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mercoledì 26 ottobre 2016

VI Convegno Ufologico Interregionale CUN Puglia e Basilicata (sabato 29 ottobre 2016)














Un ormai importante e consueto appuntamento si svolgerà a Lecce il 29 ottobre 2016: il VI Convegno Ufologico Interregionale per la Puglia e la Basilicata del Centro Ufologico Nazionale (CUN), con il patrocinio della Provincia di Lecce e la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura, Beni Culturali, Turismo, Spettacolo della Città di Lecce.
L’evento, che, oltre ad essere libero e gratuito, in materia di corretta informazione ufologica ormai assume la veste piu’ autorevole e significativa dell’intero Mezzogiorno continentale, è oramai giunto alla sua SESTA edizione, dal titolo UFO: UN FENOMENO SFUGGENTE E COMPLESSO . I lavori si terranno dalle ore 10,00 alle ore 13,00  e dalle ore 16,00 alle ore 20,00 presso la Sala “Open Space – Lecce Giovani”del Comune di Lecce, a Palazzo Carafa in Piazza S.Oronzo. Si fa inoltre presente che nella medesima location l’anno scorso, il 17 ottobre 2015,l si è tenuta con successo per la prima volta a Lecce la quinta edizione del convegno, della quale la presente puo’ ben definirsi la prosecuzione. Molto ricco e qualificato l’elenco degli intervenuti.  Avremo il Consigliere Nazionale e Coordinatore Scientifico del CUN Massimo Angelucci, il Coordinatore Regionale del CUN Puglia Mauro Panzera, il Coordinatore Regionale del CUN Basilicata Giovanni Nicoletti, il Responsabile Provinciale di Bari del CUN Gaetano Anaclerio,  il Responsabile per i rapporti con i mass-media del CUN Puglia Gianvito Magista’ , il Socio del CUN Puglia Antonio De Comite . Abbiamo poi gli esterni, come la famosa scrittrice torinese Enrica Perucchietti, lo scrittore salentino di fantascienza Alessandro Stajano e l’esperto di Tradizione e simbologia sacra ed ermetica Teodoro Brescia. Vi sarà inoltre una rappresentanza della Libera Università Italiana degli Studi Esoterici “Achille D’Angelo – Giacomo Catinella” di Lecce, nelle persone del Preside Valentino Zanzarella e del Vice Preside Stefano Donno. Il CUN sara’ assistito, come l’anno scorso, dall’imprenditrice Mary D’Errico per gli aspetti organizzativi e logistici, e dalla Dott.a Chrys Del Mundo per l’assistenza informatica. Alla fine del convegno vi sara’ un dibattito con il pubblico. L’attività del CUN dal 1965 si fonda su uno studio serio e scientifico del fenomeno ufologico. Il Segretario Generale Roberto Pinotti, maggiore ufologo italiano ed uno dei massimi a livello mondiale, ha pubblicato una quarantina di libri e coordinato ben ventiquattro edizioni del Simposio Mondiale di S.Marino sugli oggetti volanti non identificati ed i fenomeni connessi, deponendo nel 2013 a Washington D.C.  quale esperto di fronte ad ex Membri del Congresso USA. L’attuale Presidente del CUN è Vladimiro Bibolotti.
Ulteriori informazioni sul nostro convegno possono essere acquisite dai siti Internet del CUN nazionale www.centroufologiconazionale.net  e appulo-lucano www.cunpugliabasilicata.it, oltre che dalla pagina Facebook https://www.facebook.com/pages/CUN-PugliaBasilicata-Centro-Ufologico-Nazionale/118685171539717.
Si puo’ inoltre far riferimento ai seguenti contatti:  Coordinatore Regionale del CUN Puglia Dott. Mauro Panzera (Piazzetta Raimondello Orsini n.1 Lecce 73100 tel.0832-306457), Responsabile Provinciale del CUN Bari Avv. Gaetano Anaclerio (Via Foscolo n.35 Bari Carbonara 70012 tel.080-5652024 cell. 339-7535568) e Coordinatore Regionale del CUN Basilicata Dott. Giovanni Nicoletti (Via Saragat n.3 Matera 75100  tel.0835-388361  cell. 338-3096671).

Futuro anteriore di Martin Amis (Einaudi)



Le ragazze sono disponibili, le coppie aperte, le scorte di alcolici più che abbondanti e la varietà di sostanze stupefacenti sconfinata, ma il ludico libertinaggio di questa gioventù dorata di metà anni Settanta esplode all'arrivo di un ospite imprevisto, il misterioso «Johnny», ignoto buontempone i cui scherzi di pessimo gusto trascinano le trasgressioni psichedeliche degli Appleseeder in un vortice autodistruttivo che tutto travolge e tutto sprofonda. Venerdí mattina. Ad Appleseed Rectory, elegante villa suburbana, «luogo di contorni instabili e spazi implosi», tutto è pronto per un fine settimana di ordinaria trasgressione. I padroni di casa - Quentin e Celia Villiers - e i loro quattro amici si preparano a bere, consumare droghe e fare sesso per tre giorni di fila senza alcuna preoccupazione al mondo. O almeno, cosí dovrebbe essere. Per la verità qualche preoccupazione ce l'hanno. Diana è in ansia perché il fidanzato Andy ha problemi di erezione, Giles è ossessionato da un incubo ricorrente in cui perde tutti i denti, Keith, molto basso, molto grasso e molto brutto, dubita che gli sarà permesso di partecipare a pieno titolo all'orgia imminente. E poi sono in arrivo gli americani - Marvell, Skip e Roxeanne - che, oltre a «fare delle cose tutt'e tre insieme», recano in dono una quantità inusitata di droghe, «droghe che ti rendono euforico, triste, arrapato, violento, lucido, tenero», droghe che promettono di «fare col cervello quello che facciamo col corpo». E infine Lucy, Lucy Littlejohn, che tutti si sono scopati (tutti tranne Keith, cioè) e tutti intendono scoparsi. Fra test lisergici e picnic alcolici, puntate in città e «Gesti concettualisti», malumori improvvisi e sperimentazioni sessuali che tendono a concludersi con un nulla di fatto, il fine settimana vira, contro le migliori intenzioni, sempre piú al nero. Anche perché gli Appleseeder cominciano a essere vittime dei sinistri scherzi di «Johnny», che colpiscono ognuno degli ospiti là dove è piú vulnerabile. Col trascorrere delle ore, i gesti di violenza compiuti e subiti si fanno sempre piú truci, fino a scaricarsi in un parossismo finale su quella che fin dal principio era la vittima predestinata, il povero, piccolo Keith. In questo che è il suo secondo romanzo, Martin Amis, che non si è mai tirato indietro di fronte a una sfida, inaugura la sua lunga e fortunata carriera di sfatatore di miti e violatore del galateo letterario, concentrando questa volta la sua caustica lente d'ingrandimento sulla presunta liberazione seguita alla rivoluzione sessuale degli anni Sessanta, e calandola in un inestricabile, originalissimo miscuglio di comicità e tristezza, sarcasmo e compassione.

Poesie di Aleksandr Blok (SE)
























"Nel licenziare questa nuova edizione del mio Blok, non ho voluto aggiungere o mutare qualcosa nella versione e nello studio che la accompagna. Non avrei del resto mutato, ma tutt'al più dilatato le immagini critiche, i moods e le intuizioni che ispirarono il saggio. Alcuni spunti della mia "blokiana" mi si sono fatti con gli anni più limpidi e più ossessivi. Sempre più mi appassiona, ad esempio, il legame tra le invenzioni del poeta pietroburghese e i motivi dell'Art Nouveau. È chiaro che dal repertorio di quella corrente provengono le figure di donne, gli strascichi, le vesti-comete, le assidue sinuosità e i ghirigori, la struttura in cerchio di molte liriche, una certa Fläcbenbetonung, il vegetalismo che genera violette notturne, i rimandi gotici, gli entrelacs delle tempeste di neve. Ma in Blok, tragico tenore dell'epoca, secondo la definizione di Ol'ga Fors, l'Art Nouveau non è mai virtuosistico ornarnentalismo. Esso traligna in fragori di baraccone, in torve smorfie palustri, in climi strindberghiani di vita-inferno, in arlecchinate crudeli, che si fanno gabbo di ogni cerea e sonnambula misticheria. La poesia di Blok sempre più ci appare come un dramma in due tempi, il dramma della vana attesa di aurore da icona..." (Dalla Nota della curatrice)

martedì 25 ottobre 2016

iQdB Edizioni di Stefano Donno

iQdB Edizioni di Stefano Donno

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

ARCADIA

ARCADIA

Cobie Smulders Had A Broken Leg And Didn’t Know It - CONAN on TBS

L' epilogo della tempesta. Poesie 1990-1998 e altri versi inediti di Zbigniew Herbert (Adelphi)



La memoria come vicinanza al passato e alla tradizione, l'azione corrosiva del tempo, il viaggio come fonte di ispirazione, ma anche la stoica accettazione della sofferenza fisica e psicologica. «Il modernismo di Herbert è in realtà, come ha detto un critico molto acuto, un modernismo senza acrobazie sperimentali. Il suo idioma è plasmato dalla necessità, dall'estetismo giunto alla soprassaturazione nei suoi immediati predecessori e contemporanei di altre parti del mondo. Nei suoi versi la propulsione non viene dalla stravaganza o dalla ricerca di nuovi mezzi di seduzione, ma dalla logica immanente dell'assurdo e del disincanto, dal suo coraggio mentale assolutamente unico. Il suo è un verso quanto mai condensato ma straordinariamente limpido, il cui stesso tessuto è a un tempo la prova della - e una ricetta per la - sopravvivenza dell'integrità umana. Per dirla in modo diverso, le virtù di questa poesia sono proporzionali alla misura della pressione fisica e mentale cui un individuo è sottoposto dalla realtà moderna.» - Iosif Brodskij
«Scrivevo poesie serie, tragiche» ha detto nel 1991 Zbigniew Herbert in un'intervista, paradossalmente deplorando l'abolizione della censura seguita alla caduta del Muro. «Adesso scrivo sul mio corpo, sulla malattia, sulla perdita del pudore». In questa nuova atmosfera lirica, infatti, il poeta i cui versi Iosif Brodskij aveva definito come «una nitida figura geometrica ... incuneata a forza nella gelatina della mia materia cerebrale» (versi, aggiungeva, che il lettore si ritrova «marchiati a fuoco nella mente con la loro glaciale lucidità») – ebbene, quello stesso poeta che era stato così discreto, così poco incline a parlare di sé, lascia spazio alle confessioni intime di un io che abita ormai «sull'orlo del nulla» e ci consegna una sorta di testamento spirituale. Rimane, certo, il suo tono, quella «miscela di ironia, disperazione ed equilibrio» che già incantava Brodskij; e rimangono i temi che sempre sono stati al centro della sua ricerca espressiva: la memoria come vicinanza al passato e alla tradizione, l'azione corrosiva del tempo, il viaggio come fonte di ispirazione: ma accanto a questi c'è ora la stoica accettazione della sofferenza fisica e psicologica, accompagnata dalla gratitudine (così si legge nelle estreme composizioni di Breviario) per tutta «questa cianfrusaglia della vita» (e soprattutto, scrive, «per le pasticche di sonnifero dai melodiosi nomi di ninfe romane») – una vita che si lascia, tuttavia, con il «cuore pieno di rimpianto».

Il coraggio di essere liberi di Vito Mancuso (Garzanti Libri)



Esiste veramente la libertà? E, se esiste, dov’è? Com’è? Come definirla? Se invece non esiste, perché tutti ne parlano, la ricercano, la pretendono? «Siamo al mondo per diventare liberi.»
In questo libro, Vito Mancuso affronta la questione in modo concreto, interrogandosi non tanto sulla libertà come concetto, quanto sull’essere liberi come condizione dell’esistenza reale. La domanda più importante qui non è: «Esiste la libertà?», quanto piuttosto: «Tu ti ritieni libero? E se non ti ritieni tale, lo vuoi diventare? Hai, vuoi avere, il coraggio di essere libero?». Per essere liberi, infatti, ci vuole coraggio. Guardando al mondo e agli esseri umani, quello che appare è uno sterminato palcoscenico su cui tutti si esibiscono indossando le diverse maschere imposte dall’esistenza, ma ognuno di noi, soprattutto in quei momenti in cui è solo con se stesso, sperimenta anche l’acuta sensazione di essere qualcosa di assolutamente differente e separato da tutto il resto, qualcosa di unico. La scintilla della libertà nasce da questa consapevolezza, per sostenere la quale è necessario però il coraggio: il coraggio di sottrarsi al pensiero dominante e scoprire nuovi valori in cui credere; il coraggio di scrollarsi di dosso le convenzioni che ci soffocano e costruire un rapporto autentico con gli altri e con se stessi; il coraggio di essere liberi per diventare veramente chi siamo.

lunedì 24 ottobre 2016

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

ARCADIA

ARCADIA

Leonard Cohen - You Want It Darker (Lyric)

Charles Darwin. Ma siamo scimmie da parte di padre o di madre? di Dario Fo (Chiarelettere)



















Una favola vera, di più di duecento anni fa, attualissima. “Ho voluto raccontare la storia delle scoperte che il più grande scienziato ha assicurato al mondo intero. Perché? Perché siamo ignoranti, in troppi non sappiamo da dove veniamo e perché.” (Dario Fo)
“Quando mi trovo davanti a ogni realtà conclamata mi sorge sempre il dubbio che la verità sia un’altra.” - Charles Darwin
Non finisce mai la voglia di Dario Fo di confrontarsi con il sapere e la storia per capire meglio l’uomo e il suo mondo. In questo caso per capire da dove veniamo e superare tutti i pregiudizi che abbiamo in testa, dettati dall’ignoranza. Ecco una risposta semplice, documentata e divertita a chi ancora oggi sostiene il creazionismo in polemica con Darwin e la teoria dell’evoluzione. Vale la pena leggere queste pagine su un grande scienziato e viaggiatore instancabile, che dedicò la sua vita a scoprire come è fatto il mondo in cui viviamo e perché siamo così. Anni passati in mare e in terre lontane a raccogliere conchiglie, coleotteri, crostacei, a studiare la vita degli insetti (soprattutto le formiche e la loro incredibile capacità organizzativa) e in genere di tutti gli animali considerati come nostri fratelli. Da lì noi veniamo, come possiamo maltrattarli? Strano: un teologo che diventa scienziato confutando le teorie deterministe della Bibbia, che dimostra che noi tutti siamo discendenti dello stesso ominide, siamo tutti uguali, e per questo combatte la tratta degli schiavi. Era troppo allora (subì attacchi violentissimi non solo dalla Chiesa) ma anche adesso Darwin dà fastidio e la sua teoria è contrastata, soprattutto in certi ambienti scolastici.

Per LietoColle esce A. di Mario Santagostini

























Una dedicazione, la nuova raccolta di Mario Santagostini: "A.". La persona cui è dedicato il volume appare nelle note. Ma l’offerta poetica è di valenza universale e coinvolge tutti noi. Disincantato, fortemente realistico, il poeta non disperde energia in lirismi vacui e incide, con la penna-bisturi, il malessere esistenziale attraverso l’agitazione nelle vespe, farfalle rintronate o malriuscite, gerani che non reagiscono, case svuotate. E se il corpo parla, ci racconta inevitabilmente del momento più inutile della materia. Nonostante la consapevolezza della precarietà dell’esistenza umana, la certezza del non ritorno, affiora un Dio, o una seconda vita, e il dubbio se sia così importante avere un corpo.

Le mie tre vite di Massimo Boldi (Piemme)


MILLE PERSONAGGI NELLA FINZIONE.  TRE VITE NELLA REALTÀ.  E NEL CORSO DEGLI ANNI LA FINE DI UNA VITA HA SEGNATO L’INIZIO  DELL’ALTRA... La perdita del padre a diciotto anni ha segnato la sua prima vita. La scomparsa della moglie, che gli fu accanto per trent’anni, la fine della seconda. Ora vive la sua “terza vita” e ha una voglia matta di raccontare a tutti dove si trova la forza per ripartire sempre. È una confessione a cuore aperto, un viaggio intimo e personale, che il grande comico milanese ha scelto di fare in compagnia della figlia più giovane, Marta. Si viene così trascinati dentro una girandola variopinta di incontri, di successi, di episodi esilaranti legati alla carriera, ma soprattutto di ricordi affettuosi, di battaglie vinte, come quella sulla balbuzie, di gioie e dolori familiari. È un’esistenza narrata attraverso passaggi cruciali, da cui stilla una preziosa eredità di saggezza, un tesoro di insegnamenti per affrontare con ironia, leggerezza e abbandono le prove del quotidiano: «Tutto quello che mi è accaduto è stato un miracolo, un sogno diventato realtà. Perché un giorno si può ridere. Un altro si può piangere. Ma tutti i giorni bisogna ricominciare».

Massimo Boldi, classe 1945. Cinquant’anni di carriera. È uno dei più amati comici italiani. Dopo i primi passi al Derby, il famoso cabaret milanese, raggiunge la popolarità in televisione con gli indimenticabili A tutto gag e Drive In. Il successo cinematografico lo ha consacrato protagonista della commedia italiana in film campioni d’incasso che hanno sbancato al botteghino. Oggi ha una sua casa di produzione: la Mari Film.

Martedì 25 ottobre, ore 18.30 presso la libreria Rizzoli in galleria Vittorio Emanuele II, Milano,  Massimo Boldi presenta il suo nuovo libro con Aldo Grasso
 

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