Dall'autrice di Album
di famiglia l'ossessione contemporanea per il cibo in un perfetto menu narrativo.
Esistono sette tipi di fame che assediano l'uomo costantemente. Prima di tutto
c'è la fame che viene dagli occhi. Poi c'è la fame che arriva dal naso
attraverso i profumi. C'è la fame che entra dalle orecchie. C'è la fame della
bocca. C'è la fame della testa. C'è la fame dello stomaco. E infine c'è la fame
del cuore. Occhi, naso, orecchie, bocca, testa e persino cuore: la fame non
viene solo dallo stomaco. Lo sanno bene Nadine e Derek Ravendorp, proprietari
di un esclusivo centro per dimagrimento situato sulla costa olandese, che
cercano di evitare ai loro ospiti qualsiasi stimolo possa risvegliare il
desiderio di cibo. In un ambiente sofisticato e in cui nulla è lasciato al
caso, manager rampanti e imprenditori di successo combattono i chili superflui
a colpi di dieta ipocalorica e massacranti sessioni d'allenamento sotto la cura
attenta di Nadine. Nonostante i costi proibitivi la formula sembra funzionare:
i clienti non sono mai mancati e gli affari apparentemente vanno a meraviglia.
Fino a quando, nel corso di una sola settimana, una serie di imprevisti rischia
di far crollare il mondo patinato che i Ravendorp hanno costruito. Chi è il
senzatetto che Nadine ha accolto? E perché Derek è sempre più sfuggente? E come
farà Nadine a gestire la figlia anoressica di uno degli ospiti senza turbare il
delicato equilibrio del centro?
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giovedì 27 luglio 2017
L’Associazione Thorah e l'Associazione Gnosis presentano i due nuovi libri di Stefano Donno a Lecce
L’Associazione Thorah e l'Associazione Gnosis presso i
Giardini del Bar Astoria a Lecce (Piazza Italia – adiacente Porta San Biagio)
presenta il 27 luglio 2017 a partire dalle ore 19,30 in una prima regionale i
libri di Stefano Donno editi da I Quaderni del Bardo Edizioni dal titolo “Breve
commentario alla Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto” e “Appunti per una
fenomenologia dello spirito iniziatico”. Introduce la serata il Presidente
dell’Associazione Thorah Grazia Piscopo. Presentano l’autore il giornalista e
scrittore del paranormale Mario Contino e il giornalista Giuseppe Pascali. In
un momento di deriva e tensioni sociali il ruolo degli studi esoterici propone
ad intellettuali e studiosi di chiedersi qualcosa in più in maniera più
approfondita circa questioni fondamentali sul destio dell'umanità e delle
nostre comunità, forse con uno sguardo più acuto che vede oltre l'oscurità in
cui siamo immersi
Breve commentario alla Tavola Smeraldina di Ermete
Trismegisto a cura di Stefano Donno. Prefazione a cura di Enrica Perucchietti
(iQdB Edizioni di Stefano Donno)
«La maggior parte dei documenti su Ermete Trismegisto
sono di carattere oscuro, accessibili soltanto agli iniziati. […] Dietro il
vero iniziato c’è una persona che ha compiuto durissimi sforzi, che ha superato
prove di volontà e fatiche spirituali. L’esoterismo non è per niente l’avaro
occultamento di tesori materiali che sarebbero altrimenti alla portata di
chiunque. Chi davvero vuole questo tesoro, chi si eleva con tenace costanza
fino all’altezza alla quale lo attende a porte spalancate il Tempio della
Sapienza, solo costui può avere accesso al santuario». (Maria Szepes, Il Leone
Rosso)
Quando l’amico Stefano Donno mi ha chiamato per
chiedermi di scrivere la prefazione del presente saggio, stavo rileggendo, a
distanza di anni, Il Leone rosso, il romanzo esoterico di Maria Szepes.
Sincronicità volle che la sera stessa incappassi nella parte in cui Hans
ascolta, spiando di nascosto il maestro alchimista Rochard, un dialogo tra
questi e l’amico Bahr. Il dialogo in questione si concentra proprio sulla
Tavola Smeraldina e sull’interpretazione che da secoli gli iniziati cercano di
carpire alle sibilline parole della Tabula. Caso volle che avessi ripreso in
mano il libro dopo una conversazione avuta qualche giorno prima con un altro
amico: rileggendo le parole di Szepes su Ermete Trismegisto non potei che
sorridere e accettare di cuore di curare questa breve prefazione. Pungolata dalla
sincronicità, decisi anche che avrei inserito alcune citazioni del libro. Nel
passo citato, il medico e alchimista Rochard spiega allo scettico Bahr, che
verrà poco dopo guarito grazie al Lapis e finirà per credere ciecamente in quei
principii che negava e derideva, che «La rivelazione di Ermete Trismegisto
racchiude in sé allo stesso modo i segreti più profondi della creazione, quali
l’essenza delle forze che costituiscono i mondi trascendenti, le cosiddette
regioni astrali. Ma oltre a questo designa anche l’alchimia nel senso stretto
del termine, il cuore segreto dell’alchimia, la formula spirituale della
preparazione dell’Elisir di Vita». L’anziano iniziato prosegue sottolineando
come il fascino della Tabula non risieda soltanto nel suo contenuto, ma anche
nella struttura «perché nasconde in sé la prova il cui superamento digrossa lo
spirito, rendendolo maturo per accogliere la soluzione dell’enigma». Donno ci
spiega proprio come vadano interpretati il contenuto e la struttura della
Tabula, analizzando passo a passo i suoi corollari e offrendo una illuminante e
preziosa spiegazione che sarà certamente utile per l’iniziato quanto per colui
che si avvicini per la prima volta a questo genere di tematiche. Sullo sfondo
il suo leggendario autore, Ermete Trismegisto. (dalla prefazione di Enrica
Perucchietti)
Appunti per una fenomenologia dello spirito iniziatico
di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni) Fratellanza, conoscenza, coscienza
e iniziazione. Sono queste le parole chiave dell’ultima fatica dell’amico,
scrittore ed editore Stefano Donno. Il punto di partenza dell’opera è una breve
osservazione della situazione politica attuale che tocca ovviamente punti
delicati e controversi: «È veramente possibile che il processo di
autodistruzione della nostra civiltà sia veramente irreversibile e non ci sia
più nulla da fare?» si chiede l’autore. La risposta, che trovate tra le pagine
del libro, è un messaggio di forza e speranza che può fungere da esempio per
tutti. Non è il momento di fuggire, di retrocedere di fronte ai mali del mondo,
anzi, è proprio in questo momento che ci si deve fare forza e combattere,
portando la Luce nel mondo per condividerla con gli altri Fratelli e Sorelle.
(dalla prefazione di Enrica Perucchietti)
Stefano Donno (1975) si laureato nel 2005
in Filosofia presso l’Università degli Studi di Lecce. Nel febbraio 2013 ha
ricevuto una Laurea HC in Juridical Science presso la Moscow University Sancti
Nicolai. Ha pubblicato: Sturm and Pulp (Lecce, 1998); Edoardo De Candia,
considerazioni inattuali (Lecce, 1999); Se Hank avesse incontrato Anais (Lecce,
1999); Monologo (Copertino, 2001); Sliding Zone (Lecce, 2002); L’Altro
Novecento - giovane letteratura salentina dal 1992 al 2004 (San Cesario, 2004);
Ieratico Poietico (Nardò, 2008); Dermica per versi (Faloppio, 2009); Mendica
Historia (con Sandro Ciurlia, Lecce, 2010); Corpo Mistico (Roma, 2010);
Prezzario della rinomata casa del piacere (con Anna Chiriatti, Martignano,
2011); A Sud del Sud dei Santi a cura di Michelangelo Zizzi (Faloppio, 2013),
Nerocavo (Copertino, 2014); Breve Commentario alla tavola Smeraldina (Lecce,
2017).
iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del
Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107
Sannicola (LE)
mercoledì 26 luglio 2017
La storia di Mr Polly di Herbert George Wells. Prima traduzione integrale italiana Caterina Ciccotti. Prossimamente in libreria per Meridiano Zero
Scelto da Robert McCrum
(Observer, The Guardian, Faber & Faber) per occupare il 39° posto nella
lista dei 100 romanzi imperdibili di tutti i tempi (The Guardian), Mr Polly
racconta una storia attualissima, che spiega come rivoluzionare la propria esistenza.
Wells mette in campo una piccola parabola socialista in cui un uomo di mezza
età si libera di casa, lavoro e matrimonio per abbracciare uno stile di vita
che lo rende più felice. "Se il quoziente intellettivo medio della nostra
società fosse di poco superiore a quello di un povero idiota, la gente avrebbe
già dato fuoco a buon parte di Londra e di Chicago, tanto per fare un esempio,
e al posto di questi ammassi pestilenziali di putride proprietà private avrebbe
costruito città più sane e vivibili". (H.G. Wells La storia di Mr Polly)
Chi non ha mai pensato di dare fuoco alla
propria stanca esistenza e ricominciare da capo? Mr Polly, un piccolo
commerciante annoiato, fa conseguire i fatti a un pensiero fisso: incendia casa
e bottega, lascia la moglie e parte in cerca di una vita migliore. La sua
esistenza è come quella di tanti: determinata da scelte di circostanza. La
piccola rivoluzione insita in questa storia consiste nel liberarsi dalle scelte
di vita “capitate” e volere finalmente qualcosa. Ma cominciamo dall’inizio.
Elfrid Polly, fervido inventore di neologismi, “preferisce il lavoro alla
scuola” così decide di avviarsi all’apprendistato in un grande magazzino in cui
lavora (poco) e bighellona (molto) con alcuni compari. Le loro avventure
ricordano Tre uomini in barca: lo stesso spensierato umorismo dei tre giovani
“gentiluomini” di Jerome K.Jerome. Ecco però che il padre passa a miglior vita
e gli lascia una discreta somma. Dopo una vacanza in bicicletta da “uomo
libero”, la forte pressione sociale e famigliare ⎼ descritta con toni umoristici ⎼ lo convincono ad
avviare una piccola attività in riva al mare, nel piccolo, sonnacchioso
villaggio di Fishbourne. Facendo seguito a un ragionamento ad alta voce, chiede
la mano della cugina Miriam. Segni particolari: Miriam ride forte alle battute
di Elfrid ed è mostruosamente brava nelle faccende di casa. Mr Polly percepisce
il suo matrimonio come un incidente e la penna impeccabile di Wells ci regala
questa considerazione ricca di ironia:
"Doveva sposarsi
per volontà della società: quella stessa società che in tempi passati aveva
stabilito che altri poveri cristi dovessero essere condannati con sontuosi
cerimoniali, da propri simili severi quanto inesorabili, a essere annegati,
bruciati o impiccati". Stessa sensazione accompagna la sua attività di
“shop manager”, solo i libri lo salvano dal tedio di quella piccola bottega
fonte di ben poche soddisfazioni, anche pecuniarie... Matura così nel suo
cervello un’insopprimibile voglia di scappare da quella situazione. Sarà un
profetico e didattico brano di Marx a confermare che le piccole botteghe hanno
sempre contribuito all’indebitamento più che alla felicità dei propri gerenti e
Mr Polly (come Fantozzi con il ragionier Folagra) sarà illuminato da quelle
parole: questo brano segna un punto di svolta nella trama. È una sorta di
attualissimo consiglio ad entrare a far parte dell’intelletto collettivo a
discapito del proprio tornaconto individuale. È così che il protagonista matura
la decisione di farla finita con tutto, dare fuoco al negozio (e alla casa
sopra di esso) e tagliarsi contestualmente la gola. La decisione arriva
repentina, seguendo questa raffica di domande e un’unica risposta: "La sua
vita aveva mai avuto un inizio? Mai! Si sentiva come se la sua anima fosse
stata soffocata e i suoi occhi bendati fin dalla nascita. Perché aveva vissuto
in quel modo? Perché si era sempre piegato alle circostanze, perché aveva
preso tante cantonate? Perché non aveva mai insistito per ottenere le belle
cose che desiderava, non le aveva mai veramente cercate, non aveva mai lottato
per esse, mai rischiato la vita piuttosto che rinunciarvi? Quelle erano le cose
che contavano, non la sicurezza".
E da qui inizia la
seconda parte del romanzo e della vita di Elfrid Polly. L’incendio va in porto
e rischia di dar fuoco a mezza Fishbourne. Ma il suicidio no, e il tentativo di
salvare dalle fiamme la mamma del vicino –
scena divertentissima, quella del salvataggio della vecchia signora – lo
scagionano dal sospetto di essere l’artefice del fuoco. Da qui inizia il libero
e leggero vagabondaggio del nostro eroe atipico per il countryside inglese,
alla ricerca di un senso, della felicità, ovvero di quel che potrebbe
piacergli. Un donchisciottesco peregrinare tra ricordi e incontri fortunati, un’amicizia
a prima vista (molto più certa del coup de foudre) e zuffe furibonde che vedono
il nostro nei panni inediti del combattente per la propria serenità. Come va a
finire? Wells consiglia di mollare tutto e cambiare vita? Sì, eccome, e nella
semplicità di un tramonto con la nuova amica (battezzata la grassignora)
troverà le parole per descrivere la vita che gli calza a pennello: Sono stato
creato per amare tramonti e cose del genere. Un libro che fa riflettere
divertendo, un gioiellino dell’epoca edoardiana che solleva potenti
interrogativi esistenziali. Effetti collaterali: l’impulso fortissimo a
cambiare radicalmente quello che non va nella propria esistenza.
Herbert George Wells
(1866-1946) è stato uno scrittore britannico tra i più popolari della sua
epoca, tutt’oggi stimatissimo come uno degli iniziatori del genere letterario
fantascientifico. Di modesta condizione sociale, esercitò diversi mestieri tra
cui il commesso di bottega prima di vincere, a vent’anni, la borsa di studio
per la Normal School of Science di Londra. Il suo primo romanzo avveniristico
fu il capolavoro di fantascienza sociale La macchina del tempo (1895), cui
seguirono, con altrettanto successo, L’isola del dottor Moreau (1896), L’uomo
invisibile (1897) e La guerra dei mondi (1898). Di forte orientamento
socialista e militante, Wells entrò nel 1903 nella Fabian Society (come G.B.
Shaw) e scrisse articoli, saggi e romanzi di forte tensione verso gli ideali di
libertà e giustizia sociale. Il filone della sua prolifica produzione narrativa
stranamente meno noto in Italia è invece quello umoristico, di cui La storia di
Mr Polly (1910) rappresenta l’esemplare più riuscito. Dal romanzo sono stati
tratti l’omonima pellicola di Anthony Pellisier (1949), con il premio Oscar
John Mills nel ruolo di Polly, e tre serial televisivi prodotti dalla BBC
(1959, 1980, 2007).
martedì 25 luglio 2017
lunedì 24 luglio 2017
venerdì 21 luglio 2017
Divorziare con stile di Diego De Silva (Einaudi)
Ci sono personaggi che
continuano a camminarci in testa anche a libro chiuso, tanto vivi che sembra
d'incontrarli in giro. Vincenzo Malinconico è così, funziona per contagio.
Spara battute a mitraglia e ci costringe a pensare ridendo. «Le volte in cui mi
capita di avere ragione, sono sempre solo»
Mentre vive, Vincenzo
Malinconico cerca di capire come la pensa. Per questo discetta su tutto, benché
nessuno lo preghi di farlo. Abilissimo nell'analizzare i problemi ma incapace
di affrontarli, dotato di un'intelligenza inutile e di un umorismo autoimmune,
si abbandona alla divagazione filosofica illuminandoci nell'attimo in cui ci fa
saltare sulla sedia dal ridere. Malinconico, insomma, è la sua voce, che riduce
ogni avventura a un racconto infinito, ricco di battute fulminanti e di
digressioni pretestuose e sublimi. Puri gorgheggi dell'intelletto. Questa volta
Vincenzo e la sua voce sono alle prese con due ordini di eventi: il
risarcimento del naso di un suo quasi-zio, che in un pomeriggio piovoso è
andato a schiantarsi contro la porta a vetri di un tabaccaio; e la causa di
separazione di Veronica Starace Tarallo, sensualissima moglie del celebre (al
contrario di Malinconico) avvocato Ugo Maria Starace Tarallo, accusata di
tradimento virtuale commesso tramite messaggini, che Tarallo (cinico, ricco,
spregiudicato e cafone) vorrebbe liquidare con due spiccioli. La Guerra dei
Roses tra Veronica e Ugo coinvolgerà Vincenzo (appartenente da anni alla grande
famiglia dei divorziati) molto, molto piú del previsto. E una cena con i vecchi
compagni di scuola, quasi tutti divorziati, si trasformerà in uno psicodramma
collettivo assolutamente esilarante. Perché la vita è fatta anche di
separazioni ricorrenti, ma lo stile con cui ci separiamo dalle cose, il modo in
cui le lasciamo e riprendiamo a vivere, è - forse - la migliore occasione per
capire chi siamo. E non è detto che sia una bella scoperta.
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