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mercoledì 8 agosto 2018
martedì 7 agosto 2018
Mari che non conobbi di Marcello Buttazzo
Come soffio vitale.
Come alba sorgiva e vivificatrice. Come vento di libertà. Come notte di stelle
silenziose e assorte. Come canto degli uccelli lirici, nelle prime ore del
mattino. Come concerto stremato di cicale pazze e canterine. Come volo di
rondini ribelli. La poesia. Questa forza compagna, che dona linfa vitale,
riscatta i giorni ordinari, li rende ancora respirabili e vivibili. La poesia.
Questa consuetudine virtuosa del vivere quotidiano, che ci fa narrare le
alterne vicende dell’incerta ventura in modo amorevole, immaginifico, in modo
rivoluzionario, mai domo. La vita è viaggio continuo sulle sempiterne rotte,
cammino sui selciati di varia natura. E la poesia diviene davvero il medium per
interpretare la realtà, per decodificare l’esistenza con fantasia. Lo scenario
semantico è un disegno multicolore, una tavolozza di sentimenti, un
caleidoscopio d’anima, fiato che carezza, un sole che nasce. Bellezza che
insorge. E non ci lascia più. (M. B.)
Photo by Sacha Styles on Unsplash
Info link
Annibale Gagliani a Monopoli con il suo Impegno e Disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano
Il Comune di Monopoli e la
Fondazione Palmieri di Monopoli organizzano e promuovono il nuovo appuntamento
per Annibale Gagliani e il suo Impegno e Disincanto in Pasolini, De André,
Gaber e R. Gaetano edito da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno.
L’appuntamento è per il 10 agosto 2018 a Monopoli presso
Palazzo Palmieri alle ore 19,00. Interverrà con Annibale Gagliani
il Prof. Paolo Testone
Il progetto verso l'UMANESIMO NUOVO
DI IMPEGNO E DISINCANTO
IMPEGNO
E DISINCANTO IN PASOLINI, DE ANDRÉ, GABER E R. GAETANO DI ANNIBALE GAGLIANI (I
QUADERNI DEL BARDO EDIZIONI DI STEFANO DONNO)
CON LA PREFAZIONE DI MARCELLO APRILE, PROFESSORE
ORDINARIO DI LINGUISTICA ITALIANA DELL’UNIVERSITÀ DEL SALENTO E RESPONSABILE
DELLA LETTERA “D” DEL DIZIONARIO ETIMOLOGICO “LEI”
Ha inaugurato il suo cammino in questi giorni il libro
di Annibale Gagliani, «Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R.
Gaetano», i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno. Quattro
fuoriclasse del nostro Novecento: un professore, un filosofo e due poeti. In un
frangente storico di profonda povertà valoriale e artistica, essi ci indicano
la strada verso l’Umanesimo Nuovo, analizzando emozionalmente e asetticamente
gli ultimi centosessant’anni d’Italia e del mondo Occidentale (bilaterale). I
Quattro emanano una luce invincibile, in grado di penetrare nelle tenebre
contemporanee che svuotano progressivamente l’individuo. La loro arte è
disincanto allo stato puro: poesia, prosa, cinema, teatro e musica: le armi più
potenti per sfuggire all’omologazione socioculturale del Duemila. Il 68 è un
grosso inganno, le mode del mercato sono letali, la mancanza di sensibilità
civile sempre più evidente. In questo viaggio disincantato, eseguito attraverso
i testi, le fonti e le testimonianze più vicine agli artisti, si può
rivoluzionare se stessi, abbracciando umanamente le incommensurabili profezie.
Per Gagliani la scelta di affidarsi a questi Quattro
a-topos della parola, del silenzio e del suono non è casuale: «Essi
sono i più attuali che la nostra cultura contemporanea abbia sfornato e lo
saranno per sempre, come accade ai più grandi. Sono visionari, sensibili ed
estremamente innovativi. Tutto l’opposto del 99% degli pseudo-artisti che
navigano in mainstream oggi. Quest’ultimi narrano il falso: i tatuaggi, il look
alla moda e l’aria dannata li fa sembrare all’avanguardia, invece sono obsoleti
dentro. I veri narratori della nostra epoca e del prossimo trentennio sono PPP,
FDA, GG e RG». Come
afferma Paolo Dal Bon – presidente della Fondazione Giorgio Gaber – all’interno
del saggio, «Essi hanno “un’intatta percezione del
dolore”. Sono tutti e quattro intellettuali degli ultimi, narratori delle
ingiustizie terrene verso i più deboli e osservatori delle grandi
contraddizioni dell’uomo contemporaneo».
I Quattro Profeti hanno in comune la letteratura
di formazione e le battaglie combattute, contaminandosi a vicenda
indirettamente. Pasolini ha profondamente ispirato, soprattutto con i suoi Scritti
Corsari, Faber, Gaber e Rino Gaetano. De André e Gaber sono gli artisti di
punta del Sessantotto e si sono ritrovati ad avere una determinante amicizia in
comune: Luigi Tenco, che ha collaborato con tutti e due e dopo la sua morte ha
cambiato la vita a entrambi. Riguardo Rino Gaetano, è cresciuto leggendo
Pasolini, ascoltando De André e guardando Gaber a teatro.
In estrema sintesi, un professore delle arti, PPP, un
poeta tradizionale aperto al futuro, FDA, un vero filosofo, GG, un poeta
fantascientifico che stazionava già nel futuro, RG, hanno scelto la strada più
ardua, non violentando loro stessi ed esprimendo un’arte di fortissimo impegno
e disincanto sociale. Venivano criticati dagli “intellettuali” del potere,
dalla gente frivola che ghettizzava i loro testi per evidenti deficit di
sensibilità. Uniti, tutti e quattro, sono invincibili. Diventano un’arma
dolcissima in grado di colpire e migliorare una generazione, quella
dell’autore. Gagliani spiega le intenzioni del suo lavoro: «Se il
saggio verrà letto da tanti giovani, magari si accenderà la curiosità di
ascoltare con spirito nuovo i cantautori che cito, omaggiando di conseguenza
l’opera totale di Pasolini. Allora sì, questo viaggio avrà un senso. Allora sì,
ne sarà valsa la pena».
«Il primo libro di Annibale Gagliani
è lo sviluppo di un traguardo personale importante, lungamente pensato,
sviluppato, limato, articolato negli anni precedenti, in cui l’autore ha
esercitato una pazienza non comune ed è andato alla ricerca di fonti e
interpretazioni che spesso sono testimoniali e di prima mano […]. Quando si ha
a che fare con quattro icone riconosciute della cultura alta e popolare
dell’Italia contemporanea non è facile dire qualcosa di nuovo, o anche
semplicemente non è scontato evitare di scrivere quattro profili staccati e
avulsi, estranei tra loro, tanti quanti sono gli artisti (tutti Maestri della
parola, tre su quattro anche del suono) che l’autore ha illustrato in questo
libro. Ne è venuto fuori un percorso duro, compatto, radicale; un insieme in
cui appare chiaro, nelle persino ovvie diversità di espressioni, temi, percorsi
(anche politici), epoche, che cosa unisce Pier Paolo Pasolini, Fabrizio De
André, Giorgio Gaber e Rino Gaetano. Com’è giusto, Annibale Gagliani salta
sulle differenze e nota affinità mai venute fuori prima, che però sono lì,
pronte per essere scoperte».
(Dalla prefazione di «Impegno
e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano», curata dal Prof. Marcello Aprile)
Annibale
Gagliani nasce a Mesagne (BR) il 4 ottobre del 1992. Si laurea con lode in
Lettere Moderne all’Università del Salento, dopo aver discusso una tesi sul
linguaggio disincantato. È tra i vincitori della seconda edizione del Master in
Giornalismo 3.0 di Nuovevoci Network, a Napoli. Comincia il suo sentiero
narrativo ricevendo il premio della critica alla terza edizione del concorso
letterario nazionale “Fuori dal cassetto”, per un racconto dedicato ai
lavoratori dell’ILVA, “La vita è un viaggio favoloso”. Nel 2013 instaura una
collaborazione con l’amministrazione del comune di San Donaci (BR) e diviene
responsabile del laboratorio urbano “Officine Creative”, promotore della
cultura di strada. Nel 2014 costruisce e organizza, assieme al Professore
Marcello Aprile, la rassegna universitaria di seminari rivoluzionari, “Cafè
Barocco Revolution”, che registra cinque edizioni. Nel 2015 lavora come
reporter per la web tv d’Ateneo dell’Università del Salento, The Box Tv. Alla
fine dello stesso anno si distingue come narratore al Workshop giornalistico di
Sportitalia, a Milano. Nel 2016 diventa responsabile della sezione culturale di
«Leccecronaca.it», dove racconta vizi e virtù del
Tacco d’Italia. Alla fine del 2016 avvia una collaborazione con «Rompipallone.it», curando una rubrica video che
fonde l’arte al calcio: “L’arte del gusto calcistico”. Nello stesso periodo è
corrispondente di Radio Dimensione Italia per il calcio internazionale,
editorialista di punta per «Sport
in Condotta» e ospite della
trasmissione leccese Piazza Giallorossa. Dal 2017 collabora con il «Nuovo Quotidiano di Puglia», raccontando l’ardente cronaca
della provincia di Brindisi. Da gennaio 2018 narra di letteratura e politica
per la rivista romana «L’Intellettuale
Dissidente», e di musica e
sport per il periodico «Contrasti». È conosciuto negli ambienti
culturali salentini per le sue poesie anarchiche, che profumano di simbolismo e
lasciano un sapore romantico sulle labbra. Tra i suoi modelli intellettuali,
oltre ai Quattro Profeti del saggio «Impegno
e disincanto», ritroviamo Albert
Camus, Roland Barthes, Leonardo Sciascia, Eugenio Montale, Beppe Viola e Gianni
Brera.
Info link - http://www.iquadernidelbardoedizioni.it/
iQdB
edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale
e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
Info Link - http://www.iquadernidelbardoedizioni.it/
link del video trailer
lunedì 6 agosto 2018
Buttate la poesia tra le gambe di una donna che passeggia di Elisa Longo
Le parole di Elisa
Longo hanno un corpo e occhi profondi e scuri come i suoi: sono secche, sudate
e lucide come il dorso di La mula Peppina, la poesia che apre la silloge, dove
la piccola protagonista - come una novella don Chisciotte - sciabola parole nell’aria,
cresce con l’aglio e sogna “in groppa ad una mula che sogna anche lei.” Le sue
liriche sgorgano dalle arsure della terra che le ha dato nascita e nome (Sei
terra affondata, /sei luna, sei ombra, /e mi fai salpare.). Una terra che ha
corpo di donna “seni floridi,/collinette o coppe grandi” violentata in nome di
un incomprensibile progresso “Fili elettroshock corrono per i campi./I
capezzoli sono cementati,/e colano cicatrici profonde, /percorsi di camion
cittadini.” Una poesia terragna, matrilineare, che cresce intorno a figure
femminili forti e accoglienti “Marchiata dalla mia testimone allo specchio,/
aspetto i miei giorni/ che vengono con i tuoi, /e già insegnano un futuro che
reclama coraggio.” Nella seconda parte della silloge il panorama cambia, la
bambina-guerriera non è più sul dorso della mula ma sulla metropolitana di
Milano e la poesia, nella lirica che è espressione della sua poetica (Poesia),
diventa “il suono di chi non ha parole”; inutile vestirla come una sposa,
inciamperebbe nel suo strascico. La poesia, scrive Elisa, va buttata “tra le
gambe di una donna che passeggia.” E sono belle le donne di Elisa, vive e
gioiosamente imperfette: “Dove finiscono le ragazze del metrò?/ Portano la vita
in braccia sventolate,/in bocche aperte una sull'altra./Eccole sopra la musica
nelle cuffie.” Una poesia, quella della Longo, orgogliosamente femminile mai
consolatoria o sentimentale. Le sue liriche d’amore sono passionali (La tua
ugola è il sole nella baia/e le lingue come due balene/giocano a rincorrersi,
sprofondano,/ riemergono a prendere fiato) e al contempo nitide nel tracciare
un confine fra il suo corpo e quello dell’altro: “Sarò quella che sono
perché/il fiume non scorre al contrario /e tu non mi amerai mai/perché lo
voglio;” e ancora: “Potrà esserci un noi,/ per quanto non so,/ e solo se,/ io
sono io e tu sei tu,/ risucchiati e al netto di tutto.” (Antonella Sica)
(Photo cover by Matthew Henry on Unsplash)
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