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martedì 19 settembre 2017
A Disabilandia si tromba di Marina Cuollo (Sperling & Kupfer)
«Siamo tutti creature
meravigliose... ma ci sono persone che sanno brillare di luce propria, perché
hanno il coraggio di vivere con dignità e spesso con ironia la propria
condizione... resistendo molte volte a sguardi senza vita.» Ron
«Sono una microdonna,
alta un metro e una mentina, che ha bisogno di mostrarsi sempre un po'
incazzata con il mondo per dire la sua. Ma in fondo sono come una crème brûlée:
quando rompi la crosta, sotto c'è il morbido. Ho trentasei anni, e quando sono
nata nessuno ci avrebbe scommesso mille lire che ci sarei arrivata. Sono venuta
al mondo con una sindrome genetica molto rara: la Melnick Needles, che non è
una marca di siringhe ma un'osteodisplasia scheletrica che conta un centinaio
di casi in tutto il mondo. Uso la sedia a rotelle e di notte dormo abbracciata
a un ventilatore polmonare, ma rompo ancora le scatole in giro. Capirai,
dunque, che quando mi presento a qualcuno il taglio di capelli non è la prima
cosa che si nota.» Dalla sedia a rotelle, il suo punto di osservazione
«privilegiato», Marina vede e ascolta cose sulla disabilità impossibili da
immaginare per idiozia e insensibilità. Con una straordinaria ironia racconta
situazioni, comportamenti, battute del normodotato medio quando si relaziona
con il disabile per strada, al lavoro, negli uffici pubblici, al ristorante.
Convinta che ridere di qualcosa di brutto aiuti a liberarsi da stereotipi e
ipocrisie, Marina strappa tutte le etichette che spesso incolliamo su ciò che
ci spaventa o che non conosciamo, e spazza via con la sua penna cinica ed
esilarante tabù e preconcetti.
lunedì 18 settembre 2017
Noi, i salvati di Georgia Hunter. Traduttore: A. Storti (Nord)
L'emozionante odissea
di una famiglia divisa dalla guerra e unita dalla speranza. Per quanto tempo si
può continuare a fare progetti per il futuro, se la guerra incombe? I fratelli
Kurc hanno cercato di resistere fino all'ultimo: Addy aggrappandosi alla
musica, Mila occupandosi della figlia appena nata, Genek concentrandosi sul
lavoro, Jakob rifugiandosi nei sogni e Halina nascondendo la paura dietro la
ribellione. Tuttavia, nel settembre del 1939, devono arrendersi all'evidenza:
la Polonia non è più sicura per una famiglia di ebrei. Così, per sfuggire al
nazismo, sono costretti a dividersi: chi prova a imbarcarsi per il Brasile, chi
scappa in Russia, chi si nasconde in piena vista con una falsa identità ariana.
Armati solo del proprio coraggio e della forza della disperazione, i fratelli
Kurc dovranno adattarsi a questa nuova esistenza di clandestini, affrontando la
fame e il freddo, la solitudine e le persecuzioni, senza sapere se il prossimo
passo li farà cadere tra le mani del nemico o li porterà più vicini a un porto
sicuro. E sarà proprio grazie alla loro determinazione che, alla fine della
guerra, si ritroveranno intorno a un tavolo e brinderanno a loro, i salvati…
Ispirato alla vera storia della famiglia di Georgia Hunter, Noi, i salvati ci
conduce dai jazz club di Parigi alle prigioni di Cracovia, dalle spiagge di
Casablanca ai gulag siberiani, mostrandoci come pure nei momenti più bui della
Storia c'è sempre una luce che brilla e che ci dà la forza di superare ogni
avversità.
sabato 16 settembre 2017
MAZINGA Z Infinity - Trailer Ufficiale Italiano
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venerdì 15 settembre 2017
La narratrice sconosciuta di Brunonia Barry. Traduttore: E. Valdrè (Garzanti Libri)
Brunonia Barry ritorna
alle atmosfere suggestive di Salem e con un sapiente gioco di colpi di scena dà
vita a una storia in cui il confine tra passato e presente si annulla. Perché
c’è una sola verità, e scoprirla è la prima regola per fare giustizia e
rinascere ancora più forti.
Una bambina senza
passato
Un mistero ancora da
risolvere
Solo lei potrà svelarlo
Il buio è appena calato
avvolgendo Salem nel suo manto scuro. Callie ha sette anni appena ed è sola
sulla scogliera che domina la baia. Non dovrebbe essere lì. È troppo
pericoloso. Poi all’improvviso sente uno strano grido e lo spettacolo che si
presenta ai suoi occhi la lascia senza parole: tre donne sono state uccise.
Solo Rose, la più anziana del gruppo, riesce a scappare e a portare Callie in
salvo. Sono passati vent’anni da quel terribile evento. Anni in cui Callie ha
fatto di tutto per dimenticare e vivere una vita il più possibile normale. Ha
promesso a sé stessa che non avrebbe più messo piede a Salem, il luogo dei suoi
incubi. Eppure, sente che per lei è arrivato il momento di tornare là dove
tutto è cominciato. Perché un ragazzo è stato trovato senza vita, e prima della
fine un grido ha squarciato il cielo nero. Quello stesso grido che ha sentito
da bambina e torna sempre a tormentarla. Ora non può permettere che Rose venga
condannata per qualcosa che non ha commesso. La Rose che lei conosce, e che
anni addietro le ha salvato la vita, non avrebbe mai osato fare del male a
nessuno. Ne è sicura. Così come ne è sicuro l’ispettore Rafferty, incaricato di
occuparsi del caso. A Callie allora non resta altra scelta che far luce sulla
verità. Una verità che ha radici in quella terribile notte sulla scogliera,
dove si è compiuto un destino ancora avvolto nel mistero e che ora ha bisogno
di essere svelato. Costi quel che costi.
giovedì 14 settembre 2017
Tutto è possibile di Elizabeth Strout. Traduttore: S. Basso (Einaudi)
La vita può lasciare
senza fiato. Tutta quanta la vita, non solo quella di chi se n'è andato, come
Lucy Barton, lasciandosi ogni cosa alle spalle. Anche la vita di chi è rimasto,
la vita piccola e ordinaria della provincia americana, pur brulicante di
emozioni impetuose sotto la cappa dell'immobilità
La vita di Pete Barton,
ad esempio, un bambino di mezza età, eterno custode e prigioniero nella casa di
famiglia. O le vite deragliate delle «Principessine Nicely», nomignolo ormai
grottesco per promesse giovanili non mantenute. Riprendere quelle vite dopo
molto tempo, conoscerle e riconoscerle, dà la stessa lancinante felicità di
ogni ritorno a casa. Ad Amgash, Illinois, le vetrine dell'unica libreria
ospitano l'ultima fatica di una concittadina, Lucy Barton, partita molti anni
prima alla volta della sfavillante New York e mai piú ritornata. E non vi è
abitante del paese che non voglia accaparrarsene una copia. Perché quel libro,
un memoir a quanto pare, racconta senza reticenze la storia di miseria e
riscatto di una di loro, e insieme racconta la storia di tutti loro, quelli che
sono rimasti fra le distese di mais e di soia del minuscolo centro del Midwest,
con il suo carico di vergogna e desiderio, di gentilezza e rancore. A Patty
Nicely la lettura di quelle memorie regala una dolcezza segreta, come avesse
«un pezzo di caramella gialla appiccicata in fondo alla bocca». Patty, da
bambina tanto graziosa da meritare, insieme alle sorelle, l'appellativo di
«Principessina Nicely», è oggi una vecchia e grassa vedova, ancora tormentata
dalla vergogna di un antico scandalo familiare e zimbello dei ragazzini della
zona. Eppure lei, dal libro di Lucy Barton, si sente finalmente capita. Livida
e aggressiva appare invece la reazione di Vicky, sorella maggiore di Lucy,
quando, con il fratello Pete, invecchiato in solitudine senza mai davvero
crescere, i tre si ritrovano nella casa di famiglia per la prima volta dopo
diciassette anni. Vicky, rimasta al palo delle occasioni mancate, non perdona
alla sorella scrittrice di aver tagliato i ponti con un passato insopportabile,
di avercela fatta, e le parole che i tre fratelli si scambiano sono coltelli
che affondano nella carne viva dei loro ricordi di bambini. Eppure Vicky si è
presentata all'incontro con un commovente velo di rossetto sulle labbra, e
Pete, nel disperato tentativo di rendere la casa casa, ha comprato un tappeto
nuovo. Certo, le cicatrici sono quasi piú della carne, per i personaggi di
questi racconti, queste storie-capitolo di un'unica biografia collettiva, in
dialogo serrato fra loro e con il romanzo che li ha preceduti, Mi chiamo Lucy
Barton ; certo, «siamo tutti quanti un casino, e anche se ce la mettiamo tutta,
amiamo in modo imperfetto». Ma se ci si può rinnamorare ben oltre i
settant'anni su un lungomare italiano, come capita a Mississippi Mary; se si
può trovare sollievo dal dolore indicibile dell'esistenza in un momento di
assoluta condivisione nella stanza anonima di un bed and breakfast, come capita
a Charlie Macauley; se si può scovare un amico, un amico vero, nel retro di un
teatrino amatoriale, proprio alla fine di ogni cosa, come capita a Abel Blaine,
allora tutto, ma proprio tutto, è possibile.
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