Che cosa succede al più
famoso dissacratore del "sogno americano" quando un regista gli
anticipa una bella somma per scrivere una sceneggiatura? Bene, dietro consiglio
del suo consulente fiscale, Chinaski/Bukowski si compra una Bmw nera ("Le
Bmw nere sono le macchine dei duri" dice) e una casa ("Se vi dicono
altrimenti non credeteci. La vita comincia a 65 anni" spiega quando ne è
in possesso). Una moglie molto più giovane di lui ce l'ha già ("Mandata
dagli dei ad allungarmi di dieci anni la vita. Nel bene e nel male").
Sembrerebbe che anche il cantore e cronista degli emarginati e dei disadattati
d'America si sia integrato. E che proprio come la maggior parte dei suoi
lettori di vent'anni fa sia rientrato - anzi entrato per la prima volta - nel
sistema. Ma non è detto
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martedì 16 febbraio 2016
lunedì 15 febbraio 2016
Musica per organi caldi di Charles Bukowski (Feltrinelli)
"Musica per organi
caldi" raccoglie trentasei racconti di un Bukowski familiare e nuovo al
contempo. Familiare perché, dopo essersi cimentato con le strutture del
romanzo, torna al passo narrativo del racconto, che gli è particolarmente
congeniale, ma anche nuovo, perché in queste pagine, spregiudicate e anche
feroci, crea le sintesi più felici del proprio repertorio formale e
contenutistico. Se da una parte, infatti, ci troviamo di fronte ai personaggi
che tradizionalmente popolano queste storie di ordinaria follia, a un'umanità
sbracata e litigiosa, sfrenata e beona, dall'altra Bukowski mette a fuoco con
maggiore intensità ed essenzialità le gesta dei suoi eroi, che diventano tanto
più straordinari quanto più si muovono nelle dimensioni di una ostentata
banalità. Della musica che accompagna le tragicommedie della vita quotidiana
Bukowski sa cogliere in modo impareggiabile i sottofondi umoristici e poetici,
le note patetiche e inquietanti.
MORA MORA ... bistrot del mare!
Si può parlare di un
ristorante, di un bistrot, insomma di un
luogo di ristorazione senza entrare nello specifico della qualità del cibo e
del servizio? In questo caso sì e lo faccio di proposito per quanto riguarda il
Mora Mora Bistrot del mare che si trova sulla SP 366 - Litoranea San Cataldo –
Otranto. Luogo suggestivo, dove veramente l’armonizzazione tra architettura del
luogo e ambiente rende il tutto un’armonica bio/struttura dove ci si può
rilassare perdendosi nei colori dello splendido paesaggio marino. Detto questo
devo fermarmi. Ma devo fermarmi per rispetto a quanti hanno già provato la
cucina del Mora Mora e del suo (a dir poco) talentuoso chef Simone Cappilli e
di quanti dovranno provarla. Già perché non provarla e non diventare clienti
assidui del Mora Mora vorrebbe dire macchiarsi di una grande colpa per tutta
una serie di motivi che scoprirete solo andandoci. Ad ogni modo dopo che avrete
o pranzato o cenato in questo piccolo e preziosissimo paradiso del gusto,
scambiate due battute con Simone Cappilli conoscetelo e capirete che vuol dire
amore per il gusto!
La pagina facebook
https://www.facebook.com/Mora-Mora-Bistro-del-Mare-1648268718751804/?fref=ts
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domenica 14 febbraio 2016
L' amore è un cane che viene dall'inferno. Testo inglese a fronte di Charles Bukowski (Guanda)
Vagabondi, falliti, pezzenti, ubriaconi, giocatori d'azzardo di terz'ordine, prostitute e naturalmente il poeta stesso, fallito tra i falliti e pezzente tra i pezzenti: è questo il mondo di cui si popolano i versi di Bukowski, un mondo osservato a volte con il distacco sarcastico di chi ne scorge con chiarezza e lucidità i limiti e le piccolezze, altre volte con la genuina e partecipata commozione di chi non può tirarsene fuori, di chi si sente in qualche modo parte di quell'umanità sconfitta e umiliata.
sabato 13 febbraio 2016
A sud di nessun nord di Charles Bukowski (TEA)
Uno scommettitore accanito raccoglie per
strada un barbone che si rivela un beniamino della Fortuna: un uomo acquista un
manichino femminile e se ne innamora perdutamente: uno scrittore alcolizzato e
frustrato raggiunge il successo, ma non la libertà dalla bottiglia: due balordi
partono per un facile furto notturno e si ritrovano assassini. Barboni,
bevitori, scrittori falliti, prostitute, ladri, pugili, piccoli malviventi: i
personaggi che popolano le pagine di questi racconti sono tutte vecchie
conoscenze dell'inconfondibile mondo narrativo del grande Bukowski. Un mondo
definito e ritratto con assoluta fedeltà, con spietata lucidità ma anche con
profonda comprensione e simpatia: l'America delle strade, delle bische, dei
bordelli, dei bar più squallidi e delle mense per i poveri. Quell'America che
non ha conosciuto il Grande Sogno e di cui Bukowski è stato l'impareggiabile
cantore e, forse, la voce più autentica.
Il poeta Maurizio Leo e il suo nuovo lavoro per iQdB Edizioni alla Libreria Palmieri di Lecce
Ho dimenticato il cappotto di pannonero vecchio alla fermata del pesce di Maurizio Leo (iQdB edizioni di Stefano Donno) verrà presentato dallo scrittore e poeta Maurizio Nocera lunedì 15 febbraio 2016 ore 18,30 presso la Libreria Palmieri di Lecce in via S. Trinchese 62.
“Ho
dimenticato il cappotto di pannonero vecchio alla fermata del pesce, ovvero dell'andamento discendente
del verso nello sconfinamento nel nulla. È la tensione del vuoto come campo
esperienziale che si rivela nella pratica di queste poesie di Maurizio Leo.
Alla luce di un discorso antologico che ospita opere, che spaziano dalla poesia
alla critica, dalla prosa poetica alla modulazione cronachistica, raccolte fra
il settembre del 1991 e il maggio del 2015 sulla rivista Il Bardo, fondata dallo stesso Leo, occorre considerare come
l’incasellamento delle parole produca e/o risponda ad un effetto di vuoto che
permette l’allestimento della parola sulla pagina. Dare corpo e forma a questo
vuoto, da una parte, lasciare che le parole ci sprofondino, dall’altra, è la
condizione liminale di una poesia che passando dall’esperienza della Beat Generation americana percorre in
lungo e in largo certe istanze, a questa sempre legate, tipiche del pensiero
orientale – che va ad interessare appunto l’intelaiatura della parola – fino a
modulazioni di matrice surrealista e, ancora, germinate in progress dalla
poesia francese in un senso più ampio e nei cui territori l’autore sembra
muoversi con disinvoltura. Maurizio Leo raccoglie a piene mani gli stimoli dei
poeti Beat, dalle istanze culturali e
quelle ritmiche, dalle geografie spazio-temporali a quelle esistenziali.
L’incedere jazzistico della parola poetica, il ritmo incalzante del verso, una
poetica fluidificata nell’automatismo del pensiero (di chiara discendenza
surrealista, con riferimento puntuale a Breton) che aggira il blocco diurno
della ragione e sposta l’asse dell’azione poetica su di un piano liminale, poi
precoscienziale, che pare strizzare l’occhio agli strumenti offerti dal Kerouac
teorico nei Fondamenti della prosa
spontanea (1957). L’attenzione verso la sonorità della parola poetica
affonda le proprie radici, in modo ampio e organico, nella letteratura
francese. È secondo un percorso che dal “gergo nuovo” del Kerouac de I Sotterranei arriva dritto al verso
asintattico surrealista, spostando e ampliando il raggio d’azione dalla
letteratura americana alla tradizione francese. Delle successioni sillabiche,
sconnesse, modulate nelle esperienze fonetiche del movimento Dada e poi ne I Sotterranei di Kerouac, Maurizio Leo conserva l’attenzione per la
sonorità della parola letta fin nelle sue sillabe, senza sconfinare nel nonsense estremo, mantenendo viva e
integra la parola. Questa è giocata nel verso come fosse un’isola, una
costellazione di mondi che in diverse prove deriva dall’assenza di una
consecutio logica volta a determinare una apertura di immagini eteroclite e
plurivoche.” (dall’introduzione di Francesco Aprile)
Maurizio Leo è nato nel 1959. Vive e opera a Copertino
in provincia di Lecce. Da circa 25 anni porta avanti con immensi sacrifici di
impegno e di tempo una piccola casa editrice I Quaderni del Bardo. Ha
pubblicato: L’Uac (Il Muro, Sondrio, 1984); Fobia (Odes Ed., Lecce, 1990); Nel
volo del proprio inconscio (Ed. di Immaginale, Copertino, 1992); Dogmaginazione
(I Quaderni del Bardo, Copertino, 1994); L’Albergo di Latta (I Quaderni del
Bardo, Copertino, 1995); Fobia (I Quaderni del Bardo, Copertino, 1998); Non
suona più il jukebox nell’appartamento di Allen (I Quaderni del Bardo,
Copertino, 2002); Il bazar delle parole scomposte (I Quaderni del Bardo,
Copertino, 2005); Il cimitero di memoria (Luca Pensa Ed., Cavallino, 2005); Ha
rinchiuso le parole (Ed. Il Raggio Verde, Lecce); Del gatto delle fusa e del
suo strusciamento (Lupo ed. , Copertino, 2007). Nel luglio 2014 ha ricevuto per
i suoi meriti editoriali il premio Millenium nell'evento ''L'Olio della
poesia''
iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano
Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74
73107 Sannicola (LE)
Redazione - Mauro Marino
Social Media Communications - Anastasia Leo, Ludovica
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