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martedì 10 maggio 2016
lunedì 9 maggio 2016
domenica 8 maggio 2016
STRANALANDIA di Stefano Benni (Feltrinelli). Intervento di Chiara Evangelista
Ognuno combatte la routine come può. C'è
chi spezza le catene della monotonia ritagliandosi uno spazio per sé, chi
interrompe la ciclicità temporale salendo su un aereo che attraversa oceani di
pensieri e chi utilizza la fantasia per raggiungere il tanto agognato Eden...
Stefano Benni ci propone un "laboratorio della fantasia della natura dove
tutto è così strano che nulla più sembra strano". Sfogliando le pagine, il
lettore avrà incontri ravvicinati con il Gattacielo, il Cubolo, il Frotz e
altre creature fantastiche ma rese realistiche dalle illustrazioni di Pirro
Cuniberti. Un libro per "bambini" che ogni adulto dovrebbe leggere.
L' autore cela dietro ogni animale i pregi e i difetti di un' umanità che
potrebbe essere definita con un solo aggettivo: strana. Sognare è l'unico mezzo
di difesa contro una normalità che è sempre più anormale. Quindi perché non provarci? Tanto è gratis!
"Ditegli di continuare a sognare,
ditegli di resistere..." (Cit. Stefano Benni)
sabato 7 maggio 2016
venerdì 6 maggio 2016
giovedì 5 maggio 2016
LE AMICHE CHE NON HO PIÙ Lucia, Federica, Roberta di Francesca Carollo. Postfazione di Luciano Garofano
In appendice un vademecum di buoni
comportamenti, “Linee guida in caso di persone scomparse”, a firma del generale
Luciano Garofano, ex comandante del RIS di Parma, esperto di investigazioni
scientifiche.
«Secondo
l’ultima relazione semestrale del Commissario Straordinario per le Persone
Scomparse, ammontano a 31.372 le persone ancora da rintracciare, dileguatesi
tra il 1974 e il giugno del 2015. La tendenza, purtroppo, registra un costante
e preoccupante aumento: nei primi sei mesi del 2015, infatti, sono state
presentate quasi ottomila nuove denunce e solo nel 2014 sono scomparse 5.364
donne, di cui 1.028 non sono state ancora ritrovate. Inoltre, secondo gli
stessi dati, sono circa 200 le possibili vittime di reato […]». (dalla Postfazione di Luciano Garofano)
«Ho
scritto questo libro non per accusare qualcuno, ma per tentare di proteggere
qualcuno. L’ho scritto perché le donne si ricordino sempre di tenere gli occhi
ben aperti, quando qualcosa non va con i loro mariti, con i loro compagni o,
più semplicemente, perché sappiano sempre essere vigili. La mia esperienza
nella cronaca – e queste tre inchieste ne sono testimonianza – mi porta ogni
giorno a osservare con attenzione quanto succede attorno a me, alle mie amiche,
alle donne delle storie che seguo, e a riflettere su quanto siamo esposte,
spesso senza rendercene conto, a pericoli. Non è un monito, il mio libro, ma lo
specchio di un pezzo del nostro Paese, in cui non siamo abbastanza tutelate. C’è
del giallo, c’è inchiesta, c’è racconto di verità a cui ho assistito, ma
soprattutto c’è cuore».
«Lucia
era un’impiegata di banca, Federica era una pornodiva, Roberta una mamma e una
moglie. Di Roberta non si può dire che “fosse” o che “fosse stata”, perché di
Roberta non si sa più nulla. Potrebbe anche essere ancora viva, ma per ora
Roberta non “era” e non “è” più nulla. […] Di due di loro, appunto, si conosce
la fine. Il corpo di Lucia è stato ritrovato e la sentenza per omicidio e
soppressione di cadavere è stata emessa. Il corpo di Federica è riemerso da un
lago e si attende il giudizio definitivo a carico di uno psicopatico
pluriassassino. Invece Roberta è scomparsa, lasciando tracce praticamente nulle
che a fatica possono indurre a pensare a una fuga volontaria. La sua presenza
si è estinta all’improvviso, senza alcun preavviso drammatico particolare…
Anzi, la donna, prima di scomparire, ha lasciato segni del tutto banali, resti
di vita quotidiana ordinaria: una lista della spesa incompleta sul tavolo della
cucina, un pigiama rosa indossato come ultimo indumento. […] Ci sono affinità
profonde, talvolta inquietanti, tra le storie di Lucia, di Federica e di
Roberta. Storie di vita comune che diventano celebri per la cronaca, ma restano
comuni per chi continua a frequentarle, anche se non ci sono più…». Francesca
Carollo prova a raccontarcele, prendendoci per mano e conducendoci attraverso
un campo minato, interrogandosi – e interrogandoci – sui mille significati
della parola “femminicidio”; perché: «Anche se queste tre donne non le
conoscevo, e non si conoscevano tra loro, io sto dalla loro parte. E non sto
dalla parte dei loro aguzzini… Perciò le chiamo amiche. E poiché sono amiche
che non ho più, poiché continuo a occuparmi di loro testimoniando il seguito
dei processi che riguardano le loro scomparse, come portando ogni giorno un
fiore alla loro memoria, qui le voglio ricordare riproducendo fedelmente la
cronaca, ma uscendone anche, e aggiungendo, dove mi sarà concesso, le verità
del cuore che la televisione non può raccontare per ragioni di tempo».
Francesca Carollo è inviata e volto storico di «Quarto Grado»,
programma televisivo in onda in prima serata ogni venerdì su Rete 4. È nata a
Thiene, in provincia di Vicenza. Dopo la laurea in Giurisprudenza, nel 2002 si
trasferisce a Bruxelles, dove lavora per un anno al Parlamento Europeo.
Giornalista
professionista dal 2008, ha lavorato come autrice e caporedattrice a «TVModa»,
passando quindi alla redazione di «Studio Aperto». Tra il 2012 e il 2015 è stata inviata per
«Mattino Cinque», «Pomeriggio Cinque», «Domenica Live», «Segreti e Delitti». Collabora
inoltre continuativamente con il programma «Quinta Colonna». Ha un blog nel
portale «Tgcom24» di Mediaset: www.diariodiunagiornalista.com
mercoledì 4 maggio 2016
martedì 3 maggio 2016
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