In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei - As an Amazon Associate I earn from qualifying purchases
Cerca nel blog
mercoledì 22 marzo 2017
martedì 21 marzo 2017
Il minuto di silenzio. La storia del calcio attraverso i suoi eroi di Gigi Garanzini (Mondadori)
Gigi Garanzini, una
delle penne più nobili del giornalismo sportivo, costruisce con arte una storia
lirica del calcio mondiale. Un'impresa romantica, un libro scritto in stato di
grazia, lieve come un fiore posato sulla tomba di un eroe.
"Dove sono Mumo,
Lev, Helenio, George e Omar, l'abulico, l'atletico, il buffone, l'ubriacone, il
rissoso? Tutti, tutti, dormono sulla collina. I cinque aggettivi sono quelli
del secondo verso di Edgar Lee Masters. I personaggi, tolto Jascin che ci sta
dentro in pieno, sono invece adattati con un pizzico di disinvoltura perché
l'abulìa di Mumo Orsi era saltuaria assai, la buffonaggine del mago Herrera una
componente studiata e coltivata del suo carisma. Mentre i vizi di Best e il
caratteraccio di Sivori non ne hanno impedito l'ingresso nella galleria dei più
grandi. La collina su cui dormono è una Superga dell'anima. Il rimando a Spoon
River, deferente e inevitabile, spero non spudorato, si ferma qui. Questa è una
semplice passeggiata della memoria, coltivata negli anni e immaginata con un
centinaio di garofani rossi. La storia del calcio l'hanno scritta davvero in
tanti. Un fiore e un minuto di silenzio per ciascuno. Ma silenzio-silenzio,
senza che a funestarlo arrivi il bell'applauso di cui la società dello spettacolo
non sa più fare a meno. Un minuto. Due-tre nel caso dei personaggi più
straripanti: è quanto serve alla lettura di ciascuno dei ritratti. Per
ricambiare le emozioni che hanno regalato a generazioni di appassionati. E
insieme per riviverle, per continuare a tramandare le loro gesta, le imprese, e
perché no, le umane debolezze. Tutti, tutti, dormono dunque sulla collina del
football. Ragazzi come Meroni e Scirea, vecchie glorie come Di Stéfano e
Matthews, cantori come Brera e Galeano. Se il calcio è rimasto di gran lunga il
gioco più bello del mondo lo deve innanzitutto a loro: e ai tanti altri che è
stato emozionante scoprire o riscoprire. Quand'eran giovani e forti ci hanno
fatto battere il cuore."
lunedì 20 marzo 2017
venerdì 17 marzo 2017
Propizio è avere ove recarsi di Emmanuel Carrère. Traduttore: F. Bergamasco (Adelphi)
Una fondamentale via di
accesso al laboratorio dell'autore, e soprattutto un appassionante autoritratto
involontario. «Il fatto è che sino a pochi anni fa mi sembravano di una
imperdonabile e piatta volgarità la presenza invadente di Balzac nei suoi
libri, i suoi commenti, le sue opinioni su tutto - spesso bizzarre, qualche
volta idiote - e la sua petulante presunzione. Invece in questo momento (ma
l'ago della bilancia può ancora tornare a pendere dall'altra parte) trovo
piatti e - in un modo loro caratteristico, più velato e di conseguenza più
imperdonabile - volgari gli illustri scrittori di stretta obbedienza
flaubertiana, ossessionati dall'impersonalità e dalla perfezione formale di
libri che si reggonosolo sulla forza dello stile.».
«Propizio è avere ove
recarsi» è una delle risposte che fornisce, quando lo si interroga, l'I Ching,
l'antico libro oracolare cinese. Seguendo questa preziosa indicazione, Emmanuel
Carrère è partito innumerevoli volte, con una meta e uno scopo sempre diversi
(e non necessariamente scelti da lui): è andato nella Romania del dopo
Ceausescu sulle tracce del conte Dracula, nei tribunali della «Francia
profonda» a seguire processi per atroci delitti, nella Russia di Putin a
immergersi nell'infinito caos del postcomunismo, al Forum di Davos a
«chiacchierare» con i potenti della terra, nel Nord dello Stato di New York a
incontrare il fantomatico «uomo dei dadi» - imbattendosi non di rado in storie
e personaggi sorprendenti, e a volte sconvolgenti, che avrebbero offerto
materia a L'Avversario, Un romanzo russo, Limonov. Negli stessi anni faceva
anche altri viaggi, per così dire, attorno alla sua mente: inventando soggetti
di film che non avrebbe mai girato, riflettendo sul proprio modo di fare
letteratura, scoprendo libri folgoranti o rileggendone altri immensamente
amati. Questo, e molto altro, è ciò che troviamo nei testi qui raccolti, molto
diversi tra loro eppure legati da un tono riconoscibilissimo e peculiare - a
riprova di quanto Carrère ha sempre sostenuto, ossia che gli sembra vano
contrapporre letteratura e giornalismo, e quel che gli importa è scrivere un
reportage nello stesso modo in cui scrive i suoi libri: «alla prima persona,
menando il can per l'aia e raccontando le cose in maniera un po' sinuosa».
giovedì 16 marzo 2017
L'importanza di essere Lucio. Eros, magia & mistero ne L'Asino d'oro di Apuleio di Franco Pezzini (Per Odoya in libreria dal 31 marzo 2017)
L’Asino d’oro è l’unico
romanzo latino integralmente sopravvissuto, anche grazie all’intervento di
Boccaccio (che l’amava) e di Boiardo (che lo tradusse). Ma la definizione non è
certamente esaustiva: in primis perché allora la forma romanzo era poco frequentata
(per esempio non esiste un termine unico né in greco né in latino) e in
secundis perché il famoso testo di Apuleio ha una duplice natura. Da un lato
fiaba milesia, ovvero racconto leggero dedicato a chi si vuol divertire, come
lo stesso istrionico narratore dichiara in apertura, mentre dall’altro è
infarcito di simboli e dedicato agli appassionati del culto di Iside e Osiride.
Franco Pezzini, brillante interprete dell’immaginario gotico e fantastico (per
Odoya ha pubblicato Victoriana. Maschere e miti, demoni e dèi dell’età
vittoriana) ci conduce per mano all’interno della gustosa e misteriosa opera di
Apuleio. Una rilettura di questo grande classico in versione pop, affrontabile
da tutti, ma che non deluderà l’antichista scafato, completa di box di approfondimento
(per esempio Pinocchio L’Asino d’oro o
Streghe e sesso), di immagini evocative e bozzetti disegnati dall'autore. Il
"romanzo" si presta a questa operazione (il prossimo libro di questa
sotto-collana, sempre a firma del Pezzini sarà sul Satyricon di Petronio
Arbitro), perché è “una storia che si è tentati di collocare tra Fellini e
David Lynch, tessuta d’ironia e orrore onirico, avventura, raffinato erotismo,
fantasie disturbanti; una storia dal sentore – ha detto Flaubert d’incenso e di orina, dove un labirinto di
vicende buffe o paurose, bizzarre o imbarazzanti finisce col condurre a uno
strano finale di rinnovamento interiore”.
La prerogativa del protagonista (che conserva qualche caratteristica
autobiografica di Apuleio) è la curiosità, vero e proprio motore della
vicenda. A causa di questo sentimento
“troppo umano” si addentra nella temibile Tessaglia, terra di streghe. La
cosiddetta “terra delle madri” lo accoglie con una serie di vicende che lo
avvicineranno vieppiù alle pratiche magiche e misteriche. Situazioni oniriche e
(auto) illusioni culleranno il curioso Lucio verso un destino quasi
ineluttabile. Quando la servetta con cui ha una tresca gli farà finalmente
sbirciare la focosa padrona Panfile trasformarsi in gufo, grazie a un unguento
spalmato “dalla punta dei piedi fino alla cima dei capelli”, il desiderio del
protagonista sarà quello di eguagliare la prodezza della strega, venendo così
trasformato in asino. Se questo “oggetto letterario non identificato” (per
dirla, come fa Pezzini, con i Wu Ming) non ci è giunto con il suo titolo
originario (peraltro come parte di un’opera che comprendeva anche altro) è
probabilmente per non confonderlo con l’omonimo di Ovidio: L’Asino d’oro è
Metamorphoseon libri XI. E di
cambiamenti ce ne saranno svariati nel corso della trama. Infatti il povero
ciuco verrà messo a dura prova dalla Fortuna, che lo allontanerà da quelle rose
che, se mangiate, lo farebbero tornare umano. Tramite vicende definibili “pulp”
la Dea (Iside) concederà a Lucio non solo di tornare umano, ma anche la vera e
propria iniziazione al culto. Il cuore della vicenda è infatti una pletora di
situazioni di sesso e violenza. Lo sventurato avrà addirittura a che fare con
un fantasma e una nobildonna si congiungerà avidamente con il protagonista
asinificato, scena poi prontamente ripresa da Milo Manara in uno dei suoi
famosi albi. Si noti inoltre che l’opera va riscoperta anche per una serie
“racconti nel racconto” imperdibili, nei quali troveremo sia un personaggio che
porta il nome di Socrate che la più compiuta formulazione della favola di Amore
e Psiche. Per finire Pezzini dipana la matasse del divino e del culto
(sincretico) di Iside e Osiride tanto cari all’autore. Se Lucio non è Apuleio,
è pur vero che l’autore fu processato nel 158 d.C. per magia e l’altro
importantissimo testo che ci è giunto è proprio quell’arringa difensiva che ha
alcune eco nella sua opera successiva. La fama di Apuleio (che proveniva da
Madaura, odierna Algeria) passa anche per il culto di Iside e Osiride sul quale
sappiamo tenesse partecipate conferenze. Questo e molto altro ci regala la
lettura dell’ottimo libro di Franco Pezzini, alla fine del quale potrete dire,
senza paura di mentire di “sentirvi cambiati”.
Franco Pezzini è
studioso dei rapporti tra letteratura, cinema e antropologia, con particolare
attenzione agli aspetti mitico-religiosi e al fantastico. Tra i fondatori della
rivista L’Opera al Rosso, è membro del Coordinamento di Redazione de L’Indice
dei libri e della redazione di Carmillaonline. Collabora alle pagine culturali
di Avvenire e alla rivista online LN.librinuovi.net. Tra i numerosi saggi
pubblicati: con Arianna Conti, Le vampire. Crimini e misfatti delle
succhiasangue da Carmilla a Van Helsing (Castelvecchi 2005); con Angelica
Tintori, The Dark Screen. Il mito di Dracula sul grande e piccolo schermo
(Gargoyle Books 2008) e Peter & Chris. I Dioscuri della notte (Gargoyle
Books 2010); oltre a saggi e articoli in antologie e riviste di vario genere. È
animatore della Libera Università dell’Immaginario, con cui tiene da anni corsi
monografici. Per Odoya ha già pubblicato: Victoriana. Maschere e miti, demoni e
dèi del mondo vittoriano (2016).
mercoledì 15 marzo 2017
Strategia dell’addio di LiberAria Edizioni. A fine marzo 2017 in libreria
“Le parole di Elena
Mearini sprigionano un’energia smagliante e guerriera. La sua non è mai
contemplazione del mondo: è sempre combattimento.” (Raul Montanari)
Arriva nelle librerie
italiane la nuova raccolta di poesie di Elena MeariniStrategia dell’addio,
pubblicata per la collana Penne della case editrice barese LiberAria. Strategia
dell’addio è la storia poetica di un amore e di un abbandono raccontato in
versi, dalla solitudine all’incontro, dalla crisi fino al superamento del
dolore. Le poesie di Elena Mearini somigliano a dei brevi haiku, didascalie del
quotidiano scandagliate da un occhio acuto e da una penna affilata. Ciò che
colpisce è la naturale scioltezza degli enunciati che compongono la parabola di
un amore infelice. La Mearini utilizza un linguaggio volutamente scarno, ma
ricco di sensibilità e ironia, influenzato dalla prosa contemporanea e asciutta
della Dickinson e della Szymborska, rendendolo di volta in volta strumento
d’indagine, espressione di dolore, lotta indomita contro la sofferenza, sorriso
con cui guardare a un addio. Contraltare a questo canto intimo e struggente, i
disegni dell’illustratrice ClaraPatella, il cui tratto netto, aperto, minimale
madotato di delicatezza e profondità, donano risalto alla scrittura poetica,
aiutando il lettorea trovare la propria Strategia dell’addio.
Elena Mearini È nata
nel 1978 e vive a Milano. Ha pubblicato i romanzi 360 gradi di rabbia,
Excelsior 1881, Premiogiovani lettori “Gaia di Manici-Proietti” nell’ambito
della rassegna“Umbria Libri”; Undicesimo comandamento, Perdisa pop,
PremioSpeciale UNICAM- Università di Camerino, terzo classificato al Concorso Nazionale
di Narrativa “ Maria Teresa di Lascia” e Premio giovanilettori “Gaia di
Manici-Proietti” nell’ambito della rassegna “UmbriaLibri”; A testa in giù,
Morellini editore;Bianca da morire, Cairo editore, Premio“Lago Gerundo” per la
narrativa.Firma due raccolte di poesie: Dilemma di una bottiglia, Forme Libere
editore e Persilenzio e voce, Marco Saya editore.
Iscriviti a:
Post (Atom)
I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà
Cerca nel blog
-
E’ accaduto già con un altro caso letterario: il “Necronomicon” di Howard P. Lovecraft. Il dibattito ancora oggi tutt’altro che conclu...
-
Di cosa siamo veramente responsabili? Qual è il margine di libertà delle nostre azioni, anche di quelle che crediamo dipenda...
-
Il movimento MODERATI 2.0 PER LE LIBERTA’ trae le sue origini dalla rete e si riallaccia al movimento politico internazionale pirata...