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lunedì 3 gennaio 2011

Il libro del giorno: Impero. Viaggio nell'Impero di Roma seguendo una moneta di Alberto Angela (Mondadori)





















"Come si viveva nell'Impero romano? Che tipo di persone avremmo incontrato nelle sue città? Come sono riusciti i romani a creare un Impero così grande, unendo popolazioni e luoghi così diversi? Il libro che avete in mano è, idealmente, la prosecuzione di 'Una giornata nell'antica Roma'. Lì si raccontava la vita quotidiana nella capitale attraverso lo scandire delle ventiquattro ore. Ora immaginate di alzarvi la mattina seguente e di partire per un viaggio attraverso tutto l'Impero. Per compiere questo viaggio basterà seguire un sesterzio. Soffermandoci sulle persone che via via entrano in possesso della moneta, scopriremo i loro volti, le loro sensazioni, il loro modo di vivere, le loro abitudini, le loro case. Il viaggio è ipotetico, ma del tutto verosimile. I personaggi che incontreremo sono realmente vissuti in quel periodo e in quei luoghi. I loro nomi sono veri e svolgevano effettivamente quel mestiere. Tutto è il frutto di un lavoro di ricerca su stele tombali, iscrizioni e testi antichi. Allo stesso modo, pressoché tutte le battute che sentirete pronunciare da tali personaggi sono 'originali': provengono infatti dalle opere di famosi autori latini come Marziale, Ovidio o Giovenale. E tappa dopo tappa, scoprendo il 'dietro le quinte' dell'Impero, ci accorgeremo di quanto il mondo dei romani, la prima grande globalizzazione della storia, fosse in fondo molto simile al nostro." Alberto Angela

Mozzarella stories”, dalla Campania al Salento con amore. Intervento di Angela Leucci













Le mozzarelle come parabola del prodotto made in South Italy per rivalutare il Salento attraverso il cinema. Assume questa valenza il primo film realizzato dalla Sharoncinema Production, casa di produzione magliese, amministrata da Rita Surdo avvalendosi della consulenza del Dott. Roberto Bessi in qualità di Produttore Delegato, che esordisce con “Mozzarella stories” lungometraggio del regista Edoardo De Angelis e che vede come protagonisti gli attori Luisa Ranieri, Massimiliano Gallo, Andrea Renzi, Giampaolo Fabrizio, Massimiliano Rossi, Tony Laudadio, Giovanni Esposito e con la partecipazione di Luca Zingaretti, Marina Suma e Yoon C. Joyce. Un film del quale è terminata la postproduzione ed uscirà a fine marzo, con una grande premiere presso il multisala Moderno di Maglie. “Mozzarella stories” è prodotto da Bavaria Media Italia, Eagle Pictures, Centro Sperimentale di Cinematografia Production, in associazione con Sharoncinema Production, Cinecittà Studios, Pinball Productions, Emir Kusturica regista serbocroato con Rasta-International e Teatri Uniti. Il distributore per l'Italia è Eagle Pictures, quello per l'estero Bavaria Film International.
E' stato riconosciuto film di interesse Culturale Nazionale dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, racconta una storia all'interno della quale si muovono differenti personaggi, accomunati dalla produzione e dal commercio di mozzarelle di bufala campane. Il lavoro è infatti ambientato a Caserta e provincia: sulla sfondo di una crisi economica della quale si vede alla fine una luce in fondo al tunnel, si succedono alterne vicende legate all'economia e ai sentimenti, in cui, come sempre, chi percepiamo come il nemico, avrà il suo riscatto positivo. In un momento come questo, in cui tantissime produzioni cercano di ambientare nel Salento i propri prodotti, la Sharoncinema Production si propone di cavalcare quest'onda, donando al territorio un possibile volano per lo sviluppo turistico. Dopo “Mine vaganti” di Ferzan Ozpetk, infatti, la Salento-mania è esplosa in tutta la sua virulenza e ci troviamo nella condizione di poter rifiutare di barattare la nostra cultura per un piatto di lenticchie. Tra i prossimi progetti della Sharoncinema Production, ci sono inoltre due progetti ambientati a Maglie e nel Salento. Il primo è il docufilm-fiction intitolato “Diciannove e settantadue” basato sulla storia e carriera sportiva del primatista mondiale Pietro Mennea, originario del barese, presso cui saranno girate anche alcune scene. Il secondo è il lungometraggio dal titolo “Amori elementari” realizzato in cooproduzione con il Centro Sperimentale Cinematografico Production di Roma e la UNITED PICTURES di Mosca. La regia sarà di Sergio Basso, le riprese inizieranno a luglio 2011 e prende le mosse dalle letterine sui primi amori che si scambiano tra i banchi di scuola.

domenica 2 gennaio 2011

Il libro del giorno: Vivo o morto di Tom Clancy e Grant Blackwood (Rizzoli)





















È l'Emiro il Nemico Pubblico Numero Uno degli Stati Uniti, l'uomo spietato e inafferrabile che da anni elude le ricerche del Campus, l'agenzia di intelligence creata dall'ex presidente Jack Ryan. A capo di un'impenetrabile e capillare rete del terrore, l'Emiro si sta preparando a sferrare l'attacco definitivo all'Occidente. Mentre il presidente in carica, l'ambiguo e irresoluto Edward Kealty. non trova di meglio che temporeggiare con i governi amici dei terroristi. Jack Ryan decide che è giunto il momento di scendere di nuovo in campo, per affrontare l'emergenza planetaria e difendere il futuro degli Stati Uniti. Al suo fianco, una squadra d'eccezione: i fedelissimi ex membri dell'unità speciale Rainbow John Clark e Ding Chavez, i fratelli Caruso e soprattutto suo figlio Jack, deciso a seguire le leggendarie orme del padre. E mentre nelle grotte del Pakistan, tra i ghiacci svedesi e nei giacimenti petroliferi del Brasile si scatena una caccia all'uomo senza precedenti, il male si annida indisturbato proprio nel cuore di un'America ancora ignara... Tom Clancy ritorna sulla scena del techno-thriller con un romanzo che per la prima volta riunisce i suoi personaggi più amati. E ci racconta di un futuro in cui i peggiori incubi dell'Occidente sono più veri della realtà.

“Caffè blues”, una miscellanea da premio. Intervento di Angela Leucci













È sempre molto difficile parlare di qualcosa quando si è direttamente coinvolti. Si è sempre divisi tra la soddisfazione di aver fatto bene e il rimpianto di non essere riusciti a fare tutto quello che si sarebbe voluto. “Caffè blues” nasce per scherzo, quando presso il caffè letterario Art Cafè di Maglie si è voluto dare una possibilità a tutti coloro che scrivono ma di cui non si ha sempre reale percezione. Sembra come se, negli ultimi tempi, complici anche i blog, ormai soppiantati dai social network o dal social netowork per eccellenza, Facebook, ognuno cerchi di raccontare qualcosa attraverso la scrittura, come se l'urgenza di dire la propria sia tanto impellente da non badare alla grammatica, neppure a quella dell'uso. Questo genera un problema, l'inflazionarsi della scrittura come mezzo di espressione, che poi diventa preclusione di esordienti da parte delle grosse case editrici, che cercano di tutelarsi in qualche modo dallo tsunami di produzioni scadenti che si abbatte quotidianamente su di loro. Tra tutto questo materiale scadente esiste però una cospicua fetta di persone che conosce il mestiere di scrivere, nonostante non sia il suo “mestiere”: molti appassionati posseggono infatti l'intelligenza, la sensibilità e le tecniche narrative per fare di un racconto o di una poesia qualcosa che valga la pena di leggere. Il materiale giunto in questo primo concorso Art Cafè è stato assolutamente lusinghiero: la maggior parte degli elaborati aveva una buona o un'ottima qualità, tanto che si è deciso di dare voce a tutti i partecipanti, anche perché la giuria composta da Lina Leone, Orlando D'Urso, Paola Cillo e Danila Canitano, “pescata” nel mondo della cultura e dell'associazionismo a essa legato, ha espresso una tale forbice di voti, in cui sindacare sul gusto personale dei singoli giudici era impresa impossibile. E poi, come dicevano i latini, sui gusti non si discute, per cui è nato “Caffè blues”, l'ebook scaricabile gratuitamente dal sito prestatoci per l'occasione www.paolomerenda.it (un hacker ci ha momentaneamente derubato di quello istituzionale, ma torneremo presto on line), che contiene tutte le opere pervenute al concorso letterario di Art Cafè, che con tutta probabilità replicherà l'esperienza il prossimo anno. Mentre le poesie sono di argomento vario, ma ripercorrono affetti familiari, storie di vita o immaginarie ispirate ai classici della letteratura, i racconti ci mostrano un universo decisamente più variegato, anche se in molti casi pasciuto sotto l'egida di Facebook, il luogo–non luogo dove in molti casi tutto accade. Tra i vincitori di narrativa si è distinta in particolare Marina Piconese, della quale tutti i racconti pervenuti sono stati giudicati eccezionali. La narrativa di Marina è assolutamente fluida, oltre che scritta in un italiano impeccabile: racconta di storie semplici, molto brevi ma arabescate in ardite soluzioni linguistiche. Tra i racconti che non sono riusciti a salire sul podio, ci sono anche il divertentissimo “Il cliente scomodo” di Pietro Sansò, che racconta di strani e mitologici gatti vampiro abili nel succhiare qualunque liquido corporeo, “L'abito adatto per l'eterno nulla” di Paolo Merenda, la storia ironica di un individuo intriso di megalomania che sceglie la TV al suicidio, “Il grano turco” di Paolo Colavero, la narrazione degli incontri assurdi in un espresso notte, e “Questione di stile”, il secondo classificato, che secondo la stessa autrice Valentina Luberto è un racconto strano per chi sa apprezzarlo. Tra le poesie spiccano gli arditi componimenti di Massimiliano Manieri, noto performer salentino, lo stile anacronistico e “maledetto” di Gloria Costante, i vincitori Lucio Causo e la giovanissima Azzurra Chirico, e Francesco Bucci, arrivato terzo con “Thelonius”, poesia visiva dall'afflato beat ispirata al grandissimo musicista jazz T.S. Monk, letta magistralmente dal giudice D'Urso nella serata di premiazione. Un concorso è così archiviato, ma la morale preferiamo imprestarcela da uno dei racconti della vincitrice Marina, “Cicchetto e l'equilibrista felice”: “non si trovano ali adatte a chi non sa buttarsi”.

sabato 1 gennaio 2011

Il libro del giorno: I dolori del giovane Walter di Luciana Litizzetto (Mondadori)



















"Per noi la Jolanda è un oggetto d'uso. Ci basta che funzioni bene e fine. Per i maschi, invece, il Walter è come l'automobile: uno status symbol. Allora ecco che inventano la pomata che lo fa risvegliare di colpo: da spinacio a zucchina in un nanosecondo. E per te maschio che soffri di caduta libera, che hai il walter che fa bungee-jumping, c'è la calamita che te lo tira su come il ponte levatoio dei castelli. Senti anche il rumore: sradadadadan... E poi c'avete sfrantecato con 'sta storia del vostro lato femminile. Non ne possiamo più di vedere uomini che si depilano, tutti Ponzi Depilati. I maschi di oggi son tutti senza peli come pesche noci. Certo, anche noi donne abbiamo i nostri sporchi trucchi. Tipo il Virginity Soap, un sapone che serve a ricostruire la verginità. Se prima della insaponata la vostra Jolanda era una autostrada a quattro corsie, dopo diventa una mulattiera. Se prima era una saccoccia da grembiule, dopo diventa un'asola. Se prima era una nave scuola, dopo diventa una gondola." Parlare di Walter e Jolanda è un modo per parlare del mondo. Luciana Littizzetto lo ha capito. Nelle sue pagine i nostri organi genitali diventano qualcosa di superiore, quasi metafisico: lo yin e lo yan, i due assi cartesiani dell'universo. E come per magia la comicità si allarga e diventa satira.

Nuovo numero di 451













E' uscito il primo numero di 451, nuova rivista multimediale che si rifà alla formula della New York Review of Books. Si apre con una “Memoria del Risorgimento” di Gianfranco Pasquino il primo numero di 451, nuova rivista di letteratura, scienza e arte, in libreria dal 13 dicembre e che può essere letta su www.451online.it. La rivista fa riferimento alla formula de The New York Review of Books di cui pubblica la traduzione degli articoli insieme a contributi di studiosi italiani. The New York Review of Books è una delle più autorevoli riviste culturali del mondo per l’elevatolivello delle sue firme e tratta di tutti i campi del sapere. Così fa anche 451 con articoli che offrono ampie analisi dei vari argomenti trattati prendendo spunto da una recente o imminente uscita editoriale, da una mostra, da un film, da un evento di politica interna o internazionale.

451, rispetto alle altre riviste finora disponibili offre una innovazione: per alcuni articoli sarà disponibile una versione video, prodotta da Kamel Film, accessibile sul sito o con uno smartphone direttamente dalle pagine della rivista inquadrando con la fotocamera un codice QR. Giorgio Celli: “una rivista non solo da leggere ma che parla. Non solo di figure ma di immagini che si mettono in movimento, il cartaceo sfuma nel virtuale e diventa più reale”. Gli argomenti del primo numero della rivista spaziano dalla rivoluzione tecnologica introdotta dall’iPad (Sue Halpern), al corporativismo fascista fra le due guerre (Michela Nacci), alla crisi fra le due Coree, ai grandi temi del dibattito scientifico (“Darwin. Una selezione non così naturale” di Richard Lewontin; “Il significato della biodiversità” di Giorgio Celli), alle grandi mostre (Otto Dix, le foto di Allen Ginsberg, le foto di Pino Ninfa), alla grande musica (duecentesimo anniversario della nascita di Chopin), alle nuove analisi critiche della letteratura antica (“Dall’ira di Achille alla saggezza di Senofonte” di G.V. Bowersock), alle nuove proposte per affrontare i grandi temi sociali (“Fame e sazietà” di Andrea Segrè). “La nuova rivista – dice Andrea Segrè, direttore editoriale di 451 – è un esempio importante, se non unico, nel panorama attuale di fusione fra saperi. Importante anche in relazione ai recenti dibattiti sul valore della cultura e della conoscenza: la rivista affronta i problemi della contemporaneità con uno sguardo interdisciplinare, abbracciando ampie prospettive e intensificando la riflessione su temi fondamentali per la società umana. È proprio questa la sfida che più mi piace: un incrocio di orizzonti e un dialogo costante fra discipline. Così si riduce la frammentazione dei saperi: Dante con la teoria della relatività, Goethe con la fisica quantistica, Shakespeare con la termodinamica, Kant con il Dna. Insomma, i saperi vanno in coppia, in un binomio quasi perfetto fra umanisti e scienziati”. “Parlare di libri - dice Gianfranco Pasquino, direttore di 451 - fa bene alla cultura e alla vita. Magari serve anche a incoraggiare a leggere. Parlare di libri non vuole dire soltanto recensire quanto è stato scritto. Vuole dire confrontarsi con le idee degli autori, metterle in discussione, proporre idee diverse. È già un compito interessante e impegnativo. Ma una ‘rivista di libri’ e di idee, come vuole essere 451, ha anche un'altra ambizione, più alta. Vuole diventare quello spazio pubblico che purtroppo non esiste in Italia, dove nasca e si sviluppi, aperto, vigoroso, argomentato, senza freni e ipocrisie, un discorso su tutte le tematiche più importanti che riguardano l'Italia e l'Europa, la politica e la società, l'economia e l'ambiente. L'impegno dei nostri collaboratori sarà grande. Contiamo molto sul sostegno e sull'apporto dei lettori ai quali promettiamo di fare una rivista utile, divertente, stimolante, insostituibile, imperdibile”.

www.451online.it

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venerdì 31 dicembre 2010

Il libro del giorno: Limit di Schätzing Frank (Nord editrice)




















Orley Space Station (OSS), 2 agosto 2024. Vic Thorn ha pochi secondi di vita. Stava riparando lo Shuttle che doveva portarlo sulla Luna, quando un braccio meccanico lo ha colpito, scagliandolo nel vuoto. Mentre fluttua verso il buio della morte, Vic comprende che il suo segreto si perderà con lui nello spazio infinito... Isla de las Estrellas, oceano Pacifico, 19 maggio 2025. Il miliardario Julian Orley è un uomo che realizza sogni. È sua l'OSS, una grandiosa stazione spaziale. È suo l'ascensore che la collega alla Terra. Ed è suo il Gaia Hotel, il primo, lussuosissimo albergo costruito sulla Luna, in cui ospiterà alcune persone tra le più ricche e influenti del mondo, per offrire loro un'esperienza unica. Un viaggio che però non è soltanto una mossa propagandistica. Orley è infatti alla ricerca di finanziamenti per il suo progetto più ambizioso: estrarre e trasportare sulla Terra l'elio-3, una fonte di energia pulita e pressoché illimitata che si ricava dalla polvere lunare. Shanghai, Cina, 25 maggio 2025. Ormai da due giorni Chén Hóngb.ng non ha notizie di sua figlia Yoyo. Così si rivolge al detective Owen Jericho, chiedendogli d'indagare con la massima discrezione. Tuttavia quella che sembra una "semplice" scomparsa si rivela ben presto la prima tessera di un mosaico che si estende dall'Estremo Oriente agli Stati Uniti, dall'Europa fino al cuore segreto dell'Africa.

Apocalisse a domicilio, Matteo B. Bianchi (Marsilio). Intervento di Nunzio Festa













Quando la morte, o la paura della morte, fa proprio bene. Potremmo chiudere in questo enunciato trama e finalità dell'ultimo romanzo del talentuoso quanto brioso Matteo B. Bianchi; autore già da tempo affermato, Bianchi affida a eventi raccontati con fettucce di simpatia e scanso d'equivoci l'esperienza d'un professionista che invece di sentire realmente soddisfatto si sentirà in debito con atti di felicità in pratica da compiere e 'ri-compiere'. Con questo “Apocalisse a domicilio” lo scrittore inventa una giovane donna che s'aggira fra diverse città e in diverse strade per leggere il futuro agli innocenti e incolpevoli passanti: persino quelli che non ne avevamo fatto richiesta, ma su questo aspetto creando qualche danno nell'animo della giovinetta stessa. Anzitutto. Che, infine, la stessa sensitiva se sfiora qualcuno si ritrova episodi d'altri, e che non avrebbe voluto, fra le mani e, soprattutto, negli occhi dunque nella mente. E il fratello (Stefano) del protagonista del romanzo, è appunto uno degli avventori che quasi per gioco, si potrebbe dire, si lancia nelle braccia sensitive della donna (Giulia) che lo ringrazia avvisando l’uomo come di portare una lieta e leggerina novella al fratello autore televisivo. Che quest’ultimo nel girar di pochi mesi dovrà morire. Stefano, inizialmente incredulo, poi si lancia verso la città del fratello che nel frattempo è a lavoro, ovviamente per dir lui della morte in arrivo. E visto che quest’ultimo alla fine, giustamente, manco lui riesce a dormire più per il regalino, decide di mettersi in ferie. Per andare a rincontrare i suoi amori. Persino l’unica donna con la quale aveva fatto sesso. Ma, soprattutto, uno dei due uomini che l’autore televisivo d’oggi aveva dovuto lasciare, un giovane adesso zitato sempre nella sua Sardegna. Ma passando, in seguito, per la libertina san Francisco. La struttura nella quale le figure di Bianchi vivono concretamente e con concretezza è di quelle che si possono dire tranquillamente le meglio riuscite. Persino, va aggiunto, quel ricorso a, spesso, una terza persona che aumenta di solito fra le pagine di “Apocalisse a domicilio” l’attesa d’ogni avventura piccola e grande di vita che guarda alla morte, anzi di morte preannunciata dalla vita. E’ dunque tempo di ripetere che la paura della morte porta bellissimi giorni e chiarezza, o giustamente il suo contrario, nella vitalità che s’era inceppata del protagonista del romanzo. A fare, più che apocalisse, “esperienza” indimenticabile. Questa vitalità da respirare è tutt’altro che neutra. Permette, invece, a lettrice e lettore di ripagarsi il tempo dell’ozio con un piacere che sente qualche spazietto di riflessione sul grande tema universale.

giovedì 30 dicembre 2010

Il libro del giorno: Progetto Omega - I Dossier Ufo del Santo Uffizio di Alfredo Lissoni (M.I.R)



















L'ipotetico scenario di ciò che accadrebbe alle istituioni religiose nel caso di un contatto alieno. La Chiesa da sempre se ne preoccupa e per questo gestisce una Specola per lo studio dei reperti alieni, una cattedra universitaria di ufologia, un radiosservatorio per la ricezione dei messaggi extraterrestri ed un archivio - il più antico al mondo e con tanto di manuale di istruzioni in caso di contatto - per la raccolta di segnalazioni UFO. A schedare il tutto, la Quarta Sezione del Sant'Uffizio, presieduta dal cardinal Ratzinger, oggi papa. In questo libro troverete quella documentazione raccolta nei secoli. Ma soprattutto scoprirete che cosa farà la Chesa qualora un contatto pubblico dovesse realmente verificarsi.

Sisters’ diary di Ilaria D’Alessandro (Enzo Delfino editore)












“Dopo tante chiacchiere, il 2000 eccolo qui. Dopo circa due anni, l’Italia intera si stava ancora riprendendo dall’ansia che qualche pazzo di scienziato ci aveva messo addosso per tutto il 99, sparando la storia della fine del mondo con la stronzata del blackout. In quegli anni un po’ trasandati pensavo di essere troppo emotiva. Avevo paura di tutto. Paura anche del minimo rumore. Di quei classici rumorini che provengono dal frigo, creati dal vento che sbatte sulle finestre o dalla tenda di plastica fuori la porta di casa. Questi rumori che sembrano prendere vita soltanto quando sei sola, in casa, di notte, con il silenzio tombale, e che di giorno non esistono. Sono come i pipistrelli, non li vedi ma li puoi sentire, e vivono solo di notte. La notte per me è sempre stata un bel mistero. Mi ha sempre inquietato. È pericoloso uscire di casa, la notte. È pericoloso girare da sola, di notte. Me lo diceva sempre mia madre e lo dicono tutti. Perché, poi. E poi perché, appena cala il buio, in noi cala la stanchezza. Come la batterie dei videogiochi. Per ricaricarci dobbiamo metterci a letto, sul divano, dove capita: comunque sia, dobbiamo dormire. Mi sono chiesta spesso cosa mi succede, intendo fisicamente, in quelle lunghe otto-dieci ore in cui dormo. Chissà come mi muovo, come respiro, se faccio delle smorfie o se resto semplicemente immobile. Svenire per dieci ore, ecco come lo rappresento il sonno, come un lungo svenimento. Mi ha sempre fatto sentire così impotente”.

Alice. Di poco ha superato i 14 anni. Al liceo, scopre il b/side del mondo: eccessi, pestaggi, e sballo. Ma c’è molto di più. Perché questo non è solo un romanzo “generazionale”, questo è un libro che incarna l’orizonte del “no/futur”. Intrigante per chiudere l’anno in bellezza.

mercoledì 29 dicembre 2010

Il libro del giorno: Giorgio Bongiovanni stigmatizzato. L'avventura di una vita di Paola Giovetti (Ed. Mediterranee)













Stigmatizzato, veggente gratificato dall'incontro con la Madre di Dio e con Gesù, in contatto anche con Esseri di altri mondi, coinvolto nel tanto discusso problema del terzo segreto di Fatima, impegnato in prima persona in opere sociali e nella lotta alla mafia: tutto questo, e altro ancora, è Giorgio Bongiovanni. Nato nel 1963, oggi è un uomo nel pieno della sua maturità: un personaggio scomodo per alcuni, positivo e foriero di speranze per altri. Certamente un simbolo, una presenza che non lascia indifferenti. Il valore della sua esperienza è soprattutto quello di testimonianza. Il convincimento che non siamo soli nell'universo, il messaggio di pace, amore e cooperazione rivolto ancora una volta instancabilmente dalla Vergine all'uomo, l'immanenza del Mistero, l'attualità del sacrificio di Gesù, il ruolo della sofferenza, la necessità che ognuno di noi si carichi della propria croce e si schieri con coraggio dalla parte del Bene: tutto questo fa parte dell'esperienza di Giorgio Bongiovanni e costituisce il messaggio che egli sa di dover diffondere.

Signora Ava, di Francesco Jovine, prefazione di Goffredo Fofi, postfazione di Francesco D'Episcopo (Donzelli). Intervento di Nunzio Festa












Sicuramente farà bene attendere i 'festeggiamenti' ufficiali del 150° anniversario dell'unificazione italiota, attraversando il romanzo e le “tematiche” espresse dal romanzo Signora Ava, dello scrittore molisano Francesco Jovine; intanto, finalmente, siamo davanti a una ripubblicazione d'uno dei capolavori del Novecento italiano che si rischiava di far troppo invecchiare. Accompagnata da due saggi imperdibili: quello di Fofi che rinnova un suo scritto per la precedente edizione dell'opera – 1990 - , quello di D'Episcopo che entra direttamente in almeno un paio di fattori determinanti l'importanza assoluta di questo libro di Jovine (anche in relazione a Le Terre del Sacramento). Per cominciare, non c'è che da suddividere il romanzo storico di Jovine in argomenti. Intanto, l'amore. La storia d'amore, anzi, che fa da sottofondo a tutta l'epica del testo, fra il protagonista per eccellenza, Pietro Veleno e la signorina Antonietta dei De Risio. Un legame, prima solamente platonico, che spingerà i due giovani sia in direzione oltremodo diverse sia a calamitare le loro più sincere voglie nel corpo a corpo del rapporto realmente di coppia. Ma, intanto, i personaggi. Chiaramente a partire da don Matteo. Curato di campagna, sempre in stato d'ambasce con moneta e cibo, e, soprattutto nella prima parte - che il romanzo è diviso in due tempi - , grande truffatore dei più poveri. Un don Matteo che poco alla volta, però, inseguirà una redenzione agognata. E che, però, ha una mente costantemente soggetta all'asservimento dei bisogni della gente di rango oltre che del suo stesso stomaco. Pietro Veleno, allievo di don Matteo, fortunatamente e fortunosamente scampato alle celle religiose deve poi arrendersi alla provvidenza che lo fa divenire brigante per non esser messo sotto sale dai nuovi conquistatori dell'Italia. E nobili e cafoni. Mentre, chiaramente, siamo nei moti e nelle battaglie che segnano gli anni fruttuosi di lutti che furono i soli, appunto, d'un processo che mirava a unificare l'Italia sotto il piede forte, soprattutto, di Guardia Nazionale e garibaldini. Dove gli altri, va specificato, prima sono solamente le truppe borboniche, con francesi per il traverso, poi saranno in misura più seria briganti. E Pietro Veleno, anche se non lo si capirà da subito, proprio brigante si fa. Appunto per non essere imprigionato. In queste terre di Molise, a parte naturalmente il terreno fertile di Guardialfiera vissuto, per esempio, da un lobotomo in pratica rigorosamente ubriaco, nel contempo si sviluppano i miscugli di lingue e le credenze del mondo contadino vanno di bocca in bocca. Francesco Jovine, per questa ragione, non può che provvedere a stabilire l'equilibrio vigente fra leggende che non muoiono e sopraffazione che i nobili, i tanti “don”, continuano a garantire al popolo. Pure quando fingono d'avere idee 'liberali'. Quasi egualitarie. Che ovviamente alla possibilità concreta di riscatto per i poveri mai infine guardano. Jovine molto si nutre dalla fonte del patrimonio del suo Molise. Da testi scritti e tradizione orale. Studia per anni, prima di consegnare la prima stesura del romanzo. Ma lo scrittore trova la chiave perfetta per inserisi, utilizzando i termini psicologici delle sue creature, nello stretto varco che esiste fra questioni di paese e questioni del Paese. Marcando con l'inchiostro della storia territori e soggetti attivi come passivi. Nulla abbiamo, qui, del realismo magico. Siamo invece, nella spirale delle vicende individuali e collettive che hanno condizionato generazioni di braccianti, questi a morire di fame, e generazioni di proprietari terrieri, queste ad arricchirsi a dismisura al di là di chi governa. La borghesia è in pace con il potere. Trova accordi con il dominio. Eppure Signora Ava neppure può essere considerato solamente la testimonianza d'un'epoca o poco più del testamento morale e civile d'una famiglia perbene fatta per osservare al piano inferiore. E nemmeno le pagine che possono chiudere i conti con le tante malattie della povera gente. La trama di Signora Ava, invece, ci fa vagare insieme alle tribolazione d'una, anzi più, comunità in difetto con il presente storico. E se il don Matteo fa tantissimo ridere, insomma, fa anche tanta tristezza. Al pari del lobotomo e più avanti dello scrivano. Ma tutti questi personaggi, ovviamente queste personalità raccontano le sommosse collettive dal punto di vista dell'originalità d'alcuni avvenimenti: il Veleno, il Sergentello, Antonietta e così via. La letteratura che non si dovrebbe scordare. Ci s'augura, dunque, che i critici più schizzinosi permettano a lettrici e lettori di trovare Signora Ava fra i libri del Novecento da sentire in prima fila.
Signora Ava, di Francesco Jovine, prefazione di Goffredo Fofi, postfazione di Francesco D'Episcopo, Palermo (Donzelli, 2010), pag. 223, euro 23.00.

martedì 28 dicembre 2010

Il libro del giorno: Natuzza Evolo. Il miracolo della vita di Luciano Regolo (Mondadori)




















Questa è la storia di Natuzza Evolo, una donna calabrese semplice, coraggiosa, piena d'amore, diventata senza volerlo la più grande mistica cattolica dei nostri tempi. "Santa subito!" invocava la folla, immensa, radunata per i suoi funerali lo scorso novembre. E in attesa che la Chiesa concluda il suo percorso di valutazione, rimane certo che si è trattato di una persona unica, straordinaria, estremamente affascinante, chiaramente accomunabile ad altre figure eccezionali, una su tutte Padre Pio. Con il frate di Pietralcina Natuzza ha condiviso le iniziali difficoltà e incomprensioni col mondo ufficiale, contrapposte a un immenso affetto popolare. Ma anche carismi come le stigmate, la bilocazione, l'emografia, la preveggenza, le guarigioni inspiegabili e altri piccoli grandi miracoli. Questo libro è la prima importante biografia, scrupolosa, completa, riconosciuta, di "mamma Natuzza", come amano chiamarla i suoi moltissimi seguaci. Il suo autore, Luciano Regolo, oltre a essere un giornalista e uno scrittore di grande esperienza, l'ha incontrata la prima volta quasi trent'anni fa, l'ultima poco tempo prima che lei morisse.

“W Zappatore”, il Salento suona il rock. Intervento di Angela Leucci




Stanchi della pizzica salentina, idolatrata senza averne coscienza, inflazionata e deformata? Attenti a quello che il sottobosco delle sonorità rock del nostro territorio? “W Zappatore” è il film che fa per voi. Ispirato a un personaggio molto noto nella scena underground della musica rock salentina, Marcello Zappatore, il film racconta una strana storia di satanismo e fede cristiana. Marcello, omonimo dell'attore che interpreta il protagonista della storia, è il chitarrista di una metal band satanica, che un giorno si sveglia con degli strani segni sulle mani e sul resto del corpo. Il passo per credere che siano delle stimmate è breve. La band non può più avere un chitarrista del genere: un satanista con le stimmate non è esattamente credibile, così Marcello è costretto a lasciare il gruppo e a tornare dalla madre bigotta (Guia Jelo) e dalla nonna (Sandra Milo) che invece ha il rock nelle vene. Nella storia ci sono un Marcello buono e uno cattivo, spesso contraddistinti dal costume (una maglietta bianca o nera, con la croce nel verso giusto o al rovescio), ma chi può dire cosa sceglierà di seguire? E soprattutto, come la teoria dello yin yang insegna, le due cose sono esattamente divisibili? Il film, girato interamente nel Salento, ha terminato la postproduzione e dovrebbe uscire a breve. In un Salento che viene percepito bidimensionale, in cui la musica appare solo folk, o quella che viene diffusa dai differenti talent show, “W Zappatore” ci mostra un sottobosco di musica di qualità, avulsa dagli interessi della musica commerciale, quella di chi si esibisce anche nei nostri locali e riesce a darci qualcosa di diverso, di diversamente tecnico e di diversamente emozionante.

lunedì 27 dicembre 2010

La scomparsa del corpo di Antonio Porta (Manni editori)



















La scomparsa del corpo è la raccolta (preparata dall’autore e pubblicata solo ora) di tutti i racconti di Antonio Porta (alcuni inediti, la maggior parte comparsi su rivista, altri pubblicati in volume); ventidue racconti composti nell’arco di un decennio, tra il 1978 e il 1987, in una scrittura che coniuga il surreale e l’onirico delle situazioni con il realismo delle descrizioni. Porta focalizza una ampia gamma di vicende e temi nodali della contemporaneità, letti nell’ottica delle condizioni personali, esistenziali. Il registro dell’impegno civile è sempre presente e chiarisce le contrapposizioni e le contraddizioni del nostro tempo contro le quali l’autore esprime rabbia e rivolta.

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domenica 26 dicembre 2010

Il libro del giorno: Il regalo di Daniel Nesquens e Valerio Vidali (Topipittori)




















Esiste un dono abbastanza grande per il proprio papà? Nella scatola che tiene nascosta sotto il proprio letto, il protagonista di questa storia ha trovato la risposta a questa difficile domanda. Un dono grande come il cielo, luminoso come le stelle, misterioso come i pianeti, per guardare insieme attraverso l’universo e viaggiare senza paura di costellazione in costellazione, in quella terra di nessuno che è lo spazio aperto del pensiero, del gioco, del sogno, della conoscenza e dell’immaginazione. Una storia delicata per raccontare un sentimento grande e importante come quello che lega un bambino al suo papà.

Lo spazio sfinito di Tommaso Pincio (Minimum Fax)





















"Sono stato io a fare tutto, sono stato io ad andare e tornare, sono stato io che mi sono addolorato e lamentato. Un giorno di inizio estate del 1956 Jack Kerouac, dopo aver detto a se stesso queste parole, stabilì che era finalmente giunto il momento di trovarsi faccia a faccia con il Vuoto. In quello stesso giorno il prezzo medio di un hamburger sfondò il tetto dei novantanove centesimi e un’insolita perturbazione proveniente dall’Europa mediterranea minò seriamente la credibilità dei meteorologi. Molti anni dopo, convinti di poter raccontare il passato una volta per tutte, gli storici avrebbero ricostruito gli eventi di quel giorno lontano dando vita alla figura di un Jack Kerouac che, dopo aver tanto divagato intorno al tema della solitudine, si accingeva a trascorrere nove settimane come controllore di orbite per conto della Coca-Cola Enterprise. Quel Jack Kerouac avrebbe vissuto per sessantatré giorni a bordo di una delle minuscole navette che perlustravano gli spazi orbitali delle grandi compagnie, girando intorno al pianeta Terra a un’altezza di circa trentaseimila chilometri. Tutto questo non lo avrebbe però aiutato a trovare quel senso della vita che andava cercando".
In un mondo alternativo terribilmente bello e malinconico, Jack Kerouac si prepara a passare nove settimane nello spazio per conto della Coca-Cola Enterprise. Marilyn Monroe fa la commessa in una libreria. Il tirannico Arthur Miller si è comprato una casa sulla cascata dove vive con sua moglie, la triste e bellissima Norma Jeane. Qualche conto sembra in effetti non tornare. Norma e Marilyn non dovrebbero ad esempio essere la stessa meravigliosa ragazza, colei che illuminò i desideri di milioni di persone accendendo una luce nelle stanze più buie degli animi maschili?
Ambientato durante gli anni Cinquanta - reinventati in modo da diventare tra i più veri e struggenti mai raccontati - Lo spazio sfinito è popolato dai personaggi del nostro immaginario collettivo (oltre a Kerouac, Marilyn e Miller c'è Neal Cassady, e il giovane Holden...), i quali però, attraverso le loro vicende di solitudine, desiderio, amicizie infrante, cuori spezzati e vite da ritrovare, si rivelano paurosamente simili a noi.
Questo di Pincio è uno dei romanzi più intensi e commoventi degli ultimi anni, nelle pagine del quale tutto ciò che credevamo di conoscere mostra il suo lato più intimo e nascosto e ci parla più vicino di quanto non sia mai accaduto: date una maschera a uno scrittore, a un'attrice di Hollywood, al mondo intero, e finalmente vi dirà la verità.

sabato 25 dicembre 2010

Il libro del giorno: FENOMENOLOGIE SERIALI / SERIAL PHENOMENOLOGIES di Caterina Davinio (Campanotto editore)





















recito morte
nell’anima cristallina
come un diamante freddo
che canta,
voce d’allodola, grido di bambina.

***

I recite death
in the crystal clear soul
like a cold diamond
that sings,
lark voice, girl shout.

Caterina Davinio (Foggia, 1957). Ha vissuto a Roma dal 1961 al 1996, dove dopo la laurea in Lettere si è occupata d’arte contemporanea e poesia dei nuovi media come autrice, curatrice e teorica. Tra i pionieri della poesia digitale nel 1990, è stata l’iniziatrice della Net-poetry in Italia nel 1998. Fra le sue pubblicazioni: Còlor còlor (romanzo, Campanotto, 1998), Tecno-Poesia e realtà virtuali (saggio, Sometti, Mantova 2002, con prefazione di Eugenio Miccini. Nella collana Archivio della poesia del 900). Il suo lavoro multimediale è stato esposto in molti paesi in Europa, Nord e Sud America, Asia, Australia, sei volte in progetti nella Biennale di Venezia ed eventi collaterali dal 1997. Tra le biennali internazionali: Atene (2007), Sidney (on line, 2008), Biennales de Lyon (1999, 2007), Liverpool (Indipendents, 2006, 2008), Biennale dei nuovi media (Merida, Messico 2003) e altre. Vive a Monza e a Lecco.



Caterina Davinio (Foggia, 1957). She lived in Rome since 1961 until 1996, where, after graduating in Italian Literature, she devoted herself to contemporary art and new media poetry as author, curator and theoretician. Among the pioneers of digital poetry in 1990, she was the initiator of Net-poetry in Italy in 1998. Among her publications: Color Color (novel, Campanotto, 1998), Tecno-Poesia e realtà virtuali (Techno-Poetry and Virtual Realities, essay, Sometti, Mantua 2002, with foreward by Eugenio Miccini. In the series Archivio della poesia del 900). Her multimedia work was featured in many countries in Europe, North and South America, Asia, Australia, six times in projects in the Venice Biennial and Collateral Events since 1997. Among the international biennials: Athens (2007), Sidney (on line, 2008), Biennales de Lyon (1999, 2007), Liverpool (Indipendents, 2006, 2008), New Media Art Biennial (Merida, Mexico 2003) and others. She lives in Monza and Lecco.

Le tre scimmiette di Annalisa Ferruzzi (Aisara)











“Giacomo preme INVIO e sorride soddisfatto. E’ certo che il suo post provocherà una piccola reazione a catena con la quale trastullarsi per giorni. Nel forum “ I problemi dell’amore” si è fatto una certa reputazione, un misto di maschilista e corteggiatore all’antica, rispettoso delle donne ma impietoso nel sottolinearne i difetti. E la cosa più buffa è che riscuote il maggior successo con le giovani, mentre con le cinquantenni lo attaccano acide e incazzate. La psico-sessuologa che modera il forum è dovuta intervenire più volte per sedare i toni, ma lui ne esce sempre come un angioletto, visto che sono le stesse forumiste a prendere le sue difese. Rilegge un paio di interventi, indeciso se rispondere. Ci sono argomenti stuzzicanti, ma sin dall’inizio si è riproposto di non esagerare e la scelta si è rivelata giusta”.
La realtà virtuale s’intreccia e si confonde con la quella reale. Gloria, insicura e frustrata, Giacomo, mediocre e superficiale, e la loro figlia Niki, adolescente complicata e anticonformista, cercano in Internet, nascosti dietro un nickname, la collocazione nel mondo che la società nega loro. Ma proprio attraverso la fuga dalla vita reale, con un compesso gioco di maschere, si svela inaspettata la verità che non volevano vedere, sentire, dire. Con una leggerezza solo apparente, Annalisa Ferruzzi smaschera le nostre piccole nevrosi quotidiane.

venerdì 24 dicembre 2010

Il libro del giorno: Solar di Ian McEwan (Einaudi)





















Pochi altri autori riescono come McEwan a far appassionare il lettore ai destini di personaggi quantomeno discutibili, "eroi" che attraggono in misura proporzionale al disgusto che suscitano. È il caso di Michael Beard: basso, grasso, inverosimile seduttore, fedifrago patentato e marito seriale al quinto matrimonio, a poco più di cinquant'anni è ormai uno svogliato e dispotico burocrate della scienza da quando la genialità, che pure in gioventù gli valse il Nobel per la Fisica, lo ha abbandonato. Da successore di Einstein ad almanacco vivente dei sette peccati capitali (con una certa predilezione per gola e lussuria): la parabola esistenziale di Beard sembra condurlo inesorabilmente verso la malinconica contemplazione della propria decadenza. Almeno fino al giorno in cui gli viene affidato il Centro nazionale per le energie rinnovabili: tra i suoi sottoposti non tarda a mettersi in luce un giovane, Tom Aldous, tanto brillante quanto ingenuo (almeno agli occhi del cinico Beard) nella sua aspirazione a "salvare il mondo". Eppure il progetto di Tom non è cosi campato per aria se, come dice, la sua scoperta è in grado di risolvere una volta per tutte i problemi energetici del pianeta. L'incontro tra il giovane ricercatore e il maturo scienziato avrà sviluppi inaspettati: un intreccio che, lungi dall'essere fine a se stesso, è l'occasione per un confronto spietato con una morale collettiva indifferente, al di là degli slogan, ai rischi del riscaldamento globale.

"Messapia. Terra tra due Mari” di Lory Larva (Paolo Pagliaro Editore)











Interessante il volume “Messapia. Terra tra due Mari”, a cura dell’archeologa e giornalista Lory Larva, edito da Paolo Pagliaro Editore. La casa editrice salentina, “fresca di stampa”, esce con tale pubblicazione proprio mentre serpeggia a queste latitudini un sentimento di necessità per un’idea di autonomia locale, volta alla creazione di una Regione Salento. Ma non è politico l’obiettivo del volume … forse!? Ad ogni modo si tratta di un lavoro piuttosto corposo, circa 366 pagine, ricco di numerose fotografie a colori, che nell’intenzione dell’autrice vuole essere un esaustivo compendio sull’antica civiltà dei Messapi, popolo misterioso che abitò quello che oggi è il Salento tra il IX e la metà del III secolo a.C. Ma chi erano veramente i Messapi? Lory Larva scandaglia in profondità le innumerevoli fonti storiche sui Messapi pervenuteci ad oggi, non trascurando analisi concernenti il sistema insediativo messapico, il sistema cultuale rappresentato prodromicamente dal “culto aniconico del pilastro-stele”, e in seguito da cippi iscritti associati a depositi votivi, il sistema della produzione e di quello commerciale tra la Messapia e il mondo greco, balcanico e italiota.

continua qui

giovedì 23 dicembre 2010

Il libro del giorno: Notte buia, niente stelle di Stephen King (Sperling e Kupfer)





















Un agricoltore uccide la moglie e la getta in un pozzo. La sua colpa? Voler vendere un lotto di terra ricevuto in eredità. "La terra è affare dell'uomo, non della donna." Siamo in Nebraska nel 1922. Tess scrive gialli "rassicuranti", popolati da vecchiette che giocano ai detective. Una sera, viene aggredita e stuprata da un misterioso "gigante". Creduta morta e lasciata in un canale di scolo, sopravvive e medita vendetta. Streeter, bancario malato di cancro, incontra il Diavolo nelle fattezze di un venditore ambulante. L'affare che conclude decide la sorte del suo migliore amico, colpevole di avergli rubato la ragazza tanti anni prima. Due anni dopo le nozze d'argento, Darcy scopre che suo marito custodisce in garage un segreto. Un fiume di pazzia scorre sotto il prato fiorito del loro matrimonio. Che fare? Tirare avanti come prima o cercare una via d'uscita? I quattro nerissimi romanzi brevi raccolti in questo libro parlano di donne uccise, seviziate o comunque "rimesse al loro posto". E in corso, nel nostro Occidente, una guerra contro "l'altra metà del cielo". La combattono maschi frustrati, impauriti, resi folli dalla perdita del loro potere. Come in Dolores Claiborne, Stephen King esplora la psiche di donne forti che non accettano i soprusi e, quasi sempre, trovano la propria rivalsa. Che non coincide per forza con un "lieto fine".

Alessandro Agostinelli , "Un mondo perfetto. Gli otto comandamenti dei fratelli Cohen" (Edizioni Controluce). Di Michele Lupo




















Il saggio di Alessandro Agostinelli affronta, prima che il cinema dei fratelli Coen, un ampio regesto di opinioni, letture e interpretazioni che quel cinema ha suscitato: in esso infatti sembrano coincidere tutte le condizioni perché la critica (decente o farlocca) si eserciti a piene mani. E qui la parentesi è lunga ma necessaria. Negli ultimi decenni, accanto alla critica addestrata, ossia avvezza a crearsi gli strumenti di una conoscenza minima della storia tout court e della storia letteraria – senza le quali il cinema è mero spettacolo - si è beatamente affiancato un esercito di sedicenti cinephiles a digiuno di tutto tranne che di festival – basta farsi un giro in rete per imbattersi in schiere di coglioni che non sanno chi siano Jean Renoir o René Clair o Pabst ma sanno tutto sull’ultimo guitto che durante le riprese dell’unico film del solito stronzetto figlio del papà imprenditore di mortadella datosi al cinema si è scopato “quella che aveva pure lavorato in televisione ma poi non se n’è saputo più niente”. Sui loro profili facebook di pischelli fabbricati in Dams, leggi “critico cinematografico” - quando noi in Italia avremmo bisogno di agronomi, geologi, genetisti.
Ora, leggendo il volume di Agostinelli quest’aria ammiccante che imperversa nel cicaleccio cinematografaro, che gioca con una lingua da “addetti ai lavori”, farebbe capolino da subito essendo il cinema dei Coen ricco di “storia del cinema”, dunque idoneo come pochi altri a essere interpretato. Così, il libro è ingolfato di citazioni, articoli apparsi su riviste specializzate, testimonianze, autorecensioni beffarde degli stessi irriverenti fratellini…
Fortuna che Agostinelli il loro cinema se l’è sciroppato a lungo e sa quel che dice. Il suo punto di vista è onestamente schierato a favore di una lettura entusiastica tesa a smentire l’assunto di un cinema autoreferenziale, cosa che piace molto agli ambienti di cui sopra. Contro l’idea che i fiim dei Coen possano ridursi a mero gioco intertestuale e postmoderno con la tradizione filmica, Agostinelli vede bene che il gioco se c’è è serio, dato che investe, attraverso il cinema, l’immaginario stesso dell’America – il che, una lettura delle cose attraverso il filtro delle forme usate per raccontarle, è un modo per un artista legittimo quanto forse obbligato di pronunciarsi.

continua qui Il Paradiso degli Orchi

mercoledì 22 dicembre 2010

Il libro del giorno: L’America Latina tra sviluppo, dipendenza e diritti umani di Marta Vignola (Besa editrice)













Per ricostruire la genealogia dell’attualità era opportuno partire dal Cile come case study. La necessità di ripercorrere la biografia cilena nasce dalla possibilità di osservare l’attuale crisi neoliberista globale da lontano, fin dal suo esordio. Il Cile è stato il primo Paese a sperimentare sul corpo sociale il fallimento delle teorie friedmaniane e a sopportare una duplice forma di impunità: quella legata alla violazione dei diritti umani commessi dallo Stato terrorista del dittatore Augusto Pinochet e quella legata alle conseguenze delle politiche neoliberiste. Finora il continente latinoamericano è stato raramente considerato un possibile terreno di studio rispetto alle strategie politiche, economiche e sociali che sono state messe in campo tanto dagli attori istituzionali quanto dalla società civile, nonostante proprio nel cortile di casa nord americano la stessa crisi che sta attraversando oggi l’occidente sia passata quasi un decennio fa. La crisi capitalista e i processi di globalizzazione nel continente desaparecido si sono trasformati in una opportunità di ridisegnare una forma di economia e di politica non finalizzata alla massimalizzazione del profitto ma alla produzione di un’etica sociale alternativa a quella del mercato. Movimento Nazionale Imprese Recuperate, Indigeni, Piqueteros, Organizzazioni per i Diritti Umani, questo è lo specchio dove potremmo guardare, questo è ciò che il dopo neoliberismo ha prodotto, in parte, nella società latinoamericana. E lo potremmo fare iniziando anche a immaginare una decolonizzazione del pensiero, per imparare dal sud attraverso una epistemologia del sud. Un sud (o meglio una molteplicità di sud) non inteso come area geografica ma come metafora dei dominati e degli oppressi, come luogo in cui le conseguenze della globalizzazione sono state pagate in termini di povertà, arretratezza e sfruttamento. Un sud che però oggi è in grado di rovesciare un canone economico, politico, sociale ed epistemologico e ripartire verso forme di sviluppo indipendenti e autonome.

Marta Vignola si occupa da anni di tematiche relative alla tutela dei diritti umani con particolare riguardo all’America Latina oltre che di temi relativi alla sociologia politica e al diritto internazionale. Tra le sue pubblicazioni: A national way to international justice? International courts vs. national proceedings in Critical Review of Social and Juridical Sciences, Universidad Complutense de Madrid, n. 24, 2009; Situazione giuridica delle minoranze indigene in Cile in I diritti dei popoli indigeni, a cura di F. Marcelli, Aracne editrice, Roma 2009; Quale diritto nell’era della globalizzazione in Diritti dell’uomo – Cronache e battaglie (Organo dell’Unione Forense per la tutela dei diritti dell’uomo), n. 2, Roma 2008.

Avi tratto da "Ho provato a non somigliarti" di Pierluigi Mele (Lupo editore)





















Sono avi dal fare spicciolo,
oltre la vista, il cuore solo.
Sono gli avi
i manuali del civile.
M'indicano il fiore e la rivolta.
Non lucido dottrine come canne di fucile,
né so che sia ragione,
chi l'abbia, se averla importi,
ma vedo chi sparecchia dalla sera ogni pretesa.
E non c'è modo
di cambiare nome alla realtà

Lo stupore per le evidenze, la ricerca di un senso quotidiano, fugace e necessario. Là dove pulsano stagioni, un viso trattenuto, una voce dentro il caos. E poi i luoghi, vissuti e sublimati. Gli incontri, quelli reali e da venire. Le perdite, le scoperte, le illusioni. Tutto è reso con parole definite, leggere e nette insieme, attese come un ospite alla soglia. Per accordarsi in uno stile limpido, asciutto, dove il verso pare narrato e la voce conversa col tempo, ne estrae l’essenza fissandola in un’immagine, un segno. Una poesia che trova ragioni nell’uomo, nelle sue radici, nei suoi implacabili slanci. Dai fuochi giovanili alle occasioni del divenire, questo volume raccoglie poesie degli anni 1985-2010, anni di un passaggio negli intrecci della lingua, l’intima casa di Mele. Così ci accorgiamo di leggere i suoi versi come parte di un lucido viaggio sentimentale.

Pierluigi Mele, nato in Svizzera nel 1967, vive nella provincia di Lecce. Si occupa di formazione e pedagogia del teatro. Mette in scena spettacoli in accordo tra racconto, musica e danza. Ha aperto le ultime tre edizioni de La Notte della Taranta. Ha pubblicato i libri di poesia Lavare i fuochi (1995), Tramontalba (2003), Da qui tutto è lontano (2008). Suoi versi sono in I mestieri si rubano con gli occhi (2002), Lungomare (2008), nel calendario Salento (2009) e in diverse antologie. Premio poesia “Dario Bellezza” 1999.

Per contatti con l’autore: lelune@libero.it



martedì 21 dicembre 2010

Il libro del giorno: Nonostante il Vaticano di Gianluca Ferrara (Castelvecchi)

La storia degli uomini in abito nero che, dalla strada, vivono accanto a chi soffre denunciando con il loro esempio le ipocrisie e gli affari sporchi compiuti all’ombra della cupola di San Pietro Se, liberandosi del pregiudizio, si ha il coraggio di dirigere il proprio sguardo verso le sfarzose cattedrali del cattolicesimo, il panorama appare sconfortante. Perché nei luoghi teoricamente destinati alla diffusione del messaggio di Cristo non si aggirano molti pastori di anime ma, fin troppo spesso, banchieri in abito talare o politici ipocriti, pronti a partecipare alla messa soltanto per guadagnare credibilità nei confronti del proprio elettorato. Così, mentre i presunti cristiani eletti deputati al Parlamento non esitano a esibire le proprie amanti o ad abbandonarsi a festini dal gusto discutibile, all’ombra della cupola di San Pietro fiorisce il malaffare e spericolate operazioni finanziarie dettate dalla cupidigia vengono presentate come opere di beneficienza compiute nel nome della carità cristiana. Nonostante il Vaticano, però, esiste un modo diverso di vivere le proprie convinzioni religiose. Un modo che, fedele allo spirito del Vangelo, può essere riscoperto osservando le opere dei tanti preti scomodi attivi nelle drammatiche periferie delle capitali europee come nelle baraccopoli di tutto il mondo. Uomini in grado, con il loro esempio, di mettere in crisi le discutibili politiche varate dallo Stato della Chiesa in ambito non soltanto economico ma anche morale. Ed è proprio a loro che questa coraggiosa inchiesta di Gianluca Ferrara è dedicata.

Gianluca Ferrara Laureato in scienze politiche, è autore di opere di saggistica (Viaggio nella droga proibita, Dio non ha la barba, Incenerire i rifiuti? No, grazie) e di narrativa (Più forte del destino, Racconti transgenici). Nel 2005 ha fondato la casa editrice Edizioni Creativa e, da una collana della stessa, ha dato vita a Dissensi Edizioni di cui è direttore editoriale. É anche ideatore dello spazio solidale Con gli ultimi.

Ti presto un bacio di Guido Sodero (Libellula edizioni)












Libellula Edizioni è orgogliosa di presentare il volume di poesie Ti presto un bacio di Guido Sodero. Bisogna spogliarsi di qualsiasi sovrstruttura, essere spogli come dei rami secchi in inverno, è necessario spogliarsi delle quotidiane pressioni e leggere. Leggere o semplicemente posare lo sguardo sulle frasi e i significati che compongono le poesie di Guido Sodero, per percerpirne l’anima, sentirla urlare e lasciarsi raccontare un’Alba, un Silenzio o per scoprire Dove si cerca un figlio e tanto, tanto altro ancora.


IO E MIO FIGLIO (tratto dalla prefazione)

Non scorderò mai quella telefonata. Mai! Neanche nella vita che verrà.
Era la notte del 24 marzo 2001, ero andato a letto da quasi un’ora. Dormivo già quando squillò il telefono, erano le due di notte, non era mai successo prima. Era terribile, non volevo sollevare la cornetta, quello squillo non lasciava scampo. Quello squillo già parlava e faceva male.
Il poliziotto del Pronto Soccorso cercava proprio me…diceva che Adalberto era grave. “Grave?
Ma che significa? Sarà grave adesso, tra un po’ sarà meno grave, poi meno ancora…quando sarò in ospedale lo troverò fuori pericolo”.
Questo era ciò che pensavo mentre il poliziotto mi parlava al telefono.

Guido Sodero, Ti presto un bacio. 10,00 €.
Per acquistare il volume scrivere a info@libellulaedizioni.com

lunedì 20 dicembre 2010

Il libro del giorno: Splendida Lecce di Mario De Marco (Capone editore)





















La storia e le bellezze artistiche e architettoniche, narrate con agile sintesi, sostanziano questo volume, ricco di immagini che vieppiù documentano gli aspetti caratteristici della città, di una Splendida Lecce da tutti riconosciuta ineguagliabile per i suoi tanti monumenti civili e religiosi, ove nei secoli diverse civiltà (romana, medioevale, rinascimentale, barocca, rococò, neo-classica e liberty) hanno lasciato traccia indelebile.
Ancora una volta Mario De Marco, coniugando il rigore scientifico della ricerca con l'intento divulgativo, ha reso accattivante la lettura del testo, realizzato con metodo pluridisciplinare ed esposto con immediatezza linguistica, avendo inoltre saputo collegare le vicende leccesi con quelle più ampie della provincia, della regione e d'Italia.
Un altro contributo, quindi, per conoscere ed amare una città inequivocabilmente splendida, ricca di storia, di arte e di civiltà.

L'Autore: Nato a Novoli (Le) il 30 aprile del 1946, Mario De Marco risiede a Lecce da oltre cinquant'anni. Laureato in Filosofia, ha insegnato Filosofia e Storia nei Licei Classici. Giornalista pubblicista, ha diretto le riviste "Rassegna salentina", "Artigianarte", "Presenza e memoria" e "Lu Lampiune". Ha collaborato e collabora con diversi giornali e riviste. Noto critico d'arte, ha pubblicato vari saggi filosofici, dedicati, tra gli altri, a Platone, Aristotele, Jacopo Zabarella, Ortega y Gasset, Francesco Scarpa. Kierkegaard e Nietzsche. La sua produzione più nota riguarda gli studi storici inerenti le vicende pugliesi, salentine e leccesi in particolare, a cui ha dedicato numerosi volumi. Ha curato le riedizioni delle opere di Peregrino Scardino, Luigi Maggiulli, Martin Shaw Briggs e Giulio Cesare Infantino.

Mario De Marco, Splendida Lecce, Capone Editore, Lecce 2010.
Formato 21x29, 7 cm circa
cartonato con sovraccoperta, pagine 112, € 30,00.

Per info e prenotazioni:
caponeeditore@libero.it info@caponeditore.it
Tel e fax: 0832611877

Online:
www.caponeditore.blogspot.com
www.myspace.com/caponeditore
www.caponeditore.it

Lamento sulla politica economica di Weimar di Raffaele Gorgoni









Di Hilferding le Opere Complete
fu una lettura shocking
Gli parvero obsolete
Ipoteche di Weimar sulla Foresta Nera
la Ruhr, i tram, i treni ed ogni vaporiera
Da Wall Street i dollari
dalla City le sterline
per debiti stellari
E’ un buco senza fine
Con Parker Seymour Gilbert
finì all’istante il flirt
La Commissione delle Riparazioni
censurò le dilapidazioni
dei Lander e dei Comuni
gli acquisti di banani
spese per aeroplani
raffinatezze edilizie
Marxismi grotteschi
Residui ottocenteschi
Pignole impuntature
Certezze periture
Che fosse tendenziale
Forse provvidenziale
Del saggio di profitto
L’imminente caduta
Apparve idea arguta
Dalla contraddizione tra capitale e lavoro
si tornò al Gold Standard, al caro vecchio oro
I Piani Dawes e Young
prelusero al Big Bang
del Giovedì Nero
quando davvero irruppero
destrieri apocalittici
alla Notte dei Cristalli
futuri feldmarescialli
scandirono con foga
lo slogan più di moda
era lo Juden Raus
Chiudiamo la Bauhaus!
Bruciamo un po’ di libri
in cerimonie funebri

Dalle meditazioni
sulla Legge di Say
solo intossicazioni e guai
Das Finanzkapital

fonte iconografica da "Fatti sulla germania"

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