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giovedì 21 luglio 2016
mercoledì 20 luglio 2016
martedì 19 luglio 2016
lunedì 18 luglio 2016
sabato 16 luglio 2016
Guida alla Letteratura Esoterica a cura di Claudio Asciuti (Odoya)
Il termine
“esoterismo”, nel linguaggio comune, è omnicomprensivo, raccogliendo dentro di
sé qualsiasi concetto che spazi dal paranormale all’astrologia, dallo
spiritismo alle dottrine orientali, non senza un significato traslato che si
riferisce a qualcosa di incomprensibile. Quella esoterica è una letteratura che
non ha un genere, ma che attraversa tutti i generi, accomunando scrittori di
fama come William Somerset Maugham, Jorge Luis Borges, Dion Fortune, Honoré de
Balzac e Novalis. I suoi ambienti sono le società segrete come i Rosa+Croce e
la Golden Dawn, la Società Teosofica e i laboratori alchimistici, i mondi
sotterranei e le grandi capitali. I suoi temi vanno dalla Qabbalàh ebraica ai
Mondi ipogei, dall’Androgine alla lotta fra magia bianca e nera e alle
evocazioni del diavolo. Una guida unica che racconta le vite di maghi come
Aleister Crowley e alchimisti leggendari come Nicolas Flamel; che analizza
tanto i grimori medievali e rinascimentali che vengono utilizzati dai
protagonisti, quanto i romanzi odierni e gli pseudobiblici come il celebre
Necronomicon. L’arte della letteratura esoterica è quella antica dell’Alchimia
e della ricerca della Pietra Filosofale, dei rituali della magia cerimoniale e
delle tecniche del corpo, ma anche quella che si nasconde nei regimi del XX
secolo e nei partiti che li generarono, e i cui capi spesso ebbero una più o
meno nascosta predilezione per l’occulto. La prima guida a fornire le
coordinate storiche di dottrine come l'Alchimia, l’Esoterismo cristiano, la
Teosofia, la Massoneria, i Rosa+Croce, seguendone le ricadute letterarie con i
suoi scrittori: da Apuleio a Dion Fortune, da Honoré de Balzac a Novalis, da
Dante Alighieri a Luigi Pirandello, da Gabriele d’Annunzio a Vincenzo
Consolo...
Claudio Asciuti è nato
nel 1956. Vive e lavora a Genova come insegnante. Da decenni si occupa di
fantastico; ha pubblicato racconti e romanzi, ultimi dei quali La valle
dell’eclisse (Urania Mondadori, 2010) e Dolce autunno a Morutri (Tabula Fati,
2014). Nel settore della saggistica ha collaborato alla Guida alla letteratura
di fantascienza (Odoya, 2013) a cura di Carlo Bordoni. Ha curato le antologie
Solo un Dio ci può salvare (Tabula Fati, 2015) e FantaLigustico (Liberodiscrivere,
2015).
venerdì 15 luglio 2016
giovedì 14 luglio 2016
mercoledì 13 luglio 2016
“The Doors” – The Doors in direzione del prossimo whiskey bar di Giuseppe Calogiuri (iQdB Edizioni di Stefano Donno) all’Ammirato Culture House di Lecce
“The Doors” – The Doors
in direzione del prossimo whiskey bar di Giuseppe Calogiuri. Con prefazione di
Daniele De Luca (Unisalento) (iQdB Edizioni di Stefano Donno) si presenta
all’Ammirato Culture House in via di Pettorano 3 a Lecce il 18 luglio 2016 alle
ore 21,00. Interverranno insieme all’autore, il Prof. Daniele De Luca, lo
scrittore e giornalista Osvaldo Piliego e l’editore Stefano Donno.
“Ci vuole coraggio. Sì, ci vuole molto
coraggio nel chiedermi di scrivere una prefazione a un libro su di una band
degli anni '60. Perché, anche a voi che leggete, qual è il primo pensiero che
vi viene in mente? Sicuramente uno di quegli insopportabili gruppi frikkettoni,
hippie, pacifisti, lenti e insulsi sul modello di Mamas&Papas o Jefferson
Airplane (ne sono certo). Per fortuna, anche in quegli anni terribili dal punto
di vista musicale qualche luce affiorava nel buio. E, forse, una luce più di
tutte, quella di The Doors! Ed è di questa luce che questo libro vi parla.
Meglio, ve la racconta. E Giuseppe Calogiuri, conoscendo questa mia debolezza,
ha saputo trovare lo strumento e il coraggio giusto. Ma, forse, è necessario andare
per ordine... Il 4 gennaio 1967 The Doors pubblicano il loro primo album
omonimo. Non siamo in un anno qualsiasi, quel 1967 segnerà la storia degli
Stati Uniti, prima, e dell'intero mondo occidentale, poi. Già da qualche anno
le forze armate di Washington combattono lontano da casa una guerra non
ufficiale. Dall'inizio del suo mandato presidenziale, il “progressista” John F.
Kennedy ha cominciato a prendere i ragazzi del suo paese per scaraventarli
dall'altra parte del mondo. The Golden One (citando The Human League), figlio
di una famiglia arricchitasi spropositatamente grazie al commercio illegale di
alcol, ha precipitato gli Stati Uniti nel fango del Vietnam. Il suo successore,
Lyndon B. Johnson, ha continuato il lavoro. Anzi, lo ha portato alle estreme
conseguenze. Il 7 agosto 1964, il Congresso americano – approvando la H.J. Res.
1145 (conosciuta come la “Risoluzione del Tonchino”) – ha consegnato al
Presidente un assegno in bianco per portare le truppe ovunque ritenesse
necessario. È l'inizio della presidenza imperiale. E' anche l'inizio, in
pratica, della coscrizione obbligatoria per i giovani americani. Quella carne
fresca serve. È indispensabile per combattere nelle paludi e nelle giungle del
sud-est asiatico. Nel 1968, saranno ben 500.000 i soldati impiegati in Vietnam
(con infiltrazioni anche in Cambogia e Laos per inseguire i charlie). In questo
clima, le Università sono le istituzioni che, più di altre, risentono della
guerra. I ragazzi che “vincono” alla perfida lotteria della coscrizione hanno
solo tre scelte: 1) accettare l'arruolamento; 2) scappare, magari in Canada
(come Jack Nicholson); oppure 3) scegliere la strada dell'obiezione di
coscienza. La terza è una scelta difficile, ti mette fuori dalla società e, per
questo, ci vuole un coraggio enorme. Un campione sportivo all'apice della
carriera rifiuterà più volte l'arruolamento e il 20 giugno del 1967 sarà
giudicato colpevole di tradimento. Quell'uomo era Muhammad Ali! Una nuova
strada doveva essere trovata. E qui la musica sarà fondamentale come mezzo di
aggregazione per tutti coloro i quali volevano fare qualcosa. Il 1967 regalerà
alla costa occidentale degli Stati Uniti la Summer of Love e al Vecchio
Continente la spinta alla rivolta studentesca, che in Europa inizierà nel
maggio dell'anno dopo. La scintilla partita dall'Università di Berkeley, in
California, diventerà fiamma viva in altri atenei, per trasformarsi in incendio
a Parigi. Il Monterey Pop Festival del giugno 1967 sarà il pretesto che
permetterà agli studenti di unirsi, confrontarsi e cogliere tutti i segnali che
artisti come Jimi Hendrix o The Who sputavano dal palco. Segnali che, in un
modo o in un altro, volevano dire rabbia. Beh, The Doors sono figli e, insieme,
strumento di quella rabbia e di quella società americana che è confusa e
terrorizzata dai suoi stessi leader. Una società che ha visto cadere i propri
miti politici con l'assassinio di Kennedy, o quelli sportivi, con l'arresto di
Ali, e che vede, continuamente, partire i propri ragazzi verso luoghi lontani e
impronunziabili per tornare, poi, in casse avvolte dalla bandiera a stelle e
strisce. Una generazione di giovani e adolescenti che si rifugia sempre più
nelle droghe. Magari nuove droghe come l'LSD, che aprono nuove porte. E queste
porte sono quelle già narrate da William Blake e che Jim Morrison, Ray
Manzarek, Robby Krieger e John Densmore faranno proprie e attraverseranno con
l'arroganza, l'incoscienza e la rabbia dell'età. Arroganza, incoscienza e
rabbia che non si possono non condividere e abbracciare. Abbracciare anche da
parte di chi, come me, è cresciuto con e nel punk, prima, e nella new wave,
dopo. Un triade di valori e sentimenti che tutti insieme risiedono in quella
prima prova discografica e che, qui, Giuseppe Calogiuri analizza e descrive con
sapienza tecnica assolutamente invidiabile (almeno da parte di chi crede che
conosciuti due accordi si possa e si debba formare una band!). Quello che avete
tra le mani non è un ennesimo libretto sulla band di Los Angeles, no. Sono
pagine che vi faranno fare un passo avanti sulla strada della conoscenza di un
album fondamentale. Un disco con veri gioielli. E alcuni sono gioielli
sfrenatamente gotici: come non citare la bellezza fulminante di The Crystal
Ship. Pezzo che, per il chiaro riferimento a leggende celtiche, avrebbe
sicuramente fatto innamorare i membri della Confraternita Pre-raffaellita di
vittoriana memoria. Il dolore che trasuda freddo e umido da End of the Night o
l'incestuoso sangue che sgorga da The End. Pezzo, quest'ultimo, che non può non
ricordare In Cold Blood di Truman Capote e a causa del quale, soprattutto, sono
certo, il Re Inchiostro Nick Cave avrebbe venduto l'anima per poter scrivere
una murder ballad come quella. Insomma, ora basta, inutile aggiungere altro.
Giuseppe Calogiuri vi ha invitato, vi ha aperto le porte e, come avrebbe
cantato Ian Curtis: “This is the Way... step inside!” (Prefazione di Daniele De
Luca)
Giuseppe Calogiuri
(1978) è nato a Lecce e qui vive e lavora come avvocato specializzato in
diritto d’autore e degli artisti. Alla professione affianca l’attività di
chitarrista ed ha all’attivo un decennio di militanza nella prima tribute band
salentina dei Doors, con la quale ha portato il sound della band di Los Angeles
in giro per la Puglia. Giornalista e scrittore, tra i suoi lavori “Una buona
giornata” (premio “Corto Testo”), “Tramontana” (Lupo Editore, 2012), “Cloro”
(Lupo Editore, 2016).
iQdB edizioni di Stefano Donno / Sede Legale e
Redazione: Via S. Simone 74 / 73107 Sannicola (LE) / Mail - iquadernidelbardoed@libero.it
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