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giovedì 15 novembre 2012

MARCO BARDOSCIA ELECTRIC TRIO AL NOTE DI VINO DI RUFFANO



Il Marco Bardoscia Electric Trio suonerà sabato 17 novembre ore 21,30 al Note di Vino di Ruffano in via Vittorio Veneto 55. L’appuntamento è promosso da Note di Vino, Toma Carburanti srl di Ruffano e Agave Comunicazione.  Marco Bardoscia e Raffaele Casarano, due dei più affermati musicisti nella cosiddetta young italian jazz generation, insieme al virtuoso Alessandro Semprevivo, batterista poliedrico, vero e proprio mago delle bacchette afro-jazz-blues. Casarano e Bardoscia danno vita a un vero e proprio viaggio attraverso l’elettronica e i pensieri, in cui il ritmo e la suggestione delle note diventano incanto da vivere sulla pelle. Fondamentale è la rodata conoscenza reciproca dei due musicisti da anni ormai impegnati in vari progetti comuni, col risultato di un forte interplay, per un suono compatto e allo stesso tempo strutturato. Il contrabbasso di Marco Bardoscia e il sax di Raffaele Casarano danno vita ogni volta a note originali, ovvero brani scritti di proprio pugno dai due musicisti, che non mancano comunque di rimaneggiare e rimodulare alcuni intramontabili standard della tradizione jazz.
"Marco Bardoscia è un giovane e bravissimo bassista e contrabbassista salentino. Marco Bardoscia vive tra Lecce e Bruxelles. Marco Bardoscia è un sognatore. Ma soprattutto Marco Bardoscia vive, e la sua forza vitale è trascinante, capace di trasmettere l'amore per la vita a chiunque abbia la fortuna di passare qualche ora in sua compagnia. Quello che succede in “The Dreamer”, suo primo lavoro per My Favorite Records, 4 anni dopo il suo album d'esordio “Opening”, è semplicemente questo: in poco meno di un'ora Marco vi investe di una musica gioiosa e comunicativa, di emozioni dolci e rabbiose come è la vita stessa." [Music Club]
Supportato da un'eccezionale line up di altrettanto giovani musicisti, al Note Di Vino di Ruffano potremo apprezzare il MARCO BARDOSCIA ELECTRIC TRIO, ovvero sia marco Bardoscia (Bass & Effects), con Raffaele Casarano (Sax & effects) e Alessandro Semprevivo (Drums).
Note di Vino - Nel cuore del Salento, a Ruffano (LE), dalla passione per l’enogastronomia e per la musica nasce l’enoteca wine bar «Note di Vino». Esperienza nella selezione e nella scelta delle bevande e dei cibi, il tutto accompagnato da una ricercatissima selezione musicale: jazz, blues, rock… dai concerti che settimanalmente vengono organizzati e dalle jam session dei musicisti/clienti a cui viene messo a disposizione il palco con tutta la strumentazione (chitarra, batteria, pianoforte)



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Via Vittorio Veneto, 55 - 73049 Ruffano (LE) – Italia

“Diverso sarà lei. Storie di coppie gay e non” di Willy Vaira alle Cantelmo di Lecce



Domani venerdì 16 novembre 2012 alle ore 20 presso le Officine Cantelmo di Lecce (http://www.officinecantelmo.it/) Willy Vaira presenterà il suo “Diverso sarà lei. Storie di coppie gay e non” edito da Manni. Con l'autore interviene Alessandro Delli Noci.

Quindici storie di coppie unite da una vita. Tredici omosessuali, due etero. Coppie normali, consuete: l’affetto, la gelosia, le piccole incomprensioni, la passione. Persone di varia estrazione sociale e provenienza geografica si raccontano: l’architetto e il pastore, il musicista e la vivaista, lo stilista e l’operaio, dalla grande città al paesino sperduto tra i monti o nel profondo Sud. Sono gli eroi della contemporaneità: hanno sofferto e ancora subiscono vessazioni e prepotenze generate da un potere incolto, volgare, conformista e interessato, e hanno trovato in sé la capacità di affermare con orgoglio la propria singolarità. Diverso sarà lei racconta con franchezza anche dell'omosessualità, ne mette in crisi alcuni luoghi comuni e ne afferma la piena naturalità, lasciando intravedere, ad una società malata del deterioramento dei diritti elementari sui quali si basa la convivenza civile, una delle possibili vie per le quali passa il progresso delle relazioni umane.

WILLY VAIRA è nato nelle Langhe cuneesi. Vive e lavora a Torino. Ancora studente di Medicina, trasferisce i suoi interessi nel mondo della moda e dello spettacolo. Modello, paroliere, musicista e cantante, gira il mondo per molti anni. Dal 2001 approda alla scrittura narrativa e poetica. Per Manni ha pubblicato, nel 2007, Pubblici scandali e private virtù, intervista a Giò Stajano, prima icona gay d’Italia, e le raccolta di poesie Esercizi d’amore e Il lento dei passi.

mercoledì 14 novembre 2012

FLEP 2 - 2X02 - La fotocopia sbagliata



Luca e Flep si sono divertiti a fotocopiarsi le chiappe nei momenti morti della giornata e quando queste fotocopie vengono scambiate con importanti documenti aziendali per Luca scatta il panico.

Created by: Riccardo Riande
Regia e Riprese: Simone Ruggieri
Fotografia: Umberto Camponeschi
Suono: Davide Apuzzo
Assistente Suono: Alessandro Murgia
Video Editor: Lorenzo Petracchi
Segretaria di Produzione: Francesca Vennarucci
Segretaria di Edizione: Silvia Briscese
Assistente riprese: Valerio Amer
Make Up: Alessia Cipriano
Costumi: Nadejda Avrionova
Scenografia: Adelaide Stazi
Cast: Marta Bulgherini, Ilaria Bevere, Tiziano Floreani, Ludovica Leo, Riccardo Riande
La voce di Flep è di: Marzio Pacifici
Guest: Vittoria Cimarra, Marzio Pacifici


Visitate la pagina ufficiale su Facebook:
https://www.facebook.com/Fleptheseries

Vitaldo Conte con il suo libro Pulsional Gender Art alla XVIII Città del Libro di Campi Salentina



Sabato 24 novembre 2012 alla XVIII Città del Libro di Campi Salentina incontro con Vitaldo Conte (teorico d’arte e saggista). Il suo libro Pulsional Gender Art (Avanguardia 21 Edizioni) è un “attraversamento” pulsionale di poetiche d’arte: dal Futurismo-Dadaismo al corpo estremo dei giorni nostri.  Le espressioni di questa TransArt hanno una successiva appendice in Pulsional Ritual (e-book Gepas), scritta da Conte insieme a Giovanni Sessa (pensatore meta-tradizionale), da intendere come Sud-Mediterraneo, Ambienti-Anima, Pulsional Rumore.
Saranno proiettatati per l’occasione due video: ElectroTango rose rosse (con opere di Laura Baldieri, Paola Scialpi, Tiziana Pertoso) e Pulsional Ritual (Fedeli d’Amore / Salento 2010).
Alcune delle tematiche dei libri ripercorrono incontri e mostre, svoltisi nel Salento a cura dell’autore. Nel 2007-09 con gli eventi a Trepuzzi, Campi Salentina (Città del Libro), Vaste. Nel 2010 con le mostre Rosa Lussuria ed Eros parola d’Arte, a Lecce; con gli eventi a Minervino di Lecce e Novoli.
A questo incontro, introdotto da Cosimo Valzano (già Sindaco di Trepuzzi), intervengono: Simona Manca (Vice-Presidente e Assessore alla Cultura Provincia di Lecce), Oscar Marzo Vetrugno (Sindaco di Novoli – Presidente Unione Comuni Nord Salento), Ettore Caroppo (Sindaco di Minervino di Lecce).
L’incontro, patrocinato dalla Provincia di Lecce / Assessorato alla Cultura e dai Comuni del Nord Salento, si svolgerà alle ore 17 presso la Sala Nostra Signora dei Turchi della Città del Libro.

STEFANO CRISTANTE CON IL SUO ANIMA LUNGA (BESA EDITRICE) ALLA LIBRERIA PALMIERI DI LECCE



Il 16 novembre 2012 sarà presentato il nuovo lavoro di Stefano Cristante dal titolo Anima Lunga edito da Besa editrice. L’appuntamento è alla Libreria Palmieri di Lecce in Via Trinchese 62/a alle ore 18.30. Presenterà Gianluca Conte, giornalista e scrittore.

Sguardi sul presente che hanno valore di tagli e ferite, dove il fatto sentimentale si snoda come un pericolo attorcigliato sulle reciproche e irriducibili alterità degli amanti e dove la costruzione dei rapporti affettivi passa per materiali irrazionali – premonizioni, percezioni, immedesimazioni istantanee, deja vu – che solo i versi poetici hanno una speranza di poter trattare. Stefano Cristante investe nel dialogo a distanza con i classici della poesia italiana le proprie chance di scrittura. Verso libero ed endecasillabo rappresentano la sostanza formale dei versi di Cristante che, nella parte finale, trasmigrano nella prosa poetica (agganciata alla creazione di una personale cosmogonia), prima di congedarsi con un inno alla solitudine che chiarisce il suo tragitto narrativo e il suo obiettivo esistenziale.

 Stefano Cristante (Venezia, 1961) è sociologo dei processi culturali e comunicativi presso l’Università del Salento. Anima lunga è la sua terza raccolta di versi, dopo Il rosso dell’oblio (1991) e Visite inattese (2007).

Info

martedì 13 novembre 2012

FLEP 2 - 2X01 - Uno per tutti, tutti con Flep

 


Luca e i suoi colleghi riprendono a lavorare dopo le vacanze ma in azienda c'è una novità. Tutti i macchinari, dalle fotocopiatrici alle macchinette del caffè sono targati Flepson....Flep è ovunque!

Created by: Riccardo Riande
Regia e Riprese: Simone Ruggieri
Fotografia: Umberto Camponeschi
Suono: Davide Apuzzo
Assistente Suono: Alessandro Murgia
Video Editor: Lorenzo Petracchi
Segretaria di Produzione: Francesca Vennarucci
Segretaria di Edizione: Silvia Briscese
Assistente riprese: Valerio Amer
Make Up: Alessia Cipriano
Costumi: Nadejda Avrionova
Scenografia: Adelaide Stazi
Cast: Marta Bulgherini, Leonardo Santini, Ilaria Bevere, Tiziano Floreani, Alessandro Grande, Ludovica Leo, Nicola Di Gioia, Riccardo Riande
La voce di Flep è di: Marzio Pacifici
Guest: Marta Della Seta

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Un uomo in movimento di Mauro Orletti (Discanti). Intervento di Nunzio Festa



Nel terzo Millennio, non posson che esser le opere sull'identità smarrita e/o frammentata il luogo privilegiato d'indagine e rappresentazione, a tratti persino di moderno/realismo, della società. Grazie a "Un uomo in movimento", opera seconda quindi di Mauro Orletti, proprio dentro questa non-dimensione torniamo a perderci. Ad analizzarci. Con in più, però, il racconto d'una verità che agisce e reagisce in mezzo alla crisi generale dei valori: la comunione e liberazione del prete Giussani (cuore primario della Compagnia delle Opere - il tentacolo platealmente economico-finanziario). Si comincia, ché così pareva, con l'amicizia fatta di silenzio e televisione di Dario e Armando, il comunista e l'anarchicheggiante. E si continua con l'ingresso in scena del ciellino Matteo che ha il compito d'attirare lo stranito Armando nel senso di mamma Cl: e il lavorìo di Matteo raggiunge lo scopo. 'Sto Matteo, infatti, ogni pagina che passa diventa più antipatico a chi legge. Perché deve imporsi. Prendere la coscienza d'Armando. Rubare la sua libertà, le poche certezze accumulate nelle svogliatezza di letture titolate "L'uomo che dorme", e basta. Mentre, in effetti, Perec cammina, Armando si fa rimbambire dall'evangelizzazione, se davvero così si può dire, dei figlioletti di Giussani. Fino, è evidentemente, all'implosione. Ovvero fino a quando l'esplosione delle volontà (?) del protagonista del romanzo divengono altro tassello delle vite di comunità e comunione, insomma. Matteo, insomma, fa una bomba dalle contraddizioni del pensiero in costruzione del soggetto preso all'amo. Questo romanzo d'Orletti è una delle belle notizie che abbiamo avuto recentemente. Privo di retoriche forzate o forzose, legge perfettamente il presente. Epperò prendendosi gioco della verità. Seppur col dovere della dimostrazione della cronaca. Mauro Orletti, con fluttuazioni della trama che ci rendono persino tracce dell'accanimento contro la libertà che i dogmi della Chiesa sempre hanno rafforzato nei secoli, ci dipinge. Al netto delle necessità dei dipinti di Pedretti. Domani dal primitivismo.

lunedì 12 novembre 2012

Diario di un'insurrezione di Sergio Baratto (Effigie). Intervento di Nunzio Festa



Con buona pace del "giusto distacco" del lettore e del recensore, confesso che ho letto e spesso apprezzato le pagine di "Diario di un'insurrezione" perché il messaggio e il punto di vista dell'autore non si discosta molto dal mio; tranne per alcune valutazioni e qualche giudizio che non condivido, quindi, io stesso analizzo e vorrei ripartire allo stesso modo di Sergio Baratto dal controvertice di Genova del 2001. (E non solmante perché avevo allora vent'anni non ancora compiuti per pochi giorni). Pasolini fece Salò come denuncia della riduzione del corpo e dell'uomo a oggetto, e oggetto di consumo - sottoposto alla fine al consumo. Noi che abbiamo partecipato alla grande mobilitazione contro il vertice del G8 di Genova, denunciavamo, 'tra le altre cose', la mercificazione delle vite tutte e degli stati, sottoposti alla dominazione e alla sopraffazione del capitale-multinazionale. Baratto, i cui scritti avevo più volte apprezzato sul libero spazio d'espressione di Giovannini, Benedetti, Moresco, Tarabbia, Scarpa ecc., www.ilprimoamore.com, con questa opera d'esordio sintetizza al fine le nostre aspettative per il futuro, ma soprattutto il moto di rigetto incominciato con le delusioni di qualche anno fa, il fiume di disicanto e i materiali che bollivano nel pentolone della contestazione che montava. Ché è diventata presenza forte. Assoluta. Nonostante lavoro e lavorio degli addetti alla salvaguardia della normalità. Diario di un'inserruzione, dove finalmente rivedrete il subcomandante Marcos e pezzettini dei tantissimi testi/grida dell'Ezln e del popolo chiapaneco, dialoga direttamente con gli elementi positivi e negativi di quella lunga esperienza. "A chi si ostina a credere nella lotta per un altro mondo possibile non resta che sottrarsi e fuggire. Ma questa fuga, sempre più solitaria, disperata e testarda, si trasforma piano piano in una marcia di attraversamento. La ritirata si confonde con l'avanzata e si fa cammino interiore di rigenerazione". Racconto personale d'una storia collettiva, è definito il libro. L'agile libretto, per me, è lo stesso bisogno d'agire nel pieno dell'immobilismo. Forse una prova. E, finalmente, il riepilogo di quel che siamo stati.

La donna lumaca di Rosaria Iodice (Lupo editore dal 22 novembre 2012)



Nell’ospizio per anziani e sbandati che l’ha accolta negli ultimi anni, Angela ripercorre la sua esistenza “diversa”. Ha visto la guerra da bambina, e poi la rinascita del Paese, ma ha subito la violenza delle convenzioni; ha vissuto le turbolenze di una società in mutamento, spaccata tra la spinta alla modernità e la ferocia di cupe ideologie, incapace di uscire dal guscio. La sua è sempre stata una lotta disperata e solitaria, segnata dai sensi di colpa e dall’autocensura, solo a tratti addolcita da una maternità che ha difeso con le unghie e coi denti. Ma la contraddizione e la menzogna a cui si è condannata da sé hanno finito con lo straziare il rapporto più prezioso spingendola alla fuga e al randagismo in cerca di espiazione. Eppure – come per Florentino Ariza e Fermina Daza – inaspettatamente l’amore negato trova la sua ora di riscatto e si afferma oltre il pregiudizio e il moralismo bigotto. La storia di una donna, tra tante.

domenica 11 novembre 2012

Il curatore segreto del Vaticano di Umberto Vitiello. Per Lupo editore dal 22 novembre 2012



Aspirazioni e delusioni, coraggio critico, impegno in difesa dei valori evangelici più genuini – come in tanti teologi contemporanei (da Hans  Küng  a Vito Mancuso) – in un romanzo avvincente che si tinge di giallo.
La Chiesa cattolica, profeticamente collocata in un domani non molto lontano, si appresta a rinnovarsi per accogliere tutti i cristiani del mondo in una semplificazione teologica che la renda universalmente accetta. Siamo così alla vigilia del Concilio Vaticano III, voluto dal nuovo papa – un convinto “giovanneo” sudamericano – per attuare la riconciliazione dei credenti; grande è l’avversione della maggior parte dei curiali che, in difesa della tradizione e dei propri privilegi, non disdegnano di ricorrere al complotto pur di evitare che, in nome dell’ecumenismo, la Chiesa di Roma rinunci alla propria ricchezza e al plurisecolare patrimonio teologico che la caratterizza.
La storia ha inizio con l’assassinio di un novizio nell’Abbazia del Santo sul Colleprato, dove è ospite da alcuni anni un noto economista, ex professore di Oxford fattosi monaco, personaggio centrale dell’intera vicenda. Chiamato segretamente in Vaticano, è lui (in qualità di “curatore”) ad informare il papa della vera natura dei fondi dello IOR suggerendogli come liberarsi di una istituzione implicata in operazioni finanziarie spesso contrastanti con i principi evangelici. Si giungerà così alla tanto attesa convocazione dell’ultimo concilio della Chiesa cattolica, primo di una universale Chiesa di Cristo ispirata ai valori originari.

venerdì 9 novembre 2012

"Il tempo che ci vuole" di Francesca Palumbo si presenta alla Galleria d’Arte Spazio 17 di Corato



 "Il tempo che ci vuole" di Francesca Palumbo edito da Besa editrice sarà presentato a Corato (BA), il 10 Novembre 2012 presso la Galleria d'Arte "Spazio 17" (Piazza Vittorio Emanuele) alle ore 19.30. Dialogherà con l'autrice Micaela Ferrara, giornalista.

Monica Dionubile ha quasi diciassette anni, vive a Bari insieme a sua madre Laura che è malata di depressione e passa la sua vita a tormentare la figlia. Dunia Bonerba è figlia unica di Luca e Marina; i suoi genitori sono una coppia serena che regala sensibilità e spensieratezza a una ragazzina semplice, a tratti ingenua e molto legata a Monica, sua compagna di classe. Le due ragazze si completano a vicenda: la leggerezza di una si unisce alla complessità dell’altra, è come se tra di loro ci fosse un accordo di “mutuo soccorso” di cui, in realtà, è solamente la giovane Dionubile ad aver bisogno. Lei è così intristita e poco interessata alla sua vita da vivere alla giornata. È così profondamente sola e disillusa che anche l’avvenimento di aspettare un bambino, naturalmente non desiderato, è affrontato nella più completa apatia. Il ginecologo che segue distrattamente l’aborto è Carlo, marito di Giulia, amico di vecchia data di Luca e Marina, che racconta all’uomo di avere l’ennesima relazione extraconiugale. La donna per la quale ha perso la testa si chiama Roberta Mori ed è la psicanalista che ha in cura la madre di Monica. In questo disfacimento quasi totale, il porto franco di Monica è la casa di Dunia, dove ha la possibilità di conoscere suo nonno che, molto malato, ogni volta che la vede la scambia per la sua amata moglie Ornella oramai morta da tempo. C’è poi il rapporto speciale con il suo professore di lettere, Girardi, un docente atipico che ascolta i suoi alunni, li osserva e non si limita a etichettarli con un numero sul registro o un cognome da ricordare al momento dell’interrogazione. Testimone oculare delle storie di ognuno di questi personaggi è il barbone Lacca, un tenero clochard che costruisce piccoli portacenere colorati in latta e che ha un ruolo determinante nel destino di Dunia e Monica.

Francesca Palumbo è nata a Bari dove vive e lavora. Nel 2008 ha pubblicato una silloge di racconti dal titolo Volevo dirtelo. Questo è il suo primo romanzo.



REAZIONI – Sabina Gallerani (Il filo). Intervento di Vittoria Coppola



È talmente palpabile la partecipazione emotiva dell'autrice nella storia narrata, che ci si chiede costantemente se quella di Reazioni sia una vicenda autobiografica. Nello scorrere ininterrotto delle pagine, si vuole scoprire dove arriverà quel coraggio, quella forza d'animo, la tempra inesauribile di Alina. Quel che è lampante è pittosto il perché, la giovane madre single protagonista del libro, decida di combattere: l'unica ragione è Stella, bambina che possiede - tutelata nel suo nome - la luce che serve alla sua mamma. Più che mai. Il romanzo della giovane autrice Sabina Gallerani non si limita ad essere un'autentica testimonianza delle risorse che una donna può avere in sé , persino in momenti di estrema debolezza.  Il libro della Gallerani è anche simbolo di quanto troppo spesso, negli occhi che guardano da vicino una malattia (ed una malata) ci sia smarrimento, di come questo a volte sfoci nella non curanza. E anche nella paura, che, di per sé, non è immediatamente condannabile. Il tempo che Alina ha dalla sua parte è scandito da conferme e delusioni. Da persone che si riscoprono a lottare assieme a lei e altre che ne prendono le distanze. E ancora una volta l'amore di un uomo dona respiro, linfa, ossigeno. Ancora una volta i sentimenti autentici si rivelano indispensabili. Che sia una storia autobiografica oppure no, quel che è certo è che è vicina ai cuori più sensibili. Reazioni  è la storia di un'impasse solo apparente. È la storia del coraggio di una donna.  Chiunque essa sia, ovunque viva: poco importa, è comunque vicina a tutte noi.

mercoledì 7 novembre 2012

La casa editrice Kurumuny al “Building Apulia: Costruendo l’identità della Puglia” di Bari con “Corimondo- La strina: suoni e canti di Corigliano d’Otranto” il 9 novembre 2012



Si terrà venerdì 9 novembre il terzo appuntamento della seconda parte della nona edizione di “Building Apulia: Costruendo l’identità della Puglia”, “la Puglia che scrive, che edita, che parla di sé”, l'originale rassegna promossa dal Servizio Biblioteca e Comunicazione Istituzionale del Consiglio Regionale della Puglia. Nel terzo appuntamento, dedicato ai dialetti, saranno presentate due opere: “Cassius Obstinatus. I segreti di Cesare” di Francesco Saccente, edito da Adda, e “Corimondo. La strina: suoni e canti di Corigliano d’Otranto”, Ed Kurumuny. L’appuntamento è dunque per venerdì 9 novembre, ore 11 presso la Sala Guaccero (Secondo Piano – Via Capruzzi 212 - Bari).

Riallacciare e ricostruire i fili di una memoria spezzata e umiliata anche solo limitatamente ai canti, racconti, biografie: un compito arduo e difficile da portare a termine. I protagonisti e i depositari di questa memoria erano restii al ricordo. La sola idea del ricordare modalità di vita, usi, costumi richiedeva un notevole sforzo di pazienza sia da parte loro che dei ricercatori. Andare in giro per i paesi a “ricercare e cercare” coloro che ricordavano, i grandi ‘alberi’ di cultura e di canto, richiedeva pazienza, calma e amore profondo per la conoscenza della memoria orale e delle storie delle nostre comunità. In questo contesto Corigliano d’Otranto non costituiva sicuramente un’eccezione. Questo contributo, che ci riporta al periodo aureo dell’indagine sul campo e della documentazione dei repertori tradizionali, è anche un lavoro che rende omaggio alle persone vive, agli ultimi epigoni di una civiltà linguistica, ai custodi delle modalità performative, delle tecniche strumentali e vocali, della memoria sonora (e non solo) della comunità di appartenenza. Persone che normalmente non assurgono a protagonisti della ricerca etnomusicologica, relegati spesso nel ruolo di informatori o in quello ancora più angusto di depositari delle “sacre tavole” della tradizione. Il CD contiene un’antologia di 19 canti di cui 10 descrittivi, 4 balli, 3 canti di questua, 1 narrativo e 6 recitati raccolti in un’unica traccia. Il Cd “Corimondo – La Strina, suoni e canti di Corigliano d’Otranto” è promosso con il sostegno di PUGLIA SOUNDS - PO FESR PUGLIA 2007/2013 ASSE IV” ed è patrocinato dalla Povinicia di Lecce e dall’Istituto Diego Carpitella.



Per informazioni
Tel. 080.540.27.11 – 080.540.27.70 – 080.540.27.72
e-mail: percorsi-identitari@bcr.puglia.it
Twitter: @TecaMediterrane
YouTube: Teca del Mediterraneo
Facebook: Biblioteca Cons. Reg. Puglia. http://biblioteca.consiglio.puglia.it

"È facile smettere di scrivere, se sai come farlo! Suggerimenti per abbandonare la scrittura" versione 1.0 di Luciano Pagano (Musicaos)



Dall'Introduzione: "Esistono diversi libri che spiegano come scrivere una storia, imparare a narrare imbrigliando la propria ispirazione, fissare in parole e immagini efficaci i propri pensieri. Questo libro è diverso, perché si tratta di un manuale di non-scrittura. Più precisamente, come dice lo stesso titolo, è un libro nato per aiutare a smettere di scrivere. Quest'opera infatti contiene una serie di suggerimenti, informazioni e notizie, che aiuteranno gli scrittori, gli scrivani e gli scriventi, a smettere di scrivere. Le sezioni in cui si articola il presente lavoro sono molteplici, alcune di esse vi spiegheranno come smettere di essere ispirati, come smettere di pubblicare, come smettere di scrivere grazie alle riviste o grazie ai social network."

INDICE:

1 - Una breve introduzione. Che cos’è questo libro e a chi si rivolge.
2 - Come smettere di essere ispirati.
3 - Come smettere di abortire best-seller.
4 - Va bene, scrivete. Chiedetevi il perché.
5 - Come smettere di scrivere grazie alle riviste.
6 - Come smettere di scrivere aiutandosi con il lavoro.
7 - Come smettere di scrivere grazie ai librai.
8 - Come smettere di scrivere usando i social network.
9 - Come smettere di scrivere grazie agli editori.
10 - Come smettere di scrivere grazie ai critici.
11 - Come smettere di scrivere grazie al self-publishing.
Conclusioni

QUI

Ananas e zenzero" di Jacqueline Gentile edito da Besa a Villa Camilla a Bari



Il volume "Ananas e zenzero" di Jacqueline Gentile edito da Besa editrice sarà presentato a Bari, l'8 Novembre 2012 a Villa Camilla (via Cardinale Ciasca) alle ore 18.30.  Dialogherà con l'autrice Chiara Scardicchio, ricercatrice dell'Università di Foggia ed esperta in arte.

Marta Sabia ha trentatré anni, vive con Cindy, cura la rubrica della posta del cuore per la rivista femminile “Stelle & Charme” e la sua relazione sentimentale più lunga è durata sei mesi. Quando incontra Andrea, ennesimo flirt di Cindy, e se ne innamora, Marta inizia un processo di confronto con se stessa in cui prende piano coscienza del fatto che l’esistenza da lei condotta non corrisponde ai suoi desideri: le bugie che dice a Cindy le gravano pesantemente sulla coscienza, le vessazioni di Clara, il suo capo, la schiacciano, la gelosia la acceca e i suoi sogni di bambina fanno capolino a ricordarle che non era questo quello che si augurava per il suo futuro. Dopo la partenza di Cindy per gli Stati Uniti, Marta entra in una spirale discendente: si licenzia e, sull’onda della rabbia frammista a dolore, litiga furiosamente con Andrea. Giorni di buio isolamento nella sua casa vuota la trascinano a toccare il fondo costringendola a stare in contatto con la sua sofferenza e con la sua vita oramai svuotata. Ma proprio lì, nella tristezza del niente, Marta ritrova se stessa e il suo amore per Andrea: primi passi di una nuova esistenza tutta da inventare. Ananas e zenzero è un romanzo narrato in prima persona, in cui la freschezza dell’ironia e della comicità accompagnano il percorso di crescita di una donna che trasforma un momento di profonda crisi in un’opportunità per poi scegliere coraggiosamente la strada del cambiamento come nuovo progetto di vita.

 Jacqueline Gentile è nata a Brooklyn (New York) nel 1973. Vive a Bari dove svolge la professione di counsellor a orientamento gestaltico e di formatrice. Ha pubblicato la raccolta di racconti Ho scelto me (2007).


Info



martedì 6 novembre 2012

GIANLUCA CONTE CON IL SUO “DANZA DI NERVI” AL NOTE DI VINO DI RUFFANO



“La rassegna “Sorsi di cultura di-libri/di-vni “organizzata da Agave Comunicazione e Note di Vino, prosegue il 7 novembre 2012 alle ore 19,00 con Gianluca Conte che presenta il suo “Danza di Nervi” edito da Lupo editore al Note di Vino a Ruffano in via Vittorio Veneto 55. Dialoga con l’autore Angela Leucci.  Gianluca Conte ricorda, a chi dimentica l'origine del raccogliere versi, quell'andare a costituire una 'raccolta poetica' come gesto che presuppone una semina antecedente alla scrittura. Questa 'danza di nervi' oscilla tra Mondo e Terra, dove il Mondo è inteso come la rete di rapporti sociali che sono un furto dell'esistenza 'vera' e la Terra è il nostro luogo di origine, il luogo dove siamo destinati a tornare, "[...] mi copro d'argilla e ferro/per non dimenticare/che appartengo alla terra/ma strizzo l'occhio al cielo". Il rapporto lacerante tra l'individuo e le convenzioni sociali è uno dei temi più ricorrenti, la finzione della maschera che ricopre la vita(torneranno come "Facce sciolte di cera"), è la stessa di "Un ordito fatto male, indossato come a caso,/un vestito cucito addosso senza ben misurare/la distanza che passa tra il tuo cuore e l'infinito." Dopo Insidie e Il riflesso dei numeri, la conferma di un percorso poetico che fonda la sua concretezza nell'equilibrio tra lirismo poetico e impegno sociale. (Luciano Pagano)

Gianluca Conte - Nato a Galugnano (Le) nel 1972. Laureato in filosofia, è poeta, scrittore, operatore culturale. Da alcuni anni lavora a "Madri a Est", uno studio sulla situazione postbellica in Croazia e nelle aree limitrofe, nato dai soggiorni dell'autore in terra balcanica; dal materiale di questa esperienza in progress sono tratti degli scritti inediti, alcuni dei quali diventati letture sceniche. L'autore, inoltre, collabora con diverse figure artistiche, tra cui Giuseppe Zilli, Sefora Cinzia Zippo, Alessandra Sessa, Luciano Pagano, Astragali Teatro, Università Popolare Aldo Vallone.

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Presentazione il 9 novembre a Calimera di "Le storie che so di lei"


UNDUETRE STELLA! CORSO DI SCRITTURA E ILLUSTRAZIONE PER L’INFANZIA E I RAGAZZI



UnDueTre Stella! Scrivere e illustrare per l’infanzia e per i ragazzi è sicuramente una delle declinazioni del mondo editoriale più interessanti e creativo, fos se altro perché bisogna non solo immaginare le storie ma vederle lì, sotto gli occhi, di mille colori. Per questo, dall’esperienza della rivista UnDueTreStella, la Lupo Editore (in collaborazione con l’ass. DamageGood) organizza un corso rivolto a chi ama il mondo della scrittura e dell’illustrazione per l’infanzia e per i ragazzi.
Lo scopo è quello di capire e cimentarsi nella realizzazione di un albo illustrato, sia dal punto di vista della scrittura che dell’illustrazione. A condurci nel mondo della scrittura sarà il prof. Livio Sossi, Docente di Storia e Letteratura per l'infanzia all'Università degli Studi di Udine e di Capodistria, esperto di illustrazione, letteratura ed editoria per l'infanzia, è direttore editoriale, artistico e consulente per diverse case editrici (Falzea, Campanotto, Edicolors, Edizioni Euno, SECOP, Arianna, Lupo). Il prof. Livio Sossi terrà le sue lezioni il 10-11 novembre presso il Conservatorio S. Anna a Lecce, in un’originale formula full immersion (dalle 09:30 alle 13:30 e dalle 15:30 alle 18:00). Il modulo proporrà ai partecipanti, in forma di laboratorio operativo con esercitazioni pratiche, la scrittura delle più importanti tipologie testuali presenti nella letteratura per ragazzi contemporanea. Per ciascuna tipologia si forniranno esempi tratti dalla migliore produzione editoriale contemporanea. Verrà quindi individuata la struttura narrativa dei testi che fungeranno da modello su cui operare per la creazione di nuove storie e di nuovi racconti.
Si lavorerà inoltre sul linguaggio (incipit, flashback, testo ed extratesto), sulle richieste, sulle attese e sui condizionamenti del mercato editoriale e sul fenomeno delle mode. Per chi è interessato all’aspetto dell’illustrazione e della grafica, potrà seguire nei due week end successivi (17-18 e 24-25 novembre) le lezioni teoriche e pratiche del bravo Massimiliano Di Lauro. Originario di Trani, per il suo talento pubblica “Mi primer viaje” con la galliega OQO Editora, fiore all’occhiello dell’editoria per l’infanzia europea. Il modulo di Massimiliano Di Lauro si propone di far luce sugli aspetti che stanno dietro alla rappresentazione iconica, facendo chiarezza su cosa è lo stile e come trovare “la propria voce”. Anche in questo modulo, oltre ad una serie di nozioni teoriche, saranno proposte delle esercitazioni pratiche, allo scopo di chiarire questi aspetti per comporre insieme un albo illustrato. Sarà possibile l’intero corso o i singoli moduli. Il corso è a numero chiuso e sarà possibile iscriversi entro il 5 novembre 2012.
Sono previsti sconti per gli studenti universitari. Per informazioni e costi chiamare il 3294178895 / 3384598211 o scrivere a redazione@lupoeditore.it.

Ufficio Stampa

“La Terza Rivoluzione Industriale” di Jeremy Rifkin, edizioni Mondadori. Intervento di Vander Tumiatti (Imprenditore e fondatore di Sea Marconi Technologies)

E’ solo questione di tempo; l’era del petrolio sta volgendo alla fine e il prezzo dell’oro nero salirà nei prossimi decenni fino a raggiungere un picco insostenibile. Nel frattempo le emissioni di anidride carbonica derivanti dalla combustione dei fossili sta elevando la temperatura della Terra e minacciando un cambiamento nella chimica e nel clima globale del pianeta che non ha precedenti. Si tratta di fattori che influenzeranno pesantemente tutte le decisioni politiche ed economiche dei prossimi cinquanta anni. La questione fondamentale a questo punto è:  come far crescere un’economia globale sostenibile uscendo dal paradigma di un regime energetico giunto ormai al capolinea, i cui costi esternalizzati, economici e ambientali, sono ormai inaccettabili?  Una risposta a questa domanda si trova nell’ultimo libro di Jeremy Rifkin, “La terza rivoluzione industriale”, uscito da poco anche in Italia per le edizioni Mondadori. Un libro fondamentale, che ho letto con grande interesse e che consiglio vivamente a tutti coloro che desiderino comprendere cosa ci prospetta il futuro e cosa stanno facendo i governi mondiali per esplorare nuovi modelli energetici ed economici che consentano di avvicinarsi il più possibile all’obiettivo “emissioni zero” di carbonio. Ma Rifkin non si limita a descrivere gli scenari futuristici dell’energia e dell’ambiente. Egli compie invece un’analisi approfondita che, partendo dai principali accadimenti storici dell’economia mondiale, ricostruisce gli stretti rapporti sinergici tra energia e comunicazione, fino a prefigurare una rete mondiale di distribuzione intelligente dell’energia basata sul modello rappresentato dal web. Secondo l’autore, la Terza Rivoluzione Industriale comincia a spuntare all’orizzonte e la prima regione al mondo che riuscirà a sfruttare il suo pieno potenziale guiderà lo sviluppo economico per il resto del secolo. L’Unione Europea, ha fatto le sue prime mosse, stabilendo che, entro il 2020, il 20% di tutta l’energia prodotta sarà generata da fonti rinnovabili. Impegnandosi per un futuro di energia rinnovabile l’UE ha gettato le basi per un’era economica sostenibile e ad emissioni zero. Non basterà, però. Sarà necessario aggiungere almeno due pilastri: l’introduzione di tecnologie di idrogeno insieme ad altre tecnologie quali batterie e ri-pompaggio idrico per immagazzinare le forme intermittenti di energia rinnovabile; e la creazione di reti energetiche intelligente di dimensioni continentali ( smart “intergrid” ), per fare sì che forme distribuite di energia rinnovabile siano prodotte e distribuite con la stessa facilità di accesso e trasparenza di cui oggi godiamo con la produzione e l’informazione su internet. Il libro descrive dettagliatamente i punti fondamentali da realizzare per gettare le fondamenta della Terza Rivoluzione Industriale e di una nuova era energetica per l’Unione Europea. Per Rifkin sono addirittura cinque i “Pilastri” complessivi su cui dovrà poggiare questo nuovo paradigma che è la TRI: 1) la scelta definitiva dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili; 2) la trasformazione del patrimonio edilizio in impianti di micro-generazione; 3) l’impiego dell’idrogeno e di altre tecnologie di immagazzinamento dell’energia in ogni edificio; 4) l’unificazione delle reti elettriche dei cinque continenti in una inter-rete per la condivisione dell’energia; 5) la riconversione dei mezzi di trasporto, pubblici e privati, in veicoli ibridi elettrici e con celle a combustibile capaci di utilizzare e produrre energia. La transizione verso questa nuova era, secondo l’autore, sarà accompagnata anche da una robusta ripresa occupazionale. Citando i ricercatori dell’Energy and Resources Group e della Haas School of Business dell’Università di Berkeley, Rifkin evidenzia come, sulla base delle proiezioni provenienti da numerosi e approfonditi studi, “abbattendo il tasso annuo di crescita della generazione elettrica della metà e puntando a una quota del 30% dei consumi energetici da fonti rinnovabili, negli USA si creerebbero  circa 4 milioni di anni di lavoro entro il 2030. In Germania, nel 2003, vi erano 260.000 occupati nel settore delle energie convenzionali (carbone, petrolio, gas e uranio), solo quattro anni dopo, nel 2007, il campo delle energie rinnovabili occupava 249.330 persone. Un dato straordinario, soprattutto se si pensa che queste ultime coprivano solo il 10% dei consumi energetici primari. In pratica, una percentuale così bassa di energie rinnovabili - sottolinea Rifkin -  ha creato tanti posti di lavoro quanto tutte le alte fonti energetiche nel loro complesso!  Ma il caso spagnolo è ancora più eclatante: l’economia di questo Paese conta più di 188.000 occupati nelle energie rinnovabili, vale a dire cinque volte i posti di lavoro creati dal settore energetico convenzionale. E si noti che queste previsioni tengono conto solo del primo e secondo “pilastro” e sono quindi da considerare approssimate per difetto. Un messaggio che non dovrebbe restare inascoltato dai governi di Paesi, come il nostro, alla spasmodica ricerca di nuove prospettive di crescita e di sviluppo occupazionale. Da noi vi sono regioni (in senso geografico) ricche di creatività, arte, bellezza, storia e cultura,  ma anche di sole, biomasse residuali dall’agricoltura, di vento.  Per loro le energie rinnovabili distribuite potrebbero essere la chiave per incamminarsi con decisione sulla strada di un benessere diffuso e rispettoso dell’ambiente, capace non solo di creare opportunità di lavoro ancora inimmaginabili, ma anche di favorire la transizione verso una società più giusta, verso modelli culturali condivisi, più evoluti e consapevoli. E chi ha orecchie per intendere, intenda.

(articolo apparso su Paese Nuovo del 1 novembre 2012) 


lunedì 5 novembre 2012

In libreria per La Vita Felice SoloMinuscolaScrittura di Silvia Rosa



Silvia Rosa scrive poesie bellissime, inquiete e inquietanti per una costante contraddittorietà fra visioni, scatti di vita, alacrità del tempo, indugi negli anfratti e nelle astuzie dell’età, e fulminee precipitazioni nell’abisso dell’ansia, del dubbio, della parola e delle esperienze inceppate, d’improvviso volte a rivelare la frantumazione del discorso dell’esistenza [...]
Non si tratta più di versi, bensì di sequenze di prosa tuttavia fortemente misurate [...] due sono i nuclei su cui si raggruma il discorso di Silvia: l’autoanalisi, l’estrinsecazione di pensieri, di domande, di situazioni interiori che ora sembrano risolte, ora rimettono in gioco al tempo stesso la vita e la parola appena pronunciate; e l’invenzione d’amore, rapido, mutevole, avventuroso sia negli eventi sia soprattutto nelle trasformazioni e negli imprevedibili stupori della scrittura. [...] Silvia intrica e districa la propria contraddittoria e spesso drammatica verità. L’aspirazione è l’estrema chiarezza che rileva la tensione continua delle affermazioni, delle confessioni, delle indagini interiori nella speranza di arrivare ogni volta, in ogni “capitolo”, alla luce, e tanto spesso invece il groviglio diventa più complesso e più inquietante nell’ultima riga (che) rinvia a un altro componimento con il quale forse si potrà arrivare alla comprensione di sé, che, nell’ambito della letteratura, coincide con la creazione di una nuova e ancora intentata arte dell’espressione, con la pronuncia proclamata e libera della letteratura che sia la lezione per chi scrive che diventa lezione per il lettore. (dalla prefazione di Giorgio Bàrberi Squarotti)

sabato 3 novembre 2012

Rosso totale, di Fabio Calenda (Laurana). Intervento di Nunzio Festa



Il ’68 non basta. Leggete e rileggete, se volete perdere tempo, gli alluvionali saggi dei sessantottini pentiti, cercate e cercate ancora le prodezze letterarie da pensionati di quelle e quelli convinti che come il Sessantotto l’han fatto loro: nessuno mai. Pippe e racconti morenti, vi prenderete. Ma se volete andar, almeno per una volta, un po’ più in alto, acchiappate il romanzo di Fabio Calenda, “Rosso totale”. E qui, finalmente, troverete un’opera pura, letteraria. Molto meglio, decisamente, della scrittura della compagna Luna. Intanto. Ma partiamo, per una volta, dalla scrittura. Perché qui il miracolo risiede. Nel senso che Calenda, tranne che nei pochi episodi dove mette in evidenzia giudizi che avrebbe potuto continuare a ‘celare’, usa le parole con meticolosità. Ma, ché questo di certo non basta, sfruttando il metodo delle voci ossessionanti; ovvero Fabio Calenda, tra un dialogo e il successivo, posteggia il pensiero e le parole e le opere dei personaggi che ha preso (la personalità), quando questi sono soprattutto figure femminili. Ricorrendo, anche, alla fantasia della voce esterna. Soprattutto quando deve darci, e il gioco gli riesce perfettamente, gli ambienti. In quanto, si deve sapere, questi sono estremamente importanti nella storia. Allora la trama che se ne va per Roma, non sarebbe più che la Capitale se non entrasse in alcuni quartieri popolari, però innanzitutto nelle tane dei Parioli e simili della borghesia. Qui nascono e vivono, infatti, i giovani che l’autore vede fare rivolta. Tra soldi dei genitori, ma siamo fino al ’78 anziché nell’interminabile e brevissimo ’68 delle proteste tante, e il patto con la violenza suggellato con la firma sulle armi. La borghese Patrizia e il borgataro Michele, in tutto ciò stan dentro. Sono un pezzettino, in pratica, della meglio gioventù. Quella, va detto, che sbaglia e pagherà ma che anche non si fermerà nell’ovatta del proprio stato sociale d’appartenenza. (Vedi Colotti, diremo senza voler esser o sembrar offensivi). Davvero lo scrittore, che oggi vive nel Salento ed è nato a Parigi, riesce a renderci perfettamente il quadro delle situazioni. Nel romanzo c’è tutto. In Rosso totale, titolo tra l’altro perfetto, troviamo praticamente tutti i temi. Le origini, i rapporti famigliari e d’amore, le scelte vitali e la politica vera – tutta quanta - . Quando la lotta armata cresce e poi muore. Per l’ennesima volta, non possiam che usare la definizione di De Luca, su quegli anni: che furono, appunto, anni di rame. Visto che Calenda con l’astuzia dello scrittore di razza ci dice sostanzialmente la capacità di trasmissione, i contagi degli anni Settanta. Per fortuna dopo il meraviglioso anno. La prosa dell’autore omaggia un contesto. Sentendo bene e male. Alla fine, in effetti, non può che giungerci l’epilogo in sostanza solamente riscritto da Calenda. Le donne e gli uomini che fecero politica ogni giorno, mentre l’amore magari gli scorreva accanto e dovevano guardare sempre ai princìpi, sono davvero carne e ossa nel romanzo. Han fatto il carcere, in diversi. Eppure aveva rabbia e coraggio da muovere. Ricchi e poveri che fossero. (E qui è bravo ancora l’autore a ridirci della differenza d’approccio derivante dalle origini). Pure con le armi s’è provato a cambiare il mondo.  

giovedì 1 novembre 2012

Obiettivo Taranta di Tony Rizzo (Casa editrice Gelsorosso) alla Feltrinelli Point di Lecce



Venerdì 2 novembre, ore 19.00, presso la libreria Feltrinelli di Lecce (viale Felice Cavallotti, 5) sarà presentato “Obiettivo Taranta” il primo libro fotografico sulla “Notte della Taranta”. Saranno presenti l’autore, il fotoreporter Tony Rizzo, ed Emilia Sfilio, che assieme a Barbara De Finis, ha curato i testi in italiano e in inglese. Le foto, oltre un centinaio, hanno ottenuto il certificato Nikon, un riconoscimento prestigioso che esalta il carattere culturale e la qualità professionale  di una pubblicazione, già presentata a Londra e in procinto di sbarcare a Tokyo e Shanghai, che proietta a livello internazionale le immagini  della pizzica salentina. Dopo un’introduzione del giornalista Adelmo Gaetani, il critico letterario Stefano Donno dialogherà con Tony Rizzo ed Emilia Sfilio.

Obiettivo Taranta (Focus on Taranta) è il  il primo libro fotografico sul festival della “Notte della Taranta”, in italiano con testo a fronte in inglese. Il volume è stato ideato e realizzato dal team dell’agenzia fotografica inglese “4Imagae”, ovvero Tony Rizzo, Barbara De Finis ed Emilia Sfilio. Autore delle splendide immagini contenute nel volume è Tony Rizzo, apprezzato fotogiornalista italo-inglese con alle spalle una trentennale carriera. Barbara De Finis ed Emilia Sfilio sono le curatrici del reportage sul tarantismo e la musica popolare, realizzato attraverso colloqui e interviste con gli artisti (musicisti e danzatori) fotografati, con studiosi e cultori della tradizione. Il libro propone circa un centinaio di fotografie (certificate Nikon) divise in un percorso tematico, che immortalano immagini dei protagonisti, degli strumenti tipici, dell’espressione teatrale ed emozionale dei vari vissuti espressivi, presentate insieme alle storie ed i ricordi degli artisti interpreti dell’evento. Obiettivo Taranta, rappresenta l’espressione immediata e più facilmente fruibile di una tradizione regionale così intrigante e coinvolgente. L’attualità delle immagini presentate evidenzia il passaggio generazionale e il percorso artistico dei protagonisti che interpretano il fenomeno della “Notte della Taranta”, i quali si pongono l’obiettivo di ravvivare le radici salentine, oltrepassando i confini del Sud Italia. Il volume, composto da 184 pagine stampato a 4 colori formato 23x28 cm, è contrassegnato da bollino S.I.A.E. In questo prezioso volume, ribadiamo, per la prima volta la fotografia d’autore immortala alcuni magici momenti della Notte della Taranta, festival itinerante unico al mondo, che richiama ogni anno migliaia di persone affascinate dal ritmo ripetitivo, quasi ipnotico, della musica popolare.

Info

mercoledì 31 ottobre 2012

L'Angelo Necessario di Massimo Cacciari (Adelphi)



Per secoli, il pensiero ha tentato di convincersi che gli Angeli fossero entità superflue, superstiziose anticaglie. Ma la dimensione dell'Angelo continua a riaprirsi, ci accompagna, si trasforma, ma non ci abbandona. Questo libro, pubblicato nel 1986, e che ora riappare interamente riveduto e ampliato, è dedicato all'Angelo che finisce per rivelarsi «necessario», come dice il titolo, riprendendo una mirabile lirica di Wallace Stevens. Ma necessario a che cosa? L'Angelo educa, conduce a una conoscenza diversa da quella che si sviluppa in rapporto al visibile. «L'Angelo testimonia il mistero in quanto mistero, trasmette l'invisibile in quanto invisibile, non lo 'tradisce' per i sensi». In questo, si oppone radicalmente al daimon, che è al servizio di una fatalità cosmica e impone ogni volta il vincolo della cosa e alla cosa. L'Angelo è l'ermeneuta del movimento opposto: quello che guida fuori dalla lettera, quello che va, non già dall'idea alla cosa, dal segno al rappresentato, ma dalla cosa all'invisibile. Cacciari elabora questa sua lettura filosofico- teologica dell'Angelo attraversando i testi e le immagini, a partire dall'antichità giudaico- cristiana o pagana o iranica sino a Klee o a Rilke o alla riflessione di Henry Corbin. E appare evidente come questa sua ricerca si connetta anche ai suoi lavori precedenti, e in particolare a Icone della Legge. Qui, sempre con riferimento a Benjamin e a Rosenzweig, torna a porsi il problema della rappresentazione e l'Angelo aiuta a configurarlo come un vero dramma gnoscologico che si svolge sulla soglia di quello che Corbin ha definito il mundus nalis. E intanto l'attenzione si fissa sulla fisiognomica degli «ultimi, grandi incontri» con l'Angelo. Ora gli Angeli diventano simili a «dèi dell'istante», «lampeggiano e scompaiono». Ormai sottratti a ogni stabile gerarchia, sedotti e quasi irretiti dal l'umano, questi ultimi Angeli serbano in sé un riso, una disperazione e una paradossale libertà che ci sono più che mai essenziali. Grazie a loro, come scrisse Rilke, «raccogliamo disperatamente il miele del visibile, per custodirlo nel grande alveare d'oro dell'invisibile».

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