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venerdì 30 giugno 2017
L' economia arancione. Storie e politiche della creatività di Gian Paolo Manzella (Rubbettino)
Creatività è divenuta,
negli ultimi anni, una parola della politica e dell'economia. Le grandi
organizzazioni sovranazionali - dall'Unesco, all'OCSE, all'Unione Europea -
considerano le cosiddette industrie creative - quelle che
"trasformano" la cultura In attività economica - uno dei motori della
crescita. In tutto il mondo Stati, città e regioni dedicano loro leggi,
rapporti, programmi d'intervento. Per descriverle alcuni osservatori parlano di
Creative Economy, altri di Orange Economy, l'Economia Arancione. È uno sviluppo
cui hanno contribuito concrete esperienze di governo - da quelle australiana e
britannica sino a quelle, più recenti, di molti Paesi dell'Estremo Oriente - e
l'attività di think tank, centri di ricerca e università di tutto il mondo. Il
volume ripercorre le principali tappe di questo itinerario. Analizza le
politiche e le dinamiche che lo hanno sostenuto. Esamina gli strumenti di
intervento utilizzati. Il tutto con l'obiettivo di porre le basi di una
concreta politica italiana "per" la creatività, un'azione che ci
allinei alle esperienze più avanzate e contribuisca al rilancio della nostra
economia.
San Paolo. Ritratto di una città di Bruno Barba con premessa Reginaldo Prandi (Per Odoya in libreria dal 13 luglio 2017)
I nostri ormai
conosciuti ritratti di città (da New York a Atene, passando per Londra, Praga,
Istanbul, Vienna, Parigi etc.) hanno interpretato il bisogno di approfondimento
culturale che accompagna i turisti reali o dell’immaginario. Bruno Barba in
questo libro fa molto di più: suggerisce una meta. La megalopoli di cui si è
innamorato l’autore (ci vive da anni)
gode dei pregi e dei difetti delle grandi città industriali. Il flusso
continuo di culture, il meticciato urbano e fagocitante cultura carioca invogliano
gli appassionati della bellezza caotica a tuffarsi tra i grattacieli e le
avenidas. È una città-mondo, San Paolo:
900 chilometri quadrati urbanizzati, 39 municipi, chissà se 17 o 26 milioni di
abitanti, viene spesso paragonata a New York. Il suo motto è “grandeza è
beleza” e dopotutto di questa grande, grigia, umida, mastodontica e brulicante
città si sono innamorati in parecchi: da Levi-Strauss a Caetano Veloso, Stephen
Zweig a Jorge Amado a Vladimir Herzog, che fu qui assassinato dal regime fascista
nel 1975. Non dimenticando uno dei suoi cavalli di battaglia, ovvero il calcio
e l’imprescindibile storia di Pelé e Socrates, il calciatore comunista più
amato di tutti i tempi, Barba si addentra in una miriade di aspetti culturali
della città. Dall’architettura (Oscar Niemeyer e Ruy Ohtake), alla cucina con
quelle che sembrano storpiature dei nostri nomi come capeleci, radicci,
formaio, l’incredibile nhoqui pronunciato gnocchi, parmiggiana di melenzane,
maccarão al sugo; dalla storia del tropicalismo di Caetano Veloso (paulista
d’eccezione) fino a quella dei giornali e del traffico della megalopoli! Valore
aggiunto del volume la ricostruzione del rapporto tra San Paolo e gli italiani.
I nostri connazionali, soprattutto veneti, che vi giunsero soprattutto nel
XIX-XX secolo per lavorare nelle piantagioni di caffè (per poi cercare di
scappare verso la città e impiantare botteghe artigianali) si contano quasi
nell’ordine dei milioni. Non deve stupire se si pensa che tra caffè, canna da
zucchero e latte dagli allevamenti della vicina Minas Gerais, l’omonima regione
di Sao Paulo ha da secoli un tessuto produttivo agricolo/industriale
incredibilmente fertile. Lo scambio tra cultura locale e estro italiano ha
creato industrie, usanze e pietanze che sono oggi considerate propriamente
paulistas. “Ecco cos’è San Paolo: un’Italia rivisitata, contaminata, ibridata”.
L’antropologo paulista di origini italiane Reginaldo Prandi ammette che Bruno
Barba spesso gli svela aspetti e luoghi della città che lui stesso non conosce,
per questo amore di completezza, San Paolo ritratto di una città si legge con
molto piacere anche dalla poltrona di casa, ma funziona perfettamente anche
come guida turistica. Quante volte avremmo voluto che la “visita da 48 ore”
consigliata dalla nostra guida fosse un pochino più autentica ed approfondita?
Barba distilla i consigli che l’inserto culturale de la Folha de São Paulo ha
dato agli abitanti della città nell’Aprile 2017, per vivere in quarantott’ore
le più autentiche esperienze paulistas, cafezinho compreso. Un ritratto di
città poetico e illuminante, più intelligente di una guida, ma più ritmato di
un saggio di antropologia: insomma il libro che potrebbe farvi scegliere la
vostra prossima meta.
Bruno Barba è
ricercatore di Antropologia del Dipartimento di Scienze Politiche – Scuola di
Scienze Sociali – dell’Università di Genova. Studia da più di vent’anni il
meticciato culturale e il sincretismo religioso del Brasile. L’altra sua area
di ricerca è il calcio e i suoi significati antropologici. Tra le sue
pubblicazioni Bahia, la Roma negra di Jorge Amado (Unicopli 2004), La voce
degli dei. Il Brasile, il candomblé e la sua magia (cisu 2010); Dio Negro,
mondo meticcio (Seid 2013); Meticcio (Effequ 2015), Calciologia. Per
un’antropologia del football (Mimesis 2016). Per Odoya ha già pubblicato: Rio
de Janeiro. Ritratto di una città (2015).
giovedì 29 giugno 2017
La pagina mai scritta di Alessandro Ruta (Augh!)
12 dicembre 1969,
Milano: in piazza Fontana esplode un ordigno. Il bollettino è di 17 morti e 87
feriti. La storia d'Italia, entrata nei cosiddetti "anni di piombo",
cambia per sempre. A qualche vicolo di distanza, estranei da questo scenario,
due studenti liceali, Bianca e Giuseppe - di estrazione borghese lei, immigrato
meridionale da poco arrivato al Nord lui - sono alle prese con acerbi sentimenti,
incapaci di dichiararsi un amore che già ribolle nei loro cuori. Quarantatré
anni dopo, in un cinema meneghino, trasmettono Romanzo di una strage, pellicola
che cerca di far luce sull'eccidio. Bianca, ora giornalista e sposata con
Giacomo, decide di celebrare l'anniversario di matrimonio proprio guardando il
film. Inoltre, deve redigere un articolo sul lungometraggio. Nel corso della
serata, Pino, il bigliettaio, divorziato ed esodato, incrocia più volte il loro
destino, in un insolito gioco di corrispondenze che si muove sugli assi dello
spazio e del tempo.
La mia musica segreta di Jane Hawking. Traduttore: E. Cantoni (Piemme)
Un romanzo toccante
sull'amore tra una nonna e la sua nipotina, e sulla forza di una passione che
può cambiare il destino di chi la abbraccia. Una bambina col dono della musica.
Un pianoforte suonato in segreto. Una nonna speciale che la aiuterà a trovare
il suo posto nel mondo Ci sono passioni in grado di plasmare una vita. E di
farci trovare il nostro posto nel mondo.
Inghilterra, anni '50.
Gli occhi della piccola Ruth si fanno grandissimi quando, a scuola, vede il
meraviglioso pianoforte Steinway che a lei, in quanto allieva non pagante, è
proibito. Perché Ruth ha, fin da piccolissima, un talento speciale per la
musica, che non può esprimere nella soffocante vita familiare, con la madre affetta
da depressione, incapace di occuparsi di lei, e un padre che non sa amarla per
davvero. Per fortuna c'è la nonna, che vive in campagna. La nonna, amica di
mille estati spensierate, ma anche l'unica persona in grado, insieme al nonno,
di far scoprire a Ruth un altro mondo. Quello in cui le fate esistono davvero,
così come possono esistere l'allegria, l'affetto incondizionato e, finalmente,
la musica. Perché dalla nonna c'è anche un misterioso pianoforte, appartenuto a
una zia di cui Ruth ha soltanto un vago ricordo¿ Tornata a casa, invece, le
passioni sono bandite: la madre, nella sua alternanza di umori, non le permette
neanche di sognare. Eppure il talento e la determinazione di Ruth superano ogni
barriera: forte degli insegnamenti della nonna, e grazie a un professore
complice, che le fa suonare di nascosto il meraviglioso Steinway proibito, Ruth
sarà finalmente in grado di trovare il suo posto nel mondo. E di far brillare
la sua stella.
mercoledì 28 giugno 2017
Il bambino di Fiona Barton (Einaudi)
Un quartiere di Londra
in via di riqualificazione, un vecchio edificio che dev'essere abbattuto.
Durante i lavori, un operaio scopre i resti di un neonato probabilmente rimasto
sepolto per anni: difficile, se non impossibile identificarlo. Ma il mistero
del bambino abbandonato tocca il cuore della gente e Kate Waters - la brillante
giornalista che aveva seguito il «caso della vedova» - intuisce che anche
questa è una storia per lei. Man mano che indaga, Kate scopre collegamenti con
un vecchio episodio di cronaca nera: la scomparsa di Alice, una neonata,
dall'ospedale in cui sua madre Angela l'aveva appena partorita. Ma Emma,
inquieta ghost writer dal rapporto burrascoso con la madre, è persuasa che non
sia così. Con la grinta e l'umana partecipazione che la rendono una giornalista
speciale, Kate Waters ricompone la storia del bambino e con essa una dolorosa
vicenda di ossessioni e tradimenti, penetrando nel passato di due donne che
speravano di essersi lasciate tutto alle spalle. Traduzione di Carla Palmieri
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