Viviamo anche
attraverso i ricordi degli altri. Lo sa bene Faith, che a sedici anni deve
affrontare l'ennesimo trasloco insieme alla madre, in dolce attesa della
sorellina. Ecco un ricordo che la ragazza custodirà per sempre. Ma cosa
accadrebbe se, da un giorno all'altro, quel ricordo non esistesse più? E cosa
accadrebbe se fosse Faith a sparire dai ricordi della madre? La sua vita si
trasforma in un incubo quando, all'improvviso, si rende conto di essere
diventata invisibile. Nessuno riesce più a vederla, né si ricorda di lei. Non
c'è spiegazione a quello che le è accaduto, solo totale smarrimento. Eppure
Faith non è invisibile a tutti. Un uomo vestito di nero detta le regole di un
gioco insidioso, dove l'unico indizio che conta è nascosto all'interno di un
biglietto: 0°13'07''S78°30'35''W, le coordinate per tornare a vedere. Insieme a
Jared, Scott e Christabel - come lei scomparsi dal mondo - la ragazza verrà
coinvolta in un viaggio alla ricerca della propria identità, dove altri
partecipanti faranno le loro mosse per sbarrarle la strada. Una corsa contro il
tempo che da Londra passerà per San Francisco de Quito, in Ecuador, per poi
toccare la punta più estrema del Cile, e ancora oltre, verso i confini del
mondo. Primo volume della trilogia di Absence, Il gioco dei quattro porta alla
luce la battaglia interiore più difficile dei nostri giorni: definire chi siamo
in una società troppo distratta per accorgersi degli individui che la
compongono. Cosa resterebbe della nostra esistenza, se il mondo non fosse più in
grado di vederci? Quanto saremmo disposti a lottare, per affermare la nostra
identità? Un libro intenso e profondo; una sfida moderna per ridefinire noi
stessi. Una storia per essere visti. E per tornare a vedere.
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mercoledì 2 agosto 2017
martedì 1 agosto 2017
I viaggi di Daniel Ascher di Déborah Lévy-Bertherat. Traduttore: M. Botto (Einaudi)
Segreti di famiglia.
Crocevia della Storia. Un vecchio prozio giramondo parte da Parigi verso ogni
angolo della terra per sognare e scrivere le sue affascinanti storie
d'avventura. La nipote ventenne, seria e ben salda nella realtà, scava nelle
pieghe del tempo per scoprire la verità su un uomo che non conosce e sulla
propria famiglia. Su viaggi nel mondo che in fondo altro non sono che viaggi
nel passato e nei misteri della vita. Un anno veramente particolare ha inizio
per Hélène quando dalla provincia si trasferisce a Parigi per studiare
archeologia. La ragazza va ad abitare in una piccola camera sui tetti ospite
del prozio Daniel. Lo zio Daniel è un vecchio giramondo, chiacchierone e un po'
eccentrico che, usando lo pseudonimo di H. R. Sanders, scrive Il marchio nero,
una serie di romanzi di avventura per ragazzi. Hélène non ha mai letto i libri
dello zio e in verità non ama molto neppure lui. I due non potrebbero, infatti,
essere più diversi: seria, precisa e severa lei, rumoroso, scherzoso e
affabulatore lui. Ma il fidanzato della ragazza, Guillaume, un giovane
brillante che riesce a rendere allegro tutto quello che tocca, è invece fin da
bambino un ammiratore di H. R. Sanders e riesce a convincere Hélène a interessarsi
di più a Daniel e ai suoi avventurosi viaggi in ogni angolo del pianeta. I due
si mettono così sulle tracce dell'infanzia e della giovinezza di Daniel Ascher
scoprendo diversi misteri della sua vita: perché lo zio compare soltanto a un
certo punto nelle foto di famiglia? Perché il suo cognome non è lo stesso della
nonna ed è di origine ebraica? Comincia allora una ricerca tra i quartieri
parigini: da rue d'Odessa a Montparnasse, dove il padre di Daniel aveva prima
della guerra uno studio fotografico, poi a Clermont-Ferrand, a Saint-Ferréol, a
Moulins fino a Manhattan. Con pazienza e metodo, da vera archeologa, Hélène
scopre piano piano un uomo di cui ignorava tutto. Scopre ad esempio che Daniel
è l'unico sopravvissuto di una famiglia composta da padre, madre e una sorella
amatissima, tutti scomparsi a Birkenau, e che i suoi viaggi giovanili negli
Stati Uniti nascondono un altro mistero familiare che renderà il vecchio
giramondo molto più prossimo ad Hélène e a suo fratello. Seguendo le tracce lasciate
da Daniel nelle strade della sua città e fra le righe dei suoi libri si rivela
piano piano il ritratto di un uomo ferito, diviso fra due identità e
prigioniero di un amore impossibile ma fatale. E la scoperta di un'altra casa
nel sotterraneo, in fondo a una botola, getta una nuova luce sui viaggi
avventurosi dello zio. Forse l'unico vero viaggio che Daniel abbia mai fatto è
sempre stato un viaggio nel passato. Déborah Lévy-Bertherat ha scritto un libro
delicato, emozionante e dal ritmo avvolgente riuscendo nelle sue pagine a dar
vita a personaggi vivissimi a cui è impossibile non affezionarsi.
Variazioni sulle sorelle di Marina Giovannelli (Iacobellieditore)
Sorelle di sangue,
sorelle d'elezione, sorelle di carta e del mito: una relazione complessa ma
ricca di implicazioni e di emozioni. Relazione amorosa, conflittuale, memoriale
- spesso inquieta, instabile, continuamente da ripensare. Perché è uno dei
terreni per analizzare i rapporti tra donne nelle loro infinite diversità -a
volte nella triangolazione con la potente figura materna o con l'incombente
figura paterna. Pur avendo una radice comune, ciascuna sorella è protagonista
di un diverso mondo sommerso e indicibile che si trascina nel tempo,
dall'infanzia alla maturità, e dunque agisce una distanza a volte - anche se
non sempre - incolmabile dalla parola dell'altra. Marina Giovannelli ci
accompagna in un percorso che parte da sé e tira In ballo scrittrici famose
come Simone de Beauvoir e Emily Dickinson, Jane Austen e Virginia Woolf, Marina
Cvetaeva e Antonia Byatt, Wislawa Szymborska e Rosa Montero. Ma anche le
sorelle che ci sono state tramandate dai miti (le Arpie, le Moire, le Grazie,
le Gorgoni, Clitemnestra ed Elena, Antigone e Ismene) e quelle immortali della
letteratura, dalle piccole donne di Louisa May Alcott (e delle sue molte
riscritture) alle figlie di King Lear fino alle sorelle sagge di Angela Carter.
lunedì 31 luglio 2017
L' ultimo segreto di lady Diana. Il mistero del rapporto tra la principessa più amata e Madre Teresa di Luciano Regolo (San Paolo Edizioni)
Vent'anni fa moriva
sotto il tunnel de l'Alma Lady Diana. Su di lei è stato scritto e detto di
tutto, scavando in veri e presunti gossip del suo privato. Come un
interminabile feulleiton, sempre più piccante di puntata in puntata. Mai però
si è svelato il suo lato più intimo, la luce che ne ha guidato i passi,
portandola dalla collera e dalla paura in cui era precipitata dopo la rottura
con il principe Carlo alla serenità sincera con cui aveva abbracciato grandi
cause umanitarie come la battaglia anti-mine, il sostegno agli ammalati di
Aids, ai senzatetto, ai bambini orfani e ammalati. C'è un cammino segreto che
ha dato quiete alla sua anima in pena. Per la prima volta questo libro, con una
serie di testimonianze inedite, ricostruisce l'evoluzione interiore della
principessa, in cui giocarono un ruolo fondamentale alcun grandi incontri. Il
prologo fu quello con Giovanni Paolo II nel 1985, di cui disse agli amici «è
stato il momento più sacro della mia vita, finora»; poi irruppe nella sua vita
Madre Teresa. L'amicizia con la Santa di Calcutta, articolatasi ben oltre i
meeting immortalati dai reporter, la toccò nell'intimo. E la spinse a un'altra
visione della vita, quella che la portò a mettere del tutto al servizio dei
deboli e degli ultimi la sua enorme ribalta mediatica. Quella che la spinse
alla tenerezza e all'aiuto dei sofferenti anche lontano dai media. Come
raccontano i suoi amici più cari. Proprio per questo e non per i suoi scandali
la "candela" della sua leggenda non si è mai spenta e Althorp è
ancora meta di continui pellegrinaggi di persone che ne hanno amato e ne
ameranno sempre il cuore generoso. Seguendo la vera parabola esistenziale di
Lady D, si comprendono anche le enigmatiche parole che le dedicò circa un anno
dopo la sua morte la mistica Natuzza Evolo. Parole in linea con il messaggio di
santa Teresa di Calcutta, scomparsa pochi giorni dopo l'amica Diana: «I poveri
sono la nostra salvezza».
Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera di Roberto Venturini (SEM)
Luca ha 30 anni, è un
assistente universitario, corregge bozze e crede nell'amore, anche se le sue
relazioni non sono mai entusiasmanti. È cresciuto guardando Bim Bum Bam, va in
giro su una Fiat 500L del '71 e pensa che i quadri di Pollock siano il
risultato dello starnuto di un pittore sbronzo pestato a sangue davanti a una tela
bianca. Una sera conosce Silvia, con la quale fa subito sesso. Lei ostenta
disincanto e cinismo ma, in fondo, ha solo una paura tremenda: apparire
normale. Inaspettatamente, se la ritrova davanti all'università: Luca vorrebbe
riavvicinarla, ma Silvia non sembra interessata. All'esame, per vendicarsi le
rifila un 29, «il più insignificante tra i voti alti». Segue una specie di
aggressione da parte della ragazza, che culmina in uno scambio di baci. Così
inizia la loro storia, angosciante come le carni livide di Schiele o esplosiva
e policroma come i rapidi colpi di spatola di Monet. Ciclotimici sì, ma anche
meravigliosamente normali. Un viaggio divertito e dissacrante nelle
inquietudini di una generazione perduta tra aperitivi, mostre d'arte ed
etichette come "radical chic", "new normal",
"hygge" e "hipster". Una coppia che si tormenta e si
compiace di tormentarsi. Un amore che precipita nel vuoto cosmico di una
generazione disillusa, ma sempre molto ironica. E, in quel vuoto, risuona l'eco
dei miti del passato con cui si racconta.
venerdì 28 luglio 2017
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