Quel bacio rubato ai
tempi dell'università, Riccardo non se l'è mai dimenticato. Se si concentra,
riesce a sentire ancora il profumo di Giulia, così dolce... Ma il suo sogno
d'amore aveva avuto un brusco risveglio, perché lei era morta, uccisa nei bagni
della Sapienza: un omicidio che aveva scioccato tutti e di cui era stato subito
riconosciuto colpevole l'insospettabile professor Morelli. Caso archiviato.
Dieci anni, un cambio di facoltà e un fidanzamento mandato all'aria dopo,
l'unica certezza per Riccardo è rimasta la fede nella Roma. Non è diventato un
grande giornalista, scrive recensioni di libri su "TuttoGiallo" - un
infimo settimanale di nera - e di una relazione seria nemmeno l'ombra, se si
esclude quella con i coinquilini Sandro, fanatico di Proust, e Rachele,
mistress per passione. Fino a quando la sua vita tranquilla, senza scossoni,
viene sconvolta dall'urto con il passato, che torna prepotente a pronunciare
quel nome: Giulia Rusconi. La notizia è che Morelli, l'assassino uscito da poco
dal carcere, è stato ritrovato morto. Tanto basta per riaccendere in Riccardo
quella fiamma che non si era mai spenta. E, complice il diario di Giulia
ritrovato dopo anni, per trasformare uno svogliato cronista senza ambizioni in
un investigatore privato goffo ma deciso a scoprire la verità. Perché, forse,
chi ha davvero le mani sporche del sangue di Giulia non ha ancora pagato il
prezzo della sua colpa...
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domenica 6 marzo 2016
sabato 5 marzo 2016
Leonardo e gli ingegneri del Rinascimento di Bertrand Gille. Per Odoya dal 17 marzo 2016
Uno dei motivi
dominanti della moderna storia della scienza consiste nel tentar di chiarire
gli elementi di continuità che legano fra loro le varie epoche del pensiero
scientifico. È altrettanto vero che esistono personalità eccezionali, capaci di
dominare con la loro intelligenza e il loro talento intere epoche. Ma queste
personalità non nascono dal nulla. Ricostruire la formazione di un genio
significa spesso abbassare il piedistallo su cui lo hanno collocato le
generazioni successive e render giustizia a numerose figure minori che hanno
contribuito al progresso della scienza. Quello degli ingegneri del Rinascimento
è un mondo affascinante e ricchissimo in cui, se da un lato si raccolgono certe
eredità del mondo antico e medievale, dall’altro si vengono organizzando e
consolidando certe nozioni di statica e dinamica che contribuiranno al sorgere
della scienza moderna. Nei taccuini di Leonardo abbiamo un quadro vivo di
un’epoca in cui, nel lavoro degli ingegneri, comincia a infiltrarsi una
preoccupazione nuova: quella di una base scientifica su cui costruire. Le
prodigiose “macchine di Leonardo”, che hanno meravigliato e stupito
generazioni, hanno spesso antecedenti precisi, individuabili nelle scoperte di
Kyeser, Villard de Honnecourt, Guido da Vigevano, Taccola, Valturio, Francesco
di Giorgio Martini. Quel che forse di veramente nuovo c’è in Leonardo, oltre ai
suoi studi di idraulica e ai suoi progetti di macchine tessili, è il bisogno di
razionalizzare, l’esigenza di giungere a uno stretto legame tra scienza e
tecnica.
Bertrand Gille (1920-1980), archivista e
storico della tecnologia francese, ha insegnato all’Università di
Clermont-Ferrand, ha diretto la École Pratique des Hautes Études e istituito il
corso di Storia della tecnologia presso la Sorbonne di Parigi. Tra le sue
pubblicazioni: Histoire générale des techniques, Histoire de la métallurgie,
Les Mécaniciens grecs. La naissance de la technologie, Petites questions et
grands problèmes: la brouette.
venerdì 4 marzo 2016
DAVID BOWIE. L’UOMO CHE CADDE SULLA TERRA, A cura di Pippo Delbono (EDIZIONI CLICHY)
David Bowie ci ha
appena lasciati e sarà difficile fare a meno di lui. Forse più di chiunque
altro il «Duca Bianco» è riuscito, nei suoi quasi cinquant’anni di incredibile
carriera, a incidere sul costume, sulla moda, sull’immagine, sull’arte, sulla
cultura e sulla musica dei nostri tempi. Senza mai assumere il ruolo di
rockstar, spiazzando ogni volta il mondo con i suoi mutamenti, David Bowie ci
ha accompagnati come uno strano fratello o come un angelo venuto da un altro
mondo, e con i suoi mutamenti e i suoi esperimenti ha demolito i generi e le
identità sessuali, ha ispirato almeno tre generazioni di musicisti, ha
influenzato le tendenze artistiche, ha anticipato spesso di decenni tutti i
successivi movimenti musicali, esplorando terreni sconosciuti, ma anche
raccontando i sogni e le paure di tutti noi. Scrive Pippo Delbono nella sua
introduzione a questo volume: c’è sempre l’amore nelle canzoni di David Bowie,
come del resto si potrebbe dire che l’amore c’è sempre in tutte le canzoni,
anche nelle canzonette. Ma in Bowie come nei «grandi» della storia l’amore è un
amore che non scappa dalla trasgressione, dalla ribellione. Un amore libero. E
quindi eterno. Sacro.
«Ho sovvertito l’ordine
del tempo, ho messo sottosopra il mondo intero e tutto questo l’ho fatto per
te. Non ti sembra abbastanza generoso?»
Pippo Delbono - Negli
anni 80 inizia gli studi di arte
drammatica in una scuola tradizionale che lascia in seguito all’incontro
con Pepe Robledo, un attore
argentino proveniente dal Libre Teatro Libre (formazione teatrale attiva in Sud
America negli anni 70 che utilizzava la creazione collettiva come mezzo di
espressione e di denuncia della
dittatura in Argentina). Nel corso di un’importante carriera nel mondo del
Teatro Pippo Delbono diviene uno dei più fervidi protagonisti dello spettacolo.
Impossibile riassumere in poche righe la sua biografia, ma ci piace
sottolineare come la sua Compagnia, Delbono, è stata ospite di diversi festival
teatrali internazionali tra cui il Festival di Avignon, che l’ha accolta per
quattro volte co-producendo lo spettacolo Urlo, e come, nel tempo, molti teatri
hanno dedicato retrospettive agli spettacoli della Compagnia, fra questi: il
Théâtre du Rond Point di Parigi, il CCB di Lisbona, il Palais des Beaux Arts di
Bruxelles, il Berliner Festpiele di Berlino, il Festival di Otono di Madrid.
L’Enrico V, è stato rappresentato alla Royal Shakespeare Company di
Stratford-upon-Avon. La Compagnia Delbono ha fatto tappa in più di cinquanta
paesi al mondo rappresentando un caso unico nella storia del teatro italiano.
giovedì 3 marzo 2016
“Ode al vento (Una historia de antípodas)”. Il nuovo libro bilingue di Pietro Berra debutta al Festival Internacional de Poesía "Benidorm & Costa Blanca" (Spagna)
Un piccolo libro
bilingue con una storia particolare debutterà questo fine settimana (da
oggi 3 al 6 marzo 2016 ) in un nuovo
festival di poesia che intreccia voci e storie poetiche da tutto il mondo, con
25 autori in rappresentanza di 11 paesi e 3 continenti, in procinto di riunirsi
a Benidorm in Spagna (dall’Italia anche Flaminia Cruciani, Gianpaolo
Mastropasqua e Tomaso Kemeny, promotori con Berra del Grand tour poetico, che
festeggia la prima di una serie di tappe fuori dai confini nazionali, e Laura
Garavaglia, presidente della Casa della poesia di Como e fondatrice del
festival Europa in versi). “Ode al vento (Una historia de antípodas)” (42
pagine, 7 euro) del comasco Pietro Berra, alla sua diciannovesima pubblicazione
in volume, la sesta in versi, propone un viaggio tra l’Italia e il Cile, che
combina sogno e realtà, richiami poetici (un’eco di Neruda è presente, non a
caso, fin dal titolo) e affettivi (la donna amata, che sulle ali della poesia
si è trasferita da Santiago al lago di Como), stagioni della natura e della
creatività umana, storie d’amore e di emigrazione. Il libro è inserito nella
collana di poesia delle edizione I Quaderni del Bardo Edizioni curate da
Stefano Donno, che puntano a recuperare il valore umano e sociale della parola
poetica, vivendo nel rapporto diretto tra l’autore e il suo pubblico, fatto di
incontri, più che di semplici presentazioni, anche a domicilio. E da una serie
di incontri è nato questo libro: in primis quello tra Pietro Berra e Mirna
Ortiz Lopez, che “Da opposti cieli guardavano / la stessa luna di novembre. //
Lui dalla terrazza sospesa / tra il castello del Barbarossa / e le cime dei
noci. / Lei sopra l’insegna del centro /commerciale di Ñuñoa” e poi con il
poeta cileno (che vive tra la Svezia e la Romania) Mario Castro Navarrete,
curatore della traduzione dei testi in castigliano con la collaborazione della
Ortiz Lopez. Anfitrione di questi incontri il grande poeta spagnolo della
generazione del ’27 Pedro Salinas (Mirna gli ha dedicato un gruppo su Facebook,
che è stato luogo di conoscenza prima di quelli materiali) cui è dedicata
l’epigrafe che apre il volumetto (“I cieli sono uguali / guardarli ci
avvicina”). Le poesie sono tutte inedite, tranne una: la già citata “Luna di
novembre”, che lo sorso settembre fu lanciata su piazza Duomo a Milano, assieme
ai testi di altri autori cileni e italiani, in uno dei “Bombardeos de poemas”
che il collettivo Los Casagrande sta organizzando da 15 anni nelle città che
subirono ben altri bombardamenti durante le guerre. In quell’occasione di
realizzò il finale, in qualche modo profetico, della poesia: “La notte che
taglieranno il cielo / con un aereo per abbracciarsi / dall’altro lato del
sipario / alzate la testa ai sogni: / sul mondo pioveranno bombe / di poesia”.
Così come sono diventati materia e storia i versi della poesia che dà il titolo
al libro, simbolicamente riportati sul risvolto di copertina: “Vento il mio
cuore a forma di foglia / fallo volare fino alla casa / di Neruda, fa’ che si
posi sul mosaico / del pavimento accanto ai miei piedi”. Un libro che è
testimonianza della forza vitale della parola poetica e invito a seguirla con
l’anima e anche con il corpo.
Per informazioni o per
richiedere copia del libro per recensione:
iQdB edizioni di
Stefano Donno (i Quaderni del Bardo
Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione:
Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
Mail -
iquadernidelbardoed@libero.it
Redazione - Mauro
Marino
Social Media
Communications - Anastasia Leo, Ludovica Leo
mercoledì 2 marzo 2016
martedì 1 marzo 2016
lunedì 29 febbraio 2016
sabato 27 febbraio 2016
Caffè Trieste. Colazione con Lawrence Ferlinghetti di Olga Campofreda (Perrone)
"I giovani
dovrebbero fare gli esploratori" scrive Lawrence Ferlinghetti, poeta
laureato di San Francisco ed editore delle più grandi penne della Beat
Generation. E la poesia, in questo caso, è il territorio più vasto in cui
perdersi e trovarsi di nuovo. "Caffè Trieste" è insieme reportage
narrativo, docu-fiction e guida poetica alla città di San Francisco:
l'esplorazione geografica si intreccia a quella letteraria ed umana attraverso
lo sguardo di una giovane scrittrice che intraprende un pellegrinaggio alla
ricerca delle radici dei suoi miti. Dieci giorni a Frisco rincorrendo un
incontro - quello con Ferlinghetti - che comporterà una serie di altri incroci
inattesi: da Jack Hirschman e la sua Brigata di Poeti Rivoluzionari a Neeli
Cherkovski, poeta, amico intimo e biografo di Charles Bukowski. Una serie di
interviste che si stagliano nella storia come racconti, racconti che si
lasciano leggere come parabole. Il Caffè Trieste, nel cuore di North Beach, è
lo scenario nel quale tutto si muove attraverso una serie infinita di caffè
ordinati e bevuti d'un sorso, sigarette accese e consumate, le suole contro l'asfalto,
sempre, per arrivare fin dove si spinge lo sguardo, fin dove suggerisce la
poesia. Si legge questo libro per conoscere i luoghi di Kerouac, Ginsberg, Bob
Dylan attraverso le parole di chi li ha vissuti come testimone e si finisce,
poi, per scoprire quanto altro oltre il mito sia sopravvissuto, sorpassandolo.
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