roma. In cambio di quella velocità e di quel silenzio, i due giovanotti s’erano sporti da una botola sulla sentina – dimora, prigione e cesso di quei disperati – per gettar loro sacchetti di denaro, non certo per pietà – avrebbero fatto crocifiggere chi avesse finto una forte vogata per coprire il proprio debole sforzo –, ma per spronare tutti a non diminuire la velocità e a non interrompere il silenzio. Del resto i rematori arrancavano pensando solo a quante puttane, dopo lo sbarco, avrebbero potuto godersi con quei denari per un’intera giornata.”

lunedì 9 maggio 2011

Senza Arte Né Parte. Con la regia di Giovanni Albanese



La nuova commedia con Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston e Donatella Finocchiaro. Un film di Giovanni Albanese

fonte Youtube/01

Diritto al futuro a cura di Renato Briganti con interventi di Alex Zanotelli e Alberto Lucarelli (Dissensi edizioni)




















Questo libro nasce dalla consapevolezza di dover trovare un nuovo patto sociale tra cittadini capaci di immaginare un futuro migliore. I temi trattati sono la convivenza pacifica e l'integrazione tra le diversità. Non c'è pace senza giustizia e non c'è pace se ancora uomini e donne (che il sistema economico costringe a migrare) non sono messi in condizione di vivere con dignità. Sono analizzati argomenti quali il legame tra guerre, migrazioni e integrazione, i diritti fondamentali, la sostenibilità e l'intercultura, e accanto ad ognuno di questi una proposta di laboratorio tematico di appofondimento. Un libro per riflettere e per agire, indispensabile per chi vuole che sia garantito un diritto al futuro. Parte del ricavato della vendita sarà devoluto all'associazione Manitese.

DIRITTO AL FUTURO
A CURA DI RENATO BRIGANTI
CON CONTRIBUTI DI ALEX ZANOTELLI E ALBERTO LUCARELLI
PAG. 102 - EURO 11,00
DISSENSI EDIZIONI

Intervista a Morgan che poi canta con Edoardo Bennato 'Perché' a Quelli che il calcio ...



Morgan, ospite di Simona Ventura a "Quelli che il calcio", parla della suo momento professionale e di questa edizione del programma tv X Factor ed assieme a Edoardo Bennato si esibisce con il brano "Perché". Tratto da: Quelli che il calcio. RAI CELEBRITY, LA WEB TV CHE VI SVELA I SEGRETI DELLE STAR!
http://www.rai.tv/dl/portale/html/palinsesti/celebrity.html
BLOG RAI CELEBRITY:
http://www.community.rai.it/posts/index/4addcafa-7d4c-4e39-a60f-6a1ad4a2449f

Il libro del giorno: EDOARDO BENNATO. VENDERO’ LA MIA RABBIA (ARCANA) di Francesco Donadio











Di Edoardo Bennato oggi si parla davvero (troppo) poco. Eppure, negli anni Settanta è stato forse il più amato tra i cantautori e ha creato almeno una trentina di brani che possono essere considerati dei classici della nostra discografia. Canzoni come Salviamo il salvabile, Un giorno credi e Meno male che adesso non c’è Nerone hanno rappresentato la colonna sonora di una generazione immersa in una confusa realtà quotidiana fatta di austerity, di scontri di piazza e di terrorismo che via via diventava sempre più imprevedibile e feroce. Una carriera tutta in salita, quella di Bennato, che ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per conquistarsi il proprio posto al sole. Il cammino, dai primi concertini con i fratelli nella Napoli degli anni Cinquanta passando per il trionfo di San Siro nel luglio 1980 di fronte a 80mila persone in delirio, fino a giungere al recente inno per i 150 anni dell’Unità d’Italia, non è certo stato una passeggiata. Se Edoardo ce l’ha fatta, è stato grazie alla sua (sana) rabbia, e alla ferma convinzione nel proprio talento. Per strano che possa sembrare, è la prima volta che la storia di Bennato viene narrata da qualcuno che non sia un fan dichiarato o facente parte dell’entourage dell’artista. Venderò la mia rabbia è stato scritto avvalendosi degli archivi a disposizione (dischi, libri, riviste, quotidiani, Teche Rai) e intervistando i più stretti collaboratori del cantautore/rocker di Bagnoli, fratelli (Eugenio e Giorgio) compresi.

Ricercatore e scrittore, appassionato di pop angloamericano, è autore, con Marcello Giannotti, del saggio Teddy-boys rockettari e cyberpunk. Ha scritto di musica per «Tuttifrutti» e «Il Mucchio Selvaggio » e ha collaborato con la Rai, l’ADN Kronos e varie radio private. Attualmente coordina la testata web «Extra! Music Magazine» (www.xtm.it) e collabora con il bimestrale «Musica Leggera».

Chiedi e ti sarà tolto (Minimum Fax) di Sam Lipsyte













“L’America, ha detto Horace, il nostro stagista, era un pappone rincoglionito e in declino. Per la nostra repubblica era finita da un pezzo l’epoca d’oro della ruffianeria. Che fine aveva fatto quello spaccone dai nervi di ghiaccio e le zanne di diamante, che aveva assaltato la Normandia e preso i sovietici a pisellate in faccia, e che avviava alla prostituzione le carni giovani dei mercati emergenti? Ora il nostro paese se ne stava stravaccato in un angolo della sala da biliardo, era un babbione sdentato con una bottiglia da mezzo di vinaccio Mad Dog e gli occhi gialli e pesanti, l’ennesima vittima designata per il branco dei giovani lupi. «Siamo gli zerbini degli altri paesi industrializzati», ha detto Horace, con gli occhi accesi di gioia come bracieri.”
Milo Burke lavora come fundraiser per un’università mediocre popolata di figli di papà con velleità intellettuali: dovrebbe strappare donazioni alle ricche famiglie degli studenti o a generosi filantropi, ma le public relations non sono il suo forte. Milo – aspirante artista mai uscito dall’anonimato – è un intemperante, un contestatore, un frustrato, forse un genio incompreso, di certo un casinista: all’ennesimo passo falso viene licenziato in tronco. Il suo ménage familiare – ha una moglie comprensibilmente insoddisfatta e un figlio in età da asilo, se solo gli asili fossero alla portata delle loro tasche – ma di colpo l’università gli offre una seconda chance: si è fatto avanti un potenziale donatore che vuole sia proprio lui a seguire la sua pratica. Il misterioso benefattore, però, ha dei secondi fini, e l’occasione di riscatto si trasforma per Milo in una tragicomica sequenza di guai. Assalto feroce ed esilarante al mito del denaro e del successo, satira irresistibile sul mercato dei cervelli e della cultura. Chiedi e ti sarà tolto è stato osannato dai critici americani ed è pronto a diventare un libro di culto anche per i lettori italiani affamati di comicità brillante e corrosiva.

domenica 8 maggio 2011

Checco Zalone con Serena Dandini a Parla con me



Fonte Youtube - RAI.TV CINEMA SU http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-1418e80c-4dee-4c14-b2b... Ospite di Serena Dandini è Checco Zalone, protagonista del nuovo film "Che bella giornata"

Il libro del giorno: Dai diamanti non nasce niente. Storie di vita e di giardini di Serena Dandini (Rizzoli)



















Cos'hanno in comune la regina Maria Antonietta, Vandana Shiva, Peter Sellers, Fabrizio De André, Virginia Woolf e George Harrison? La risposta è nel libro che avete tra le mani: il racconto di una passione che si intreccia, inestricabile come un gelsomino rampicante, con amori letterari, pittorici e cinematografici, ricordi di viaggi, aneddoti di vita giardiniera e riflessioni sulle sfide e le frontiere della felicità sostenibile. Serena Dandini ci conduce in una passeggiata sentimentale alla ricerca della bellezza che potrà salvarci, con un libro dedicato "a chi voleva cambiare il mondo e invece dopo un po' si è accorto che è stato il mondo a cambiargli i connotati". Viaggiando tra parchi incantati e vivai sconosciuti, imbarcandoci sulle navi di cacciatori di piante d'altri tempi, sbirciando gli amori romantici per un raffinato musicista o per un carico di concime, scopriamo insieme con lei che non è mai troppo tardi per mettere dei fiori nei nostri cannoni e bombardare almeno il perimetro del balconcino di casa. Perché, come recita un antico proverbio cinese, chi pianta un giardino semina la felicità.

Il Ramarro verde di Michele Riva (Dissensi edizioni)












"Il ramarro verde" è la splendida storia che Michele Riva ha "scritto", grazie all'ausilio della tecnologia, con gli occhi. Con gli occhi perchè Riva è affetto dal 2000 da una terribile malattia degenerativa che è la SLA (La sclerosi laterale amiotrofica). Il suo libro (a cui partecipano con brevi interventi anche altri malati) è un forte invito a non cedere, a lottare, ad imparare ad apprezzare la vita ogni istante. Da piccolo, Michele, mentre giocava sulla riva di un torrente, stava per essere morso da una serpe ma, incredibilmente un ramarro lo salvò, attaccandola. La serpe fuggì, ma il ramarro rimase paralizzato. Questa è una splendida metafora della vita dell'autore che da adulto vivrà la stessa condizione di paralisi del ramarro. Del resto l'autore, come il ramarro, si è sempre battuto per chi è in difficoltà.

Questo splendido libro di Michele Riva è un forte invito a non smettere di lottare, a non arrendersi dinanzi alle difficoltà, è un ausilio per chi è afflitto da questa malattia ma, ancor di più, leggerlo può essere d'aiuto a chi "sta bene". E' un invito a vivere ogni istante con intensità, è un assist a trasformarci in uomini e donne migliori, disposti a sacrificarsi per chi è ammalato e non pensare sempre e solo a noi stessi. Questo libro è un invito a resistere, ad avere coraggio e diventare persone in grado di amare! La testimonianza di Michele ma anche di Giuseppe, Susanna, Marco, Giampaolo, Stefano, Loredana, Leido e Luciano sono la prova che non siamo un corpo che al suo interno cela un'anima, ma il contrario. Le loro testimonianze ci insegnano che si può essere liberi anche in un corpo che è diventato una prigione e si può essere prigionieri in un corpo perfettamente efficiente. (Gianluca Ferrara)

La splendida intervista a Franco Ferrarotti su Zapping (Radio Rai 1)




















Puntata di Zapping del 5 maggio 2011 - Franco Ferrarotti professore di sociologia presso l’università Sapienza di Roma presenta il suo libro, La strage degli innocenti. Note sul genocidio di una generazione, pubblicato da Armando editore, agli ascoltatori di Zapping (Radio rai 1). “Oggi si parla dei problemi dei giovani anche in termini più drammaciti... e la disoccupazione giovanile arriva al 30%. Il dato più preoccupante è che quando un gruppo così consistente di giovani non riesce a trovare lavoro, o lo trova di 3 mesi in tre mesi, perde la speranza”. Alcuni ascoltatori hanno evidenziato l’apatia dei giovani, la loro “non voglia di lavorare” o di “non accontentarsi di un lavoro inadeguato ai loro studi”. Ferrarotti giustamete risponde loro riportanto la questione all’origine: “I giovani non hanno colpa della situazione in cui oggi vengono a trovarsi... si tende a rovesciare le responsabilità e così i giovani (le vittime) sarebbero carnefici di se stessi. Il problema invece è oggettivo! ... Quando un problema non viene dichiarato in termini reali, è difficile risolverlo”

Ascolta l’intervista completa, la trovi dal minuto 0:48 (circa) a 1:06.

Leggi le prime 26 pagine del libro

sabato 7 maggio 2011

Source Code - Il Trailer



Risvegliarsi nel corpo di un altro e rivivere i suoi ultimi otto minuti di vita. Il capitano Stevens deve scoprire il responsabile dell'esplosione di un treno di pendolari di Chicago.

Regia di Duncan Jones (il figlio di David Bowie). Cast: Jake Gyllenhaal, Michelle Monaghan, Vera Farmiga, Jeffrey Wright, Brent Skagford. Fantascienza, USA, Francia 2011. - 01 Distribution

fonte Youtube/televisionet

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