L'indagine più
difficile della carriera di Poiana. Perché potrebbe essere l'ultima, ma non
solo: perché si troverà a sospettare degli amici più cari, perché dovrà
ammettere che l'intuito femminile può essere imbattibile, perché per trovare la
direzione giusta dovrà essere pronto a perdersi nel bosco... Le stagioni si
avvicendano sempre uguali a Casedisopra, fra la tabaccheria della Nerina e le
due caserme - dei Carabinieri e della Forestale - che invano vigilano sul
bar-trattoria di Benito, dove anche quando la stagione della caccia è chiusa il
maiale servito in tavola ha un curioso retrogusto di cinghiale... Eppure
ultimamente qualcosa sta cambiando. In paese compaiono ragazzi e ragazze dagli
abiti colorati, calzano sandali di cuoio intrecciati a mano e vendono i
prodotti del bosco e della pastorizia:sono gli elfi, che vivono in piccole
comunità isolate sulla montagna, senza elettricità, praticando il baratto e
ospitando chiunque bussi alla loro porta senza porre domande. Forse potranno
essere loro a prendersi cura del territorio appenninico, sempre più trascurato
e spopolato, mentre sul corpo della Forestale incombe il destino di venir
riassorbito nell'arma dei Carabinieri? Marco Gherardini, detto Poiana,
ispettore della Forestale, non fa in tempo a immalinconirsi con questi pensieri
che ecco, nell'aria risuonano due spari proprio quando nemmeno i cacciatori
avrebbero licenza di esploderli. E di lì a poco, ai piedi di un dirupo viene
trovato un cadavere: proprio un giovane elfo, si direbbe. Inizia per Poiana
l'indagine più difficile della sua carriera. Perché potrebbe essere l'ultima,
ma non solo: perché si troverà a sospettare degli amici più cari, perché dovrà
ammettere che l'intuito femminile può essere imbattibile, perché per trovare la
direzione giusta dovrà essere pronto a perdersi nel bosco...
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venerdì 22 settembre 2017
giovedì 21 settembre 2017
Delitto alla Scala di Franco Pulcini (Ponte alle Grazie)
Un'immersione nel più
sovraeccitato narcisismo artistico, quello dell'opera lirica, dove le star non
si placano mai. Un mondo popolato di astute primedonne, al cui confronto ogni
altro artista è un figurante.
«Sul palcoscenico
qualche personaggio viene sempre assassinato, e frequentando la Scala ho spesso
pensato che il suo splendore antico era il luogo ideale per un delitto vero, in
nome della grande musica, dei mitici direttori e cantanti, della frenesia di
rancori e gelosie che la percorrono ovunque, tra palchi vellutati, uffici
solenni, intrico di cupi corridoi, un tenebroso retro del palcoscenico,
camerini decrescenti nel lusso secondo l'importanza dell'occupante. Il
coltissimo Franco Pulcini, una biblioteca vivente della musica e della storia
della Scala, ha scritto finalmente con ironica maestria il giallo che
aspettavo, il misterioso e crudelissimo assassinio che solo la musica sublime e
i suoi appassionati seguaci potevano immaginare.» - Natalia Aspesi
Milano, novembre di un
futuro prossimo. Su un balcone del Teatro alla Scala viene assassinato il
direttore d'orchestra che avrebbe dovuto dirigere la Prima, la mitica serata
mondana del 7 dicembre. L'opera in programma è L'Arianna di Monteverdi, il cui
manoscritto, dato a lungo per disperso, è stato ritrovato da poco. Il titolo
gode di fama iettatoria e già nei tempi antichi aveva portato sciagure. Una
nuova tragedia avvolge così la prima opera tragica della storia. Ma
quest'Arianna è davvero l'originale del 1608? O il manoscritto è un banale
falso che potrebbe essere smascherato dall'ascolto? Manca solo un mese
all'inaugurazione, la situazione è drammatica, ma la macchina teatrale non si
può fermare. Se non si salva lo spettacolo, l'onore della Scala è in gioco.
Incaricato delle indagini è Abdul Cali, commissario arabo-siciliano, che non ha
mai messo piede nel tempio della musica. Dovrà inventarsi i metodi per dipanare
la matassa dove si annodano fosche passioni da palcoscenico, invidie,
nervosismi, reticenze, interessi erotici ed economici. Un'immersione nel più
sovraeccitato narcisismo artistico, quello dell'opera lirica, dove le star non
si placano mai. Un mondo popolato di astute primedonne, al cui confronto ogni
altro artista è un figurante. Insensibili al sangue versato alla vigilia della
Prima, si nascondono fino all'ultimo all'ombra dell'ipocrita necessità dello
show must go on.
mercoledì 20 settembre 2017
È STATO BREVE IL NOSTRO LUNGO VIAGGIO di Elena Mearini (Cairo). Dal 12 ottobre 2017
È una vita fatta di
ordini che rispettano in molti, la mia. Non mi affatico più del necessario.
rendo felici moglie e figlia. Gli affetti procedono appagati, le aziende
avanzano dettando le leggi di un mercato che ubbidisce. chi dice il contrario,
chi crede nel mistero dell’imprevisto, coltiva un’illusione. Più prevedibile
di un picco in borsa, c’è solo il disastro, sul quale in tanti scommettono per
vincere. Gli uomini che danno ordini lo sanno. Io lo so. Sono una confezione
perfetta. Da fuori mi si potrebbe scambiare per un prodotto virtuale, un
orgoglio della più avanzata tecnologia. le spalle larghe, il corpo asciutto,
la geometria elegante di una barba appena accennata e l’atletica leggera dei
capelli che saltano in alto e in lungo quando muovo la testa. Se la mattina
incontrassi il mio doppio al bar sotto casa, mi stupirei nell’osservarlo
ordinare un caffè, mangiare uno di quei cornetti alla marmellata, sfogliare il
giornale. sorridere, addirittura, al barista. lasciare due spiccioli sul
piattino. Penserei piuttosto che un tipo così ha bisogno di proteine
sintetiche e carboidrati in pillola per attivare al meglio le proprie funzioni
vitali. Per tutti sono un guru dell’industria chimica, in meno di vent’anni ho
rifornito i più importanti stabilimenti di additivi per il cemento, sono entrato
nelle case di chiunque. Fluidificanti, acceleranti, antischiuma, battericidi in
ognuna, dentro ogni muro, c’è il mio marchio. Qualcosa di me affonda nella
vita domestica delle persone, trema all’urto di liti e riconciliazioni,
sconfitte e riscatti. Per mia moglie sono incrollabile, ai suoi occhi io non
tremo. Mi ama ed è convinta che tutti mi amino. Mia figlia racconta di me ai
compagni di scuola, e le insegnanti giocano con i loro pensieri: sono l’uomo
che non deve chiedere mai perché ha tutto ciò che vuole, il protagonista di
uno spot, e loro affinano l’olfatto prima di ogni eventuale riunione col
sottoscritto. Un passo in avanti di troppo, un gesto nervoso della mano. Almeno
due volte l’anno, ai colloqui a scuola vado io. non potrei, non posso mai, ma
ho promesso. Due volte l’anno mi offro agli stessi sorrisi, stessi rossori,
quella febbre negli occhi stanchi e per un attimo di nuovo vivi. C’è qualcosa
nella mia esistenza, dicono. Forse il dono di astri congiunti e felici. oppure,
più probabilmente, il castigo di una stella isolata e offesa. Perché allo
specchio lo sguardo è malfermo, non più centrato, come se il nodo che fissa
l’occhio al volto si allentasse di colpo danneggiando la confezione.
L’equilibrio viene a mancare, e la perfezione di cui gli altri parlano è
semplicemente l’istante che precede il crollo, quello stato di distensione
massima raggiunto dai lineamenti, poco prima che il viso si deformi in pianto. Del
corpo che mi sostiene, percepisco soltanto il punto di rottura. Cesare Forti,
cinquant’anni, dalla vita ha solo il meglio. Ha sposato Margherita, che è
splendida, elegante, sempre capace di parole che gli altri vogliono sentire.
Insieme hanno una bambina, Maya, la loro principessa. Nel suo lavoro Cesare è
considerato un guru, attorno ha una corte di persone che in lui ritrovano
l’uomo ideale, incrollabile. Ma questa confezione perfetta nasconde un punto di
rottura. Cesare non è chi appare, lui è altro dalla compiutezza, altro dalla
forza. Con una scrittura potente, stratificata e metaforica, Elena Mearini
“scarnifica” il suo protagonista, e lo accompagna in un vertiginoso viaggio
introspettivo, costringendolo a uscire allo scoperto, e a fare i conti con sé
stesso.
Elena Mearini è nata
nel 1978 e vive a Milano. Si occupa di narrativa e poesia, conduce laboratori
di scrittura in comunità e centri di riabilitazione psichiatrica. Nel 2009 esce
"360 gradi di rabbia", Premio Giovani lettori Memorial Gaia di Mani
Proietti (Excelsior 1881), nel 2011 pubblica per Perdisa Pop "Undicesimo
comandamento", finalista al “Premio Maria Teresa di Lascia”. Seguono il
terzo romanzo "A testa in giù" (Morellini Editore), vincitore “Premio
Gerundo,” e le raccolte di poesie "Dilemma di una bottiglia"
(Edizioni Forme Libere) e "Per silenzio e voce" (Marco Saya Editore).
Per Cairo nel 2016 ha pubblicato "Bianca da morire", segnalato dalla
giuria del Premio Campiello, mentre è del 2017 la raccolta poetica "Strategia
dell’addio" (LiberAria).
martedì 19 settembre 2017
A Disabilandia si tromba di Marina Cuollo (Sperling & Kupfer)
«Siamo tutti creature
meravigliose... ma ci sono persone che sanno brillare di luce propria, perché
hanno il coraggio di vivere con dignità e spesso con ironia la propria
condizione... resistendo molte volte a sguardi senza vita.» Ron
«Sono una microdonna,
alta un metro e una mentina, che ha bisogno di mostrarsi sempre un po'
incazzata con il mondo per dire la sua. Ma in fondo sono come una crème brûlée:
quando rompi la crosta, sotto c'è il morbido. Ho trentasei anni, e quando sono
nata nessuno ci avrebbe scommesso mille lire che ci sarei arrivata. Sono venuta
al mondo con una sindrome genetica molto rara: la Melnick Needles, che non è
una marca di siringhe ma un'osteodisplasia scheletrica che conta un centinaio
di casi in tutto il mondo. Uso la sedia a rotelle e di notte dormo abbracciata
a un ventilatore polmonare, ma rompo ancora le scatole in giro. Capirai,
dunque, che quando mi presento a qualcuno il taglio di capelli non è la prima
cosa che si nota.» Dalla sedia a rotelle, il suo punto di osservazione
«privilegiato», Marina vede e ascolta cose sulla disabilità impossibili da
immaginare per idiozia e insensibilità. Con una straordinaria ironia racconta
situazioni, comportamenti, battute del normodotato medio quando si relaziona
con il disabile per strada, al lavoro, negli uffici pubblici, al ristorante.
Convinta che ridere di qualcosa di brutto aiuti a liberarsi da stereotipi e
ipocrisie, Marina strappa tutte le etichette che spesso incolliamo su ciò che
ci spaventa o che non conosciamo, e spazza via con la sua penna cinica ed
esilarante tabù e preconcetti.
lunedì 18 settembre 2017
Noi, i salvati di Georgia Hunter. Traduttore: A. Storti (Nord)
L'emozionante odissea
di una famiglia divisa dalla guerra e unita dalla speranza. Per quanto tempo si
può continuare a fare progetti per il futuro, se la guerra incombe? I fratelli
Kurc hanno cercato di resistere fino all'ultimo: Addy aggrappandosi alla
musica, Mila occupandosi della figlia appena nata, Genek concentrandosi sul
lavoro, Jakob rifugiandosi nei sogni e Halina nascondendo la paura dietro la
ribellione. Tuttavia, nel settembre del 1939, devono arrendersi all'evidenza:
la Polonia non è più sicura per una famiglia di ebrei. Così, per sfuggire al
nazismo, sono costretti a dividersi: chi prova a imbarcarsi per il Brasile, chi
scappa in Russia, chi si nasconde in piena vista con una falsa identità ariana.
Armati solo del proprio coraggio e della forza della disperazione, i fratelli
Kurc dovranno adattarsi a questa nuova esistenza di clandestini, affrontando la
fame e il freddo, la solitudine e le persecuzioni, senza sapere se il prossimo
passo li farà cadere tra le mani del nemico o li porterà più vicini a un porto
sicuro. E sarà proprio grazie alla loro determinazione che, alla fine della
guerra, si ritroveranno intorno a un tavolo e brinderanno a loro, i salvati…
Ispirato alla vera storia della famiglia di Georgia Hunter, Noi, i salvati ci
conduce dai jazz club di Parigi alle prigioni di Cracovia, dalle spiagge di
Casablanca ai gulag siberiani, mostrandoci come pure nei momenti più bui della
Storia c'è sempre una luce che brilla e che ci dà la forza di superare ogni
avversità.
sabato 16 settembre 2017
MAZINGA Z Infinity - Trailer Ufficiale Italiano
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