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lunedì 16 aprile 2018

M.e.v.e 15 - Conan The Guardian ... barbarian transfert by Stefano Donno

DAL TRATTO ALLE PAROLE. Intervento di Donato Di Poce*























“Per Mario Pugliese
L’Atelier è  il Boudoir di un’idea.”
Donato Di Poce

Ci sono libri nati da un’idea, libri nati da un dolore o da una passione, libri nati da un’intuizione e libri nati dalla noia, ma i libri più belli sono forse quelli nati da un’amicizia, un sentire comune e condiviso, da un ascolto e un dialogo reciproco tra parola e immagine, tra artisti e poeti.
E’ il caso di questo bellissimo libro a quattro mani, “Dal tratto alle parole “ di Mario Pugliese e Nicola Vacca, I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, Lecce, 2018.. Anzi direi otto mani, includendo anche le prefazioni e postfazioni di Alessandro Vergari e Giuseppe Scaglione, che tracciano un UNICUM indivisibile e poliedrico di grande fascino, a partire dalla Copertina progetto grafico e impaginazione curate da Mauro Marino, che propone in copertina un disegno di Pier Paolo Pasolini che ben sintetizza tutto lo spirito del libro, corsaro, estetico, etico esistenziale e combattivo.
“…Dal tratto alle parole, il libro che vi apprestate a leggere, è il frutto della collaborazione tra Nicola Vacca, poeta, e Mario Pugliese, artista. È un omaggio ad alcuni giganti, quasi tutti vissuti nel Novecento, o comunque sofferenti testimoni della modernità, appartenenti a filoni letterari . differenti e ad aree geografiche disparate, accomunati dal desiderio mai sopito del fare letteratura a partire da sé, da esperienze difficili, estreme, assurde o labirintiche. Tutti hanno scavato nel cuore malato dell'uomo. Autori selezionati: Emil Cioran, Federico Garcia Lorca, Fernando Pessoa, Cesare Pavese, Italo Calvino, Albert Camus, Edgar Allan Poe, Charles Bukowski, Virginia Woolf, Alda Merini, Wisława Szymborska, Simone Weil, Marcel Proust, Boris Pasternak, John Fante, Jorge Luis Borges. Chi ha familiarità con la poetica di Nicola Vacca non avrà difficoltà a rintracciare, a partire da tali nomi, derivazioni e filiazioni tematiche. Anziché aderire a motivi stilistici formalmente perfetti o abbracciare un labor limae declinato verso sterili estetismi, la penna di questi poeti e scrittori trascrive il dolore del vissuto senza cedere alla soffocante comodità delle maschere. In alcuni la rivolta esistenziale è più marcata, in altri si agita l’esigenza della ricerca espressiva. Nessuno di loro nasconde l'inquietudine infinita che li attanaglia…”. Così c’introduce brillantemente alla lettura Alessandro Vergari.
Il titolo del libro ci dà subito la chiave di lettura…i testi poetici di Nicola Vacca, sono nati dall’osservazione dei disegni che Mario Pugliese( Artista noto negli ambienti artistici sperimentali, dell’Arte Povera e del Recycling) andava nel tempo disseminando nel suo Atelier e che l’amico poeta vedeva, ascoltava e interpretava con la sua scrittura sempre tagliente e affilata, ma che dalla diaspora esistenziale raccoglie il sangue della scrittura e della vita che il segno estetico tracciava indelebilmente ora con tratto sicuro e deciso, ora con un pointillisme delicato e romantico.
I disegni, oltre ad essere testimonianza di una assidua e continua e colta frequentazione letteraria e poetica dell’Artista,  hanno un pregio innegabile, di raffigurare i vari mostri sacri della letteratura, tra cui no ci sfuggono le presenze femminili di Virginia Woolf, Alda Merini, Wisława Szymborska, Simone Weil, con empatia assoluta che caratterizza il tratto di quell’introspezione psicologica e urgenza comunicativa e relazionale di grande impatto.
E’ su questi tratti che il poeta affonda lo sguardo e il cuore, la mente e il grido d’attenzione e urgenza di lettura, e memoria.
“Gli occhi di Cioran  Il tempo cade/ e io mi faccio male./Cerco un filo di senso/ nel ciclo delle ore./L’intuizione è nelle cose che nascono./ La tristezza è crudele/ perché non tutto mette radici nel vero./ Forse è per questo che un pensiero/apre un pensiero.”
I testo di apertura del libro è dedicato a E. Cioran, autore caro a Vacca, su cui recentemente ha scritto anche un saggio critico esemplare “ Lettere a Cioran, Galaad Edizioni, 2017”, di cui colpisce la chiusa del testo poetico, che apre al pensiero”  …Forse è per questo che un pensiero/apre un pensiero.”. , con una nostalgia struggente di un filo di senso e di vero. E’ questo che deve fare la poesia, aprire la vita, aprire un pensiero.
E notare come in questo caso il disegno di Cioran è tra i più marcati, determinati, con uno sguardo interrogativo e indagatore, il ciuffo scompigliato e ruggente, ma le labbra attonite quasi a ricordare uno squartamento esistenziale e un silenzio che si annoda e attorciglia al pensiero e cerca come l’edere le finestre delle sue verità.
Potremmo continuare all’infinito questo gioco di rimandi tra testo e immagine, ma vogliamo lasciare al lettore la sorpresa e il gusto di scoprire e riconoscere con la propria sensibilità questo abbraccio Oraziano tra Arte e Poesia(UT PICTURA POESIS), concedendoci solo un’ultima citazione del testo dedicato ad Albert Camus, ritratto in posa Bogartiana con la sigaretta in bocca…e ci fa scorgere tra i fili di fumo, le trame dell’assurdo e della ribellione che gridano vendetta e giorni di bellezza.
Albert Camus  Nelle trame dell’assurdo/ il vocabolario delle libertà./ Albert è un uomo in rivolta/ Che dice sempre no/ alla peste che impicca il mondo/ nella caduta. “Io mi ribello, dunque esisto”/ è un pensiero che grida l’allarme/ sulla tragedia di un’epoca marcia. /Stiamo ancora aspettando/ i giorni in cui le rivoluzioni/ avranno bisogno della bellezza.”
Non si può dimenticare di citare l’ottima postfazione di Giuseppe Scaglione ricordando e sottolineando il passaggio in cui scrive:
 “…Parola nitida e composta ma al tempo stesso sconvolgente, dirompente, mai quieta. È fuoco, è lava in candescente che scorre sulla storia e ce la ripropone, stravolgendo le viscere del conformismo letterario. Parola palpitante di verità nuove e inesplorate. Aperta al dialogo con le esperienze creative dell’artista Mario Pugliese. C’è poco altro da dire, di Vacca, oppure paradossalmente troppo altro, perché possa essere detto qui. C’è la storia personale di un uomo. Un intellettuale che ha dedicato alla forza della vera letteratura, ed al suo deflagrante impatto umano e sociale, la sua intera vita e la sua creatività. All’indubbio talento di Vacca fa da sponda l’interazione di Mario Pugliese. Il cui talento si dispiega interpretando puntualmente il ritratto nell’arte di oggi. Pugliese inquadra i temi nodali delle verità proposte dal testo e, nella rappresentazione visuale della relazione ermeneutica che s’instaura tra realtà, raffigurazione e percezione, non solo rende riconoscibile il profilo esistenziale del soggetto ritratto ma in più la visione restituisce ciò che non è direttamente disponibile allo sguardo…”
I due Autori del libro, amici e conterranei di Gioia del Colle, sono riusciti a scavare nel cuore malato dell’uomo e donarci zolle di bellezza da coltivare con cura, avanzi di depensamento sopravvissuti alle schegge del male della nostra società, tratti di poesia e visioni che aprono il cuore alla cultura di quel Rinascimento Pugliese che a partire dal Genio di Carmelo Bene, irradia il nostro futuro.
Milano, 11/4/2018

Nicola Vacca è nato a Gioia del Colle, nel 1963, laureato in giurisprudenza. È scrittore, opinionista, critico letterario, collabora alle pagine culturali di quotidiani e riviste. Svolge, inoltre, un’intensa attività di operatore culturale, organizzando presentazioni ed eventi legati al mondo della poesia contemporanea. Ha pubblicato: Nel bene e nel male (Schena,1994); Frutto della passione (Manni 2000); La grazia di un pensiero (prefazione di Paolo Ruffilli, Pellicani, 2002); Serena musica segreta (Manni, 2003); Civiltà delle anime (Book editore, 2004); Incursioni nell’apparenza (prefazione di Sergio Zavoli Manni 2006); Ti ho dato tutte le stagioni (prefazione di Antonio Debenedetti, Manni 2007); Frecce e pugnali (prefazione di Giordano Bruno Guerri, Edizioni Il Foglio 2008); Esperienza degli affanni (Edizioni il Foglio 2009); con Carlo Gambescia il pamphlet A destra per caso (Edizioni Il Foglio 2010); Serena felicità nell’istante (prefazione di Paolo Ruffilli, Edizioni Il Foglio 2010); Almeno un grammo di salvezza (Edizioni Il Foglio, 2011); Mattanza dell’incanto (prefazione di Gian Ruggero Manzoni Marco Saya edizioni 2013); Sguardi dal Novecento (Galaad edizioni 2014); Luce nera (Marco Saya edizioni 2015, Premio Camaiore 2016); Vite colme di versi (Galaad edizioni 2016); Commedia Ubriaca (Marco Saya 2017); Lettere a Cioran (Galaad edizioni 2017).

Mario Pugliese, classe 1964, figlio d’arte diplomato al liceo artistico di Bari,successivamente si specializza a Udine in grafica pubblicitaria. Partecipa a numerose mostre e fiere in Italia e all’estero. Collabora con diversi artisti e musicisti alla divulgazione dell’arte e della musica come strumento di comunicazione. Le sue opere sono presenti in edifici pubblici e privati. Attualmente è presidente dell’associazione artistico culturale “Artensione” e direttore artistico di “Spaziounotre” a Gioia del Colle dove risiede e lavora. Contatti; http://www.rentartdesign.com/ artpugliese@tiscali.it  Studio: via giunone 26 gioia del colle (ba)
***
*Donato Di Poce, poeta e critico d’arte.

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giovedì 12 aprile 2018

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ALL' OMBRA DI JULIUS di Elizabeth Jane Howard (FAZI EDITORE)

Londra, anni Sessanta. Sono trascorsi vent’anni da quando Julius è venuto a mancare, ma il suo ultimo gesto eroico ha lasciato un segno indelebile nelle vite di chi gli era vicino. Emma, la figlia minore, ventisette anni, lavora nella casa editrice di famiglia e non mostra alcun interesse verso il matrimonio. Al contrario, Cressida, la maggiore, è troppo occupata a struggersi a causa dei suoi amanti, spesso uomini sposati, per concentrarsi sulla carriera di pianista. Nel frattempo Esme, la vedova di Julius, ancora attraente alla soglia dei sessant’anni, rifugge la solitudine perdendosi nella routine domestica della sua bellissima casa color rosa pesca. E poi c’è Felix, ex amante di Esme e suo unico vero amore, che l’ha lasciata quando il marito è scomparso e torna in scena dopo vent’anni di assenza. E infine Dan, un estraneo. Le tre donne e i due uomini, legati da un filo che solca presente e passato, si ritrovano a trascorrere un fine settimana tutti insieme in campagna: caratteri e personalità, segreti e lati nascosti, emergeranno attimo dopo attimo in queste giornate intense, disastrose e rivelatrici, sulle quali incombe, prepotente, l’ombra di Julius. Dall’autrice della saga dei Cazalet, un nuovo romanzo ricco di sensualità e delicata ironia, in cui commedia e tragedia si fondono magistralmente e in cui ritroviamo l’eleganza, l’acume e il talento di Elizabeth Jane Howard.
Elizabeth Jane Howard Figlia di un ricco mercante di legname e di una ballerina del balletto russo, ebbe un’infanzia infelice a causa della depressione della madre e delle molestie subite da parte del padre. Donna bellissima e inquieta, ha vissuto al centro della vita culturale londinese della seconda metà del Novecento e ha avuto una vita privata burrascosa, costellata di una schiera di amanti e mariti, fra i quali lo scrittore Kingsley Amis. Da sempre amata dal pubblico, solo di recente Howard ha ricevuto il plauso della critica. Scrittrice prolifica, è autrice di quindici romanzi. La saga dei Cazalet è la sua opera di maggior successo. Fazi Editore ha pubblicato il romanzo Il lungo sguardo e i cinque volumi della saga: Gli anni della leggerezza, Il tempo dell’attesa, Confusione, Allontanarsi e Tutto cambia. È attualmente in fase di lavorazione una serie TV basata sui Cazalet dai produttori di Downton Abbey.

mercoledì 11 aprile 2018

Needful Things - Dan Brown ... the lost symbol of idols by Stefano Donno

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Lo scirocco femmina di Marco Rizzo (Laurana Editore)


Fosco è un giornalista precario, incastrato dalla vita nella provincia siciliana a tenere in piedi un giornale locale senza molte speranze. Le notizie, però, bussano alla sua porta quando un suo amico, un anziano intellettuale, viene trovato incaprettato in casa. Che ci sia la mano della mafia? Oppure, come si dice tra i vicoli, quella morte è il triste risultato di un gioco erotico finito male? In una Trapani fatta di incroci d’interessi occulti e campagne dove gli immigrati vengono sfruttati in modi inimmaginabili, Fosco si troverà a indagare accompagnato da un bizzarro trio: un carabiniere, un libraio e la figlia ribelle di un senatore. Lo scirocco femmina segna l'esordio di Marco Rizzo nel mondo della narrativa.
«A Trapani e a Rocca Pizzuta, quando lo scirocco era al femminile, il cielo si colorava banalmente di rosa, gli alberi si piegavano, le vecchiette si reggevano ai pali, gli antistaminici venivano infilati in bocca come pilloline del sabato sera, e l’indomani le macchine si ricoprivano di sabbia africana. Lo scirocco femmina era particolarmente stronzo, perche´ oltre ad avvilirti con il caldo ti faceva impazzire con la sua forza, ti inquietava con i suoi fischi tra gli infissi, ti trascinava dove non volevi».

Marco Rizzo (Erice, 1983). Giornalista e sceneggiatore, ha scritto graphic novel su Peppino Impastato, Ilaria Alpi, Mauro Rostagno, Che Guevara e Marco Pantani per Beccogiallo e Rizzoli. Autore di saggi e inchieste, ha collaborato tra gli altri con “La Lettura” e “Wired” e firmato le “fiabe di impegno civile” La mafia spiegata ai bambini, L’immigrazione spiegata ai bambini e L’ecologia spiegata ai bambini (Beccogiallo). Di prossima pubblicazione una storia di Dylan Dog e il reportage a fumetti Salvezza per Feltrinelli.

martedì 10 aprile 2018

Needful Things - Freddy Krueger ... nightmare for dummies by Stefano Donno

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lunedì 9 aprile 2018

Needful Things - Bruce Dickinson ... The King of heavy metal by Stefano ...

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Needful Things - Stephen King ... The sound of horror

Needful Things - Robert (Bob ) Lazar by Stefano Donno

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Loredana Bertè canta "Il mare d'inverno" e "Dedicato" - Che tempo che fa...

venerdì 6 aprile 2018

M.e.v.e 12 - Malleus Maleficarum by Stefano Donno

Fernando De Filippi racconta I Materiali della Memoria di Eliana Masulli























Si è soliti agganciare una definizione di memoria all’ idea di un tempo già trascorso e fin troppo vissuto. Nel far questo si rischia di declinare a un passato remoto, le attività di un’esperienza che permangono in atto e che alla memoria stessa chiedono di qualificarsi non come arcipelaghi ideologici lasciati in balia delle correnti, ma in quanto materiale da interrogare e da rimettere alla prova, per scoprire se proprio nello scorrere del tempo qualcosa è cambiato, e come. I Materiali della Memoria di Fernando De Filippi muovono dal tentativo di ammorbidire la rigidità delle definizioni temporali, lasciando percepire quanto la materia dell’arte sia sempre stata protagonista dello schiudersi di un uovo cosmico, atto a rimettere in circolo energia creativa e nuova, perché nuovi sono sempre stati gli organismi di pensiero e di espressione. Paul Gauguin sostenne che, paradossalmente,  l’arte può rivelarsi  o plagio o rivoluzione; sta esattamente all’ artista la responsabilità di scegliere quale linguaggio adottare, come schierare i materiali della sua esperienza, del suo rapporto con il mondo e i suoi sistemi di significato.

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