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domenica 13 marzo 2016
LE ECCELLENZE DEL TERRITORIO DI ARCADIA LECCE DEL 14 MARZO 2016
Le Eccellenze di questo appuntamento saranno: LA NUOVA FONDAZIONE NOTTE DI S. ROCCO DI TORREPADULI rappresentati per l’occasione dal Direttore Generale Dott. Cesare Vernaleone e il Direttore Artistico Dott.ssa Rosaria Ricchiuto; il periodico BEL PAESE rappresentato per l’occasione dal Dott. Andrea Colella; la FONDAZIONE PALMIERI DI LECCE rappresentata per l’occasione dal Dott. Elio Carriero e dalla Dott.ssa Giulia Palmieri; ORIONE COMUNICAZIONE rappresentata per l’occasione dal Dott. Gigi Orione; l’AZIENDA LEONE DE CASTRIS rappresentata per l’occasione dalla Dott.ssa Alessandra Leone De Castris; il DOTT. PROF. ANDREA TINELLI
Giunto al quinto anno di attività l’appuntamento
istituzionale per l’assegnazione del riconoscimento “L’Eccellenze del Territorio”
dell’ass. Arcadia Lecce, anche quest’anno sarà realizzato con il Patrocinio
della Regione Puglia Assessorato Industria Turistica e Culturale gestione e
valorizzazione Beni Culturali, Real Casa Dobryna, della Provincia di Lecce, e
della Città di Lecce.
L’associazione Arcadia Lecce con l’Ass. Salento in
Progress hanno voluto fortemente questo premio che ha tra i suoi obiettivi
quello di far conoscere alla cittadinanza leccese e salentina, tutte quelle
realtà imprenditoriali, associative, pubbliche e private che con il loro
operato si sono contraddistinte nel sociale e nella promozione del territorio.
L’appuntamento avrà cadenza mensile.
Nell’appuntamento del 14 marzo 2016 alle ore 19,00
presso la sala Conferenze dell’Ex Conservatorio S. Anna di Lecce in via
Giuseppe Libertini 1 le Eccellenze di questo appuntamento saranno: Le
Eccellenze di questo appuntamento saranno: LA NUOVA FONDAZIONE NOTTE DI S.
ROCCO DI TORREPADULI rappresentati per l’occasione dal Direttore Generale Dott.
Cesare Vernaleone e il Direttore Artistico Dott.ssa Rosaria Ricchiuto; il
periodico BEL PAESE rappresentato per l’occasione dal Dott. Andrea Colella; la
FONDAZIONE PALMIERI DI LECCE rappresentata per l’occasione dal Dott. Elio
Carriero e dalla Dott.ssa Giulia Palmieri; ORIONE COMUNICAZIONE rappresentata
per l’occasione dal Dott. Gigi Orione; l’AZIENDA LEONE DE CASTRIS rappresentata
per l’occasione dalla Dott.ssa Alessandra Leone De Castris; il DOTT. PROF.
ANDREA TINELLI
“ In questo nuovo appuntamento delle Eccellenze
del Territorio – dichiara Valentino Zanzarella Presidente di Arcadia Lecce
– ci sono personalità e aziende che hanno fatto la storia del Salento
nell’ambito della medicina, della comunicazione, del giornalismo dell’arte e
della cultura. Il nostro impegno rimane quello di promuovere, far conoscere, e
far apprezzare realtà territoriali, aziende, personalità, e associazioni che
hanno fatto dei loro sogni una missione di vita, e un esempio da seguire nel
nostro splendido Salento”.
Interverranno – Le Eccellenze di questo appuntamento
saranno: LA NUOVA FONDAZIONE NOTTE DI S. ROCCO DI TORREPADULI rappresentati per
l’occasione dal Direttore Generale Dott. Cesare Vernaleone e il Direttore
Artistico Dott.ssa Rosaria Ricchiuto; il periodico BEL PAESE rappresentato per
l’occasione dal Dott. Andrea Colella; la FONDAZIONE PALMIERI DI LECCE
rappresentata per l’occasione dal Dott. Elio Carriero e dalla Dott.ssa Giulia
Palmieri; ORIONE COMUNICAZIONE rappresentata per l’occasione dal Dott. Gigi
Orione; l’AZIENDA LEONE DE CASTRIS rappresentata per l’occasione dalla Dott.ssa
Alessandra Leone De Castris; il DOTT. PROF. ANDREA TINELLI
L’associazione Arcadia Lecce anche per quest’anno fa
inoltre appello alla comunità leccese e salentina acchè comunichi proposte di
“eccellenze” alla mail <premioeccellenza@arcadialecce.it>
Per Info Arcadia Lecce – www.arcadialecce.it
sabato 12 marzo 2016
venerdì 11 marzo 2016
giovedì 10 marzo 2016
Capitano della steppa di Oleg Pavlov. In libreria il 24 marzo per Meridiano Zero
Il Romanzo - Primo
capitolo della trilogia “Racconti degli ultimi giorni”
Kazakhistan, anni
Ottanta. Il capitano Chabarov, al comando della sesta compagnia, una primavera
s’imbarca in una missione apparentemente semplice e logica, ordinando ai suoi
uomini di piantare, anziché divorare, la propria magra razione di patate.
Venuto l’autunno, ce ne sarà in quantità per tutti, e la loro dura esistenza in
questo remoto avamposto diverrà leggermente più sopportabile. Il problema è che
questo “surplus” si rivela essere di proprietà dell’esercito, e il consumo non
autorizzato di beni statali è perseguibile come tradimento. L’unità militare di
Chabarov è annessa a una colonia penale sovietica collocata nelle aride pianure
dell’Asia Centrale. Per lo stato, essa fornisce un ambiente ideale per la
rieducazione sociale, oltre che una miniera di risorse minerali. Tanto per i
prigionieri quanto per i soldati coscritti mandati laggiù, la steppa è una
terra desolata che non lascia speranze. Nessuno di loro è lì per propria
scelta, ed entrambe le categorie si ritrovano a condividere la stessa fame, la
stessa noia, la stessa alienazione. Mentre la vicenda delle patate si sviluppa
grottescamente nelle successive indagini condotte da un perverso inquirente
della sezione speciale, affondando il protagonista in uno stato di assente
depressione, prendono vita e colore tutta una serie di assurde vite secondarie,
una su tutte quella del cosacco itinerante Il’ja Peregud, il cui cuore e la cui
anima sono “alimentati a vodka”.
A sorprendere in Pavlov
è uno stile tanto innovativo e di grande personalità quanto classico:
impossibile, leggendolo, non ricordare il Gogol delle Anime Morte o de
L’ispettore generale, la sua esagerata iperbolizzazione del grottesco ottenuta
attraverso procedimenti semantici e fonici, la sua capacità di suscitare
ilarità nei momenti narrativi più drammatici. E insieme la profonda
introspezione umana e psicologica di Dostoevskij, la tragedia lirica di
Arcipelago Gulag di Solženicyn. Ci sono scene – come l’ “affare dei sette”
soldati fulminati vivi da un cavo elettrico mentre picconano escrementi
congelati nella latrina intasata, o l’ordine del reggimento di curare feriti e
malati sul posto in quanto “la sola disponibilità di un letto d’ospedale
indeboliva parecchio la disciplina” – che non sono forse abbastanza surreali ai
fini della satira, ma solo quel tanto da discostarsi appena dalla realtà. Il
romanzo abbonda di questi episodi abilmente bilanciati e cadenzati, tanto da
suscitare un inquietante dubbio: che la vera tragedia della vita nei lager e
campi militari sia tale da rendere sufficiente una leggera indoratura perché si
trasformi in farsa.
Oleg Pavlov (Mosca,
1970) è uno degli autori più dotati e stimati del “rinascimento letterario”
russo contemporaneo. Molto giovane ha prestato servizio a Karaganda come
guardia carceraria, testimoniando ogni sorta di degradazione umana; alla fine
una grave commozione cerebrale l’ha portato a essere ricoverato presso
l’ospedale psichiatrico locale. Ha lasciato l’esercito all’età di vent’anni a
causa di una diagnosi di “instabilità mentale” e scritto questo suo primo
romanzo breve semiautobiografico a ventiquattro. Leggendo Arcipelago Gulag di
Solženicyn, afferma di avervi scorto esattamente il lager in cui aveva
lavorato. Negli ultimi anni di vita di Solženicyn, è diventato suo allievo e
aspira a proseguirne la grande opera. Nel suo insieme, la sua trilogia
narrativa fornisce un resoconto ironico ma agghiacciante di cosa volesse dire
essere un soldato nelle remote regioni asiatiche dell’ex impero sovietico nel
momento insieme tragico e assurdo della sua dissoluzione.
Premi letterari:
Novy Mir Literary Magazine Prize (1995)
October Literary Magazine Prize (1997 e 2002)
Russian Booker Prize (2002)
Premio Solženicyn
(2012)
Finalista Prix du
Meilleur Livre Étranger (2012)
mercoledì 9 marzo 2016
lunedì 7 marzo 2016
La ragazza con le scarpe di vernice rossa di Andrea Sperelli
Vent'anni dopo la fine
di una grande storia d'amore, un uomo affronta un viaggio che lo riporta negli
stessi luoghi di allora. Man mano che li riscopre, nella sua mente tornano a
disegnarsi gli avvenimenti passati, dal primo incontro fino alla passione irrefrenabile
e all'inevitabile separazione. I flashback tendono quasi a fondersi con il
presente, in un susseguirsi di momenti di tenerezza, di rabbia e di estrema
carica erotica. Pian piano l'uomo lo rivisita il passato e lo analizza quasi in
terza persona, per cercare di dare un ordine compiuto alle emozioni che ancora
vagano dentro di lui in maniera caotica. Alla fine del viaggio scopre
finalmente la verità nascosta dietro quella storia, una verità che dà forma e
sostanza all'intera sua vita.
Qui
domenica 6 marzo 2016
L' esatto contrario di Giulio Perrone (Rizzoli)
Quel bacio rubato ai
tempi dell'università, Riccardo non se l'è mai dimenticato. Se si concentra,
riesce a sentire ancora il profumo di Giulia, così dolce... Ma il suo sogno
d'amore aveva avuto un brusco risveglio, perché lei era morta, uccisa nei bagni
della Sapienza: un omicidio che aveva scioccato tutti e di cui era stato subito
riconosciuto colpevole l'insospettabile professor Morelli. Caso archiviato.
Dieci anni, un cambio di facoltà e un fidanzamento mandato all'aria dopo,
l'unica certezza per Riccardo è rimasta la fede nella Roma. Non è diventato un
grande giornalista, scrive recensioni di libri su "TuttoGiallo" - un
infimo settimanale di nera - e di una relazione seria nemmeno l'ombra, se si
esclude quella con i coinquilini Sandro, fanatico di Proust, e Rachele,
mistress per passione. Fino a quando la sua vita tranquilla, senza scossoni,
viene sconvolta dall'urto con il passato, che torna prepotente a pronunciare
quel nome: Giulia Rusconi. La notizia è che Morelli, l'assassino uscito da poco
dal carcere, è stato ritrovato morto. Tanto basta per riaccendere in Riccardo
quella fiamma che non si era mai spenta. E, complice il diario di Giulia
ritrovato dopo anni, per trasformare uno svogliato cronista senza ambizioni in
un investigatore privato goffo ma deciso a scoprire la verità. Perché, forse,
chi ha davvero le mani sporche del sangue di Giulia non ha ancora pagato il
prezzo della sua colpa...
sabato 5 marzo 2016
Leonardo e gli ingegneri del Rinascimento di Bertrand Gille. Per Odoya dal 17 marzo 2016
Uno dei motivi
dominanti della moderna storia della scienza consiste nel tentar di chiarire
gli elementi di continuità che legano fra loro le varie epoche del pensiero
scientifico. È altrettanto vero che esistono personalità eccezionali, capaci di
dominare con la loro intelligenza e il loro talento intere epoche. Ma queste
personalità non nascono dal nulla. Ricostruire la formazione di un genio
significa spesso abbassare il piedistallo su cui lo hanno collocato le
generazioni successive e render giustizia a numerose figure minori che hanno
contribuito al progresso della scienza. Quello degli ingegneri del Rinascimento
è un mondo affascinante e ricchissimo in cui, se da un lato si raccolgono certe
eredità del mondo antico e medievale, dall’altro si vengono organizzando e
consolidando certe nozioni di statica e dinamica che contribuiranno al sorgere
della scienza moderna. Nei taccuini di Leonardo abbiamo un quadro vivo di
un’epoca in cui, nel lavoro degli ingegneri, comincia a infiltrarsi una
preoccupazione nuova: quella di una base scientifica su cui costruire. Le
prodigiose “macchine di Leonardo”, che hanno meravigliato e stupito
generazioni, hanno spesso antecedenti precisi, individuabili nelle scoperte di
Kyeser, Villard de Honnecourt, Guido da Vigevano, Taccola, Valturio, Francesco
di Giorgio Martini. Quel che forse di veramente nuovo c’è in Leonardo, oltre ai
suoi studi di idraulica e ai suoi progetti di macchine tessili, è il bisogno di
razionalizzare, l’esigenza di giungere a uno stretto legame tra scienza e
tecnica.
Bertrand Gille (1920-1980), archivista e
storico della tecnologia francese, ha insegnato all’Università di
Clermont-Ferrand, ha diretto la École Pratique des Hautes Études e istituito il
corso di Storia della tecnologia presso la Sorbonne di Parigi. Tra le sue
pubblicazioni: Histoire générale des techniques, Histoire de la métallurgie,
Les Mécaniciens grecs. La naissance de la technologie, Petites questions et
grands problèmes: la brouette.
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