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venerdì 7 settembre 2018
giovedì 6 settembre 2018
LOGIN 03: Bollettino telematico sul mondo dei libri e dell’editoria on/off line. A cura di Stefano Donno
Senza ombra di dubbio LOGIN sarà una rassegna aperiodica ma puntuale (almeno lo
spero) di segnali dal mondo della letteratura, della saggistica della poesia
insomma dal multiverso dei libri, per informare condividere e magari scoprire
piccole cose preziose che hanno a che fare con autori ed editori on e off line.
Non poteva che chiamarsi LOGIN non per mimesi stilistica e semantica giusto per
adeguarsi ai tempi della parola e della sintassi “social”, ma per descrivere un
momento di attraversamento della soglia, in bilico tra il sacro dei grandi del
patrimonio culturale mondiale e il profano (in senso buono) o meglio il post
popular delle Lettere e della Scrittura di oggi. E allora ho preso il coraggio
a quattro mani, partendo quasi in silenzio, e che comunque non è cosa da poco, nella
speranza di essere d’aiuto in qualche modo a non perdersi tra le mille voci che
vogliono affermare il loro esserci tra i “laureati” e i “diplomati” del libro,
a volte senza trovare la giusta visibilità e considerazione, o un modo per
confrontarsi e crescere. Dunque amici e sodali blogger, Youtubers, editori,
editors, opinion leader, influencer, critici letterari, autori segnalatemi
(perché per primi ne avete valutato la validità) la vostra proposta, quello di
cui vale la pensa sottolineare con l’evidenziatore del rimando e sarò felice di
contribuire alla causa del dibattito culturale e alla creazione di circoli e
frattali ermeneutici proficui.
I vostri link potete mandarli a
Che dire … buon viaggio!
In questo numero Donato Di Poce, Senzaudio, Nicola Vacca, Gianluca Garrapa, Satisfiction, Marco Vetrugno, Chiara Evangelista, Riforma.it, Sergio Rostagno, erigibbi, La Nave di Teseo
Photo by Linh Nguyen on Unsplash
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Ennio Bencini … nel paese dell’anima di Donato Di Poce
“Tutti i grandi
visionari hanno saputo vedere oltre i propri limiti e Bencini è uno di loro, ma
con in più due doni preziosi e rari; la generosità e l’umiltà di farci vedere
da vicino il taccuino interiore della sua anima, e questo me lo ha reso uno
degli artisti più veri e stimati a cui mi lega una trentennale amicizia. Ennio,
figlio d’Arte (il padre era un apprezzatissimo pittore postmacchiaiolo), ha
respirato la cultura del rinascimento toscano con esperienze giovanili di orafo
e restauratore, esperienze che nella sua pittura e scultura successiva sono
venute fuori con prepotenza ed eleganza, a volte ai limiti del manierismo,
sempre però in equilibrio con la cultura avanguardistica del ‘900 e la sua
corrente materica (Burri e Arte povera) e del re cycling di Rauschenberg. I
manufatti liturgici che fisicamente innesta nei suoi quadri(cibori, cornici,
reliquiari sabbia nera di emamtite e spine di carrubo, etc…), ci connettono al
suo mondo spirituale e le sue tavole sono preghiere di grazia e insieme parabole
metafisiche. L’Artista ha lavorato per cicli tematici e nuclei materici,
approdando negli ultimi anni a cicli di lavori straordinari “ Pietre”,
“Cancelli” , “Piogge”, “Tondi”, “Eclissi”, “Nature morte”, “Pagine musicali” in
un’etica dell’arte come esperienza.
Photo by Felix Russell-Saw on Unsplash
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mercoledì 5 settembre 2018
Franco Colnaghi di Donato Di Poce
“Nell’arte di Franco
Colnaghi, la leggerezza attraversa tutto il suo percorso di ricerca e
sperimentazione, di espressione e di tensione etica e stilistica, a partire dai
primissimi disegni astratti degli esordi, per arrivare agli alberi soffiati
sulla materia degli anni ’90 sino alle scatole e alle esili filiformi sculture,
al ciclo “Città dei poeti “ e alla ”Leggerezza” delle recentissime opere. Nel
caso di Colnaghi, la leggerezza esprime sia qualità formali che poetiche, la
sua è una ricerca incessante sia nei temi (paesaggi astratti, ideogrammi cinesi
etc…), che nella ricerca e sperimentazione materica (dall’utilizzo del legno al
filo di ferro al cemento), un esercizio continuo di nuove forme, modi ed
espressioni, che solo dai neofiti e dai detrattori incapaci di “leggerezza”,
vengono scambiate per incoerenza stilistica e tematica. Ai nostalgici della
classicità e dei canoni della moda e del mercato, ai detrattori della
sperimentazione che accusano di vaghezza e casualità, ricordo solo una
riflessione di Pindaro: “Il sapere e la vita, invece di essere una dimora
stabile, sono una strada”. Così come per Colnaghi la “leggerezza” non è solo
una conquista, ma una via, una strada per accedere con precisione e libertà
espressiva, al mondo del gioco, della fantasia, della felicità, della spontaneità
espressiva, della fluttuazione materica, del movimento, la “leggerezza” per il
nostro artista diventa la chiave di accesso alla visionarietà, alla semplicità,
alla poeticità, che sono gli unici valori fondanti e importanti dell’essere e
del divenire di un’anima “leggera”, in cammino verso l’invisibile, praticando
la “leggerezza” come un’oasi di senso e un altrove denso di verità e bellezza.”
(Donato Di Poce)
Photo by Maxime Le
Conte des Floris on Unsplash
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martedì 4 settembre 2018
Via Trinchese 62 di Daniela Palmieri
“Questa è una storia di
fantasmi, un racconto di ombre e dissolvenze, dove il tempo si è ostinato a
passare e noi nel mezzo a far finta di nulla, a non vederle le ombre sotto gli
occhi, a non sentirla la pioggia, a sopportare il vento. Neppure il sole forte
della calura estiva, il riflettersi dei raggi sulla vetrina, l’aria resa
stagnante di scirocco o frizzante di primavera, indifferenti alle stagioni e
attenti ai libri, quei “maledetti” libri così amati.”
“Raccontare un dolore
personale è difficile, catartico forse, ma complicato. Anche dal punto di vista
prettamente narrativo si rischia di fare confessione, operazione per pochi,
qualcosa di egoista e comunque autoreferenziale. Non è questo il caso, assolutamente.
L’opera è una dichiarazione d’amore, ai libri prima di tutto e alle parole poi,
carezzevoli, preziose, misurate e precise nella manciata di pagine che
raccontano questa storia. Un’elegia della famiglia, storia semplice e
monumentale di un uomo, un pioniere che ha fatto la storia di una città o
almeno quella che ha a che fare con i libri. E quindi diventa la storia di un
luogo, di un modo ostinato e romantico di vivere i luoghi, posti che assumono
un valore simbolico, nostalgico e caldo. Un mondo fatto di persone e di
quotidianità. Un ricordo che è come un regalo alla comunità di lettori “forti”
e resistenti. (Osvaldo Piliego su CoolClub). Questa è la storia di Anna
Palmieri, della sua famiglia e della sua libreria a Lecce, raccontata da una
delle figlie.
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