In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei - As an Amazon Associate I earn from qualifying purchases
Cerca nel blog
sabato 23 maggio 2015
venerdì 22 maggio 2015
Rio de Janeiro. Ritratto di una città di Bruno Barba (Odoya). In uscita il 10 giugno 2015
Per la collana
“Ritratto di una città” il prof. Bruno Barba ci porta a Rio de Janeiro, città
che è in procinto di ospitare le Olimpiadi 2016 dopo aver ospitato i mondiali
di calcio 2014. Accantonando per un attimo i problemi sociali delle favelas e
le implicazioni politiche della storia contemporanea, Barba si addentra nella
vera e propria essenza di Rio, alla ricerca della bellezza come forma di
ritualità. “Inconsapevole, innocente, pura, Helô Pinheiro passava sempre,
diretta al mare, dal bar Veloso, in Rua Montenegro. Passava e si faceva
ammirare, tra gli altri, da due già maturi signori, Vinícius di cinquant’anni e
Tom di trentacinque.” Cuore di tutto il volume, simbolo e sintomo dell’essenza
estetica della città è questo brano sull’incontro tra De Moraes, Jobím e la
vera Garota de Ipanema della canzone.
“La garota che è meglio
ricordare è quella eterea visione, quella paradisiaca immagine della bellezza
«che non è solo mia», ma che appartiene all’universo. Perché se fosse stata
soltanto dedicata a lei, seppure ragazzina attraente, e non all’eterno
femminino, quale senso avrebbero avuto le interpretazioni di Frank Sinatra,
Ella Fitzgerald, Nat King Cole, Louis Armstrong, Al Jarreau, Caterina Valente e
tanti altri?” si chiede l’autore. Ma quella languida passeggiata simboleggiava
ben di più: un periodo e un ambiente artistico che vide alternarsi al bar
Veloso (oggi il turistico e snaturato Garota de Ipanema) personaggi come i
cantanti “maledetti” celebratissimi in Brasile, ad esempio Cazuza, baiani
celebri come il regista Glauber Rocha, l’artefice del Cinema Novo, e Caetano
Veloso; artisti plastici quali Hélio Oiticica, che presentò, al Museo di Arte
Moderna di Rio nel 1967, un’installazione plastica chiamata Tropicalia, che
diede vita al movimento omonimo. E, ancora, personaggi come Jaguar, disegnatore
e giornalista, uno dei responsabili del “mito di Ipanema” perché accompagnò
tutta l’esistenza del Pasquim, un settimanale unico nel suo genere, carico di
caustica ironia, satira politica, proprio nei momenti più cupi della dittatura
che diede vita al movimento omonimo.
Ma nel milieu di
Ipanema (letteralmente acqua grama, solo per atletici) degli anni 50 e 60 del
Novecento si mossero anche personaggi come Jorge Amado che con Gabriella
garofano e cannella (1958) portò all’attenzione della letteratura mondiale la
bellezza tipica delle mulatte di Rio. E ancora quell’ Oscar Niemeyer, amico e
collaboratore per il film Orfeo Negro (vero e proprio manifesto delle origini
africane dei brasiliani) del già citato Vinícius de Moraes e “archistar”
antelitteram di cui ancora oggi si possono apprezzare le futuristiche forme
architettoniche del Mac (Museo di arte contemporanea) del sobborgo di Niteròi.
Senza dimenticare il livornese “naturalizzato” brasiliano Arduìno Colassanti, surfista
e attore che cavalcò le onde del promontorio dell’Arpoador.
La prosa di Barba, vero
innamorato della città carioca, è un profluvio di descrizioni appassionanti e
di frasi a effetto che coinvolgono il lettore: scrive a un certo punto
Intelectual não vai á praia, intelectual bebe, «L’intellettuale non va in
spiaggia, l’intellettuale beve». Un modo del tutto giocoso per sfoderare la sua
impressionante conoscenza della città e metterne a parte il turista
consapevole, ma anche, come nello spirito della collana, il viaggiatore seduto
in poltrona che con una cachaça in mano e un cd di bossa nova nello stereo già
accarezza il sogno di un’estate nella città più poetica del mondo.
Bruno Barba è
ricercatore di Antropologia presso il Dipartimento di Scienze Sociali
dell’Università di Genova. Da oltre vent’anni studia il meticciato culturale e
il sincretismo religioso del Brasile. Tra le sue pubblicazioni: Bahia, la Roma
Negra di Jorge Amado (2004); Un antropologo nel pallone (2007); Tutto è
relativo. La prospettiva in Antropologia (2008); La voce degli dei. Il Brasile,
il candomblé e la sua magia (2010), La XXXIII squadra (2010), Dio negro (2013),
No País do Futebol (2014).
giovedì 21 maggio 2015
mercoledì 20 maggio 2015
ART ON THE BOTTLE - LE BOTTIGLIE D'ARTE DI PAOLA SCIALPI A LECCE
"ART ON THE BOTTLE
- LE BOTTIGLIE D'ARTE DI PAOLA SCIALPI" da martedì 19 maggio 2015 e sino
al 30 maggio 2015 in simultanea da Futuro Remoto Via Giuseppe Zanardelli 78 e
da Bar330mila in Via Centoquarantesimo Reggimento Fanteria, 11 a Lecce. Un modo
inusuale di "riciclaggio" del vetro.
"Ho trasformato
delle semplici bottiglie, oggetti comuni e di consueto utilizzo
quotidiano, in mie opere d'arte che
raccontano nuove storie, nuove emozioni. In questo modo sono ricollocabili e
ri/contestualizzabili, acquisendo un diverso status, un valore differente,
nuovo, altro. Insomma un ready-made ad alto potenziale bio/compatibile
..." (Paola Scialpi)
Per info
Studio - Overeco Academy and Workshop / via Casetti 2
a Lecce
martedì 19 maggio 2015
lunedì 18 maggio 2015
LETTERA APERTA A MATTEO RENZI DA PARTE DI UNA DOCENTE CANDIDATA NEL PD PER CONSIGLIO REGIONALE DI PUGLIA
Caro Premier Matteo Renzi.
Questa è una lettera aperta, a te indirizzata, sentita e
voluta anche e soprattutto in virtù del fatto che sono una candidata nella lista del PD, in queste elezioni regionali in Puglia.
Questa è una lettera
aperta, a te indirizzata, scritta da un’insegnante, da una mamma e da una donna
che da sempre ha creduto, crede e
crederà nel valore della formazione, dell’educazione nella scuola, nei valori
pedagogici e culturali che una scuola pubblica sana e motivata può dare ai suoi
allievi. Una lettera che scrivo perché nasce dal DNA di tutte quelle
sfaccettature che mi appartengono, che appartengono al mio essere così nel
mondo. La Buona Scuola per come l’avevi mostrata doveva essere qualcosa di
talmente efficace, efficiente, bello e soddisfacente da essere quasi
rivoluzionaria. Ed è apprezzabile, lo dico davvero, quanto tu stesso creda in
questa rivoluzione, quanto tu voglia essere per e con la scuola.
Sono convinta che tu stesso sappia che la scuola è il motore
del futuro del nostro paese, dell’Italia stessa, perché lo sai, lo devi sapere
che senza una scuola che funzioni NOI della parola FUTURO, possiamo
tranquillamente farne a meno.
Un FUTURO per i tanti insegnanti che hanno scelto un percorso di vita che crede nel
valore della scuola. Insegnanti come me, che in questo particolare momento
storico andrebbero ascoltati non solo con molta attenzione ma con un autentico
desiderio di dialogo.
Un FUTURO per i nostri figli, che meritano di costruirsi un
domani grazie ad una adeguata formazione messa a disposizione da una scuola
didatticamente al passo coi tempi. Una formazione adeguata che significa valore
umano aggiunto alla crescita del nostro Paese.
La buona Scuola doveva essere un altro genere di lotta, ma
sta diventando altro, qualcosa che non appartiene al mondo degli insegnanti,
che forse non appartiene nemmeno più al mondo della scuola. La scuola non è
un’azienda e i suoi bilanci non possono
essere semplici numeri di un profitto economico. La scuola in questi ultimi anni si è appropriata persino
di un linguaggio economico se è vero che
il sistema di valutazione dei nostri ragazzi si misura con i “crediti” e i “debiti”
e se è vero che i livelli di
produttività delle singole scuole si misurano sulla base delle promozioni
complessive a fine scrutinio.
Caro Premier Matteo Renzi , la scuola sta vivendo momenti a
dir poco incandescenti. Ma sento l’urgenza di dover esprimere alcune
considerazioni che nascono proprio dal fatto che in questa situazione ci sono
pure io. Le migliaia di colleghe che in questi anni ho incontrato,
con cui ho condiviso tante battaglie, con le quali ho vissuto anni di
precariato, ora chiedono a me che ti ho
sostenuto, di prendere di
posizione. Ed hanno ragione. Perché io, prima di essere a servizio della
politica, sono una docente come loro, e in tutti questi anni, benché fossi sindaco
della mia comunità, , non ho mai
abbandonato le classi e i miei alunni ( l’ho fatto solo in quest’anno scolastico).
La velocità nell’approvare questo decreto, si scontra con la
pazienza che occorre nell’educare le
nuove generazioni, “ stordite “ da una
società che li considera solo “merci” tra le “merci”.
Ma si scontra anche con altri aspetti che riguardano la
dignità dei professori ,solo in questa nazione così mortificati e dei tanti giovani precari carichi di energie e saperi.
La buona scuola deve essere innanzi tutto una scuola giusta.
Per questo occorre necessariamente introdurre sistemi di valutazione oggettivi
che possano determinare un sistema di premialità. Ma non penso che si debba
creare un clima di caccia alle streghe per verificare se il controllato tenuto
a vista dal controllore, sia poi controllato da qualcun altro. Sarebbe
come ricreare nella realtà il Castello di Kafka, e il tutto avrebbe un triste
sapore paradossale.
La Buona scuola deve immaginare un sistema di reclutamento
efficace, ma non può penalizzare alcune classi di concorso che non trovano
possibilità di inserimento nemmeno nell’organico funzionale con docenti che ,
dopo aver superato uno, due concorsi, partecipato a SSIS, e corsi di
aggiornamento vari, si ritroverebbero a dover ricominciare una storia
interminabile.
Una buona scuola deve sicuramente porsi il problema della
mobilità territoriale e della progressione di carriera . Ma le regole non
possono essere diverse da quelle che valgono per tutto il settore pubblico .
Una buona scuola non è quella che crea scuole di serie A e
di serie B , ma è quella che è in grado di allontanare dalla scuola coloro ( e
sono una piccola minoranza) che non
hanno voglia di insegnare o di far
appassionare i giovani al sapere.
Una buona scuola è quella che riesce ancora e nonostante
tutto, a
formare coscienze critiche, a far crescere veri cittadini in grado di
essere condottieri della loro esistenza.
“Un bambino e un insegnante, , un libro e una penna ,
possono cambiare il modo. L’istruzione è la sola soluzione” Per questo Malala
Yousafzai a 14 anni ha ottenuto il
Premio Nobel. Dai ragazzi, abbiamo sempre da imparare.
Con stima
Ada Fiore
Candidata del PD nelle elezioni del Consiglio regionale
sabato 16 maggio 2015
venerdì 15 maggio 2015
Iscriviti a:
Post (Atom)
I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà
Cerca nel blog
GUNDAM (Bandai Hobby HGUC Gyan Revive Mobile Suit Gundam Action Figure, multicolore)
PUBBLICITA' / ADVERTISING Gundam è più di un semplice anime o manga. È un fenomeno culturale che ha travalicato i confini del Giappone...
-
Di cosa siamo veramente responsabili? Qual è il margine di libertà delle nostre azioni, anche di quelle che crediamo dipenda...
-
AGNESE MANGANARO live support a SARAH JANE MORRIS Nelle due prossime date italiane del Tour europeo di SARAH JANE MORRIS, la nota jazz singe...