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lunedì 15 febbraio 2016

Musica per organi caldi di Charles Bukowski (Feltrinelli)
























"Musica per organi caldi" raccoglie trentasei racconti di un Bukowski familiare e nuovo al contempo. Familiare perché, dopo essersi cimentato con le strutture del romanzo, torna al passo narrativo del racconto, che gli è particolarmente congeniale, ma anche nuovo, perché in queste pagine, spregiudicate e anche feroci, crea le sintesi più felici del proprio repertorio formale e contenutistico. Se da una parte, infatti, ci troviamo di fronte ai personaggi che tradizionalmente popolano queste storie di ordinaria follia, a un'umanità sbracata e litigiosa, sfrenata e beona, dall'altra Bukowski mette a fuoco con maggiore intensità ed essenzialità le gesta dei suoi eroi, che diventano tanto più straordinari quanto più si muovono nelle dimensioni di una ostentata banalità. Della musica che accompagna le tragicommedie della vita quotidiana Bukowski sa cogliere in modo impareggiabile i sottofondi umoristici e poetici, le note patetiche e inquietanti.

MORA MORA ... bistrot del mare!



Si può parlare di un ristorante, di un bistrot,  insomma di un luogo di ristorazione senza entrare nello specifico della qualità del cibo e del servizio? In questo caso sì e lo faccio di proposito per quanto riguarda il Mora Mora Bistrot del mare che si trova sulla SP 366 - Litoranea San Cataldo – Otranto. Luogo suggestivo, dove veramente l’armonizzazione tra architettura del luogo e ambiente rende il tutto un’armonica bio/struttura dove ci si può rilassare perdendosi nei colori dello splendido paesaggio marino. Detto questo devo fermarmi. Ma devo fermarmi per rispetto a quanti hanno già provato la cucina del Mora Mora e del suo (a dir poco) talentuoso chef Simone Cappilli e di quanti dovranno provarla. Già perché non provarla e non diventare clienti assidui del Mora Mora vorrebbe dire macchiarsi di una grande colpa per tutta una serie di motivi che scoprirete solo andandoci. Ad ogni modo dopo che avrete o pranzato o cenato in questo piccolo e preziosissimo paradiso del gusto, scambiate due battute con Simone Cappilli conoscetelo e capirete che vuol dire amore per il gusto!

La pagina facebook
https://www.facebook.com/Mora-Mora-Bistro-del-Mare-1648268718751804/?fref=ts

Enrico Ruggeri - Il primo amore non si scorda mai - Sanremo 2016

Valerio Scanu - Finalmente piove (Video Ufficiale) [Sanremo 2016]

domenica 14 febbraio 2016

sabato 13 febbraio 2016

A sud di nessun nord di Charles Bukowski (TEA)



Uno scommettitore accanito raccoglie per strada un barbone che si rivela un beniamino della Fortuna: un uomo acquista un manichino femminile e se ne innamora perdutamente: uno scrittore alcolizzato e frustrato raggiunge il successo, ma non la libertà dalla bottiglia: due balordi partono per un facile furto notturno e si ritrovano assassini. Barboni, bevitori, scrittori falliti, prostitute, ladri, pugili, piccoli malviventi: i personaggi che popolano le pagine di questi racconti sono tutte vecchie conoscenze dell'inconfondibile mondo narrativo del grande Bukowski. Un mondo definito e ritratto con assoluta fedeltà, con spietata lucidità ma anche con profonda comprensione e simpatia: l'America delle strade, delle bische, dei bordelli, dei bar più squallidi e delle mense per i poveri. Quell'America che non ha conosciuto il Grande Sogno e di cui Bukowski è stato l'impareggiabile cantore e, forse, la voce più autentica.

Il poeta Maurizio Leo e il suo nuovo lavoro per iQdB Edizioni alla Libreria Palmieri di Lecce





















Ho dimenticato il cappotto di pannonero vecchio alla fermata del pesce di Maurizio Leo (iQdB edizioni di Stefano Donno) verrà presentato dallo scrittore e poeta Maurizio Nocera lunedì 15 febbraio 2016 ore 18,30 presso la Libreria Palmieri di Lecce in via S. Trinchese 62.
“Ho dimenticato il cappotto di pannonero vecchio alla fermata del pesce, ovvero dell'andamento discendente del verso nello sconfinamento nel nulla. È la tensione del vuoto come campo esperienziale che si rivela nella pratica di queste poesie di Maurizio Leo. Alla luce di un discorso antologico che ospita opere, che spaziano dalla poesia alla critica, dalla prosa poetica alla modulazione cronachistica, raccolte fra il settembre del 1991 e il maggio del 2015 sulla rivista Il Bardo, fondata dallo stesso Leo, occorre considerare come l’incasellamento delle parole produca e/o risponda ad un effetto di vuoto che permette l’allestimento della parola sulla pagina. Dare corpo e forma a questo vuoto, da una parte, lasciare che le parole ci sprofondino, dall’altra, è la condizione liminale di una poesia che passando dall’esperienza della Beat Generation americana percorre in lungo e in largo certe istanze, a questa sempre legate, tipiche del pensiero orientale – che va ad interessare appunto l’intelaiatura della parola – fino a modulazioni di matrice surrealista e, ancora, germinate in progress dalla poesia francese in un senso più ampio e nei cui territori l’autore sembra muoversi con disinvoltura. Maurizio Leo raccoglie a piene mani gli stimoli dei poeti Beat, dalle istanze culturali e quelle ritmiche, dalle geografie spazio-temporali a quelle esistenziali. L’incedere jazzistico della parola poetica, il ritmo incalzante del verso, una poetica fluidificata nell’automatismo del pensiero (di chiara discendenza surrealista, con riferimento puntuale a Breton) che aggira il blocco diurno della ragione e sposta l’asse dell’azione poetica su di un piano liminale, poi precoscienziale, che pare strizzare l’occhio agli strumenti offerti dal Kerouac teorico nei Fondamenti della prosa spontanea (1957). L’attenzione verso la sonorità della parola poetica affonda le proprie radici, in modo ampio e organico, nella letteratura francese. È secondo un percorso che dal “gergo nuovo” del Kerouac de I Sotterranei arriva dritto al verso asintattico surrealista, spostando e ampliando il raggio d’azione dalla letteratura americana alla tradizione francese. Delle successioni sillabiche, sconnesse, modulate nelle esperienze fonetiche del movimento Dada e poi ne I Sotterranei di Kerouac, Maurizio Leo conserva l’attenzione per la sonorità della parola letta fin nelle sue sillabe, senza sconfinare nel nonsense estremo, mantenendo viva e integra la parola. Questa è giocata nel verso come fosse un’isola, una costellazione di mondi che in diverse prove deriva dall’assenza di una consecutio logica volta a determinare una apertura di immagini eteroclite e plurivoche.” (dall’introduzione di Francesco Aprile)

Maurizio Leo è nato nel 1959. Vive e opera a Copertino in provincia di Lecce. Da circa 25 anni porta avanti con immensi sacrifici di impegno e di tempo una piccola casa editrice I Quaderni del Bardo. Ha pubblicato: L’Uac (Il Muro, Sondrio, 1984); Fobia (Odes Ed., Lecce, 1990); Nel volo del proprio inconscio (Ed. di Immaginale, Copertino, 1992); Dogmaginazione (I Quaderni del Bardo, Copertino, 1994); L’Albergo di Latta (I Quaderni del Bardo, Copertino, 1995); Fobia (I Quaderni del Bardo, Copertino, 1998); Non suona più il jukebox nell’appartamento di Allen (I Quaderni del Bardo, Copertino, 2002); Il bazar delle parole scomposte (I Quaderni del Bardo, Copertino, 2005); Il cimitero di memoria (Luca Pensa Ed., Cavallino, 2005); Ha rinchiuso le parole (Ed. Il Raggio Verde, Lecce); Del gatto delle fusa e del suo strusciamento (Lupo ed. , Copertino, 2007). Nel luglio 2014 ha ricevuto per i suoi meriti editoriali il premio Millenium nell'evento ''L'Olio della poesia''

iQdB edizioni di Stefano Donno  (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74
73107 Sannicola (LE)
Redazione - Mauro Marino
Social Media Communications - Anastasia Leo, Ludovica Leo

Torna nel capoluogo salentino il nuovo appuntamento delle Eccellenze del Territorio di Arcadia Lecce



Con il Patrocinio della Regione Puglia Assessorato Industria Turistica e Culturale, Regione Puglia Gestione e Valorizzazione Beni Culturali, Real Casa Dobrynia, Provincia di Lecce,  Città di Lecce.
Le Eccellenze di questo appuntamento saranno: Luigi Neglia il patron del Malibù Pub di Lecce; i Mascarimirì rappresentati per l’occasione da Claudio ‘Cavallo’ Giagnotti e Cosimo Giagnotti; l’Associazione Sportiva Dilettantistica GPDM rappresentata per l’occasione dal Presidente Simone Lucia,  e l’architetto Stelvio Carpentieri e il suo Laboratorio degli Errori con la partecipazione degli architetti Afro Carpentieri, Diletta Gigante e Chiara Giaccari.
Giunto al quinto anno di attività l’appuntamento istituzionale per l’assegnazione del riconoscimento “L’Eccellenze del Territorio” dell’ass. Arcadia Lecce, anche quest’anno sarà realizzato con il Patrocinio della Regione Puglia Assessorato Industria Turistica e Culturale gestione e valorizzazione Beni Culturali, Real Casa Dobrynia, della Provincia di Lecce, e della Città di Lecce. L’associazione Arcadia Lecce con l’Ass. Salento in Progress hanno voluto fortemente questo premio che ha tra i suoi obiettivi quello di far conoscere alla cittadinanza leccese e salentina, tutte quelle realtà imprenditoriali, associative, pubbliche e private che con il loro operato si sono contraddistinte nel sociale e nella promozione del territorio. L’appuntamento avrà cadenza mensile. Nell’appuntamento del 15 febbraio 2016  alle ore 19,00 presso la sala Conferenze dell’Ex Conservatorio S. Anna di Lecce in via Giuseppe Libertini 1 le Eccellenze di questo appuntamento saranno: Luigi Neglia il patron del Malibù Pub di Lecce; i Mascarimirì rappresentati per l’occasione da Claudio ‘Cavallo’ Giagnotti e Cosimo Giagnotti; l’Associazione Sportiva Dilettantistica GPDM rappresentata per l’occasione dal Presidente Simone Lucia,  e l’architetto Stelvio Carpentieri e il suo Laboratorio degli Errori con la partecipazione degli architetti Afro Carpentieri, Diletta Gigante e Chiara Giaccari.
“In questo nuovo appuntamento delle Eccellenze del Territorio – dichiara Valentino Zanzarella Presidente di Arcadia Lecce – ci sono personalità e aziende che hanno fatto la storia del Salento per tutta una serie di motivazioni che vado ad elencare. Il Malibù Pub che è il più antico pub del salento, nato nel lontano 1982 è tuttora tra i più conosciuti e rinomati pub di lecce, che tra gli anni 80 e 90 ha rappresentato un punto di riferimento musicale per le prime band rock emergenti leccesi; i Mascarimirì il progetto che ha innovato la musica tradizionale salentina nato da un’idea di Claudio ‘Cavallo’ Giagnotti e Cosimo Giagnotti (fratelli di origine Rom); l’Associazione Sportiva Dilettantistica GPDM fondata da Simone Lucia (presidente),  Domenico Giampetruzzi (vice presidente), Roberto D'Oria (segretario), Antonio Schirinzi (tesoriere), Francesco D'Elia (consigliere - coach), Stefano Napoli (consigliere),  Stefano Tortorella (consigliere) che hanno coniugato sport , beneficienza e salute attraverso innumerevoli manifestazione sportive  nel capoluogo salentino, e l’architetto Stelvio Carpentieri e il suo Laboratorio degli Errori per il suo impegno non solo sul territorio salentino e nazionale ma anche internazionale, grazie alla grande professionalità e capacità di percepire didattiche e concezioni spaziali altre e fortemente innovative”.
Interverranno – Luigi Neglia il patron del Malibù Pub di Lecce ; i Mascarimirì rappresentati per l’occasione da Claudio ‘Cavallo’ Giagnotti e Cosimo Giagnotti; l’Associazione Sportiva Dilettantistica GPDM rappresentata per l’occasione dal Presidente Simone Lucia,  e l’architetto Stelvio Carpentieri e il suo Laboratorio degli Errori con la partecipazione degli architetti Afro Carpentieri, Diletta Gigante e Chiara Giaccari.
L’associazione Arcadia Lecce anche per quest’anno fa inoltre appello alla comunità leccese e salentina acchè comunichi proposte di “eccellenze” alla mail premioeccellenza@arcadialecce.it

Lecce (Lecce) - ex Conservatorio Sant'Anna
Via Giuseppe Libertini 1 ore 19:00
ingresso libero

ZETA - Teaser Trailer Ufficiale [HD]

venerdì 12 febbraio 2016

Pulp. Una storia del XX secolo di Charles Bukowski (Feltrinelli)























Depresso, appesantito da una pancia ingombrante, il conto in rosso, i creditori sempre alle porte, tre matrimoni alle spalle, Nick Belane è un detective, "il più dritto detective di Los Angeles". Bukowski gioca con un vecchio stereotipo e vi aggiunge la sua filosofia di lucido beone, il suo esistenzialismo da taverna e un pizzico di cupa, autentica disperazione. I bar, le episodiche considerazioni sul destino, il cinismo, l'ormai sbiadito demone del sesso, il fallimento preofessionale ed esistenziale, insieme alle mere invenzioni narrative, diventano il "pulp" del titolo. Lontano dalle atmosfere tenebrose delle ordinarie follie, il testamento spirituale di uno scrittore che non ha mai esitato a immergersi nel degrado della società contemporanea.

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